721: muore il re ostrogoto Teodorico III, gli succede il figlio Liutprando. Tra i più grandi sovrani dei goti, egli accentra il governo del regno nelle sue mani, limitando fortemente l'autonomia dei Duchi, arricchisce la legislazione aggiornando il corpus legislativo di Rotarico e porta avanti con decisione l'integrazione tra la cultura germanica e quella latina in Italia. Liutprando rompe invece i rapporti con l'impero bizantino, non approvando l'iconoclastia. Viene ricostruita Emona, la più orientale delle città italiane (la nostra Lubiana) che era stata distrutta da Avari e Slavi.
728: Liutprando dona a Papa Gregorio II il castello di Sutri come feudo personale. In questa Timeline non c'è spazio per uno Stato Pontificio, ma il Papato comincia ad accumulare beni materiali, e la sua crescente corruzione gli attirerà i rimproveri di tutti i grandi Santi del Medioevo.
735: i Saraceni usano sempre più di frequente la Sicilia come base per scorrerie piratesche lungo le coste della penisola, tanto che viene saccheggiata anche Ostia, alle porte di Roma; Papa Gregorio III invoca l'aiuto di Liutprando, il quale decide di dare una lezione agli Arabi una volta per tutte. Chiesto l'aiuto del re vandalo Vitige, che ha un debito di riconoscenza verso gli ostrogoti dopo la vittoria al Guadalete, muove da Genova con una poderosa flotta contro i Saraceni, che il 2 luglio affronta nella Battaglia di Lipari. Lo scontro si risolve in un disastro per gli Arabi, e la loro flotta è quasi completamente distrutta. Il governatore della Siqilliyya è costretto a pagare un pesante tributo annuale a Liutprando, che rinuncia all'invasione dell'isola solo dietro garanzie che le scorrerie piratesche avranno fine. Per prudenza Liutprando fa trasferire a Pavia le ossa di Sant'Agostino, traslate in Sardegna dopo la caduta di Ippona in mani musulmane.
745: alla morte di Vitige i suoi tre figli Roderico III, Egica II e Gunifredo iniziano una serie di guerre civili che indeboliscono il regno vandalo. Gli Arabi ne approfittano per conquistare le isole Baleari.
750: prima testimonianza scritta della lingua Andalusa, nata dalla fusione del latino con la lingua germanica dei vandali e con alcune contaminazioni celtiche e basche: si tratta della "Canción del Amor para Doña Jimena", serenata che un anonimo menestrello dedicò alla sua dama. In Andalusia manca ovviamente del tutto la cultura mozarabica, essendo quasi assenti nella penisola iberica gli interscambi pacifici tra cristiani e islamici.
756: di fronte alla minaccia di una nuova invasione araba, Egica II è riconosciuto re da Ardo, figlio ed erede di Roderico III, e dai partigiani di Gunifredo, che nel frattempo è deceduto.
758: muore il re ostrogoto Liutprando il Grande, sepolto nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro a Pavia: con lui il regno d'Italia ha conosciuto un periodo di grande splendore. Gli succede il nipote Ildebrando.
760: il re d'Italia Ildebrando muore improvvisamente di malattia, c'è chi parla di avvelenamento. Gli succede il cugino Bertarico, che ha vissuto a lungo presso la corte di Pipino il Breve, figlio di Carlo Martello e fondatore della nuova dinastia franca dei Carolingi. Bertarico deve subito muovere guerra agli Slavi che hanno cercato di invadere la Dalmazia; per la prima volta il re usa come base la città di Venezia, che così in breve tempo ascende a importantissimo porto civile e militare.
761: lo storico goto Paolo Diacono (720-799) pubblica la sua monumentale "Historia Ostrogothorum", che narra l'intera storia del suo popolo dalle mitologiche origini in Scandinavia fino alla morte di Liutprando il Grande.
762: il Califfo Abbaside Abu Jafar Abdallah ibn Muhammad al-Mansur fonda sul fiume Tigri la città di Baghdad, destinata a diventare il maggiore centro urbano del Medioevo (un milione di abitanti e 7000 ettari di superficie).
765: Egica II si associa al trono il valoroso figlio Enrico.
768: morte a soli 54 anni di Pipino il Breve, come tradizione egli divide il regno fra i suoi figli Carlo e Carlomanno.
769: Bertarico muore in Dalmazia combattendo valorosamente contro gli Slavi. Gli succede allora il figlio Astolfo ("lancia che soccorre"). Questi fortifica il porto di Venezia, facendone la porta del suo regno per i commerci verso il levante bizantino ed arabo, fonda in Friuli molte piazzaforti come difesa contro gli Slavi e costruisce anche valli difensivi sulle Alpi (Porte di Susa) per prevenire colpi gobbi da parte dei Franchi.
