Gallia tardoantica e altomedievale

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Legio XIII gemina
00venerdì 7 marzo 2014 18:19

Domande varie sull'alto medioevo gallico, peraltro abbastanza interconnesse.

1) In un articolo del Prof. Nicola Zotti si legge che l'Italia è stata la regione più ricca pro capite del mondo dall'Impero Romano al XVIII secolo: questo è vero anche relativamente alla Gallia per il periodo immediatamente successivo alla guerra gotica e alla migrazione longobarda? Se no, quando l'Italia sorpassò nuovamente la Gallia? (Da parte mia credo che la risposta sia comunque si, vorrei appunto conferma).

2)A seguito della Pars Occidentalis, l'Aquitania è considerata come parte dell'area centro-settentrionale della Gallia che subisce un rapido processo di "barbarizzazione" separandosi dal mondo tardoantico, oppure essa mantiene grossomodo lo stesso stato socio-economico della Gallia meridionale, la Spagna e l'Italia? La conquista franca nel 507 è considerabile come uno spartiacque in questo senso? Nel regno merovingio qual'era la regione gallica più prospera economicamente?

3) Quale importanza economica e demografica rivestiva nella Belgica tardo-antica la zona oggi compresa tra Rouen, Amiens e Reims spetto alle altre zone della Gallia? Si può ravvisare un'urbanizzazione concentrata maggiormente in questa zona rispetto al resto della Gallia settentrionale? Su quali basi socio-economiche faceva leva la dominazione merovingica in Neustria? Si possono considerare le zone suddette come un punto naturale di approdo per l'installazione delle strutture del potere merovingico sul solco dell'urbanizzazione romana?

4) Questa cartina, pur essendo dal mio punto di vista potenzialmente fuorviante in relazione all'idea teatri/anfiteatri = urbanizzazione, può aiutare in qualche modo a rispondere alle domande precedenti? Sembrerebbe, secondo l'ipotetico paradigma espresso precedentemente, che l'area della Belgica precedentemente menzionata, fosse addirittura più dotata di infrastrutture di intrattenimento rispetto alla Betica, che è considerata una delle aree più profondamente romanizzate dell'Occidente.



www.engramma.it/eOS/index.php?id_articolo=385



Grazie in anticipo per le eventuali risposte
GlaucopideSophia1
00domenica 9 marzo 2014 22:55
Scusa il ritardo.

1) Ni, dopo la guerra, la peste e le invasioni , la popolazione italiana era scesa moltissimo, e questo aveva avuto un influenza negativa pure sul economia, nonostante ciò il commercio in italia era più vivace e il territorio più produttivo rispetto a quello gallico, che pur avendo più popolazione aveva un clima più difficile (e con la tecnologia di allora la cosa contava) e vie di comunicazione meno agevoli.
Per cui esistevano aree della gallia più ricche di alcune aree del italia e viceversa (ad esempio sicilia e calabria non dovevano avere rivali allora in occidente), ma se si considerano parametri come la ricchezza pro-capite allora l'affermazione di Zotti ,riguardo questo periodo, non è errata, se invece andassimo a considerare il PIL è probabile che ci sarebbe da discutere.

2) Bisogna considerare che la romanizzazione era avvenuta nelle gallie principalmente nelle città, la campagna era poco romanizzata se la paragoniamo a quella spagnola o perfino britanna, nonostante ciò molte strutture socio-economiche rimangono e i barbari le riutilizzano (anche il così detto feudalesimo si evolve da metodologie romane).
A causa delle forte crisi economica che colpiva la zona ormai da tempo ,il commercio e la produttività diminuiscono drasticamente e si cerca di sopravvivere come si può , mantenendo cosa si riesce.
In pratica non c'è un vero e propio processo di barbarizazione, quanto un evoluzione in negativo dovuta alla forte contrazione economica che andava avanti da ben prima della caduta, se ci aggiungi che questa era un area lontana dal centro romano e poco romanizata rispetto ad altre zone della stessa gallia , capisci che non c'è una barbarizzazione a livello produttivo, economico, sociale e amministrativo, ma solo una certa evoluzione verso un sistema che garantisca la sopravvivenza , in gran parte discendete diretto da quello romano che aveva assimilato solo in parte elementi barbari.
Il 507 non è uno spartiacque, i metodi di governo di goti e franchi erano simili , la vera rottura in aquitania è intorno al 750 .
Sulla regione più prospera è difficile dirlo, forse la Gallia Narbonense , ma si possono fare solo ipotesi .

3) La Belgica era una zona a cui i romani avevano prestato molta a cura, a causa delle posizione strategica, per cui era molto fortificata e sicura.
Ciò permetteva alla zona di prosperare economicamente (sicurezza significava anche maggiore produttività), e ciò la rese una zona popolosa , luogo ideale per governare uno stato gallico (grazie alle strade e ai fiumi si poteva raggiungere agilmente i confini).
A livello amministrativo, in principio i cambiamenti non sono così rillevanti, stessa cosa si può dire a livello socio-economico, con il passare del tempo , delle invasioni (anche i franchi c'è le hanno avute), delle epidemie e del isolamento creato dal mondo arabo, sono avvenuti dei cambiamenti, che a noi possono apparire negativi, ma che allora non lo erano vista la situazione.

4) si e no, spesso teatri/anfiteatri venivano costruiti nei pressi delle fortezze o in città strategiche per il passaggio delle truppe (che avevano sempre bisogno di un po di svago), quindi possono non significare nulla, inoltre erano strutture durevoli, magari nel I secolo un insediamento era molto importante mentre nel IV era diventato quasi un villaggio.
Bisogna anche considerare la capienza della strutture e la grandezza delle città, esistevano zone in cui magari c'erano strutture simili solo in pochi luoghi, ma accoglievano pubblico da tutta la provincia, mentre in altre si trovavano tante piccole strutture.

Legio XIII gemina
00lunedì 10 marzo 2014 22:25
Nessun problema! Ottime risposte, grazie.

