00 07/04/2011 16:35
cronaca di una rivoluzione riuscita
Anno 6499 dalla Creazione (990 d.C.)
Settembre.

Basileios II, della dinastia Macedone, ha 32 anni e da 14 è Imperatore ed Autocrate dei Romani.
Da solo un mese ha schiacciato la rivolta capeggiata dall'ambizioso Bardas Phokas, ed ora ha catturato anche il vero leader dell'opposizione: l'anziano, ma pericolosamente intelligente e valoroso, Bardas Skleros.
Basileios è affascinato ed ammirato da questo vecchio carismatico, capace di tenergli fieramente testa tanto sul campo di battaglia quanto a parole e, riconciliatosi con lui, gli conferisce il titolo di Kouropalates e lo tiene al suo fianco come proprio consigliere.
Bardas, tra le altre cose, riesce a convincere (nuova TL) l'austero Basileios a prendere moglie, offrendogli la mano di una delle sue figlie, Maria Skleraina.

Al matrimonio, che volle celebrato in pompa magna nella basilica di Hagia Sophia dal Patriarca Nicola II, parteciparono anche la sorella Anna ed il marito, Vladimir I, Gran Principe di Kiev e Novgorod, in qualità di testimoni.

Quello stesso anno, Basileios II parte per una campagna punitiva in Iberia, il cui sovrano era reo di aver appoggiato la rivolta del Phokas. La sua campagna fruttò la resa del sovrano che accettò di lasciare alla sua morte il regno di Iberia in eredità all'Impero.
Fatto ritorno a Costantinopoli, Basileios II inizia a preparare il piano d'invasione che, da Tessalonica, avrebbe dovuto portarlo a conquistare ed annettere la Bulgaria.

Nella primavera del 991 parte alla volta di Tessalonica con un grande esercito. Da quel momento e fino al 995 non allenterà mai la presa sulla Bulgaria.

Nel 992 giungono a Costantinopoli ambasciatori da Venezia, i quali si lamentano per il fatto che le loro navi mercantili, una volta giunte nella capitale, sono costrette a pagare dazi ritenuti troppo cari (negli ultimi tempi erano aumentati addirittura di circa sette volte). Il Basileus decise di venire incontro ai Veneziani e nel marzo 992 promulga una crisobolla con cui riduce le tasse doganali che i mercanti veneziani sono tenuti a pagare, a due solidi all'entrata nella dogana di Abido e quindici all'uscita. In cambio i Veneziani avrebbero concesso la propria flotta per le operazioni anfibie bizantine nell'Adriatico.

Nel 993 si allea con il principe serbo di Doclea ed occupa Borea, pronto ad invadere il cuore dell'Impero bulgaro.
Non combatte grandi battaglie, né la sua è una conquista lampo; sua è la convinzione che il successo dipende dalla capacità organizzativa. La disciplina, con questo tipo di tattica, è importantissima, quindi nessun soldato si sarebbe dovuto immolare in atti eroici, perché avrebbe rischiato, oltre che la sua vita, quella dei suoi compagni, creando varchi nella formazione militare.

Mentre Basileios II stava conducendo la guerra in Macedonia, la Siria viene invasa dai Fatimidi, che infliggono ai bizantini una sconfitta sull'Oronte (15 settembre 994) e stringono d'assedio Aleppo.
Il Basileus deve interrompere momentaneamente la campagna contro i Bulgari per correre a salvare l'Oriente dalla capitolazione, affidando il comando delle truppe illiriche al duca di Tessalonica Gregorio di Taron.
Mentre sta per partire per la Siria, un messaggero lo raggiunge a Nicea, con la notizia della nascita del suo primogenito, che chiamerà Nikephoros.

Nel 995 Basileios II raduna quarantamila uomini ad Antiochia in modo da trasportare velocemente il suo esercito verso la Siria a dorso di mulo. Le regioni limitrofe difatti, erano sconquassate da disordini causati dai musulmani, ed i soldati giunsgono appena in tempo per riuscire a difendere Aleppo. In breve l'imperatore riesce a sconfiggere l'esercito fatimide, che si ritira in Siria, e ad occupare Raphamea e Emesa.

