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Gli dei di Sumer

Ultimo Aggiornamento: 24/04/2014 17:08
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Patrikios
Δεσπότης Σεβαστοκράτωρ μέγας δομέστικος
Kαῖσαρ Nωβελίσσιμος
10/06/2012 23:36
 
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Mentre elaboro ti riporto questo testo.

ENKI E NINMAH

Il testo riporta la sfida di Ninmah al fratello/marito.
I due sono ad una festa in celebrazione di Enki, e sono entrambi ubriachi.
Ninmahlo sfida creando i portatori di handicap pensando che Enki non riuscirà a trovargli un destino....

(il testo è preso da questo sito: http://gizidda.altervista.org/container/sumerian_myths_translated_finale.pdf)



"In quei giorni, i giorni in cui cielo e terra vennero creati,
In quelle notti, le notti in cui cielo e terra vennero creati,
In quegli anni, gli anni in cui i destini vennero fissati,
quando gli dei Anunna generarono,
quando le dee (madri e figlie) si sposarono,
quando le dee (madri e figlie) abitarono cielo e terra,
quando le dee (madri e figlie) diventarono pregne,
e gli dei dovevano portare il cibo nelle sale da pranzo,
gli dei maggiori sorvegliavano il lavoro, e gli dei minori portavano
il giogo del lavoro.
Lavoravano ai canali della terra di Arali, nella terra e nell’
argilla,
ma smisero i lavori per lamentarsi di questa vita.
Quel giorno il creatore, il grande dio dalla grande sapienza,
Enki, nel suo Engur, il luogo delle acque sotterranee che nessun dio
conosce,
dormiva nelle sue stanze e fu svegliato
dagli dei che si lamentavano
e si alzò dal suo letto.
La dea Namma, la prima madre che diede nascita agli dei,
portò le lacrime degli dei minori a suo figlio che dormiva,
a colui che giaceva nel suo sonno,
(....)
“Dio Creatore, le tue creature si lamentano,
figlio, alzati dal tuo giaciglio, rivolgi il tuo sguardo, la tua
saggezza,
crea per gli dei un sostituto, così che loro siano liberi dal giogo
del lavoro”
Enki, alle parole di sua madre Namma, dal giaciglio si levò.
Nell’ Halankug, il suo luogo, si colpì i fianchi infastidito,
colui dalla grande conoscenza, che tutto sa, camminava avanti e
indietro,
Enki, allungò la sua mano e prestò attenzione,
Enki, che tutto conosce, il creatore delle cose, valutò la situazione
e poi
A sua madre Namma disse:
“Madre, la creazione di cui parli (*1) avrà luogo, imponiamo ad essa
il lavoro degli dei,
mischia l’ argilla della terra a nord dell’ Abzu
le dee della nascita ti aiuteranno a lavorare l’ argilla, e la forma
sarà realizzata
Ninmah sia tua aiutante,
Ninimma, Shuzianna, Ninmada, Ninbarag,
Ninmug, Sharshargaba, Ningunna,
ti aiutino nella nascita.
Madre mia, tu realizzerai la creatura, deciderai i destini, e Ninmah
imporrà loro il lavoro.
(…) erigeremo (faremo crescere) l’ umanità,
(…) faremo sorgere l’ uomo,
(…) solleverà la testa,
(…) metterà cibo nelle nostre camere da pranzo,
(…) innalzeremo l’ uomo,
(…) lavorerà nei campi e si moltiplicherà”.
Il lavoro di Enki riempì il loro cuore di gioia,
la madre Namma e Ninmah egli festeggiò con lauto pasto,
le dee della nascita segnarono il destino, il cibo dei principi,
Anu, Enlil e Nudimmud (Enki) arrostirono vitelli,
i grandi dei tutti lo lodarono:
“Signore di grande sapienza, che tutto conosci,
signore Enki, chi compete con te?
Padre che dai la nascita, decidi i destini con i tuoi ME”
Enki e Ninmah bevvero birra, e i loro cuori si scaldarono,
e Ninmah disse ad Enki:
“Il destino dell’ umanità sarà buono o cattivo, secondo
il volere del mio cuore il suo destino sarà buono o cattivo”
ed Enki a Ninmah rispose:
“per la tua saggezza il destino sarà buono o cattivo”
Ninmah prese l’ argilla delle terre a nord dell’ Abzu,
creò un uomo ma egli non teneva le mani dritte,
Enki vide l’ uomo, egli non teneva le mani dritte, e decretò il suo
destino,
e lo mise nel campo del re come servitore.