770: Ermengarda e Gerberga, figlie di Egica II, vanno in moglie rispettivamente a Carlo e Carlomanno, onde rinsaldare l'alleanza tra Franchi e Vandali. Carlomanno muore però il 4 dicembre 771 e Carlo resta unico sovrano dei Franchi.
773: Carlo ripudia Ermengarda, che non può dargli figli maschi, la fa rinchiudere in convento e sposa la principessa tedesca Ildegarda. Come conseguenza Enrico convince il padre Egica II a dichiarare guerra a Carlo per difendere l'onore della sorella; egli sogna infatti di abbattere la dinastia Carolingia, di recente insediatasi sul trono, e di conquistare la Francia. Invece Carlo raduna il proprio esercito presso Bordeaux e muove in forze contro di lui, precedendo ogni mossa dei Vandali. Metà delle sue truppe guidate dallo zio di Carlo, Bernardo, punteranno sulla Settimania e su Barcellona, difesa da Enrico, mentre l'altra metà, condotta dallo stesso Carlo, penetrerà in Spagna attraverso il passo di Roncisvalle, in modo da ottenere l'appoggio militare dei Baschi. Egica II riesce a fermare i Franchi presso il passo di Roncisvalle (nella mischia cade il Conte Palatino Rolando, protagonista della letteratura medioevale), ma la Settimania presidiata da Enrico cede sotto l'urto dell'esercito franco e la ritirata dei vandali si trasforma in una rotta. Enrico si trincera a Barcellona mentre Egica II si chiude nella capitale Toledo. Sulla sconfitta dei Vandali pesa il fatto che molti nobili e duchi già partigiani di Gunifredo e di Ardo preferiscono abbandonare Egica II ed Enrico al proprio destino, rientrando nei rispettivi possedimenti e facendo atto di sottomissione a Carlo.
774: dopo sei mesi di assedio da parte di Carlo, la capitale Toledo cade ed Egica II è costretto ad arrendersi; Carlo si mostra magnanimo e lo spedisce in un monastero a Corbie, mentre Enrico fugge presso il bey del Maghreb Abd al-Rahman ben Rustam. Carlo si proclama "rex Francorum et Vandalorum" ed unifica i due stati sotto la propria corona.
780: dopo una vittoria in uno scontro navale con gli Arabi al largo di Capo Melito, estrema punta meridionale della Calabria, re Astolfo, che si è montato un po' la testa ed è geloso della potenza acquisita da Carlo, propone a Papa Adriano I di incoronarlo Imperatore Romano d'Occidente. Dura reazione dell'imperatore bizantino Leone IV Isaurico, il quale ribadisce di essere lui l'unico legittimo erede degli Augusti di Roma. La prende male anche Carlo, il quale dovrebbe fare atto di sottomissione nei confronti di Astolfo se questi ricevesse la dignità imperiale; il sovrano dei franchi e dei vandali afferma che questo titolo spetterebbe a lui, vista la maggior vastità dei suoi domini, e la contesa tra i due maggiori sovrani della cristianità occidentale degenera fino alla mobilitazione delle rispettive truppe. A fermare la guerra interviene Papa Adriano I, che in una Epistola indirizzata ai due litiganti li esorta a unire le loro forze contro i Musulmani, anziché combattere tra di loro una guerra fratricida. Carlo e Astolfo si incontrano allora a Nizza, fanno pace e stringono alleanza. Rotrude, figlia di Carlo, che ha cinque anni, viene promessa in sposa a Childerico, figlio cadetto di Astolfo che ne ha undici, per suggellare l'alleanza.
786: Carlo interviene di nuovo in Spagna per sventare un tentativo di invasione da parte degli Arabi, appoggiato da parte dell'aristocrazia vandala. I territori dell'ex regno di Toledo prendono il nuovo nome di Andalusia, che resisterà fino al presente.
790: morte di Astolfo, gli succede il primogenito Teodorico IV, che continua le guerre contro gli Slavi e contro i pirati Saraceni. Carlo dal canto suo porta avanti una lunghissima guerra per sottomettere e cristianizzare i Sassoni della Germania settentrionale.
792: dato che gli Avari continuano a compiere brutali scorrerie nelle regioni orientali dei regni franco ed ostrogoto, premendo tra l'altro sugli Slavi che a loro volta sgomitano contro i due grandi stati romano-germanici, Teodorico IV e Carlo decidono un'operazione congiunta contro il Khanato Avaro. I due eserciti si ricongiungono sul Danubio presso Vienna e quindi marciano contro la pianura pannonica, guidati dai due sovrani. L'orda degli Avari è sbaragliata e il Ring, la loro capitale, è distrutto. L'arrivo della brutta stagione costringe i due re cristiani a rientrare nei rispettivi regni, ma il khanato non si riprenderà mai più da questo colpo al cuore.
