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ENERGIA NUCLEARE

Ultimo Aggiornamento: 08/02/2012 22:19
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Le falsità sul nucleare
di Carlo Cerofolini

ragionpolitica.it
venerdì 14 gennaio 2011

Spesso quando si assiste a convegni o si leggono libri sull'energia, ci si rende conto che, più o meno direttamente, l'obbiettivo finale che hanno è quello di demonizzare il nucleare a prescindere e di magnificare le fonti rinnovabili e soprattutto il fotovoltaico (Fv). Questo però non prima di aver preso a demolire il sistema di sviluppo legato al libero mercato che viene accusato sia di creare disastri immani al nostro Pianeta, sia di essere responsabile della crisi economica attuale, guerre e fame nel mondo comprese. Crisi economica che comunque, spesso, viene considerata come benvenuta, perché finalmente permette di smascherare la menzogna legata ad un consumismo senza limiti, non più sostenibile e che irrimediabilmente ci porterà alla rovina, e quindi così potremo ravvederci (sic). Dopo di che si entra nello specifico dell'argomento e si fanno una serie di affermazioni (temerarie) di questo tipo:

-I referendum del 1987 hanno sancito che gli italiani non vogliono l'energia nucleare.
-Le riserve di combustibile nucleare sono scarse e quindi il nucleare avrà vita breve.
-Le scorie nucleari sono un grave problema irrisolto.
-Dopo l'incidente di Chernobyl del 1986 si è capito che il nucleare non è sicuro.
-L'Italia non possiede le competenze per il ritorno al nucleare.
-La costruzione delle centrali nucleari nel mondo è pressoché bloccata.
-Produrre energia dal nucleare non è conveniente ed il futuro è nel fotovoltaico.

Il bello è che tutte queste roboanti affermazioni non rispondono a verità nella maniera più assoluta, infatti nell'ordine:

1. I referendum del 1987 hanno detto no al nucleare in Italia - Falso!
Gli italiani approvarono nel 1987 solo questi tre punti:
Abrogazione dei contributi di compensazione agli enti locali per la presenza sul proprio territorio di centrali nucleari o a carbone.
Abrogazione dell'intervento statale se il Comune non concede un sito per la costruzione di una centrale nucleare.
Esclusione della possibilità per Enel di partecipare alla costruzione di centrali nucleari all'estero.
Dunque, all'atto pratico, con le tre domande si chiedeva di cancellare solo alcune disposizioni di legge concepite per rendere più facili e rapidi gli insediamenti energetici e nient'altro e quindi non esiste alcun impedimento per il ritorno al nucleare. Il fatto poi che in Italia si sia rinunciato al nucleare nel 1987 - per di più fermando e poi decommissionando due centrali perfettamente funzionanti (Caorso da 860 MWe e Trino Vercellese da 260 MWe) e demolendone un'altra completata per l'80% (Montalto di Castro da 980 MWe) - fu solo una sciagurata decisione politica, non certamente dovuta ai referendum sul nucleare, che niente aveva a vedere con gli interessi nazionali (anzi), perché quest'uscita ci è finora globalmente costata presumibilmente circa 150 miliardi. A proposito della centrale nucleare di Caorso (PC) Giuseppe Recchi, Presidente e a.d. di General Electric (Ge) Sud Europa, in un'intervista, rilasciata a Luca Iezzi su La Repubblica del 21/04/10, ha affermato che l'impianto di Caorso potrebbe essere rimesso in funzione in tempi abbastanza brevi, entro il 2014, con metà spesa (2 miliardi) e metà tempo (2 anni) rispetto a quanto previsto e programmato in Italia riguardo alle future centrali nucleari. Questo però solo se verrà interrotto il decommissionamento in atto di Caorso - che, oltre tutto, costerà altri 500 milioni di euro nelle future bollette - in modo da poter operare sulle strutture esistenti, visto che i lavori di decommissionamento compiuti finora non hanno pregiudicato la possibilità di un ammodernamento della centrale, che potrebbe garantire circa 900 MWe. Inoltre, da studi fatti, risulta che da un punto di vista tecnico la rimessa in funzione di Caorso è ancora fattibile, considerato che attualmente esistono 40 reattori nel mondo dello stesso modello Ge ancora operanti e che detta centrale - che fu completata nel 1978 e fu chiusa definitivamente nel 1990, dopo aver funzionato solo dal 1981 al 1986 - è la più giovane rispetto alla quasi totalità delle centrali attive attualmente negli Stati Uniti. Infine nel rimettere in funzione Caorso - impianto di seconda generazione - si possono applicare senza problemi le tecnologie più avanzate di sicurezza, ecc., tipiche della terza generazione avanzata, così come è stato e viene fatto in molti altri paesi (cfr. Google: riattivare caorso)

