De Nederland in strijd!

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Guaro90
00venerdì 30 luglio 2010 19:35
XD e' vero me ne ero dimenticato !!!
Xostantinou
00venerdì 30 luglio 2010 19:47
5-16 Giugno. Operazione Tifone.
Rommell travolge ed annienta le divisioni corazzate sovietiche a Voronezh. Le unità russe, composte quasi esclusivamente da obsoleti carri T26, T28 e T35, sono rapidamente spazzate via dai Tiger e dagli Jagdpanther. I Wespe martellano la fanteria sovietica, rapidamente raggiunta dalla fulminea avanzata dei Panzer III. 1/3 della fanteria sovietica schierata a Voronezh è catturata.
Appreso della caduta di Samara, Saratov e Volgograd per mano turkmena e di Rostov annessa dagli ucraini, Rommell punta a dividere le forze per occupare Ryazan e Kazan, dove nella seconda conta di incontrare l'avanzante armata turkmeno-iraniana.
Mannerheim è fermato a San Pietroburgo dall'armata sovietica. Sprovvisto dei carri pesanti, dislocati esclusivamente sulla Linea Rossa, è costretto a martellare la città con l'artiglieria e ad attendere i rinforzi di Siilasvuo.
Il Gruppo Portaerei "Graf Zeppelin" entra nel mar bianco. Archangel'sk è duramente colpita dai bombardieri imbarcati.
Informato dello stallo di Mannerheim, von Mackensen invia la corazzata von Tirpitz, ormeggiata con il resto della sua squadra a Danzica, a bombardare San Pietroburgo.
Guderian e von Manstein attaccano Mosca e Novgorod, ma l'Armata Rossa non gli concede gioco facile come a Voronezh.
Molti Panzer III e cacciacarri leggeri Hetzer vengono distrutti dalla spina dorsale delle divisioni corazzate sovietiche del nord, costituite dai carri KV-1. La seconda ondata, costituita dai micidiali Tiger e StuG IV riesce, seppure affatto agevolmente, ad avere ragione dei KV-1C e dei carri leggeri di supporto T70, ma non appena raggiungono le linee nemiche molti vengono fermati dai campi minati e diventano agevole bersaglio per i semoventi SU-76. Quelli che riescono ad avanzare vengono ingaggiati a Mosca dai KV-85, ed a Novgorod dai pesanti carri-obice KV-2. Lo scontro tra corazzati dura alcune ore finché non avanzano i Brummbär, i cui obici da 150mm aprono vuoti paurosi tra le divisioni sovietiche meno corazzate. Su entrambe le direttrici d'attacco viene allora dato l'ordine di far alzare in volo gli Stuka, che in pochi minuti scaricano decine di tonnellate di bombe sulle linee sovietiche, piegando la resistenza delle divisioni corazzate.
Viene lanciato l'assalto dei reparti meccanizzati, ma la fanteria sovietica ripiega ordinatamente facendo pagare caro ogni singolo centimetro. Vorošilov, su ordine diretto di Trockij, ordina alle divisioni poste a difesa di Mosca di ripiegare verso Yaroslavl.
A Novgorod lo scontro si risolve unicamente a notte fonda il giorno 15, quando la 1° Fallschirmjäger-Division viene paracadutata al buio oltre le linee nemiche. L'assalto dei corpi speciali paracadutisti viene coperto da un intenso bombardamento sulle posizioni sovietiche condotto dagli obici. Una volta ingaggiato il nemico alle spalle, avanzano anche le divisioni meccanizzate. La guarnigione di Novgorod si arrende. Vengono catturati tra Mosca e Novgorod 200 carri sovietici e fatti prigionieri 9.800 soldati russi. La Russia ha perso in una sola battaglia 1600 carri (inclusi quelli obsoleti distrutti da Rommell a Voronezh) e 150.000 uomini tra morti, feriti e dispersi. La Coalizione ha perso 38.000 uomini morti, feriti e dispersi, 200 carri danneggiati o immobilizzati, 50 carri distrutti, (principalmente Panzer III) e 21 Stuka.

