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ENERGIA NUCLEARE

Ultimo Aggiornamento: 08/02/2012 22:19
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Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
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09/06/2011 16:28
 
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UN NUOVO RESOCONTO DAL GIAPPONE
Perchè da nuclearista per niente convinto voto NO al referendum…
giovedì 9 giugno 2011



Io non so se il nucleare sia o meno una fonte di energia conveniente i termini economici. Trovo che sia un dibattito per specialisti e persone che hanno studiato la questione. Il punto è che ritengo con buona cognizione di causa che una condizione analoga alla mia la si possa trovare nella stragrande maggioranza delle persone che accorreranno al seggio ad esprimere in modo netto il loro SI, in virtù di un unica, particolarmente sentita argomentazione: “il nucleare è pericoloso”.

Io ritengo, e passerò il resto dell’articolo ad argomentarne il perchè, che la produzione di energia nucleare non sia più pericolosa rispetto a molte altre fonti di energie, e comunque non sufficientemente pericolosa da generare questo plebiscitario impeto a votare per cancellarne l’utilizzo. Mi sento pertanto titolato a votare NO senza una completa conoscenza dei pro e dei contro altri dal tema sicurezza, per compensare almeno uno degli innumerevoli voti a favore parimenti privi di tale conoscenza. Fair enough, direbbero gli inglesi.

Presenterò dunque alcune delle osservazioni che mi hanno indotto a considerare esagerato ed allarmistico il comportamento della stragrande maggioranza dei miei concittadini a riguardo del tema nucleare.



Roma è (sempre stata) più radioattiva di Tokyo

Il dubbio lo coltivo come scelta da una vita, e dunque ne ho anche sul nucleare. L’incidente alla centrale giapponese di Fukushima ha stratificato però, le mie certezze su un punto: del nucleare si ha una paura irrazionalmente eccessiva.

Prova ne è il fatto che in tantissimi ritengono e hanno ritenuto pericolosa o pericolossima la permanenza o la visita temporanea nella città di Tokyo, a più di 250 km di distanza dalla sorgente delle radiazioni. Ebbene, Tokyo non era e non è pericolosa, tanto che Roma per tutta la durata della crisi, fatte salve alcune ore del 15/3, ha registrato una radioattività nell’aria di molto superiore (0,25 microSv/h contro 0,05-0,10 microSv/h). In questi due ultimi mesi, se avete vissuto a Tokyo, avrete assorbito circa 0,35 mSv in meno che se fossi stati a Roma.

Testo nascosto - clicca qui


In tutte le prefetture del Giappone, escluse alcune aree di quella di Fukushima, ovvero la zona di esclusione di 20 km attorno alla centrale ed alcune localizzate aree fuori da questo perimetro, la radioattività nell’aria è assolutamente innocua per la salute, con valori tutti sotto agli 0,10 microSv/h (a Roma va sempre peggio).

Cibo e acqua: raramente illegali, mai nocivi

Una volta assicuratomi, numeri alla mano, che l’aria del Giappone non era poi cosi pericolosa come appariva dall’Italia, ho iniziato a interessarmi delle allarmanti notizie che giungevano di falde acquifere contaminate dalle radiazioni e cibo di terra e di mare potenzialmente nocivo.

Scopro così che nei controlli sul cibo effettuati periodicamente dal governo giapponese, e prontamente riferiti nei semiquotidiani aggiornamenti sul sito dell’agenzia atomica internazionale (AIEA), solo una percentuale del 5-10% dei prodotti esaminati presentava valori di contaminazione superiori ai limiti legali. Controlli sul cibo prodotto, attenzione, non commercializzato, stanti le restrizioni in essere in gran parte delle zone colpite.

Mi sono dunque posto la domanda: “e ti pare poco?mangiala tu l’insalata radioattiva sfuggita per caso a controlli e restrizioni”. Ho trovato la mia risposta nella definizione dei limiti legali. Che sono fissati assumendo che ci sia un consumo continuativo di ogni determinato prodotto per un periodo di un anno. Ok, puoi essere sfigato una volta, due, 5, 10. Non 100, o 200, o 365.

E l’acqua? I numeri chiave, definiti analogamente, sono 300 Bq/L per lo iodio e 200 Bq/L per il cesio, le uniche particelle radioattive rilasciate nelle fughe dalla centrale. Cercateli in questa tabella relativa all’acqua di Tokyo, per capire quanto siamo lontani da qualunque ragionevole rischio. E lo saremmo anche se i valori registrati fossero 10 o 100 volte maggiori.