2. Scarsità di combustibile nucleare - Falso!
Fra combustibile fissile (Uranio = U-235) e fertile (U-238 e Torio = Th-232) che colpito, con opportune tecnologie, da neutroni diventa fissile (Plutonio = Pu-239 e U-233) le riserve stimate bastano per almeno i prossimi 10.000 anni (cfr. 1 p. 79-84). Se poi consideriamo che l'Uranio può già ora essere recuperato dall'acqua di mare - a costi sostenibili (circa 300-600 $ Usa a Kg) con resine a scambio ionico - che ne contiene 0,003 ppm per un totale di 4 miliardi di tonnellate, e che viene (ri)portato con continuità negli oceani dall'erosione delle coste e dall'apporto dei fiumi, ben si capisce come il combustibile nucleare può essere considerato inesauribile e quindi l'energia nucleare in definitiva è una fonte rinnovabile a tutti gli effetti (cfr. 4 p. 59-60).

3. Le scorie nucleari sono un problema irrisolto - Falso!
In alternativa ai validi e sicuri sistemi di trattamento e confinamento, attualmente usati per le scorie nucleari (cfr. 1 p. 104-108; 4 p. 86-88; 6), va detto che queste consistono per il 95% di uranio (U-238 elemento fertile naturale di partenza, scarsamente radioattivo) e per l'1% da plutonio altamente radioattivo e «longevo», ed entrambi, se opportunamente riciclati, sono perfettamente utilizzabili come combustibile e così ottenere pure energia in reattori a ciclo chiuso (cfr. 1 p. 105-106). Il restante 4% è la componente energeticamente inutilizzabile: ma il 3,5% contiene nuclidi che o sono stabili o dimezzano la loro attività ogni 24 ore, mentre lo 0,4% contiene nuclidi che dimezzano la propria attività in meno di 10 anni. Alla fine, del combustibile spento rimane meno dello 0,1% (principalmente Stronzio = Sr-90 e Cesio = Cs-137), che dimezza la propria attività in circa 30 anni. In definitiva, riciclando uranio e plutonio, queste scorie non riutilizzabili devono essere controllate per soli 100-200 anni - senza problemi - e non centinaia di migliaia di anni. Oppure le scorie nucleari - che hanno alta radioattività e lunghissimi tempi di decadimento - possono essere eliminate quasi totalmente concentrandole in barre da introdurre in una macchina costruita appositamente allo scopo che produce un flusso di protoni ad alta energia (progetto Rubbia), in modo da venire trasformate in scorie che hanno tempi di decadimento di solo qualche centinaio di anni (cfr. 4 p. 83-86). Inoltre se l'energia elettrica che ognuno di noi consuma fosse tutta da fonte nucleare, le scorie già vetrificate annualmente prodotte dal singolo occuperebbero un volume molto modesto, pari cioè a quello di una lattina di birra (cfr. 3 p. 102). Infine va detto che il nucleare si prende cura dei suoi rifiuti più e meglio di come nessuna altra attività umana fa ed in modo assolutamente rispettoso dell'ambiente (cfr. 1 p. 114).

4. Dopo l'incidente di Chernobyl si è capito che il nucleare non è sicuro - Falso!
Per quanto riguarda il grave incidente avvenuto nell'ex Urss nel 1986 alla centrale nucleare di Chernobyl, va detto che questo non è figlio dell'energia nucleare, ma è figlio legittimo del comunismo. Questo disastro è, infatti, potuto accadere sia per la completa mancanza della cultura della sicurezza e dell'individuo - che non c'era e non c'è nei paesi comunisti - sia per l'assenza di un decente livello di organizzazione dell'impresa e delle attività industriali, che anzi era caratterizzato da un'impressionante sciatteria e da un disimpegno personale collettivo. (cfr. 6 p. 86-87). E comunque nessuna di queste pericolose e obsolete centrali RBMK - che producono pure Plutonio per usi militari, che hanno il moderatore a grafite, che si può incendiare, come per altro è avvenuto a Chernobyl, che non hanno doppie pareti di contenimento dell'intera struttura, necessarie per impedire fughe radioattive verso l'esterno, ecc. - è in funzione nel mondo occidentale, tant'è che un incidente simile mai e poi mai da noi sarebbe potuto capitare. Inoltre, considerato che ora siamo già alla terza generazione avanzata di centrali nucleari, molto più sicure di quelle già sicure che avevamo in funzione in Italia oltre 20 fa, nessun pericolo degno di nota può derivare da questa tecnologia. A proposito della sicurezza ed incidenti legati all'energia, va detto che dal 1989 al 2005 - considerando solo i 50 incidenti più gravi nel mondo - i morti sono stati 12.000, mentre i decessi per il nucleare civile, in oltre 50 anni di attività, sono stati inferiori a 65 e quasi tutti proprio a causa dell'incidente di Chernobyl. Questo a dimostrazione che la fonte nucleare è in assoluto il sistema più sicuro conosciuto che c'è per produrre energia elettrica. (cfr. 1 p. 122-125).