Perché questa sostanziale differenza tra le campagne galliche e quelle spagnole e britanniche per quanto riguarda la romanizzazione?
GlaucopideSophia1
00lunedì 10 marzo 2014 22:44
Le campagne spagnole erano già inserite prima della conquista nel circuito mediterraneo, con colonie cartaginesi, grazie alla posizione e alla produttività della regione hanno avuto un intenso rapporto con roma .
La britania invece aveva sul propio suolo grosse forze legionarie (se prendiamo in considerazione il rapporto popolazione/soldati) rispetto alla gallia, inoltre in gallia gli eserciti erano concentrati a oriente, nella parte occidentale del paese non c'era bisogno di grandi forze, ne c'era un rapporto commerciale così stretto con il mediterraneo romanizzato e ellenizzato, sia per una questione di posizione che di produzione, per cui queste zone hanno subito un influenza minore rispetto al resto (cosa ben riscontrabile nel edilizia privata).
Legio XIII gemina
00martedì 11 marzo 2014 15:23
Bene, bene. Riguardo alla romanizzazione della Spagna, immagino che vi fosse per l'appunto una divisione in "fasce" della penisola (fascia costiera mediterranea più produttiva e romanizzata, entroterra meno romanizzato anche perché meno adatto alle coltivazioni, il nord immagino simil Armorica o giù di lì? ecc): considerando quello che abbiamo detto e che nel complesso credo che la Gallia fosse più romanizzata della Spagna (nonché la provincia romana più romanizzata in assoluto), sembrerebbe che o le città galliche siano state in media più sviluppate e popolose di quelle spagnole, o che la romanizzazione della Gallia sia considerata così forte più per fattori quantitativi che non qualitativi, oppure per quello che è rimasto dopo la caduta dell'Occidente: ossia se la Spagna era più funzionalizzata per il grande commercio mediterraneo allora la decadenza dell'Impero vi ha portato una crisi economica maggiore rispetto alla Gallia, regione più strutturata per mantenere in loco le aristocrazie militari che sono sopravvissute in seguito. Magari per altri aspetti invece la Spagna era stata più romanizzata. Scusa per il papiro ma mi vengono in mente tutti i dubbi possibili e voglio chiarire la confusione che ho
GlaucopideSophia1
00martedì 11 marzo 2014 23:01
come dici te la spagna era romanizata per fascie, il sud era molto romanizato (e ricco), il nord molto meno.
In gallia le città erano romanizzate perchè spesso originatasi da colonie, mentre le campagne erano abitate principalmente da popolazione autoctona con cultura decisamente differente da quella romano-ellenistica, ciò rese difficile una fusione, che avvene solo dopo la caduta a causa delle guerre e delle pestilenze che colpirono pesantemente le città, che per sopravvivere furono costrette ad una maggiore ingrezione con le campagne e con l'elite barbara, perdendo e mutando in parte alcune strutture socio-economiche per riadattarsi alla nuova situazione.
La spagna del sud fu colpita molto meno dalla crisi economica e ai tempi di giustiniano era ancora molto romana.
Legio XIII gemina
00sabato 15 marzo 2014 20:41
Il "sospetto" che la zona della Francia nord-orientale della quale parlavamo all'inizio fosse più produttiva o comunque di maggiore importanza socio-economica rispetto a quello che comunemente si pensa, mi è venuto anche e soprattutto pensando all'importanza che essa ebbe nei secoli successivi, per esempio i vari comites franchi insiediati in Italia venivano quasi tutti dalla Piccardia, Lille ecc (zone che erano poi anche a cavallo tra la Neustria e l'Austrasia, quindi si potrebbe dire che i Pipinidi abbiano anche privilegiato quell'area spostandovi la maggior parte dei propri fidati dopo aver scalzato le clientele degli altri maggiordomi?), i vassalli controllati direttamente dal Re di Francia erano storicamente sempre quelli della Francia nord-orientale, vi si concentravano ampi territori ecclesiastici, i premonstratensi partirono da quelle zone per raggiungere tutto il resto dell'Europa, le concessioni dei Re di Francia ai contadini per organizzarsi come comuni al fine di arrestare il potere dei nobili riguardavano soprattutto l'area di Soissons, fu anche l'area che vide le maggiori rivolte della Jacquerie...persino la maggior parte dei borghesi fautori della rivoluzione francese erano quasi tutti piccardi, insomma sembra che proprio che essa sia tata veramente il cuore della Francia carolingia e capetingia e non solo. E la causa sembrerebbe l'impostazione romana, considerando comunque che appaiono già naturalmente come aree molto fertili, forse non è un caso che un popolo potente come i Belgi vi fosse stanziato?
Maiorianus
00domenica 23 marzo 2014 00:17
Io avrei soltanto uno spunto da aggiungere a questa (peraltro ottima) discussione: l'area che Legio XIII sta mettendo in evidenza, in quanto possibile area più urbanizzata/romanizzata...non è forse la stessa che nel V secolo andò a costituire il cosiddetto Regno Romano di Soissons?
Sfortunatamente non sono molto ferrato (ancora) sulla storia di questo piccolo lembo di terra romano "post-Roma" (ma trovo la sua breve esistenza terribilmente affascinante, ergo, dovrò approfondire), tuttavia potrebbe esservi una correlazione.
GlaucopideSophia1
00domenica 23 marzo 2014 23:21
sei corretto ;)
Legio XIII gemina
00domenica 23 marzo 2014 23:48
Ed è interessante notare come i confini del Regno di Soissons coincidessero con quelli della Neustria
Maiorianus
00martedì 25 marzo 2014 11:43
Probabilmente c'è una qualche correlazione...in fondo il Regno di Soissons, se ben ricordo, venne conquistato manu militari dai Franchi. Forse far corrispondere i confini della Neustria con quelli dell'antico Regno è stato un modo implicito per riconoscerne una natura urbanizzata/romanizzata diversa (superiore?) da quella del resto dell'antica Gallia.
Legio XIII gemina
00lunedì 31 marzo 2014 18:53
Sono d'accordo, anche se sposterei il fuoco sul vantaggio offerto dalla struttura amministrativa originaria e i confini naturali ben delineati, l'area alla quale facevo riferimento è abbastanza decentrata, inolre come dice Glauco c'era anche una differenza sostanziale est-ovest tra le zone più vicine al limes e quelle occidentali-atlantiche. Anche io direi diversa, funzionale allo stabilimento di un'aristocrazia territoriale.
Maiorianus
00mercoledì 2 aprile 2014 13:02
Sarebbe interessante avere l'opportunità di approfondire un pò lo studio di questo piccolo lembo di terra romana "post-romana"...ad esempio, nella struttura militare, ed in quella socio-economica. Così facendo sarebbe più facile anche individuare una relazione con il successivo insediamento franco...
GlaucopideSophia1
00giovedì 3 aprile 2014 22:38
Beh dal punto di vista amministrativo non ci sono molte differenze con il periodo precedente.
Il territorio è suddiviso in piccole circoscrizioni basate su una città e il suo contado.
Ogni città è governata da una curia, un assemblea dei notabili, che elegge diversi magistrati.
Questi magistrati hanno vari compiti, alcuni si occupano di raccogliere le tasse della circoscrizione, altri della manutezione di strade, fortificazioni e edifici pubblici, altri ancora della giustizia, del organizzazione dei giochi, della guadia cittadina e così via.
A livello superiore queste circoscrizioni sono raggruppate in provincie, con a capo degli amministratori civili che si occupano del fisco e della giustizia , e sopra questi ci sono degli uffici che coordinano il tutto.
Tutti questi amministratori provinciali e centrali vengono scelti dal sovrano (in pratica la struttura copia quella romana).
Con la conquista franca per i cittadini le cose cambiano poco.
L'unica differenza è che ogni circoscrizione da un tributo fisso (con i romani, pur essendoci le stesse tasse, il loro valore cambiava a secondo del bisogo previsto per l'anno seguente, i barbari non hanno una struttura militare tale da riuscire a fare previsioni del genere, quindi si accontentano di un tributo fisso).
Per quanto riguarda il diritto, i gallo-romani continuano ad utilizzare quello romano, mentre i barbari utilizzano il loro.
La cosa più curiosa riguarda l'esercito, fra le tasse dovute da ogni circoscrizione sono presenti anche un certo numero di reclute.
Questi Gallo-romani non vengono ingrati al esercito franco, ma vengono inmessi in ciò che resta delle legioni romane (ora al servizio dei re franchi).
A quanto pare , ancora ai tempi di giustiniano, esistenvano nel esercito franco unità derivanti da queste legioni , che portavano gli stessi armamenti e le stesse insegne, che combattevano nello stesso modo e utilizavano il latino per gli ordini, l'unica differenza con i loro antenati era per chi combattevano, questo non deve stupire, sempre nello stesso periodo, a costantinopoli, esisteva ancora il prefetto del pretorio per le gallie, ed era pure attivo, probabilmente le città continuavano a mandare documenti alla capitale, anche se gli atti del prefetto avevano solo un valore formale (era più che altro una grande commedia), bisogna considerare che allora le città consideravano i barbari rappresentanti ufficiali del imperatore, non loro sovrani (esistevano perfino città che non erano affatto sotto i regni barbari, ma si consideravano sotto diretto controllo imperiale, ad esempio in spagna esistevano ancora ai tempi di giustiniano diverse città del genere, pure importanti).
Ciò che cambia è invece la struttura superiore, le varie provincie , erano nei fatti scomparse , sostituite da circoscrizioni più piccole controllate da nobili franchi, che in cambio delle tasse di quelle circoscrizioni devono fornire un certo numero di soldati al sovrano quando chiama e proteggere quei territori dagli invasori.
Maiorianus
00martedì 8 aprile 2014 12:30
Questo si che è interessante.
Non sapevo dell'esistenza di queste legioni "post-romane", e direi che le notizie che hai postato non hanno fatto altro che accendere ancora di più la mia curiosità. Posso chiederti da dove hai recuperato queste informazioni?
Comunque, ciò che hai detto mi porta anche a immaginare quale dovesse essere la percezione, da parte delle varie popolazioni, della situazione, in quel periodo.
Altro punto interessante: la sopravvivenza di queste formazioni di tipo romano avrà forse avuto qualche influenza nella successiva era carolingia, in particolare per ciò che concerne alla potenza dell'esercito franco? (personalmente, dai miei studi personali, finora non ne ho dedotto molto, non mi risulta che quelle formazioni fossero più in vita all'epoca, ma mai dire mai).