Fukushima: la paura fa più male delle radiazioni

Ok, nessun rischio a lungo termine da cibo e acqua, e nemmeno dall’aria, almeno al di fuori da zona di esclusione e qualche sfigata località un pò più lontana. Ma quelli che stavano in queste aree? Che ne sarà di loro? E gli eroi di Fukushima 50, la task force di operai Tepco che i media hanno consacrato essere composta da sole 50 persone, possibilmente destinate a morte certa, rimasta per giorni da sola a combattere per stabilizzare la centrale?

Iniziamo dai primi. Si tratta di 170000 persone che vivevano entro il raggio di 20 km dalla centrale e che sono state tutte evacuate da quest’area entro due giorni dal disastro. Le uniche notizie che ho reperito scorrendo la voce di wikipedia sul disastro, parlano di una decina di persone contaminate, una delle quali per circa 0,04 Sv. Per quanto riguarda i lavoratori alla centrale, al 14 Aprile (ma è estremamente verosimile che le cose siano rimaste tali essendo state interrotte da tempo le fughe radioattive), in 28 risultavano avera assunto dosi superiori a 0,1 Sv, soglia legale in vigore al momento del disastro per i lavoratori della centrale. Nessuno di essi superava però gli 0,25 Sv, il nuovo limite legale imposto dal governo per permettere alla Tepco di operare nella legalità nelle nuove condizioni.

Come si vede da questa tabella, nessuna di queste dosi risulta essere tuttavia in grado di provocare alcune effetto diretto sulla salute, come l’avvelenamento da radiazione che ha ucciso molti dei 65 morti direttamente attribuibili al disastro di Cernobyl, in Ucraina.

Direttamente, perchè, com’è noto, assorbire determinate dosi di radiazioni può aumentare il rischio di contrarre tumori di varia natura. Determinate dosi, ma quanto determinate? Fondamentalmente nessuno lo sa con certezza. C’è chi dice che la soglia sia 0,1 Sv, c’è chi dice che basta vivere accanto a una centrale nucleare per accrescere il rischio di leucemia, e c’è chi lo smentisce, dopo attenta analisi…

Molta incertezza e alcuni capisaldi. Meno ne assorbi meglio è. In dieci anni, se vivi a Roma, ne assorbi poco meno di 0,03 Sv, quindi ragionevolmente, non ha senso preoccuparsi sotto gli 0,03 Sv, una preoccupazione moderata fino a 0,1 Sv, crescente sopra questa soglia.

Con questi numeri in mente, scopriamo che per effetto delle radiazioni, ma grazie alla pronta evacuazione e alle misure di sicurezza, nessuno è morto per gli effetti diretti, mentre per quelli indiretti una trentina di persone potrebbero avere leggermente accresciuto il rischio di tumori.

Morti sicuri e quantificabili sono invece stati prodotti dalla paura delle radiazioni, manifestatasi nella forma di un’evacuazione d’emergenza approssimativa e inutilmente caotica, di un ospedale nella cittadina di Futaba, nei pressi della centrale. Là, abbandonati dal personale in fuga, costretti nell’evacuazione a innumerevoli peripezie per la chiusura di strade intorno alla centrale, sono morti 45 pazienti, per lo più anziani, morti per fuggire da un modesto aumento della probabilità di contrarre un tumore un giorno…



Fukushima e Cernobyl: un confronto istruttivo

A questo punto della storia, ogni volta che da giornali e amici, veniva innalzata l’icona di morte di Cernobyl per esaltare la portata del disastro nucleare giapponese, una certa perplessità aveva iniziato ad assalirmi.

Cosi’, dopo aver precisato che anche se gli è stato assegnato lo stesso, massimo, livello di impatto, a Cernobyl, e non a Fukushima, è esploso un reattore nucleare disperdendo nello stesso istante, e non diluendole nel tempo, una quantità di radiazioni che a Cernobyl è stata circa 10 volte maggiore di Fukushima, la cui area circostante è stata evacuata in due giorni, rispetto a un mese complessivo per quella di Cernobyl, si può passare alla lettura istruttiva della voce di wikipedia sul disastro di Cernobyl.

Prima di farlo, fate nella vostra testa una stima del numero di vittime indirettamente (tumori sviluppati negli anni successivi all’incidente) causate dall’esplosione.