5. In Italia mancano le competenze per il ritorno al nucleare - Falso!
Non è vero che le competenze siano andate disperse: le competenze ci sono tuttora perché i nostri tecnici nucleari (oltre 1.500) impediti di farlo in Italia hanno continuato a lavorare all'estero, negli Usa, con il prestigioso Centro di Ricerca delle principali Società elettriche statunitensi, l'Epri di Palo Alto in California, in Francia, in Romania dove l'Ansaldo ha partecipato con l'Aeci canadese alla costruzione della centrale nucleare di Chernavoda e la Sogin per il riavvio della centrale armena di Medzamor. Inoltre vi sono sia Università e Politecnici (Roma, Milano, Pisa, Torino, ecc.) che laureano ingegneri nucleari di ottimo livello sia la Sogin - che gestisce gli impianti nucleari italiani dimessi ed il ciclo delle scorie radioattive - con tutti i suoi tecnici del settore. Infine le industrie italiane sono impegnate per migliorare la sicurezza delle centrali nucleari dell'Europa dell'Est e per mettere in sicurezza l'arsenale nucleare dell'ex Urss (cfr. 3 p. 106-107). Per quanto poi riguarda Enel, va detto che con 11 reattori in servizio in Spagna e Slovacchia, per Enel il nucleare non è certo una novità. Enel è anzi uno dei maggiori operatori europei del settore, con circa 5.500 MW in esercizio e 7.600 MW in sviluppo, con competenze in tutte le principali tecnologie. In particolare:
In Spagna, attraverso la controllata Endesa, gestisce sei reattori del tipo ad acqua in pressione (PWR) e uno del tipo ad acqua bollente (BWR) per un totale di circa 3.600 MW.
In Slovacchia, attraverso la controllata Slovenské Elektrárne, gestisce 4 unità di tipo VVER (la moderna versione ad acqua in pressione di progettazione russa), per un totale di quasi 1.900 MW. Sempre in Slovacchia sta realizzando due nuovi reattori presso la centrale di Mochovce.
In Francia partecipa alla realizzazione della centrale EPR da 1.600 MW a Flamanville e ancora in Francia parteciperà alla realizzazione del secondo EPR francese, prevista a partire dal 2012 sul sito di Penly. Tutte di terza generazione avanzata.
In Romania partecipa al progetto per il raddoppio della centrale di Cernavoda.
In Russia, è impegnata con la società di Stato Rosatom allo sviluppo congiunto di nuove centrali.
In pochi anni quindi Enel ha saputo ricostruire all'estero la cultura e l'esperienza nucleare di cui l'Italia è stata a lungo antesignana e colpevolmente bloccata in questa tecnologia da già menzionate decisioni politiche del 1987. Tant'è che oggi sono più di 3.800 gli specialisti di Enel impegnati nell'esercizio quotidiano di centrali nucleari, oltre a 150 ingegneri specializzati nella progettazione e realizzazione dei nuovi impianti. E così anche lo scambio di competenze e know-how tecnologico è assicurato grazie alla presenza nelle attività di ingegneria e sui vari siti di numerosi tecnici del settore (cfr. Google: enel attività nucleare, ecc.).