Von Manstein distacca le divisioni di von Witzleben e von Rundstedt, da inviare a supporto all'armata di Mannheimer in difficoltà presso San Pietroburgo, mentre lui con il suo gruppo di armate avanza verso est.
Guderian distacca le divisioni di Beck e Model ad eliminare la sacca creatasi attorno alla resistente Tver', mentre lui avanza deciso su Yaroslavl, contando nella copertura del fianco datagli dalle divisioni di Rommell, che lui crede dirette a Nizhniy Novgorod.
Guaro90
00sabato 31 luglio 2010 00:57
Bellissima avanzata e i risvolti mi sembrano realistici e anche molto interessanti!!! Continua cosi' e verra' fuori un'ucronia fantastica!!! Pero' se continua cosi' la russia non riuscira' a reggere altre 2 settimane, presa mosca tutta la macchina da guerra si ferma, a mosca sono concentrare ( o meglio lo erano nella nostra TL all'epoca) tutte le centrali elettriche del paese, e i principali nodi elettrici.
Alcune ricostruzioni storiche, ipotizzarono un attacco con V-1 e V-2 sulle centrali con risultati davvero dannosi per la macchina bellica dell'unione sovietica, fortissimi rallentamenti nella produzione delle armi e nella gestione delle comunicazioni!!!
Per la battaglia di mosca i russi, riuscirono a fortificarla in maniera esemplare e ci stanziarono una cosa come 12000 pezzi di artiglieria, quindi falla pagare cara la presa di mosca!!! ( Se ti vuoi divertire un po' di piu' falla resistere per il primo inverno XD, magari grazie ad un intervento tempestivo delle riserve supportati da un assalto di Il-2 sturmovick, i famigerati carri-volanti !!! tenuti di riserva per evenienze come queste (: )

Xostantinou
00sabato 31 luglio 2010 01:54
la caduta di Mosca non era evitabile visto che non era nemmeno previsto un simile attacco tedesco, ti ricordo che al momento più di metà dell'Armata Rossa è ancora dislocata sul fronte contro i giapponesi e sta precipitosamente rientrando per coprire gli altri fronti. Nella nostra TL l'Armata Rossa riuscì a raggiungere la cifra fantasmagorica di 11.000.000 di uomini, ma nelle condizioni della Russia ad inizio guerra in questa TL, ovvero solo metà della Russia vera e propria, senza tutti gli altri territori dell'URSS, avrebbe potuto schierarne probabilmente non più di 5-7.000.000...di cui almeno 3 sono attualmente schierati sul fronte contro Cina e Giappone. Praticamente altri 3.000.000 dovrebbero coprire tutto il fronte da San Pietroburgo a Novosibirsk! E' comprensibile che nella prima settimana il fronte sia stato sforacchiato come un groviera un po' ovunque, contro un tale nemico.
Comunque l'abbandono, perché di questo si tratta, non di una caduta vera e propria, di Mosca serve come chiave per la prossima svolta. Abbi fede ;)
Xostantinou
00sabato 31 luglio 2010 12:35
17 Giugno.
Ore 5. Putsch di Rogachevo.
L'intero governo sovietico è arrestato nel sonno per ordine del Segretario Generale del Partito Comunista Sovietico Russo Kaganovič e dal Commissario del Popolo per gli Affari Interni e la Sicurezza dello Stato Dzeržinskij.
Kerenskij, Trockij, Vorošilov, Rosa Luxemburg, Blok, Eisner, Molotov, vengono tutti accusati di "Tradimento del Popolo e della Rivoluzione". In particolare Vorošilov, per aver fatto eseguire l'ordine di abbandonare Mosca al nemico, Trockij per averlo ordinato, ed il Presidente Kerenskij per averlo avvallato.
Il vice di Dzeržinskij, Nikolaj Ežov, viene inviato in Georgia.
Ore 10. Sfruttando il corridoio ancora aperto sul Don, Ežov atterra all'aeroporto militare di K'ut'aisi, accolto dall'allarmato Stalin e dal suo fedele braccio destro Lavrentij Berija.
Ore 12. Dopo due ore di colloquio segretissimo, Stalin nomina Berija Presidente del Partito Comunista e della Repubblica Sovietica di Georgia, nonché capo delle forze armate georgiane. Ežov trasferisce a Berija anche il comando dell'armata che da Rostov sta ripiegando verso il Caucaso.
Ore 13.30. Un colpo di contraerea colpisce l'aereo sul quale Ežov e Stalin sono in viaggio. L'armata ucraina e quella turkmena si sono incontrate sul Don ed hanno chiuso completamente ogni via tra il Caucaso e la Russia. L'aereo riesce ad atterrare fortunosamente dalle parti di Mikhaylovka. Ežov è ferito, Stalin illeso, 4 degli uomini della scorta sono morti. Fortunosamente la cittadina non è ancora stata raggiunta dall'avanzata nemica e riescono a requisire un treno, con il quale Stalin intende raggiungere Kirov.
Ore 20. Il convoglio arriva a Kirov. Stalin incontra Kaganovič e Dzeržinskij. Ežov è condotto d'urgenza in ospedale dove viene salvato in extremis.
Ore 23. Stalin è il nuovo Presidente del Partito Comunista e della Repubblica Sovietica di Russia. Kaganovič è nominato Ministro della Guerra e degli Armamenti, Dzeržinskij è confermato al Ministero degli Interni e direttore della polizia segreta del partito, Ežov è nominato Ministro degli esteri.
La nuova capitale temporanea della Russia, e centro di coordinamento delle forze armate sovietiche, diventa Kirov.