P.S.: ne approfitto per chiedere: ma la mod?
GlaucopideSophia1
00mercoledì 9 aprile 2014 13:31
C'è le dice procopio, in più ci sono resti archeologici che ci mostrano una grande continuità, in termini d'armamento, fra tardo-impero e alto-medievo.
L'esercito franco portava effetivamente armi molto romane, gli Spangenhelm (anche se d'origine germanica venivano utilizzati ampiamente in epoca tardo romana), la lorica hamata, spade, stivali identici a quelli legionari, eccetera.
Chiaramente nel corso del tempo qualcosa si era perso, però nel complesso gli armamenti e il modo di combattere erano molto simili , inoltre i franchi erano famosi per la logistica, il vero motivo delle loro vittorie su visigoti e gli altri barbari (una logistica che non era minimamente vicina a quella romana o romea contemporanea, ma decisamente superiore a quella degli altri barbari).
Certamente il modo in cui intendere e gestire la guerra era diverso, lo strategikon del imperatore maurizio ci dice a proposito :"3 - I popoli dai capelli biondi, come i Franchi, i Longobardi e altri simili
I popoli dai capelli biondi ripongono grande importanza nei valori della libertà. Sono coraggiosi e intrepidi in
battaglia. Essendo spavaldi e impetuosi, considerano qualsiasi paura, e perfino una breve ritirata, come una
disgrazia. Disprezzano la morte con tranquillità, così come combattono con furore nel corpo a corpo, sia a
cavallo che a piedi. Se vengono messi in difficoltà in un’azione di cavalleria, smontano ad un segnale convenuto
e si schierano a piedi. Anche se si trovano in pochi a combattere contro molti cavalieri, non si ritirano dal
combattimento. Sono armati con scudi, lance e spade corte appese alle spalle. Preferiscono combattere a piedi
ed effettuare cariche veloci.
Sia a piedi che a dorso di cavallo, essi si schierano per la battaglia non in un modo o in una formazione
prestabilita, o in reparti o divisioni, ma a seconda delle tribù, ognuna riunita con le altre affini, e dei comuni
interessi. Spesso, come conseguenza, quando le cose non vanno bene e i loro amici sono stati uccisi, essi
rischieranno le loro vite combattendo per vendicarli. In combattimento formano il fronte della loro linea di
battaglia in modo compatto e uniforme. Sia a cavallo che a piedi sono impetuosi e indisciplinati nella carica,
come se fossero l’unico popolo al mondo a non essere codardo. Non obbediscono ai loro capi. Sono poco
interessati a tutto ciò che è complicato e pongono poca attenzione alla sicurezza esterna e all’interesse
personale. Disprezzano il buon ordine, specialmente a cavallo. Essendo avidi, sono facilmente corruttibili col
denaro.
Non tollerano il dolore e la fatica. Sebbene i loro spiriti siano audaci e temerari, i loro corpi sono deboli e viziati,
e non sono capaci di sopportare il dolore con fermezza. Inoltre vengono messi in difficoltà dal caldo, dal freddo,
dalla pioggia, dalla mancanza di provviste, specie di vino, e dal differimento della battaglia. Nel caso di una
battaglia di cavalleria essi sono ostacolati da terreni irregolari o boscosi. Possono essere facilemente attaccati a
sorpresa sui fianchi e alle spalle della loro linea di battaglia, poiché non si preoccupano affatto di usare
esploratori o altre misure di sicurezza. Le loro linee vengono facilmente spezzate con una finta fuga e un
successivo improvviso contrattacco. Gli attacchi notturni condotti da arcieri infliggono spesso dei danni, dal
momento che sono molto disorganizzati nel costruire il campo.
Quindi nel fare loro guerra bisogna evitare soprattutto di impegnarli in battaglia campale, specialmente nelle
prime fasi. Bisogna invece fare uso di imboscate ben organizzate, attacchi furtivi e stratagemmi. Prendi tempo e
vanifica le loro opportunità. Fai finta di stringere accordi con loro. Punta a raffreddare la loro audacia e il loro
ardore con la mancanza di approvvigionamenti o col disagio del caldo o del freddo. Questo si può ottenere
quando il nostro esercito ha posto il campo su terreno difficile e irregolare: su questo tipo di terreno questo
nemico non può attaccare con successo perché fa uso di lance. Ma se si presenta l’opportunità di una battaglia
regolare, schiera l’esercito come è stato indicato prima nel libro delle formazioni."
Al epoca di carlo, l'esercito franco non era cambiato molto, spesso si parla della cavalleria, ma in realtà i carolingi la utilizzavano pochissimo, e non era certo una cavalleria efficace (niente di paragonabile a quella romea, delle steppe o abbasside, quelli erano eserciti in cui la cavalleria era importante, i franchi erano invece soprattutto fanti).
Altri esempi di sopravvivenze romane nel organizzazione franca (debitamente riadattati al modo di gestire le cose dei barbari) è la differenzazione fra marca e contea, il feudo, i titoli, e così via.
Per far capire, la differenza fra marca e contea deriva dalla differenza fra provincie limitanee e provincie normali , anche il re che viene in aiuto della marca in caso di bisogno si basa sullo stesso concetto dei comitatensi, che vanno in aiuto dei limitanei quando questi non sono sufficienti.
Anche il feudo ha un origine tardo-romana, allora si chiamava deditio e prevedeva la concessione ad un barbaro di un terreno da coltivare in cambio di un determinato numero di reclute (a seconda del valore patrimonale, in genere si trattava di latifondi).
Con il tempo, la situazione disastrosa del occidente portò gli imperatori a permettere che queste reclute barbare si armassero da sole secondo i propi usi e costumi, formando unità regionali comandate da propi comandanti (i latifondisti), in seguito divennero foederati, e il loro comandanti, in cambio delle tasse della regione, la proteggevano e venivano a combattere per l'imperatore in caso di bisogno.
Con i regno romano-barbarici deditio e foederatio divennero i metodi standard con cui governare l'intero territorio, e lo rimasero con qualche cambiamento (tipo l'erdetarietà) per tutto il medioevo.