Alle 65 vittime dirette, tutte facenti parte dei soccoritori delle prime ore, vanno dunque aggiunti un numero imprecisato di vittime. Quante? E’ un eufemismo dire che lo si sappia con certezza.



4000 morti, molti dei quali ancora vivi

Il rapporto Onu, prodotto dopo 20 anni di studio, nel 2005, parla di “di 6000 casi di tumore alla tiroide”, “molto probabilmente da attribuirsi all’esposizione alle radiazioni”. E per la quasi totalità curati, stante un tasso di guarigione di oltre il 90% per questo tipo di tumore. Circa 500 morti per colpa di Cernobyl dunque? Non è così semplice. Perchè sebbene il rapporto dica esplicitamente che

“escludendo questo incremento, non vi è evidenza di ulteriore impatto per la salute pubblica attribuibile all’esposizione di radiazioni due decenni dopo l’incidente. Non vi è evidenza scientifica di un incremento di incidenza di tumori né del tasso di mortalità né nell’insorgenza di patologie che potrebbero essere collegate all’esposizione alle radiazioni”;

“pur tuttavia stima in aggiuntive 4.000 morti presunte in eccesso per leucemie e tumori su un arco di 80 anni, morti che non è stato né sarà possibile rivelare epidemiologicamente, distinguere statisticamente rispetto a fluttuazioni casuali.” 4000 morti in 80 anni, a 25 anni dall’incidente, fanno 4000 morti, la maggior parte dei quali ancora vivi…

Ovviamente non c’è solo il rapporto Onu, e su Cernobyl sono circolate negli anni stime e controstime che vanno dal raddoppio di quelle dell’Onu fino ai 30-60mila morti, sempre stimati su epoche bibliche, prodotto dai Verdi al parlamento europeo. Sull’estremo versante del catastrofismo, Greenpeace, che ha parlato, senza crederci nemmeno troppo, di circa 6 milioni di morti.

E’ con questi numeri in mente, che quel furbacchione di Beppe Grillo ha partorito una trovata geniale, asserendo sicuro: “il picco di mortalità deve ancora esserci“. Quella della sua onestà intellettuale, era evidentemente già sopraggiunta.



Percezione, narrazione, realtà

E però. La percezione comune del problema, quella che porterà una valanga di cittadini informati e consapevoli a depositare nell’urna le schede del terzo quesito con una croce sul SI, è e rimane profondamente diversa da quella che ho provato a rappresentare.

Parte può forse essere dovuta alla valanga di inesattezze, sensazionalismo spicciolo, descrizioni approssimative, vere e proprie topiche, quando non proprio menzogne consapevoli finalizzate a vendere la propria merce editoriale reclamizzando fini del mondo prossime venture. Per fortuna in Giappone non c’erano solo gli inviati di Repubblica, ma anche tanti italiani sensati, e l’onnipresente e benedetta Report, che ha raccontato una storia diversa di quello che è accaduto in Giappone.

Non per questo possiamo esimerci dal menzionare il muro della vergogna del giornalismo mondiale, una raccolta prodotta in Giappone delle peggiori perle del terrorismo mediatico che ha alimentato la paura atomica. Corriere della Sera e Repubblica, col pessimo inviato Giampaolo Visetti, hanno fatto la parte del leone.



Conclusione: il rischio, la paura e la razionalità

Arrivato alla fine delle evidenze raccolte, rimangono alcune, pacate, banali, considerazioni.

- Nessuna attività umana è esente da rischi, neppure l’estrazione di energia da reazioni di fissione nucleare.

- Non tutti i rischi sono uguali, alcuni sono più concreti, altri lo sono meno. Il rischio per l’utilizzo di energia nucleare lo è meno di tantissimi altri, a partire dall’utilizzo di altre forme di energie come il petrolio, causa di inquinamento e guerre.

- La paura è del tutto inutile a compiere scelte razionali, delle quali si nutre la nostra civiltà, la capacità della nostra specie di scegliere per il meglio sulla base di ciò che è meglio, per quanto se ne sa, nei limiti delle proprie capacità di analisi.

- Un terremoto del 9 grado della scala Richter è un evento raro. Un onda di Tsunami alta 15 metri è un evento rarissimo. Queste due sciagure hanno ucciso 30000 persone e spazzato via interi villaggi. Il disastro alla centrale di Fukushima non ha avuto conseguenze minimamente comparabili, grazie al funzionamento delle misure di sicurezza e alla non disastrosità intrinseca di un rilascio di una certa quantità di radiazioni.



Andrea Pisauro, contaminato da piccolo…



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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