18 Giugno. Inizia la "rivoluzione staliniana".
Tutti i centri industriali sovietici entro 200km dal fronte vengono smantellati e trasferiti nel distretto degli Urali Settentrionali, dove possono venire riforniti con rapidità di materie prime ed energia. Stalin presenta a Kaganovič dei progetti militari studiati dagli ingegneri georgiani; quest'ultimo risponde aggiungendo le annotazioni tecniche rilevate da alcuni ingegneri del genio su alcuni mezzi tedeschi distrutti tra Mosca e Novgorod. Inizia così la creazione dei carri JS-2 e del derivato semovente ISU-152, a soppiantare gli oramai insufficienti KV. Vengono avviati inoltre alla produzione i progetti dei tre ingegneri aeronavali protetti di Kaganovič, sostenitore della necessità di una rivoluzione delle forze aeree sovietiche, fin ora praticamente mai entrate in combattimento ed equipaggiate con gli obsoleti Polikarpov. Vengono quindi mandati a produzione i progetti di Sergej Il'jušin, gli Il-2 Šturmovik e DB-3F, i LaGG-3 e La-5 di Semën Lavočkin ed il moderno Yak-9 di Aleksandr Jakovlev.


Guaro90
00sabato 31 luglio 2010 13:58
La cosa mi piace *_* !!!! Bellissimo colpo di scena!!! Vai Kost!!!
Xostantinou
00sabato 31 luglio 2010 17:41
19 Giugno. Ore 6. Kerenskij, Trockij, Molotov, Vorošilov ed il suo vice Tuchačevskij, giudicati colpevoli di Alto Tradimento della Patria e della Rivoluzione da un tribunale istituito rapidamente da Stalin con ufficiali di provata fedeltà selezionati da Kaganovič e Dzeržinskij, vengono fucilati all'alba in una foresta a due ore di camion dalla città. La Luxemburg, Blok ed Eisner, assieme ad altri alti esponenti trockisti come Bucharin, Rykov, Kamenev e Zinov'ev vengono deportati nel campo di lavoro forzato di Vorkuta.
Vyšinskij, Kirov, Bljucher e Budënnyj, rimasti sino ad allora nell'ombra, divengono i nuovi comandanti dell'Armata Rossa ed i cerberi del regime.

Ore 10. L'ambasciatore inglese a Vienna consegna all'ufficio della commissione costituito per l'evenienza la risposta del nuovo premier Churchill in merito all'ingiunzione presentata 18 giorni prima. Il contenuto viene trasmesso urgentemente agli interessati.

Ore 11. L'ambasciatore italiano Lessona, assieme al Primo Ministro Colijn, a Gandhi al Governatore van Rensburg si riuniscono presso l'ambasciata etiope, subito raggiunti dagli emissari spagnolo, arabo ed iraniano.

Ore 16. Con il solo parere contrario di Gandhi, l'assemblea sottoscrive un ultimatum. Se l'Inghilterra non accetta le condizioni poste dall'ingiunzione transnazionale, sarà la guerra.

Ore 19. Con un telegramma diretto alle Segreterie di Stato di Italia, Spagna, Olanda, Afrika, Etiopia, Arabia ed Iran, firmatarie dell'ultimatum, Winston Churchill dichiara guerra.
Viene ordinata l'evacuazione di tutte le forze disponibili dalla birmania ed il loro trasferimento in India. Al Canada viene ordinata la mobilitazione di tutti gli uomini atti alle armi che abbiano compiuto il 18° anno di età, poiché tutti gli inglesi disponibili sono già stati mobilitati durante la guerra con il Giappone.

Ore 23. Spinto da violenti tumulti popolari, Parlamento Canadese respinge la richiesta britannica. Il Primo Ministro Richard Bennett firma, come fecero in passato Australia e Nuova Zelanda, l'uscita dal Commonwealth ed il rientro in patria di tutte le forze canadesi presenti nello scenario del Pacifico. Combattere senza risultati contro il Giappone ha già comportato la perdita di quasi 200.000 giovani canadesi, tra morti, feriti, invalidi e dispersi, per delle guerre coloniali puramente inglesi che il popolo canadese non intende più sostenere con il proprio sangue.
Churchill è sconvolto. In tutto l'Impero Britannico con il massimo sforzo possibile non si supererebbero i 5.000.000 di soldati, di cui 3.000.000 indiani di scarsissima affidabilità. E dei 2.000.000 scarsi di inglesi disponibili, la metà è costituita dalle truppe duramente provate sul fronte del sud-est asiatico, mentre il restante milione è spartito tra altre colonie e riserve in patria. L'unica possibilità di vittoria è mantenere il controllo sulle divisioni indiane, a costo di usarle come carne da macello.

