Re:
ironman1989., 04/06/2010 23.18:
Eppure Boemondo aveva un grande carisma e un forte ascendente sulle truppe: durante la crociata i normanni rispondevano solo a lui o al massimo a Tancredi. Diciamo che l'alleanza stipulata prima della crociata (con il formale vassallaggio) fra Boemondo e Alessio non portò a nulla perchè l'uno voleva usare l'altro ma erano entrambi troppo intelligenti per lasciarsi ingannare. Boemondo sapeva benissimo chi era Alessio e lo stesso valeva per quest'ultimo. La stessa Anna Comnena pur disprezzando i Franchi e pur odiando proprio Boemondo su tutti era affascinata dalla sua personalità. Runciman dipinge Boemondo come un uomo scaltro determinato a tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi e in parte li raggiunse. Boemondo non fu un fallito sostanzialmente...anzi: fu sfortunato in molte occasioni, come quando fu fatto prigioniero dai turchi.
Il 18 ottobre 1081 i Normanni sconfissero l'esercito imperiale nella battaglia di Durazzo, grazie a questa vittoria presero con facilità Durazzo, Valona e Corfù, nemmeno il sostegno veneziano fu sufficiente a bloccare l'avanzata normanna.
Dissidi interni richiamarono Roberto in Italia e i domini normanni in terra bizantina furono affidati a Boemondo. Egli penetrò in profondità nel territorio bizantino, attraverso Joannina e Trikala, fino a Larissa, in Tessaglia, dove pose l'assedio il 23 aprile 1083. Alessio, che dall'esperienza fatta con Roberto si era convinto che «il primo assalto della cavalleria dei latini era irresistibile», decise di incominciare le operazioni con tattiche di guerriglia. Solo dopo vari tentativi decise lo scontro aperto e Alessio vinse nei dintorni di Larissa una fondamentale battaglia. Boemondo, imbaldanzito dai successi fino ad allora ottenuti, non seppe come reagire, e si ritirò verso le posizioni stabilite (Durazzo e Valona sulla costa), occupando Kastoria, e stabilendovi un forte distaccamento di conti, con a capo Gualtieri I di Brienne. Alessio quindi assediò subito Kastoria, e la prese nell'ottobre/novembre del 1083, offrendo garanzie e denaro ai conti che fossero passati dalla sua parte. Boemondo, vedendo i rovesci militari e soprattutto il tradimento aperto di parte dei conti, non poté fare altro che salpare verso la Puglia e chiedere l'aiuto del padre, Roberto.
Roberto ritornò quindi rapidamente in Grecia, ma fu ripetutamente sconfitto dai veneziani in una serie di battaglie navali, di cui l'ultima fu la famosa battaglia di Butrinto. Si riparò con la sua flotta a Corfù, ma improvvisamente si ammalò e morì a Cefalonia il 17 luglio 1085. Alessio tirò un sospiro di sollievo alla notizia che Roberto era morto e riconquistò rapidamente i territori persi.
Poi abbiamo l'episodio clou durante la crociata.
I Crociati sbaragliarono l'esercito turco davanti ad Antiochia il 26 giugno 1098. Boemondo fondò un principato indipendente, le violente proteste di Alessio non ebbero nessun effetto. I Crociati giunsero rapidamente a Gerusalemme, che fu presa il 15 luglio 1099. Alessio appoggiò la candidatura di Raimondo IV di Tolosa a re di Gerusalemme, in modo da arginare le ambizioni di Boemondo, ma alla fine la corona fu offerta data Goffredo di Buglione.
Fu a questo punto che le ambizioni frustrate di Raimondo e le preoccupazioni di Alessio per la presenza di Boemondo ad Antiochia trovarono un potente punto di contatto. Quando i Crociati furono sconfitti di lì a poco a Ramleh, Alessio da abile politico sfruttò la situazione a proprio vantaggio: inviò subito una ambasceria al califfo fatimide, riscattando i conti che erano stati presi in ostaggio, tra cui vi era anche Goffredo, comprando così la loro neutralità. Contemporaneamente, si accordò con Raimondo per rafforzare la presenza dei Crociati sulla costa siriana: per i romèi egli chiese che Laodicea e di fatto tutte le città della costa siriana venissero riconsegnate all'impero, mentre in cambio Raimondo creava per sé la contea di Tripoli. Alessio ordinò al duca di Cipro, Eumazio Philokales, di collaborare con i Crociati nella costruzione del castello di Monte Pellegrino, in tal modo, Raimondo poteva efficacemente controllare eventuali mosse di Boemondo.