6. La costruzione delle centrali nucleari nel mondo è pressoché bloccata - Falso!
Non è vero che non si stanno costruendo centrali nucleari, oltre le due europee (Francia e Finlandia), infatti ben 56 sono in costruzione nel mondo e 134 sono in fase di progettazione (cfr. 4 p. 171). Anche in Svizzera si è deciso di costruire altre due centrali nucleari, in aggiunta alle cinque esistenti, per arrivare ad averne una ogni milione di abitanti, in modo da raggiungere una sufficiente indipendenza energetica. Il fatto poi che, in particolare, dal 1990 ci sia stato quasi un blocco della loro costruzione è dovuto essenzialmente a tre ragioni:
la feroce oscurantista opposizione operata dagli ambientalisti, specie dopo l'incidente di Chernobyl del 1986 nell'ex Urss che, è bene ricordare, fu figlio legittimo solo del comunismo e non del nucleare;
la via via aumentata efficienza o fattore di carico di dette centrali, che è passata dal 50% al 90%, tant'è che le solite 450 centrali nucleari presenti nel mondo hanno aumentato la produzione di elettricità del 50% circa (cfr. 4 p. 47-49, 171);
il costo che ha subito, in crescendo, aumenti notevoli a partire dal 1979 - sulla spinta emotiva del modesto incidente occorso alla centrale nucleare di prima generazione di Trhee Mile Island negli Usa (sindrome cinese) e poi di quello molto più grave di Chernobyl - a causa di sempre più alte misure di sicurezza - note come ridondanza - che vengono richieste per la costruzione delle centrali nucleari stesse (cfr. 5 p. 65-71). Ridondanza che, è bene dire, non è mirata tanto ad elevare il livello di sicurezza, quanto ad aumentare la fiducia della gente e così convincerla della bontà delle soluzioni proposte (cfr. 6 p. 131).
Centrali nucleari che, come prima ricordato, ora (quelle in costruzione) sono di terza generazione avanzata e che, con la ridondanza richiesta, sono non sicure ma super sicure e quindi - è bene ripetere - non rappresentano alcun pericolo per i cittadini, che quindi possono dormire sonni molto tranquilli.