Ore 24.00-06.00 Inizia l'operazione "Mare Nostrum".
La squadra navale di Doormann bombarda le difese costiere della base britannica di Gibilterra, mentre le postazioni di terra vengono martellate dall'artiglieria spagnola. Dalle portaerei italiane i bombardieri della marina scaricano tonnellate di esplosivo su Malta, mettendo fuori gioco alcune stazioni radar della contraerea, mentre le corazzate cercano di forzare la Baia di San Giorgio.
Il bombardamento dell'artiglieria spagnola devasta l'aeroporto, impedendo alla pericolosa aviazione inglese di attaccare la flotta di Doormann, che con un cannoneggiamento furioso demolisce i moli e mette fuori uso o danneggia molte navi alla fonda. Le batterie costiere riescono a piazzare alcuni colpi micidiali, affondando due corvette e danneggiando gravemente un incrociatore. La corazzata ammiraglia è colpita varie volte ma non riporta gravi danni.
Sfondata la difesa terrestre grazie ad una notevole superiorità numerica, l'esercito spagnolo dilaga. Alcuni focolai di resistenza, concentrati principalmente a Devil's Tower ed a Great Europa Point sono ben presto ridotti al silenzio dal fuoco delle corazzate olandesi.
La ben difesa Malta resiste agevolmente alla flotta italiana. Le navi inglesi sono alla fonda nel ben difeso porto di Marsamuscetto e nel Porto Grande di Valletta, e le difese dei forti Tigne Point, Sant'Elmo, Ricasoli e Manoel sono nutrite ed agguerrite.
L'Amm. Riccardi chiede ed ottiene dal ten. Borghese l'assenso per un'operazione di forzatura del porto da attuarsi con l'intervento della X° Flottiglia MAS, comandata proprio da ten. Borghese.
L'operazione in realtà è un diversivo in quanto contemporaneamente viene distaccata una squadra, comandata dal Contramm. Bergamini, incaricata di far sbarcare il Reggimento "San Marco" nella Baia di Ghadira, mentre la 185ª Divisione paracadutisti "Folgore" atterra in silenzio con alianti nelle località di Mgarr, Mdina e Qrendi.
Lo sbarco ha successo e viene fissata subito una testa di ponte dalla quale entrare a Mellieha.
Mdina e Rabat vengono rapidamente occupati dal 186º Reggimento. Non altrettanto fortunati soni i colleghi del 187º Reggimento paracadutati a Mgarr, la cui avanzata è fermata dal forte Mosta, e del 185º Reggimento a Qrendi, dove i si trovano davanti al guarnito aeroporto di Medavia.
I forti di Mosta e Madliena vengono ignorati dal 187° e lasciati uomini del "San Marco" che avanzano da Mellieha, mentre gli uomini del 186° raggiungono i compagni del 185°. L'assalto dei due reggimenti alle difese antiaeree, unito ad violento attacco aereo alle installazioni, consente alle truppe italiane di prendere possesso dell'aeroporto, dando così un validissimo punto di atterraggio per fanteria ed artiglieria aviotrasportate.
Nel frattempo i carri leggeri e l'artiglieria reggimentale del "San Marco" riescono ad avere ragione dei forti Mosta e Madliena, aprendo la strada per Valletta da nord-ovest.
L'atterraggio di tre brigate motorizzate a Medavia dà la possibilità di iniziare l'avanzata verso Birgu, per circondare il capoluogo maltese.
La X° MAS intanto ha forzato con successo il Porto Grande, affondando con Siluri a Lenta Corsa, conosciuti come Maiali, le due navi da battaglia britanniche Valiant e Queen Elizabeth, e gettando nello scompiglio la guarnigione inglese che, con le prime notizie in arrivo dal resto dell'isola, inizia a farsi prendere dal panico.
Alle 5.00 il 185° ha raggiunto i forti di Sant'Angelo e San Michele, il 186° controlla i moli n° 6 e n°2, il 187° ha raggiunto Hamrun e gli uomini del "San Marco" sono ormai schierati tra Msida e Sliema.
In mare intanto l'aviazione e le batterie costiere britanniche, prima di venire messi fuori uso, riescono ad affondare la corazzata Caio Duilio, 3 incrociatori e 2 cacciatorpediniere, perdendo 8 Swordfish su 20. Degli altri 12, 3 vengono abbattuti in volo e 5 distrutti a terra dai caccia italiani nell'assalto all'aeroporto di Medavia. I 4 rimanenti sono catturati dai militari italiani a terra.
Martellata su tre lati dall'artiglieria divisionale, e dal mare dalle corazzate italiane, La Valletta capitola alle ore 6.00 del 20 Giugno.

20 Giugno. Truppe etiopi varano il confine dell'Eritrea britannica, mentre truppe Arabe assaltano il porto di Assab.
Tre divisioni iraniane entrano in Pakistan. Navi trasporto cariche di truppe salpano da Durban e Musqat dirette in Makran.
Keirosophos
00sabato 31 luglio 2010 21:58
Bravo Kost ottimi sviluppi! Mi dispiace solo che per il fatto di non essere un esperto di tattica militare della WW2 non potrò darti grande aiuto :(
Xostantinou
00lunedì 2 agosto 2010 15:13
21 Giugno. L'attacco improvviso nel mediterraneo, in africa ed in india, contemporaneo al "tradimento" del Canada lascia Churchill spiacevolmente colpito. In tarda mattinata viene convocato da Edoardo VIII, ed a stento riesce a farsi confermare la fiducia.