Per la mod, devo fare le prewiew, per ora non ho avuto tempo, ma il materiale c'è già (le unità del primo periodo sono nei fatti concluse).
Legio XIII gemina
00mercoledì 9 aprile 2014 21:29
Devo dire che queste discussioni/lezioni sono stupende.

Voglio chiedere:

1) Ho letto che i Franchi erano, tra i popoli germanici (fatta probabilmente eccezione per gli Anglosassoni, so che c'è molto dibattito a riguardo), quelli che facevano meno uso in assoluto della cavalleria. Sebbene le cavallerie degli altri Germani fossero forse più rinomate, per quanto comunque usate scarsamente, poiché erano state più a contatto con i popoli della steppa, come mai una popolazione "ibrida" da un punto di vista tattico con i Romani come i Franchi era così priva di cavalleria?
2) Si può dire che effettivamente la cavalleria nel mondo franco sia diventata preponderante solo durante i secoli XI-XII? Se si, è un fenomeno legato alla stabilizzazione del sistema feudale, oppure entrano in gioco altri fattori, magari anche il contatto con l'oriente bizantino e musulmano con relative conoscenze avanzate dal punto di vista metallurgico ecc.?
3) L'aumento di importanza della cavalleria nel mondo carolingio fu solo quindi legata ad un prestigio sociale e non ad un'effettivo cambiamento della macchina militare? Mi ricordo di aver letto che nei capitolari carolingi il cavallo venne sempre più richiesto nelle spedizioni militari e che la differenza con il periodo precedente è sostanziale. Mi ricordo anche che, sebbene le clientele vassallatiche già esistessero da un pezzo, nel mondo franco pre-carolingio non si distingueva ancora tra liberi e aristocratici, questo potrebbe spiegare a monte forse il perché la cavalleria non aveva preso piede, non esistendo una classe sufficientemente ricca per farne uno strumento più potente.
4) Molto interessante il discorso delle marche e delle contee per quanto riguarda la loro eredità romana. Parlando del mondo merovingio, le aree di competenza dei duchi, avevano mantenuto anch'esse questa divisione tra le aree di frontiera e quelle interne? L'ascesa dei Pipinidi d'Austrsia è imputabile anche ad una loro maggiore militarizzazione rispetto ai maggiordomi occidentali, essendo le loro terre esposte più di frequente alle minacce sassoni?
5) Prendendo come punto fermo che una cavalleria pesante si sviluppa solo in un ambiente feudale e che sono importanti anche i costumi bellici dei popoli confinanti, le cavallerie dei Visigoti e dei Longobardi avevano mantenuto il loro retaggio della steppa prima della fine dei loro regni (pur non rammentandone di entrambi una società più verticizzata di quella franca pre-carolingia)? Se si, in che misura possono aver inlfuenzato la cavalleria franca? Vi furono inoltre delle influenze, a parte la staffa (nonostante la sua lentissima diffusione), con il contatto e la distruzione del Khaganato avaro? Inoltre non mi risulta che Sassoni e Bavari avessero cavallerie di rilievo, tuttavia per questi ultimi, l'assorbimento nell'orbita franca e l'annessione ai tempi di Tassilone cugino di Carlomagno unita al contatto con gli Avari e al sistema ducale, poteva aver prodotto una cavalleria più consistente?
GlaucopideSophia1
00mercoledì 9 aprile 2014 23:20
1) probabilmente in parte era una questione di tradizione, e in parte per il territorio, in epoca romana sul reno si era utilizzata sempre poca cavalleria, mentre in oriente il numero di cavalieri era notevolmente maggiore.
Se un arma in un determinato territorio è poco efficace è logico non utilizzarla, inoltre il tipo di cavalleria usata dai franchi era poco funzionale, non avevano arceri a cavallo, e per fare una carica frontale ci volevano adeguate protezioni e armamenti, che loro non utilizzavano (erano tipologie di armi che venivano prodotte solo dai popoli della steppa, in persia e nel impero d'oriente, i franchi non dovevano affrontare nessuno di questi avversari, ma solo altri barbari la cui cavalleria era poco efficace, utile più per l'esplorazione e manovre indirette).