Il 1º gennaio del 996 Basileios II emana la Novella. Questo editto, ispirato ai consigli del suocero Bardas Skleros ("per impedire nuove rivolte dei nobili, vessali con enormi tasse, affliggili, anche ingiustamente. In questo modo saranno troppo occupati a riuscire a sopravvivere e non avranno più tempo per ordire nuove trame"), consente al fisco imperiale di requisire ai proprietari terrieri tutte quelle proprietà che fossero state acquistate negli ultimi sessantuno anni, restituendole ai precedenti proprietari, a meno che non venissero riconfermate dallo stesso Basileus. Questo provvedimento ha lo scopo di bloccare le ambizioni espansionistiche di molti dei grandi casati nobiliari, che nell'ultimo secolo avevano assorbito in grossi latifondi la piccola proprietà terriera degli Stratioti, ovvero coloro che quella terra l'avevano ricevuta come compenso per il servizio permanente nell'esercito e con le rendite della quale si dovevano pagare l'equipaggiamento...la perdita di queste terre, Basileios lo intuì rapidamente, avrebbe fatto conseguentemente sparire la classe degli Stratioti e quindi l'intera spina dorsale delle forze armate imperiali. L'editto causò la rovina di molte famiglie aristocratiche dell'Impero, che persero tutti i loro possedimenti.
Il Basileus, inoltre, non si accontentò di togliere le terre all'aristocrazia ma la costrinse a pagare l'allenlengyon, tassa in precedenza pagata dai villaggi, i quali dovevano già numerose gabelle ai nobili stessi. Questa tassa aveva una duplice funzione: da una parte indeboliva ancora di più i nobili, dall'altra assicurava cospicui introiti: era difatti decisamente più semplice riscuoterla dai nobili abbienti che dai poveri i quali, quando il raccolto andava male, potevano arrivare anche al punto di uccidere gli esattori.

Sempre nel 996, a Costantinopoli, arrivò un'ambasciata di Ottone III del Sacro Romano Impero, che chiedeva a Basileios II la mano di una nobildonna bizantina. Basilio non chiedeva di meglio in quanto grazie a questo matrimonio l'italia sarebbe stata finalmente pacificata.
Purtroppo la principessa si ammalerà e morirà poco dopo le nozze.

Approfittando della campagna del Basileus contro i Fatimidi, lo Zar Samuil invade la Grecia ed il Peloponneso.
Mentre sta tornando in Bulgaria, tuttavia, l'esercito imperiale, condotto dalllo straordinario generale Nikephors Ouranos, precettore del giovane principe omonimo, riesce ad infliggere una rovinosa sconfitta all'esercito bulgaro (997), lo stesso Samuil riesce a salvarsi solo per mera fortuna.
Negli anni successivi, tuttavia, lo Zar bulgaro riprende l'offensiva, conquistando la Rascia e Doclea.

Nel 999, conclusa una tregua di dieci anni con il potente nemico islamico ed annessa l'Iberia all'Impero alla morte del principe che la governava, Basilio II lancia la sua offensiva contro la Bulgaria: conquista Serdica e parte della Bulgaria orientale, mentre però i Bulgari entravano a Durazzo.

Nel 1000, il Doge di Venezia Pietro II Orseolo sottomette la Dalmazia nel corso di una grande spedizione punitiva contro la pirateria nell'Adriatico, invia quindi il proprio figlio Giovanni a Costantinopoli per chiedere il riconoscimento imperiale del nuovo dominio. Basileios II concede ai veneziani il titolo di Dux Veneticorum et Dalmaticorum e pochi anni dopo, a seguito del sostegno ricevuto da Pietro Orseolo nella difesa di Bari dagli Arabi, acconsente al matrimonio della nipote Maria col giovane rampollo veneziano.

Dopo il periodo di lutto, nel 1001, Ottone III manda un secondo emissario, per chiedere in sposa un'altra nobildonna bizantina. Basileios II decide allora di concedergli la mano della più splendida delle sue nipoti, Zoe. La sorte però si accanisce ancora contro questo progetto. La nipote era partita per Bari, dove avrebbe dovuto incontrare il suo promesso sposo, da pochi giorni quando a Costantinopoli arrivò la notizia che Ottone era morto per una febbre improvvisa.

Tra il 1001 e il 1004 Basileios II lancia una campagna punitiva contro i Bulgari, che procedette lenta ma con ottimi risultati.
Inizialmente invade ed occupa i dintorni di Serdica, successivamente passa alla Macedonia, riconquista la Tessaglia ed espugna, dopo un assedio di otto mesi, la fortezza di Vidin, lungo il corso del Danubio. Da quella fortezza Basileios II si dirige a sud, dove infligge un'altra sconfitta a Samuil presso il fiume Vardar (1004).
Dopo queste vittorie, con il quale il Basileus aveva strappato metà del suo impero a Samuil, Basileios II decide di svernare a Costantinopoli.