23 Giugno. Le truppe britanniche in Eritrea ricevono l'ordine di evacuazione immediata e vengono nascoste su navi mercantili in partenza da Massaua dirette ufficialmente in Australia. La fuga costringe ad abbandonare centinaia di pezzi di artiglieria e mezzi, non trasportabili in incognito.
Le guarnigioni delle città di Asmara ed Assab, assediate dalle truppe etiopi e dalla flotta araba, non potendo venire evacuate, si arrendono.
Truppe arabe entrano nel nord del paese dal confine con il Sudan.

25 Giugno. Viene siglato a Roma l'accordo di spartizione dell'Eritrea. L'Imperatore di Etiopia Hailé Selassié I ed il Califfo ʿAbd al-Ilāh si spartiscono l'Eritrea, con il Consenso di Carlo I e Vittorio Emanuele III. L'Eritrea centrale, con le regioni di Seraye, Hamasen, Samhar ed Akale Guzay e le città di Asmara e Massaua, vengono annesse all'Etiopia, l'Eritrea settentrionale con le regioni di Baraka, Sahil e Senhit vengono annesse dall'Arabia ed accorpate alla provincia del Sudan. La regione costiera di Denakil con l'importante porto di Assab viene ceduta all'Arabia in cambio del riconoscimento all'Etiopia del Sudan Meridionale, sulla linea dei fiumi Bahr el'Arab-Sobat, "de iure" indipendente dopo la Grande Guerra.
L'Italia estorce ad Etiopia ed Arabia il consenso a riprendere la Somalia come propria colonia, in cambio sottoscrive un documento nel quale rinuncia ad ogni rivendicazione sulla stessa Etiopia e sull'ex colonia libica, la cui Repubblica diviene de facto un protettorato Arabo. Inoltre il Califfato ottiene anche l'affiancamento ai governatorati italiani in Tunisia ed in futuro in Somalia di un delegato del governo Hashemita per la tutela delle popolazioni musulmane.
Il Regio Esercito si prepara a salpare in forze da Brindisi.
Le truppe inglesi passano rocambolescamente oltre le coste di Djibouti e riescono a sbarcare in Somalia, dove Churchill intende resistere.
Xostantinou
00lunedì 13 settembre 2010 18:02
30 Giugno. I capi tribù delle regioni di Belucistan, Khyber, Punjab, Sindh, Jammu e Kashmir si riuniscono in assemblea a Peshawar e dichiarano la secessione dalla colonia britannica d'India e l'adesione volontaria di queste regioni allo stato Persiano. Le truppe inglesi nelle retrovie vengono catturate dai propri ex commilitoni delle divisioni anglo-indiane di fede musulmana supportati dalla popolazione locale, disarmate e consegnate all'avanzante esercito Persiano. Lo Shah Rezā proclama l'annessione delle provincie pakistane, facendo andare su tutte le furie Churchill. L'impero britannico è ad un passo dal crollo e l'idea, seppur ai suoi occhi improponibile di abbandonare la Somalia senza colpo ferire per trasferire tutte le forze rimaste a resistere in India si fa strada nel parlamento britannico. Assieme alla caduta di Malta e dell'Eritrea, questo colpo durissimo in meno di una settimana mette duramente in crisi l'immagine in patria di Churchill e dell'Impero Britannico nel mondo.

La flotta araba e quella boera approdano a Makran, resa sicura dalle truppe Persiane, e sbarcano 500.000 uomini, che si assommano alle 3 armate Persiane, portando gli effettivi a ben 1.500.000 uomini. Un esercito costituito con un solo obiettivo, liberare l'India dall'Impero britannico.

1 luglio. Il reciproco interesse permette la firma di un armistizio di un anno tra la Russia Sovietica e gli alleati Persia e Turkestan, che mantengono il controllo sulle zone occupate durante l'avanzata.
Questo permette a Stalin di recuperare preziose armate da tutti i fronti in vista di una controffensiva contro gli alleati ad occidente.
Persia e Turkestan convogliano 2/3 delle loro armate verso il fronte indiano.
Le flotte congiunte italiana ed olandese salpano da Malta con l'obiettivo di occupare prima la Somalia britannica e poi partecipare all'invasione dell'India.