2) La cavalleria inizia a prendere piede dal X secolo, a causa dei normanni, e diviene preponderante nel XI-XII secolo, ciò non toglie che spesso su un esercito di 12000 uomini solo 2000 erano cavalieri, i fanti quindi continuano a formare la maggioranza del esercito, ma svolgono un ruolo secondario, in supporto alla cavalleria, per questo motivo disciplina e armamento della fanteria scadono.
L'origine di questo fenomeno è dovuto in parte al efficacia della cavalleria normanna, ma anche a una questione di classe.
Mantenere il cavallo, lo scudiero e le armi da cavaliere costano molto, quindi i nobili che si vogliono distinguere diventano cavalieri, e nel corso dei secoli si associa alla figura del cavaliere quella del nobile (il processo arriva a compimento nel XIII secolo).
Essendo i cavalieri in occidente meglio armati ed addestrati, ma soprattutto appartenendo ad una classe sociale superiore, la cavalleria finisce per guadagnare molta importanza.

3) Viene effetivamente richiesta maggiore cavalleria , lo scenario di guerra si amplia infatti al est e alla pianura padana, dove la cavalleria è più importante, ma nei fatti non c'è un incremento sensibile.
Nel mondo carolingio c'è ancora una certa centralità nel regno, è il re che assegna i titoli e le responsabilità, quindi la classe sociale dipende molto dai propi meriti in guerra, dalle propie richezze (i latifondisti) e dal favore del sovrano.
Quando l'impero carolingio va in crisi e i re iniziano a concedere sempre più potere ai latifondisti, si inizia a creare quella classe aristocratica che diventerà la nobiltà medioevale, che cercerà di distinguersi dal popolo minuto (in precedenza , pur avendo il denaro necessario, non c'era quella coesione di classe che nasce dopo).

4) si.
Sicuramente la zona di loro competenza era più militarizzata, ciò vuol dire più veterani, generali migliori, molti armamenti, eccetera
Le regioni occidentali erano più tranquille, quindi meno avvezze alla guerra.

5) I longobardi avevano mantenuto la loro cavalleria, ma si trattava di una forza d'elite (quindi poco numerosa) d'origine longobarda, gran parte del esercito era formato invece da fanti italiani (i longobardi erano un popolo numericamente piccolo, che venne assorbito, in principio cercarono di differenziare fra popolazione romana sottomessa e nobiltà longobarda, ma ben presto dovettero fare i conti con la realtà, la loro sconparsa è sicuramente dovuto al rifiuto di parte della nobiltà ad integrarsi con i romani).
I visigoti sembrano aver percorso un processo simile in spagna, anche loro ad un certo punto provarono ad equiparare mediante il diritto i romani con i goti, ma non ebbero successo.
Da quel che sappiamo la cavalleria franca fu poco influenzata da quella gota, longobarda e avara, le armi e il modo di utilizzarla erano diversi, i franchi ne elaborarono una propia che rispecchiava armi e tattiche loro tipiche.


Legio XIII gemina
00mercoledì 9 aprile 2014 23:59
1) Effettivamente è proprio così. Più che rimarcare l'assenza della cavalleria tra i Franchi, magari solo come paradosso pensando al fatto che dalla loro in seguito dalla loro nascerà quella feudale europea, bisognerebbe invece considerare Goti e Longobardi come le eccezioni nel mondo germanico, perché più influenzati dalle tattiche delle popolazioni iraniche e turco-mongole. In tutto il mondo germanico la cavalleria era poco usata, e anzi il modello ideale di guerriero era proprio quello appiedato. Oltre ai fattori ambientali una cavalleria pesante o da tiro i regni romano-barbarici non erano comunque in grado di ottenerla, né economicamente né per addestramento.

2) Ok sulla cavalleria feudale matura, mentre non ho mai capito precisamente come e perché la cavalleria normanna sia diventata più potente e rinomata nell'ambito occidentale tra XI e XII secolo: in fondo parliamo solo di Inghilterra e Sicilia, perché la cavalleria capetingia non viene così esaltata, considerando che, per quanto potente, raggiungerà la maturità e ruolo di unità tattica dominante per eccellenza solo dopo Bouvines. Sicuramente l'Inghilterra e ancor di più la Sicilia erano i regni feudali che funzionavano meglio in assoluto, ma questo ha influenzato anche la qualità della cavalleria?

3) Osservazioni molto giuste.

4) Ok

5) Bene. Mi piacerebbe molto conoscere più dettagli sulla cavalleria longobarda d'élite e sapere se per qualità di equipaggiamento e di addestramento fosse superiore a quella di Carlo Magno
Maiorianus
00giovedì 10 aprile 2014 13:25
Riguardo il tuo punto sulla cavalleria normanna, credo si stia parlando di PRIMA della conquista dell'Inghilterra e della Sicilia.
In fondo, basti pensare che contro Re Aroldo, il Duca Guglielmo fece proprio della propria cavalleria il punto forte dell'esercito e, in fin dei conti, l'arma che gli permise di sconfiggere il nemico sassone.
Probabilmente, quindi, dobbiamo più riferirci al Ducato di Normandia originario, secondo me.
Onestamente, data l'origine dei normanni, la tua è una bella domanda: perchè? Non avendo studiato approfonditamente l'argomento, posso solo lasciarmi andare a delle supposizioni. E' possibile che i normanni abbiano appreso come migliorare qualitativamente la loro cavalleria grazie ai contatti di lunga data avuti con l'Impero Bizantino e, di riflesso, con gli arabi (sotto forma della famosa Guardia Variaga, per esempio), o anche con le popolazioni della steppa russa (basti pensare alla Rus di Kiev e a tutti i principati che ne nacquero). Ovviamente, ripeto, si tratta solo di supposizioni, e sicuramente l'argomento meriterebbe un bell'approfondimento.