7. Produrre energia dal nucleare non è conveniente ed il futuro è nel Fotovoltaico - Falso!
Premesso che l'energia elettrica per essere adatta agli usi di cui abbiamo bisogno non deve avere neppure uno dei seguenti difetti: diffusa nello spazio, dispersa nel tempo, inaffidabile, intermittente e considerato che l'energia che si ricava dal sole - con il fotovoltaico (Fv) in prima posizione - ha tutti quanti questi quattro difetti, si può affermare che, in definitiva, è in-ser-vi-bi-le (cfr. 1 p. 37; 2 p. 130). Se ad esempio volessimo, con l'uso del Fv, produrre su base annua il 5% di elettricità (KWh) dovremmo installare prodotta da questa fonte ben circa 20.000 MWp (non sempre il sole c'è o splende) del costo, solo d'installazione, di 100 miliardi che in 20 anni - incentivato con il conto energia, pagato da tutti noi sulla voce A3 della bolletta elettrica - diverrebbero 250 miliardi, per poi avere un'energia aleatoria ed inaffidabile e quindi senza poter spengere neppure 1 MWe da fonte convenzionale per non rischiare di andare in black-out (cfr. 2 p. 109-110). Per ancora meglio rendere l'idea dello spreco di denaro che si ha con il Fv il KWh da nucleare costa alla produzione al massimo 4 cts. di euro - compreso il decommissionamento della centrale e la gestione dei rifiuti radioattivi - mentre quello da Fv costa almeno 55 cts. di euro (cfr. 4 p. 153-156; 3 p. 101). Per di più con soli 50 miliardi (il 20% appena dei 250 miliardi riferiti al Fv di cui sopra) si potrebbero costruire almeno 10 centrali nucleari da 1.500 MWe effettivi l'una e che contribuirebbero per ben oltre il 30% del nostro consumo di elettricità e così pure avere una sufficiente indipendenza e sicurezza energetica nazionale (cfr. 2 p. 130-131; 4 p. 154-157). Centrali nucleari che, oltre tutto, hanno un utilizzo di 60 anni, contro i 20 massimo 30 anni del Fv, e quindi così lo spreco legato al Fv come minimo raddoppia. Senza poi contare il fatto che smaltire specie alcuni tipi di pannelli Fv sarà fino a 10 volte più complesso ed oneroso che smaltire le scorie radioattive, che sono solo un problema politico non tecnico, come in precedenza ben evidenziato. Inoltre, è bene sapere, per chi ancora crede alla bufala che i gas serra antropici influenzino significativamente il clima (cfr. 1 p. 167-175; 3 p. 194-201; 4 p. 137-143; 7) , che i grammi di CO2 equivalenti a KWh prodotto per il nucleare sono 11 mentre per il Fv, se i pannelli sono prodotti nella Ue, sono 60 (oltre 5 volte il nucleare), se poi questi sono prodotti in Cina ed una buona parte lo sono - dove l'efficienza energetica è bassa e l'uso del carbone è massiccio - i grammi diventano oltre 400, al pari quindi di una centrale a gas a ciclo combinato (cfr. 4 p. 163). Infine è opportuno evidenziare che se il Fv fosse cosa buona, i cinesi, con la «fame» di energia che hanno, certamente non li venderebbero in grande quantità agli europei ma li userebbero loro.
Concludendo, si può dire che l'energia più pericolosa non è quella nucleare ma, oltre a quella che manca, è pure quella che viene pagata a caro prezzo. Chiedere in proposito informazioni al terzo mondo ed anche all'Italia, soprattutto per il costo, perché per quanto ci riguarda non siamo messi per niente bene, visto che, tra l'altro, importiamo dall'estero elettricità da nucleare per il 12% circa a prezzi maggiorati (il doppio del suo costo di produzione, e così alla Francia in 20 anni abbiamo pagato 20 centrali nucleari), e che paghiamo quella che adoperiamo fino dal 55% al 60% in più rispetto alla media Ue, nella fascia delle utenze maggiormente significative, con un aggravio di spesa valutato in, almeno, otto miliardi annui (cfr. 8), dato che per produrre elettricità usiamo soprattutto il costoso gas (55%), poco l'economico carbone (16%), niente nucleare (0%) e pure spenderemo a breve, con il conto energia, 50 miliardi in 20 anni solo per i previsti 3.000 MWp Fv, che produrranno, su base annua, appena lo 0,8% circa dell'elettricità che consumiamo (cfr. 2 p. 102-104; 4 p. 112). Per di più nella fornace verde di Kyoto e successive filiazioni (riduzione della CO2 antropica), dal 2013 al 2020 dovremmo incenerire almeno 15 miliardi di euro annui, soprattutto se saremo ancora senza nucleare. Tutto questo ovviamente comporta e comporterà grave danno per le famiglie e per la nostra economia. Non per nulla il prestigioso Istituto di Studi e Ricerche Economiche IMD (International Institute for Management Development) di Losanna, per tre anni consecutivi ha classificato il nostro Paese al 30° posto per competitività, alla pari di Grecia e Portogallo, e al 44° posto, su 49 Paesi censiti, per il «caro energia elettrica», con un prezzo dell'energia elettrica per usi industriali, tasse incluse, di 89 millesimi di dollaro Usa al chilowattora, in un campo di variazione compreso tra gli 11 e i 14,3 millesimi (cfr. 8). Stando così le cose è inutile poi lamentarsi se non ci sono le risorse per la ricerca, rilanciare l'economia, intervenire per sanare il dissesto idrogeologico del Paese (occorrono circa 70 miliardi) e quindi impedire frane ed alluvioni che - più volte l'anno ed in maniera ciclica - fanno ingenti danni, per di più con non poche vittime innocenti, ecc., perché se non imboccheremo rapidamente con decisione la via maestra del nucleare - che in Europa è la prima fonte di energia elettrica col il 35%, nei paesi OCSE è al 25% e nel mondo è al 16% (cfr. 3 p. 97-99) - mai usciremo da questo devastante cul de sac. Quindi è importante - anche per sconfiggere la sindrome Nimby - effettuare una massiccia informazione scientificamente corretta e capillare, non autogestita, che convinca le persone ad accettare una scelta razionale fra ciò che può anche non piacere ma che è valido e sicuro, come il nucleare, e ciò che viene presentato in modo accattivante come il futuro, ovvero l'energia ricavata dal sole, ma che, in realtà, porta a un fallimento energetico, economico e pure ecologico (cfr. 9 p. 269-270).

Bibliografia:
(1) Franco Battaglia Energia nucleare? Sì per favore... ed. 21° Secolo 2009
(2) Franco Battaglia L'illusione dell'energia dal sole ed. 21° Secolo 2007
(3) F. Battaglia - R.A. Ricci Verdi fuori rossi dentro - L'inganno ambientalista - ed. Libero-Free 2007
(4) Franco Casali Energia nucleare - Una scelta etica e indifferibile. E le scorie nucleari? - ed. Clueb 2010
(5) Piero Risoluti La paura del nucleare - Da dove viene, quanto costa - ed. Armando 2010
(6) Piero Risoluti I rifiuti nucleari - Sfida tecnologica o politica? - ed. Armando 2003
(7) S. Fred Singer La natura, non l'attività dell'uomo governa il clima ed. 21° Secolo 2008
(8) CIRN - www.giorgioprinzi.it/nucleare/domande/ricorrenti.htm (punto n. 10)
(9) Leonardo Maugeri Con tutta l'energia possibile ed. Sperling & Kupfer 2008
[Modificato da Xostantinou 16/08/2011 22:29]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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