4 luglio. In una sessione straordinaria del Parlamento Britannico Churchill viene duramente attaccato da Edoardo VIII, che nonostante l'aperto disappunto del suo Primo Ministro, ordina l'evacuazione della Somalia e la resistenza delle truppe sul fronte indiano, con la speranza di conservarne il possesso almeno fino al raggiungimento di un compromesso per via diplomatica.
Keirosophos
00martedì 14 settembre 2010 12:57
Sinceramente per l'inghilterra la vedo davvero dura: con il pakistan in seccessione si è aperta un ferita nel cuore della perla inglese. Non penso che anche sgombrando la somalia (che se la dovrebbe accaparrare l'italia) e trasferendo in India le truppe presenti possa fare molto. Penso che presto capitolerà, oppure, più probabilmente, cercherà un rapporto per via diplomatica.
Con la russia che ha stabilizzato il fronte sud-ovest (asiatico) con persia e turkestan e pronta a condurre tutte le sua armate sul fronte occidentale credo che ci sarà un bello scontro, tra le potenze unite e la russia. Inutile dire che se la russia sfonderebbe in europa si ritroverebbe contro gli ultimi paesi neutrali (ma affiliati a germania & co.) in europa
Xostantinou
00martedì 14 settembre 2010 13:45
penso che l'india farà la fine dell'irlanda negli anni '20, con la Cina che scende da nord e gli alleati persiani, arabi, afrikaner ed italo-olandesi che avanzano da sud-est, la popolazione indù che si rivolta ispirata da Gandhi, le truppe indiane dell'esercito britannico, in superiorità numerica, che si rivoltano contro i propri commilitoni inglesi...penso che alla fine sarà Re Edoardo a riconoscere l'indipendenza dell'India e deporrà dalla carica di primo ministro il bellicoso Churchill.
Xostantinou
00sabato 18 settembre 2010 15:59
Luglio. La flotta italo-olandese sfonda a cannonate il porto di Bosaso e sotto la copertura di artiglieria ed aviazione sbarcano otto divisioni coloniali italiane. Il porto e la città capitolano nel giro di poche ore.
Il Somaliland viene rapidamente occupato dall'esercito etiope, mentre l'esercito italiano prosegue l'avanzata lungo il Puntland e la Somalia vera e propria in direzione Mogadisho, la capitale della regione e porto principale verso il quale stanno convogliando tutte le forze britanniche rimaste in Africa per l'evacuazione verso l'India.
Il supporto religioso e la chiamata alla Jihad da parte dell'Arabia contro i britannici crea molti guerriglieri irregolari che colpiscono le colonne inglesi in ritirata e vanno ad incrementare gli effettivi italiani in marcia verso sud.
Nel Somaliland e nel Puntland si instaurano governi civili di matrice islamica.
Il 28 luglio l'esercito italiano è alle porte di Mogadisho. Bloccati dalla flotta italo-olandese e dall'insurrezione della popolazione civile, 30.000 soldati britannici sono presi prigionieri dalle soverchianti forze italo-somale, che hanno raggiunto nel frattempo le 150.000 unità.
Viene instaurato un governo coloniale italiano su tutta la regione. Come stabilito dagli accordi di Roma, ai funzionari italiani vengono affiancati organismi derivati dal diritto tribale islamico.
L'Etiopia si ritira dal Somaliland.
La flotta olandese, dopo essersi congiunta con un convoglio militare con a bordo 50.000 soldati olandesi, prende il mare verso l'India.
Keirosophos
00lunedì 20 settembre 2010 14:36
Mhm allora l'italia ha avuto la sua colonia e gli olandesi si preparano ad attaccare l'india inglese...non dovrebbero avere qualche rinforzo? Ok che ci saranno i persiani però solo gli olandesi mi sembrano un po' pochi, non credi?
Xostantinou
00lunedì 20 settembre 2010 14:45
in India stanno avanzando i Persiani in Pakistan, supportati dagli alleati Arabi e Turkmeni, e via mare sbarcano Olandesi ed Afrikaner...non si sa ancora cosa succederà a nord e ad est dell'India, ovvero se Cina e Giappone approfitteranno dell'occasione per espandersi ai danni dell'Inghilterra...ricordo che il Giappone vuole la rivincita per la perdita dell'Indonesia, mentre la Cina imperiale ha da sempre gli occhi puntati sui protettorati inglesi di Tibet, Buthan e Nepal.
Xostantinou
00giovedì 23 settembre 2010 12:37
Agosto. La Marina Imperiale Giapponese assalta contemporaneamente le città di Phuket, Songkhla, George Town, Kuala Lampur, Melakà, Singapore, Kuching, Bintulu, Brunei, Labuan, Kota-Kinabalu, Sandakan e Tawau, sbarcando praticamente tutte le forze rimaste all'Impero dopo la precedente fase della guerra.
Dichiarazioni ufficiali dal Ministro degli Esteri nipponico sono consegnate agli ambasciatori di Francia, Nuova Zelanda, Australia e Stati Uniti, nelle quali si esprime la volontà di non voler mutare lo status quo con queste potenze, ma di intervenire unicamente contro l'Inghilterra entro i vincoli della coalizione formata a Vienna. Il dispaccio ricorda inoltre che l'Inghilterra non ha ancora né siglato una pace ufficiale con il Giappone, né nessuno ha di rimando ratificato quelle terre come legittime al governo di Londra.
L'esercito imperiale cinese varca i confini britannici con due direzioni: un gruppo di armate scenderà in Birmania con l'obiettivo di occupare tutta la regione tra il Salween, che fa da confine con l'Indocina Francese, e la linea dei fiumi Chindwin-Irrawaddy.
Il progetto sino-giapponese è di dividere l'Indocina in tre aree:
-la regione tra la linea Chinwin-Irrawaddy ed il Salween fino alla città di Ta-Kaw viene annessa all'Impero Cinese
-l'Indocina ad est del Mekong, la Malesia a sud del 12° parallelo e le regioni di Sarawak, Brunei e Sabah, costituenti il Borneo Britannico, verrebbero annesse all'Impero Giapponese.
-i confini dell'Indocina Francese verrebbero rettificati e fissati nella linea Ta-Kaw-Mekong a nord, sul fiume Salween ad ovest, sul Mekong ad est e sul 12° parallelo a sud;
il secondo gruppo di armate punta ad annettere direttamente i protettorati autonomi britannici di Tibet, Buthan e Nepal, per poi scendere in India da nord e contrastare direttamente gli inglesi sul suolo indiano.