Anche per la cavalleria longobarda, è un argomento affascinante. Provenendo io dal più famoso dei Ducati Longobardi (Benevento), studiare i Longobardi è, diciamo, un mio obiettivo piuttosto immediato. Anche qui, però, in mancanza di miei approfondimenti (ma solo per il momento), posso solo andare a tentoni: a che io sappia non c'erano differenze qualitative significanti tra la cavalleria del tardo regno longobardo e quella di Carlo Magno. Oltretutto, credo che gli stessi eserciti longobardi fossero, come quelli dei Franchi, fortemente imperniati sulla fanteria. Basti pensare, a questo riguardo, che Franchi e Longobardi si trovarono a combattere nella Pianura Padana, allora molto padulosa e quindi non esattamente favorevole alla cavalleria (qui mi trovo a dissentire con Glaucopide). Quello è il cuore del Regno, per cui non credo che i Longobardi avessero bisogno di una cavalleria molto potente. Per non parlare dei Ducati meridionali, dove la natura montagnosa del territorio credo impedisse tranquillamente ogni esito "definitivo" della cavalleria.
Legio XIII gemina
00giovedì 10 aprile 2014 14:42
Diciamo che ho spostato volutamente l'attenzione sui regni normanni e la loro peculiare efficienza e solidità politica perché non mi vengono in mente motivi per i quali la Normandia potesse aver generato una cavalleria in qualche modo migliore, essendo la sua impostazione socio-militare una "copia" (per quanto dagli esiti diversi e unita all'intraprendenza vichinga), dal modello feudale carolingio. Riguardo alle tue ipotesi personalmente escluderei la prima per questo motivo: i vichinghi che andavano a Costantinopoli venivano da un warfare comunque appiedato, essendo la società scandinava scarsamente gerarchica e basata quindi sulla fanteria, chi tornava poi in Scandinavia non mi risulta che abbia modificato il modo di combattere in patria e nelle scorrerie. La seconda ipotesi invece è interessante, anche se credo che nella società varega, come in Scandinavia, abbia stentato a formarsi un sistema feudale e una cavalleria da sfondamento degna di nota per secoli.

Sono molto felice di sentire che si apprezzano le proprie origini, per metà vengo dall'area spoletina e quel ramo della mia famiglia è molto chiaro, probabilmente ho diversi geni longobardi anche io ^^. Sono assolutamente d'accordo sulla composizione delle armate franche e longobarde. Non mi sono invece mai soffermato sulla situazione della Padana, e in effetti mi piacerebbe sentire vari pareri. Per l'area beneventana sono anch'io d'accordo.
GlaucopideSophia1
00giovedì 10 aprile 2014 15:40
2) bisogna considerare che quando i normanni arrivarono nel regno franco ormai in piena crisi, ottennero grandi successi militari (ben prima della conquista del inghilterra e della sicilia), per cui si cercò di riorganizzare la cavalleria prendendoli come modello.
Probabilmente se i franchi non si fossero trovati divisi da lotte intestine i normanni non avrebbero avuto così successo, ma la debolezza franca fece apparire i normanni invincibili....

5) è un discorso un po complicato.
Prima di tutto bisogna dire che i longobardi, essendo uno dei popoli meno romanizati, erano anche molto xenophobi.
Nei primi secoli non permettevano il mischiarsi del sangue con i romani, mantenendo i due popoli divisi .
L'esercito poteva essere formato solo da longobardi, anzi ad essere precisi il lavoro di guariero era l'unico accettato per un longobardo, potevano avere chiaramente propietà fondiarie, ma era dequalificante lavorarle, quindi le si dava in gestione ai romani.
Nella società longobarda è quindi ben visibile la classica tripartizione indoeuropea, con la casta dei guerieri (longobardi), quella dei clerici e del ceto produttivo (romani).
Solo dal 750 si cerca di integrare nel esercito i romani, probabilmente perchè il numero dei longobardi, già esiguo in partenza, era diminuito, e non si poteva più governare stabilmente con i vecchi metodi (c'era bisogno d'integrazione altrimenti si rischiava di scomparire), ma lo zoccolo duro della nobiltà longobarda si oppose fermamente (e da qui forse nascono i motivi della caduta del regno).
L'esercito longobardo era strutturato in tre tipologie di guerieri a seconda delle propietà fondiarie possedute.
Se un longobardo era talmente povero da non potersi permettere uno scudo veniva espulso dal esercito e quindi perdeva lo status di uomo libero (longobardo).
Se un longobardo ha proietà fondiarie di valore inferiore a 40 iugeri (unità fiscale romana) deve armarsi con scudo, arco e freccie.
Se un longobardo ha propietà fondiarie superiori a 40 iugeri deve armarsi con scudo, lancia e cavallo.
Se un longobardo ha almeno 7 case massaricie deve armarsi con scudo, corazza, lancia e cavallo.
Tutto ciò ci fa capire che fra i longobardi il cavallo era simbolo di status sociale.
Ina tripartizione simile veniva fatta anche per commercianti e artigiani.
L'arma principale fra i longobardi era la spatha (simbolo di virilità e nobiltà per questo popolo).
L'impugnatura era in legno o in cuoio, rinforzato con lamine di ferro, al suo interno era rivestita con peli d'animale o capelli imbevuti d'olio in modo che la lama non di arruginisse.
La lama poteva essere simmetrica e a doppio taglio, lunga fra i 75 e i 90 cm, se invece era corta (semispatha) arrivava ai 40 cm, infine c'era la scramasax, una sorta di grosso coltello ricurvo (lungo fra i 30 e i 40 cm), da utilizare in scontri ravvicinati.
Nel corso dei secoli la lama si allungherà, raggiungendo la lunghezza di una spatha e diventando nei fatti una sciabola (arma ideale per un cavaliere).
Altra arma importante, come avete già capito, era la lancia (detta nelle fonti lancea, hasta o contus).
Aveva una punta a forma d'alloro, con un asta in genere alta quanto un uomo, ma in certi casi anche più lunga.
La lancia era anche simbolo del potere regale.
Lo scudo (detto clypeus o scutum) veniva dato ai giovani longobardi come simbolo di passaggio (voleva dire che erano abili alle armi e quindi adulti), l'abbadono dello scudo era motivo di disonore, i morti venivano portati sugli scudi, così come il re veniva proclamato su uno scudo.
In genere era di forma circolare, fatto di legno e ricoperto di cuoio con un umbone metallico al centro, era largo fra 80 e i 90 cm con più di 1 cm di spessore.
L'umbone poteva essere ricoperto da lamine di bronzo d'orato per sottolinerare la richezza e l'importanza del suo possesore.
L'elmo (galea, feder o lamellenhelm) era formato da una serie di lamelle cucite insieme, faccio prima a mettervi delle foto:





Per quanto riguarda la corazza, la più utilizzata era la lorica lamellare (chiamata brunia dai franchi):



Questo tipo di corazza era utilizzata sia dai franchi che dai longobardi, i franchi però preferivano lamelle organiche (ossa, cuoio indurito eccetera), questo non vuol dire che non fossero efficaci, comunque in genere la corazza lamellare era preferita dai longobardi, mentre la cotta era più amata dai franchi.