794: scambio di ambasciatori tra il re ostrogoto Teodorico IV e il Califfo Abbaside Harun al-Rashid, più volte citato nelle "Mille e una notte".
797: dopo che l'imperatrice Irene ha detronizzato e fatto accecare suo figlio Costantino VI, Teodorico IV torna alla carica e manda messi a Costantinopoli proponendo ad Irene di sposarlo, onde unire le corone d'Italia e di Bisanzio. Le trattative vanno però per le lunghe, a causa dell'opposizione della nobiltà bizantina, e il progetto naufraga quando nell'802 Irene è detronizzata da Niceforo I. L'ambiziosa imperatrice morirà in esilio sull'isola di Lesbo il 9 agosto 803.
799: la nobiltà ostrogota, ostile a Papa Leone III che considera troppo accondiscendente verso i Franchi, lo accusa di adulterio e spergiuro e il 25 aprile, mentre egli si sta recando in processione a San Lorenzo, viene assalito, ferito, catturato, deposto e imprigionato nel monastero di Sant'Erasmo. Tuttavia re Teodorico IV, anziché schierarsi con i congiurati e far eleggere un nuovo Papa, interviene prontamente liberando Leone III e rimettendolo sul trono, sostenendo che nessun potere terreno può permettersi di giudicare il Papa, quindi fa rinchiudere in monastero i rivoltosi. Intanto Carlo Magno doma definitivamente i Sassoni costringendo il loro re Vitichindo ad arrendersi e a convertirsi al Cristianesimo, ma né Carlo né Teodorico in questa Timeline ottengono l'incoronazione imperiale, e così l'Impero d'Occidente non rinasce neppure nella sua versione romano-germanica.
800: a questa data risale pressappoco il cosiddetto Indovinello Veronese, prima testimonianza scritta della lingua italiana: « Se pareba boves, alba pratalia araba, albo versòrio teneba, negro semen seminaba » ("spingeva i buoi davanti a sé, arava un bianco prato, teneva in mano un bianco aratro, seminava un seme nero". I buoi sono le dita, il prato bianco è il foglio di carta, il bianco aratro è la penna d'oca, il nero seme è l'inchiostro: la soluzione è l'atto di scrivere).
811: vistasi sbarrata da Franchi e Ostrogoti la strada per penetrare in Europa, il Califfo Abbaside Muhammad al-Amin. figlio di Harun al-Rashid, intraprende una nuova fase di espansione verso l'India, fondando il Sultanato di Delhi con notevole anticipo rispetto alla nostra Timeline.
813: all'eremita Pelagio, che si è ritirato a pregare in una grotta del Gargano, appare l'Apostolo San Giacomo il Maggiore, il quale gli rivela il luogo della sua sepoltura, in una grotta lì vicino. Nasce così la tradizione che il fratello di San Giovanni Evangelista si sia recato in Italia per evangelizzare le Puglie, poi sia tornato in Palestina dove fu arrestato e decapitato nel 44 per ordine dell'empio Re Erode Agrippa. Il suo corpo poi sarebbe stato riportato nel Gargano dai suoi compagni. Subito la devozione per l'Apostolo dilaga in tutta l'Italia Meridionale (il che spiega la diffusione in essa del nome Iacopo), e da lì in Andalusia, Francia e Sassonia. Il Re d'Italia Teodorico IV ordina la costruzione di un grande santuario intorno alla Grotta di San Giacomo, affidandolo ai monaci benedettini. Dominato dalla pentagonale "Torre dei Giganti", esso sarà meta obbligata dei Crociati diretti in Terrasanta.
814: il 28 gennaio Carlo muore nella sua nuova capitale, Aquisgrana; i posteri lo ricorderanno come Carlo Magno, anche se in questa Timeline egli non è mai diventato imperatore. Prima di morire ha diviso l'impero tra i suoi figli, destinando a Carlo la Neustria, l'Austrasia e la Baviera, a Ludovico l'Aquitania, la Borgogna e la Provenza, e a Pipino l'Andalusia. Tuttavia Carlo e Pipino muoiono improvvisamente prima del padre, e così il figlio Ludovico, che sarà detto il Pio per la sua assidua pratica religiosa, eredita unito il regno paterno.
[continua]
[Modificato da (William Riker) 08/03/2011 17:17]