L'ardito piano di Alessio, e in particolare la consegna di Laodicea, costrinse Boemondo a venire allo scoperto, rivelando i piani lungamente nascosti: il nipote Tancredi fu inviato ad assediare Laodicea, che cadde nel 1100.
Gli eventi di Laodicea furono l'inizio delle nuove ostilità aperte fra Boemondo e l'Impero. Tuttavia, Boemondo dovette combattere contemporaneamente anche con i Turchi, il che facilitò enormemente il compito di Alessio. Infatti, non appena i Latini furono sconfitti nella battaglia di Harran (1104), Alessio fulmineo occupò le fortezze della Cilicia, Tarso, Adana e Mamistra, mentre la flotta bizantina, comandata dall'ammiraglio Cantacuzeno, occupava Laodicea e le altre città costiere fino a Tripoli.
Boemondo si rese conto di essere troppo debole, lasciò Tancredi ad Antiochia, e tornò in Italia (Anna Comnena dice che addirittura fece il viaggio dentro una bara, diffondendo la voce che Boemondo fosse morto, in modo da arrivare inosservato in occidente). Viaggiò poi in tutta Italia e Francia in cerca di aiuto, e nei suoi viaggi fu lui a contribuire maggiormente alla leggenda del tradimento di Alessio. Nonostante gli intenti di Boemondo fossero palesi, egli ottenne l'appoggio di papa Pasquale II: quest'ultimo appoggiò l'idea di una "crociata" contro i Bizantini, stabilendo quindi una significativa differenza rispetto alla politica neutra nei confronti di Costantinopoli del suo predecessore Urbano II.
Alessio però non attese i movimenti di Boemondo, e rafforzò le difese di Durazzo, e si stabilì col grosso dell'esercito a Tessalonica.
Raccolto un esercito, Boemondo attraversò il mar Adriatico da Otranto a Valona il 9 ottobre 1107, e si ripresentò sotto le mura di Durazzo, esattamente come ventisei anni prima: ma non aveva capito che i rapporti di forza erano notevolmente cambiati. Anzi, la soprendente differenza fra l'esercito di Alessio nelle due battaglie di Durazzo mostra quanto si fosse rafforzato, di anno in anno, di battaglia in battaglia, l'esercito romèo. In particolare, mentre nel 1081 mancava del tutto una flotta (tanto che Alessio in quella occasione dovette affidarsi completamente ai Veneziani), nel 1107 la flotta comandata da Isacco Contostefano (e poi da Mariano Mavrocatacalon, cognato di Anna e uno dei collaboratori più fidati di Alessio) fu determinante nel tagliare completamente i rifornimenti di Boemondo dalla Puglia. Contemporaneamente Alessio tagliava le comunicazioni con l'entroterra, una parte dell'esercito normanno fu sconfitto due volte dal droungarios Cantacuzeno presso Valona. L'assedio di Durazzo divenne quindi impossibile, e addirittura dileggiato dagli assediati Boemondo fu costretto dopo meno di un anno a venire a patti, e ad accettare l'umiliante trattato di Devol (1108). Il trattato stabiliva che Boemondo rinunciasse a qualsiasi pretesa di dominio sul mar Adriatico, Boemondo inoltre si riconosceva vassallo di Alessio e confermava il possesso bizantino di Laodicea e delle fortezze in Cilicia (Tarso Adana e Mamistra). In compenso si vedeva riconosciuto il potere su Antiochia, col titolo di sebastocratore, cioè sotto forme simili a quelle di un dominio feudale: alla morte di Boemondo, il "feudo" d'Antiochia sarebbe comunque passato sotto il dominio diretto dell'Impero.
Dopo sei mesi Boemondo moriva, Tancredi però rimaneva saldo nel suo possesso di Antiochia e i tentativi di Alessio di coalizzare i principi crociati in Terrasanta contro Tancredi fallirono. Antiochia, sola, rimase in mano normanna.
Keirosophos, 04/06/2010 23.15:
Mi scuso per la domanda vaga...purtroppo l'ho scritta in fretta :(, comunque volevo sapere se avevano sviluppato la regione (sia in senso commerciale che militare) e se dopo la conquista normanna continuò a esserci l'influenza culturale bizantina
c'era ormai molto poco da sviluppare, l'Impero era impegnato altrove, non aveva forse sufficienti per esercitare una presenza massiccia e costante nella zona, l'avanzata normanna erose lentamente i possedimenti romei (che un po', passatemi il cinismo, li lasciarono pure fare) e quando li estromisero totalmente comunque la regione era oramai bizantina solo di nome...la sola Bari aveva ancora una significativa influenza romèa in quanto era la capitale, il porto principale e la città più vicina alla Grecia della regione, quindi il collegamento con essa rimase abbastanza solido fino alla fine.