Per quanto riguarda la tattica, i longobardi probabilmente puntavano su un iniziale tiro di freccie della fanteria per idebolire il fronte nemico, seguito dalla carica della cavalleria , messa a cuneo, con i cavalieri corazzati in prima linea, e quelli più leggeri subito dietro.
In caso fossero loro a subire l'offensiva i cavalieri sarebbero smontati , assumendo un ruolo da fanteria pesante, con gli arceri dietro che rallentavano con le frecce l'avanzata nemica.
Chiaramente c'erano dei problemi in questa tattica.
Una volta che caricavano, i cavalieri longobardi non si ritiravano ne si ricompattavano, si combatteva fino alla vittoria o alla sconfitta, il cavaliere inoltre non proteggeva il fianco del propio compagno, ma si buttava in una combattimento solitario con il nemico.
I cavalieri franchi non avevano ne le armi adatte per un combattimento di cavalleria ne soprattutto la bravura (i resti dei longobardi mostrano uno sviluppo particolare, perfetto per dei combattenti a cavallo, i franchi erano invece più "normali"), ma la loro fanteria coesa e più "romana" poteva resistere a questa carica, soprattutto se era in grande superiorità numerica o occupava posizioni favorevoli.
I longobardi inoltre non proteggevano i fianchi e il retro della formazione (per loro era disonorevole einconcepibile fare imboscate e attacare alle spalle).
Per cui se prendiamo un singolo cavaliere longobardo e lo paragoniamo con uno franco , notiamo che il longobardo era un cavaliere meglio armato nel suo ambito e soprattutto meglio addestrato rispetto a quello franco, ma quando guardiamo il lavoro di squadra le cose cambiano, solo in campo aperto, in uno scontro puramente frontale con forze più o meno equivalenti i longobardi avrebbero sfondato .
Legio XIII gemina
00giovedì 10 aprile 2014 16:47
Scusate ragazzi ma sui Normanni mi sono perso. Dunque, stiamo parlando di cavalleria: per la Francia il secolo delle incursioni normanne è il IX e parliamo di raid navali vichinghi (quindi a piedi e senza cavalli, anche perché le navi da incursione non avevano spazio sufficiente), all'inizio del X c'è la cessione della bassa valle della Senna e, nonostante una certa espansione dal Ducato nelle aree limitrofe, i Normanni in Francia non ci passano più: se una cavalleria normanna si forma nel corso del X secolo essa è copiata pari pari da quella franca, non ho capito a quale altro "modello" ci si riferisca. Fra l'altro prima del 1030 battaglie campali in Scandinavia non sono riportate. Probabilmente non ci siamo capiti bene con la terminologia e la cronologia (quello forse che si intendeva è che per far fronte alla rapidità delle incursioni vichinghe i Franchi abbiano aumentato il numero di guerrieri a cavallo per poter giungere, stile tardo impero romano, più in fretta nei luoghi colpiti, ma ciò mi sembra che abbia poco se non nulla a che fare con il potenziamento della carica), la mia ipotesi è comunque che la cavalleria detta normanna fosse la migliore perché solo quando i Normanni crearono i Regni di Sicilia ed Inghilterra poterono organizzare un sistema feudale efficiente che garantiva una cavalleria pesante con i contro attirbuti...da cui la nomea della cavalleria "normanna", la quale era comunque franca di emanazione. Posso sbagliarmi, è anche vero ad esempio che la Francia raggiunse un'organizzazione feudale coesa solo nel XIII secolo, e con grande sforzo: da qui si potrebbe dire che i Normanni abbiano sorpassato i Franchi occidentali nella cavalleria in quei secoli precedenti, allora in cosa si misura tecnicamente questo distacco dei Normanni?

Sui Longobardi...wow :D Ma le fonti bizantine sulla tattica longobarda sono solo Procopio e Maurizio? Mi chiedo se verso la fine del regno l'esercito longobardo si fosse raffinato e fatto più cauto nonché più organizzato rispetto ai secoli precedenti. Con una spinta verso la centralizzazione del Regno (anche se qui si può dibattere molto), probabilmente anche la logistica aveva fatto passi avanti. Riguardo alla differenza di addestramento tra il cavaliere pipinide e quello longobardo, penso ai Franchi che a quel tempo avevano cominciato a funzionalizzare e a professionalizzare sempre di più l'esercito e a compiere spedizioni molto frequentemente, probabilmente i Longobardi combattevano tra di loro altrettanto frequentemente (è poi vero che stessero sempre in lotta?) ma le campagne erano di portata e frequenza minore, forse l'addestramento complessivo delle unità propriamente longobarde era inferiore verso gli ultimi anni della Longobardia Maior? O mi confermate che è solo un'impressione?
GlaucopideSophia1
00giovedì 10 aprile 2014 19:21
La questione è questa.
La cavalleria di tipo normanno compare per le prima volta in normandia, prima della conquista del inghilterra (1066) e del sud italia, siamo quindi fra la fine del X secolo e l'inizio del XI.
In questo periodo compare per la prima volta lo scudo a mandorla in occidente.
In realtà questo scudo era già ampiamente utilizzato dai cavalieri romei nel X secolo, non sappiamo se sia un invenzione romea o no, fatto stà che nel X secolo sappiamo solo dei romei (gli scudi arabi e longobardi contemporanei erano diversi, così come quelli franchi).
Al'inizio del XI secolo questo scudo viene utilizzato anche dai normanni di normandia, ma non ancora dal resto della francia.
Possiamo fare solo delle ipotesi su questo punto.
è possibile che i primi mercenari normanni (arrivati intorno al 1030 in sud italia), abbiano copiato gli scudi romei e poi con i loro collegamenti con la normandia li abbiano importati .
Oppure che questo scudo, sicuramente conosciuto dai rus (per i loro frequenti contatti con i romei), fosse stato importato tramite i rapporti commerciali con la scandinavia (tenuti vivi per le comuni origini vichinghe).
Ricordo anche che i variaghi non erano una forza di fanteria, ma di cavalleria, ciò vuol dire che per lo meno in russia la cavalleria era importante...
Altra innovazione normanna è l'elmo, prodotta da un unico pezzo di metallo, con una calotta non più semi-sferica, ma conica.
Anche qui bisogna dire che nel X secolo i romei utilizzavano un elmo ricavato da un unico pezzo di metallo e di forma conica, può essere una coincidenza oppure no, quello che possiamo dire è che l'elmo normanno è un evoluzione degli elmi utilizzati dai rus e dai vichinghi.
E potrei continuare, ma ciò che ci interessa è che questo tipo di cavalleria in occidente compare al inizio in normandia e da li si espande agli altri paesi.
La cavalleria franca era molto differente da quella normanna, sia per utilizzo che per armamento (come dimostrano fonti letterarie, iconografiche e resti archeologici), per cui non può essere d'origine franca (anche la carica è frutto di una mentalità non franca, ma decisamente più vicina a quella vichinga).

