anche li io ho sempre pensato ad una cosa...quanto è più o meno corruttibile uno che nasce in una famiglia ricca ed aristocratica, figlio e nipote di ministri e uomini di stato e che anche lui verrà educato sin dalla più tenera infanzia ad essere un uomo politico, rispetto ad uno che è stato eletto, non ha una cultura politica ma è solo espressione dei malumori popolari, e magari fino a quel momento campava con 1.000€ al mese e si ritrova di punto in bianco con poteri in mano capaci di rendere ricchi lui e tutta la sua discendenza?
...sono riflessioni come questa che mi fanno pensare che forse, dopo tutto, l'anciènt regìme non era poi così male...certo un sovrano tale per diritto divino, asceso al trono per linea di sangue, onnipotente nei confronti dei suoi sudditi, se il tizio in questione è un pazzo psicopatico o un despota sanguinario i problemi che può dare sono immensi...ma ritengo che chiunque abbia avuto la fortuna di vivere sotto un grande sovrano non credo che lo cambierebbe con la migliore delle democrazie.
Una monarchia costituzionale è forse il migliore dei mondi possibile...
[Modificato da Xostantinou 28/11/2009 17:39]
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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.
"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."
"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."
"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."
"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”