Testo nascosto - clicca qui
Keirosophos
00venerdì 24 settembre 2010 14:30
Mhm Kost non pensi che se la Cina entrasse in gioco si attirerebbe molte antipatie europee? Dopotutto se l'Inghilterra venisse completamente scacciata del subcontinente indiano e rimpiazzata dalla cina si avrebbe una potenza troppo grossa per non tenerla d'occhio

PS ma la nuova zelanda non ha ottenuto nessuna terra nel pacifico?
Xostantinou
00venerdì 24 settembre 2010 14:36
nessuno ha detto che l'India verrebbe conquistata dalla Cina eh...
Keirosophos
00sabato 25 settembre 2010 13:43
Già già, allora aspetto con trepidazione nuovi aggiornamenti!
X la nuova zelanda invece?
Xostantinou
00sabato 25 settembre 2010 17:24
la pace con il Giappone è stata stipulata senza annessioni.
Xostantinou
00martedì 12 ottobre 2010 11:54
(continua)
Agosto. Sul fronte russo la strategia tedesca va a rilento. Il processo di ampliamento ed ammodernamento delle infrastrutture russe nelle retrovie non è ancora completo, e senza una robusta linea di approvvigionamenti né Guderian, né von Manstein né Rommell intendono proseguire l'avanzata, nonostante von Mackensen prema per sfondare prima dell'inverno e prima che Stalin approfitti della tregua con l'Iran per radunare le truppe sul loro fronte e contrattaccare.
Kesselring viene incaricato di deportare l'intera popolazione russa tra il confine e la linea del fronte entro i confini di Ucraina e Bielorussia, dove verranno domiciliati in nuovi villaggi edificati per l'occasione in modo da vanificare la propaganda staliniana che accusa le forze alleate di efferate atrocità sulla popolazione civile, e nel contempo ridurre il pericolo di azioni partigiane nelle retrovie.
Prosegue a ritmi febbrili intanto lo sviluppo tecnologico sovietico sotto la sferza di Stalin, che intende colmare il gap con la Germania entro la rasputica della primavera seguente. Nel frattempo la parola d'ordine su tutti i fronti è "RESISTERE!"

Settembre. Le truppe inglesi nel Borneo sono evacuate in tutta fretta e convogliate verso Kuala Lampur e Singapore, gli ordini di Churchill sono di tenere quanto meno le chiavi dello Stretto di Malacca.
Le truppe cinesi occupano senza sforzi eccessivi quasi tutto il Tibet, ma la resistenza inglese intende trincerarsi sulla linea del Brahmaputra.
La controffensiva sino-giapponese in Siberia respinge le forze russe su tutta la linea del Lena. L'obiettivo è pressare i russi almeno fino alla linea dello Yenisei, il vecchio confine stabilito con la Grande Guerra.
A Praga Fermi ed Einstein stanno avviando un progetto di studio per utilizzare le teorie sulla scissione dell'atomo allo scopo di produrre energia. Il pool si scienziati ottiene da Berlino, Vienna e Roma carta bianca, soprattutto agli occhi dell'entusiasta Luigi Ferdinando.












