Sicuramente Antioco e Glaucopide integreranno le mie parole, dunque cercherò di essere il più semplice e stringato possibile in modo da spiegare i concetti fondamentali senza andarmi a perdere in complicazioni.
1-Premessa fondamentale:
Nell'Impero Romano d'Oriente c'era un'elevata mobilità sociale "de jure", consentita in particolar modo dall'assenza di caste ben definite e chiuse come quelle feudali in Europa occidentale, il concetto di famiglia era quello della gens romana, slegato da concetti come l'ereditarietà che caratterizzarono l'Europa occidentale nel medioevo. Questo faceva sì che in base a dei determinati prerequisiti anche il più umile dei contadini potesse, se soddisfava quelle caratteristiche predefinite, aspirare persino alla corona imperiale. Nell'Impero Romano d'Oriente questo prerequisito fondamentale era la cultura.
2-Cultura ed Istruzione:
La società romèa, a differenza di quelle occidentali dell'alto medioevo, era ben istruita, infatti l'Impero aveva un alto livelli di alfabetizzazione in confronto al resto del mondo.
Anche nei più sperduti villaggi delle remote provincie imperiali esisteva ovviamente una chiesa, magari pure un monastero. Ed erano questi la primissima base culturale che tutti i sudditi imperiali, sia uomini che donne, possedevano. La chiesa fungeva da istruzione primaria, insegnando quanto meno a leggere (a chi lo desiderasse pure a scrivere), ed insegnava la cultura attraverso la patristica che, a differenza del cattolicesimo odierno (nell'Ortodossia rimane una caratteristica molto importante tutt'oggi), era una parte fondamentale della cultura di base del fedele, fornendo rudimenti di filosofia e diritto, oltre che cultura generale. Da qui si può confermare la battuta in cui si diceva che "anche l'ultimo dei contadini bizantini poteva disputare sulla natura di Cristo".
Da queste basi generali si passava poi ad un'istruzione secondaria, di stampo romano, che avveniva nelle accademie delle città, così come avveniva in epoca ellenistica e romana. In queste accademie si perfezionava la propria arte oratoria, si imparava a scrivere in un greco più pulito ed elevato, si ampliavano ed approfondivano le proprie conoscenze tanto in ambito teologico e filosofico quanto in ambito letterario e tecnico. Inoltre queste non erano nemmeno tutte, diciamo così, "generiche", esistevano bensì scuole di economia, politecnici, accademie di belle arti, ecc. Questo serviva da preambolo all'università.
L'Università più prestigiosa era quella di Costantinopoli, detta anche l'Università degli Studi della Sala del Palazzo di Magnaura, venne fondata sotto il regno di Teodosio II di Bisanzio il 27 febbraio 425 con il nome di Pandidakterion, la scuola fu inaugurata nei pressi del Foro Boario.
L'università aveva le facoltà di medicina, di filosofia, di legge e di silvicoltura, aveva trentuno cattedre per la legge, filosofia, la medicina, aritmetica, la geometria, astronomia, musica, la retorica ed altre materie, quindici cattedre per il latino e sedici per il greco.
Le materie principali dell'università e anche quelle più scelte dagli studenti, erano la retorica, la filosofia e il diritto. L'obiettivo dell'università era di istruire persone competenti, che potessero diventare burocrati, o uomini di Stato o di Chiesa.
L'università mantenne un ruolo attivo nella tradizione filosofica del platonismo e dell'aristotelismo, la prima delle due rappresenta il più lungo esempio ininterrotto di scuola platonica, essendo rimasta attiva per quasi due millenni consecutivi, fino al XV secolo.
Tutto ciò era molto importante per i cittadini che si potevano permettere di pagarsi gli studi accademici ed universitari, perché la Cultura era nel vero senso della parola un investimento. L'ascesa nell'amministrazione pubblica (e le relative rendite economiche) era strutturata attraverso concorsi con esami di cultura varia (letteraria, filosofica, teologica, tecnico-scientifica) attraverso i quali venivano promosse le persone che dimostravano di possedere una cultura estremamente vasta e ricca, quindi più una persona era colta ed investiva nella propria istruzione, più poteva ambire a cariche pubbliche redditizie.
Ovviamente c'erano anche fenomeni (anche significativi) di corruzione, ma a livello istituzionale la macchina amministrativa dello Stato Romèo funzionava in questo modo.
[Modificato da Xostantinou 11/06/2010 13:01]
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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.
"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."
"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."
"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."
"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”