Ci sono altre fonti, ma si tratta di cronache in greco , poco conosciute da noi.
Considera che ciò che ti ho esposto trae anche origine da scritti longobardi e loro leggi, per cui è la situazione del ultimo periodo più o meno.
Il soldato longobardo incominciava l'addestramento a 12 anni, quelli franchi, tranne la nobiltà militare più importante, verso i 18, e la cavalleria aveva ancora un ruolo di supporto (spesso serviva solo per spostarsi).
I longobardi erano uniti sotto re forti, ma divisi quando il centro si indeboliva, a differenza dei franchi erano un aristocrazia militare ereditaria, quindi c'erano famiglie molto potenti, i re comunque avevano cercato di centralizzare il potere, ed entro certi limiti c'erano riusciti, magari questa sera provo ad esporre la loro organizzazione interna.
Le sconfitte longobarde sono dovute ad una tattica poco dinamica, ad un numero di guerrieri troppo esiguo e al tradimento (molti duchi , temendo il potere della monarchia, passarono dal altra parte o rimasero neutrali, mantenendo i loro posti sotto i franchi).
Legio XIII gemina
00giovedì 10 aprile 2014 19:45
Oh molte grazie Glauco, ho capito. E anche complimenti a Maioranus che ha compreso l'importanza della cavalleria tra i Vareghi e l'influenza del contatto con Bisanzio, non ci sarei mai arrivato. Effettivamente, nonostante le vie fluviali, le distanze erano lunghe da percorrere e la Russia era abitata e attraversata da popoli che avevano la propria prima arma nella cavalleria, i Vareghi dovevano pur adeguarsi in qualche modo. Molto bene!

E si mi piacerebbe molto una spiegazione sull'organizzazione interna del Regno longobardo, ti ringrazio per l'enorme disponibilità, non vorrei sottrarti troppo tempo con tutte queste domande.
GlaucopideSophia1
00giovedì 10 aprile 2014 22:48
In principio il popolo longobardo era organizzato in questo modo:
Alla base c'era una famiglia, l'insieme di più famiglie formavano una fara, più frarae facevano un gau, e l'insieme dei gau formavano l'intero popolo.
In principio a ogni famiglia vengono assegnate delle terre (più la famiglia è importante, più terre possiede), il territorio viene quindi suddiviso in piccole circoscrizioni formate da una serie di vilaggi e/o città su cui la fara è responsabile militarmente (chiaramente le propietà fondiarie delle famiglie sono nella rispettiva fara).
Queste circoscrizioni vengono raggruppate da provincie dette gau, i cui capi vengono scelti dal assemblea delle farae pertinenti e prendono il titolo di duca (quindi i gau diventeranno i ducati).
I duchi eleggono poi il re.
Con il tempo ci si rende conto che i duchi sono diventati troppo potenti, essi hanno accumulato enormi latifondi e mirano al ereditarietà del titolo.
Alla fine si giunge ad un compromesso, con la cessione di metà delle terre al re.
tralasciando l'evoluzione di mezzo arrivo al l'ultima organizzazione amministrativa longobarda.
L'intero territorio viene suddiviso in actus o subactio,ma anche gastaldatus e iudiciariae, ognuno dei quali è formato da una serie di vilaggi, fortezze e città (sul modello dei vecchi territori municipali).
Ogni gastaldatus è governato da un gastaldo, aiutato da sculdasci o centenarii, il suo compito è gestire la giustizia, recuperare le tasse (solitamente in natura) e reclutare i longobardi residenti in formazioni militari comandandoli nella difesa del territorio (queste forze militari sono poi sottoposte al autorità del duca).
In uno stesso ducato ci sono gastaldatus regi e ducali, la daifferenza stà nelle entrate fiscali, nel primo caso vanno direttamente al re (che difatti sceglie i gastaldo), nel secondo al duca, militarmente però sono soggette al duca.
In questo modo il re ha grande forza economica, oltre ad ufficiali di fiducia negli eserciti ducali, ma l'idea non sarà sufficiente, molti duchi rimaranno comunque troppo indipendenti.
Legio XIII gemina
00sabato 12 aprile 2014 12:43
[SM=g28002]

Dell'influenza bizantina nel warfare longobardo cosa si può dire?

Una bella immagine della battaglia del Livenza, notare la differenza tra la cavalleria carolingia e quella longobarda, nella seconda è indelebile l'influenza della steppa. L'arciere a cavallo è proprio della tradizione longobarda?

p.s. una curiosità, guardando l'elmo lamellare dell'immagine del Livenza e comparandolo con quello di Niederstotzingen postato sopra, si nota la mancanza della protuberanza superiore, aveva questa una funzione protettiva oltre a quella di dare un'apparenza più minacciosa? E' riscontrabile archeologicamente un'evoluzione o una differenziazione funzionale in questo particolare tipo di elmo?

p.p.s. Inoltre l'elmo franco in figura, che compare spesso in molte raffigurazioni più recenti (ripreso come modello anche nel tardo medioevo), su modello di quelli pseudo-attici romani tardoantichi, era effettivamente utilizzato dai Franchi? Avevo letto che, pur comparendo in diverse raffigurazioni bizantine dell'epoca, non si è sicuri nemmeno del fatto che venisse realmente utilizzato. I carolingi, soprattutto le guardie palatine & co vengono raffigurati sempre con quello.


GlaucopideSophia1
00sabato 12 aprile 2014 16:08
- no , il longobadi avevano solo arceri appiedati (almeno era così nel periodo 600-800).

- era più una questione estetica, anche se sicuramente c'erano motivi d'altra utilità, ma non poi molto importanti, visto che questa tipologia d'elmo è stata abbandonata in seguito.

- che io ricordi questi elmi in occidente non ricompaiono prima del XIV secolo (parlo dal punto di vista archeologico), so però che versioni simili venivano utilizzate in italia e a bisanzio (sono comunque poche se confrontate agli altri elmi, inoltre c'è il dubbio che venissero utilizzate più per parate che altro).

Legio XIII gemina
00lunedì 14 aprile 2014 11:24
Tornando un po' più indietro nel tempo e allargandoci nello spazio, che differenza c'era tra l'angone e la bebra? E, soprattutto, fino a quando vennero utilizzate e dove?
GlaucopideSophia1
00mercoledì 16 aprile 2014 19:15
scusa il ritardo.
Nelle fonti le due sono intercambiabili, quindi avevano la medesima funzione, e la foggia è simile (allora non c'era standardizazione quindi in alcuni casi erano identici, in altri differivano leggermente).
Da quel che ricordo furono utilizzati almeno fino al VII secolo, ma devo controllare.
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