Keirosophos
00mercoledì 13 ottobre 2010 13:35
mmh alla fine ti sei dimenticato un passaggio?
Comunque entro quanto pensi che il gruppo di studi sull'atoma arriva alla bomba atomica?
Xostantinou
00mercoledì 13 ottobre 2010 16:35
che passaggio?
E che ne so io...mica sono un fisico nucleare...dagli tempo :D
Keirosophos
00giovedì 14 ottobre 2010 19:17
Bene bene, analizzando un po' la situazione possiamo dire che la russia sembrerebbe, e dico sembrerebbe, spacciata, anche se non si sa come andrà a finire il progetto di stalin di spostare le industri oltre gli urali... bisogna anche considerare l'avanzata sino-giapponese, anche se non credo che potrebbero fare molti danni, soprattutto l'esercito cinese, sì numerosissimi, ma anche molto arretrato, rispetto all'esercito russo...
gli imperi centrali (ora non sarebbe meglio dar loro un altro nome? Alleati :P :P?) hanno avanzato parecchio in territorio russo, anche se da adesso la avanzata la vedo molto più dura...inoltre non so in che modo potrebbero reagire le popolazioni russe destinate all'esilio...
Kost una bella cartina no? :P
Xostantinou
00giovedì 14 ottobre 2010 21:56
uff...mi vuoi proprio far lavorare eh...
Keirosophos
00giovedì 14 ottobre 2010 21:57
eheh se vuoi la faccio io, ma non so cosa ti frulla in testa per l'ucronia :D
Xostantinou
00giovedì 14 ottobre 2010 22:00
ovviamente la cartina deve rappresentare la situazione attuale, il futuro è imprevedibile ;)
Xostantinou
00giovedì 14 ottobre 2010 22:33
fa un po' schifo ma rende abbastanza l'idea:

Keirosophos
00giovedì 14 ottobre 2010 22:52
La russia la vedo un po' accerchiata... sinceramente il mar caspio tutto in mano a potenze islamiche non lo vedo tanto favorevole per gli europei, così come lo strapotere sino-giapponese in estremo oriente...
per me andrebbe cercato un accordo con la russia di stalin, rettificati di poco i confini e lasciarla libera di agire contro giappone e cina...
Xostantinou
00giovedì 14 ottobre 2010 23:49
Ottobre. Dopo due mesi d'assedio per terra e per mare, cadono le due basi navali di Kuala Lampur e Singapore. Il Giappone estromette definitivamente l'Inghilterra dall'indonesia ed avanza verso Rangoon con tutte le truppe disponibili nel pacifico, a ricongiungersi con le armate cinesi.
L'esercito anglo-indiano subisce una disastrosa disfatta a Myitkyina per mano cinese ed inizia a ripiegare. L'assalto cinese alle rive del Brahmaputra è invece sanguinosamente respinto dalle divisioni Gurkha alleate dell'Impero Britannico.
La flotta olandese lancia un attacco anfibio all'isola di Ceylon. L'attacco è respinto, ma le perdite britanniche sono enormi.
Stalin propone un abbozzo di tregua a Cina e Giappone, lasciando intendere che ci sarebbe sufficiente spazio di manovra per una pace con ripristino dello status-quo ante, forse addirittura alla linea dello Yenisei. La Cina, ormai troppo coinvolta nell'avanzata a sud contro gli anglo-indiani, assume un atteggiamento più prudente. Il Giappone, viceversa, è intenzionato a ristabilire i vecchi confini con la forza, a costo di lasciar sola la Cina contro gli inglesi, soprattutto ora che ha già conquistato tutte le regioni che intendeva ottenere.
La rasputica autunnale rallenta ulteriormente le operazioni sul fronte russo, facendo infuriare ulteriormente von Mackensen, sempre più esasperato dall'immobilismo. Il comportamento dell'anziano Feldmaresciallo spinge il giovane principe Otto, sempre più preoccupato, a consigliare al Kaiser Luigi Ferdinando il pensionamento anticipato dell'ufficiale evidentemente sempre più debole di nervi.

Mappa della situazione attuale in Russia-Siberia:

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Le truppe distolte dal fronte orientale consentono a Stalin di lanciare due sanguinose controffensive: una, che funge da specchietto per le allodole, gli permette di recuperare Tver' e Voronez, da poco prese a fatica dai tedeschi dopo mesi di lotta alla guerriglia, e l'altra, quella autentica, sfonda sui laghi le deboli linee di Mannerheim, salvato in extremis dall'intervento di von Witzleben e von Rundstedt. Ma la rasputica impedisce alle divisioni corazzate alleate di essere efficaci come in precedenza e le agili truppe sovietiche, che utilizzano i grossi calibri solamente come supporto, riescono a catturare o neutralizzare diversi mezzi nemici.

L'esercito sino-giapponese tenta un'offensiva a sorpresa in mongolia. Lo sfondamento, complice anche le scarne linee sovietiche, durante una violenta tempesta di sabbia, travolge le linee sovietiche da sud, liberando la mongolia occidentale in due settimane, e da est, presso Irkutsk. Le truppe sovietiche dell'armata meridionale ripiegano sulla linea Angara-Yenisey. Un successo che sarebbe stato estremamente più pesante se fosse stato accompagnato da un'analoga offensiva anche sul fronte settentrionale del Lena.
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