La seconda creazione fu un uomo che sfuggiva la luce,
Enki vide che l’ uomo rifuggiva la luce,
e decretò il suo destino, ne fece un abile musicista,
lo mise nel campo del re.
Il terzo uomo che fu creato aveva i piedi che non funzionavano,
Enki allora vide che l’ uomo non sapeva usare i piedi,
e lo rese un grande lavoratore dell’ argento lucente.
Il quarto uomo non sapeva trattenere l’ urina,
ed Enki vide che l’ uomo non tratteneva l’ urina,
e lo fece giacere nell’ acqua che scacciò il suo male.
Il quinto era una donna che non poteva partorire,
Enki vide che la donna non poteva partorire,
e ne fece una ancella nella casa della regina.
Il sesto era un essere senza pene ne vagina,
Enki vide che l’ essere non aveva pene ne vagina e ne decretò il
destino,
lo chiamò ‘dono di Nippur’ e
ne fece un attendente per il re.
Ninmah delusa per le creazioni andate male gettò per terra l’ argilla
camminando avanti e indietro,
il signore Enki allora disse a Ninmah:
“Tu hai finora creato gli uomini e io ne ho deciso i destini,
ora io proverò a crearli e tu ne deciderai i destini”
Enki creò allora una forma che aveva testa e bocca,
e disse a Ninmah:
“versa il seme maschile nell’ utero di una donna”
Ninmah si avvicinò al nuovo nato,
colui che la donna aveva partorito era deludente,
egli era Umul, la sua testa era malata, il suo (…) era malato, gli
occhi e il collo erano malati,
non respirava, i polmoni e gli organi interni erano malati,
con le sue mani malandate e la sua schiena malandata non riusciva a
nutrirsi,
con i piedi e la schiena malati non poteva lavorare, così fu creato.
Enki disse allora a Ninmah:
“Gli esseri che hai creato, ne ho decretato i destini, ho nutrito;
tu ora, degli esseri che creo, decreta i destini e metti da mangiare
nel loro piatto.”
Ninmah guardò ad Umul e si avvicinò,
all’ essere malato parlò ma lui non sapeva parlare,
gli porse del cibo ma lui non riusciva ad afferrarlo,
non sapeva usare attrezzi, non poteva giacere,
non poteva sedersi se in piedi, non sapeva mantenere (?) la casa e
non sapeva nutrirsi
Ninmah disse ad Enki:
“L’ essere che hai creato è vivo e morto, non può badare a se stesso
e non può vivere”
Enki guardò Ninmah e rispose:
“L’ uomo con mani malate, a lui ho dato pane e un destino,
l’ uomo che sfuggiva la luce, a lui ho dato pane e un destino,
l’ uomo con piedi malati, a lui ho dato pane e un destino,
l’ uomo che non tratteneva l’ urina, a lui ho dato pane e un destino,
alla donna che non poteva partorire ho dato pane e un destino,
all’ uomo che non aveva né pene né vagina, anche a lui ho dato pane e
un destino,
sorella mia (…)”,
(…)
(…)
Ninmah rispose ad Enki:
“(…)
(…)
(…)
(…)
(…)
(…)
(…)
(…)
(…)
Tu sei entrato (?)
In cielo non risiedi, in terra non risiedi, mai sei venuto a visitare
le mie terre,
dove non risiedi, la mia città fu eretta, le tue parole non arrivano,
dove non risiedi, dove io vivo, anche io rimango in silenzio.
La mia città e la mia casa son distrutte, mio figlio fuggitivo,
io stessa ho dovuto lasciare l’ E.Kur come fuggitiva,
non ho potuto evitare la tua mano!”
Enki rispose a Ninmah:
“Chi può cambiare le parole che hai pronunciato?
La creatura malata (…) libera dalla prigionia (?)
Ninmah, il tuo lavoro (la tua opera) sia (…) promettesti di (…) il
mio lavoro imperfetto, chi può contraddirlo?
L’ essere che ho creato, lascia che io lo abbia indietro,
sia oggi lodata la mia stirpe (?) sia riconosciuta la tua saggezza,
che gli Enkum e i Ninkum
possano stare di fronte a noi e pronunciare le parole della tua
gloria,
sorella mia, tu eroina,
siano scritte (…) canzoni (…)
gli dei che hanno (…) la creatura malata (…) sia costruita una casa.”
Ninmah non potè ribattere al grande signore Enki.
Padre Enki, è giusto lodarti!"





"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
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