L'anno successivo, ripresa la campagna, riesce ad espugnare Durazzo grazie a un provvidenziale tradimento.
L'odio di Basileios II contro i Bulgari, causato dalla disastrosa campagna condotta contro di loro 20 anni fa, non è stato attenuato dal tempo.
Dopo la vittoria conseguita, il 4 ottobre del 1014, nella battaglia di Kleidion, la sua ferocia è tale da fargli assumere l'appellativo di Bulgaroctono, ovvero "massacratore di Bulgari". Essendogli sfuggito da tra le mani lo Zar, Basilio fa radunare circa 14.000 Bulgari e, messi in fila a gruppi di cento, li fa accecare tutti tranne al primo della fila cui viene cavato un occhio solo, in modo che possa condurre i suoi compagni dallo Zar. Samuil, che nel frattempo era riparato nella fortezza di Prespa, sconvolto, morì due giorni dopo aver visto come la sua grande armata era stata distrutta.

A Samuil succede il figlio Gavril Radomir, che si affretta ad implorare la pace offrendosi di diventare vassallo dell'Impero.
Basileios rifiuta e continua l'offensiva.

Gavril muore nel 1015 ucciso da suo cugino, Ivan Vladislav, che gli succede.
Anche il nuovo Zar tenta di giungere alla pace, dicendo di essere disposto ad accettare il vassallaggio.
In un primo momento Basileios II accetta ma quando vede che, nonostante i patti, lo Zar ha già pianificato di aggredire Durazzo, il Basileus infuriato riprende le ostilità conquistando Ocrida e ripetendo le atrocità sui prigionieri già commesse dopo la vittoria di Kleidion.

I Fatimidi invadono di nuovo l'oriente, conquistando il protettorato bizantino di Aleppo, mentre il re di Georgia, Giorgi I,aggredisce il thema di Iberia.

Basileios II non si fa distrarre da tali offensive e continua la conquista di ciò che rimane del potente Impero Bulgaro.
Ivan Vladislav tenta una disperata resistenza, ma muore nel tentativo di espugnare Durazzo (febbraio 1018).
Venuto a conoscenza della morte dello Zar, Basileios decide di condurre l'offensiva finale: occupa di nuovo Ocrida (recuperata poco tempo prima da Giovanni) ed annette completamente la Bulgaria occidentale all'Impero.
Con questa vittoria Basilio riporta tutta la penisola balcanica sotto il controllo dell'Impero, cosa che non accadeva dai tempi di Eraclio I.
Celebrò questa vittoria vittoria prima con una messa solenne nel Partenone di Atene, e successivamente a Costantinopoli.

I territori riconquistati vengono riorganizzati in themata: i themata di Bulgaria (parte centrale dell'Impero bulgaro), Paristrion (parte orientale dell'Impero bulgaro), Sirmio e Dalmazia.
Inoltre i territori di Doclea, Zaculmia, Rascia e Bosnia divengono vassalli dell'Impero.
L'imperatore si dimostra misericordioso con i sudditi dei territori conquistati. Stabilisce che essi possano pagare le tasse in natura e non in denaro, come invece accade nelle regioni più sviluppate dell'Impero, inoltre, anche se aveva degradato il patriarcato bulgaro a semplice arcivescovato, ne garantsce comunque il privilegio dell'autocefalia. In tal modo consente all'Impero di controllare la chiesa bulgara senza però ampliare ulteriormente la già vasta sfera d'influenza del patriarcato di Costantinopoli, che negli ultimi anni si era fatto molto potente e poco docile nei confronti del potere temporale.

Concluse le sue campagne di conquista in Occidente, Basileios II si concentra sull'Oriente.
Grazie a una ribellione del governatore fatimide, Aleppo passa dalla parte bizantina, e Basileios ristabilirsce il protettorato imperiale su quella regione.
Per contrastare gli attacchi di Re Giorgi I di Georgia, che si è nel frattempo alleato con il re di Ani, Basileios II invade la Georgia e la riduce a protettorato bizantino, oltre alla cessione di alcuni territori all'Impero. Anche Ani diviene un protettorato ed alla morte del re, come già successo con l'Iberia, sarebbe stato annesso all'Impero. Anche lo stato armeno di Kars diviene vassallo dell'Impero mentre il territorio di Vaspurakan, ceduto all'Impero dal suo sovrano, diviene un nuovo thema.

Nel 1022 scoppia una nuova rivolta in Anatolia.
Il figlio di Bardas Phokas, Nikephoros, si autoproclama Basileus ed ottenne l'appoggio della Georgia e di Ani, ma Basileios II sopprime rapidamente la rivolta riuscendo inoltre a ridurre di nuovo all'obbedienza i due stati vassalli che avevano osato appoggiare l'usurpatore.
Questa è la prima campagna nella quale il giovane Nikephoros scende in battaglia al fianco del padre, dimostrando straordinarie doti di comandante, grazie forse alla sapiente guida di Nikephoros Ouranos che gli fece da precettore.
Nel 1025, Basileios II sta preparando assieme a Nikephoros, che ormai è stato cooptato al trono, la campagna di riconquista della Sicilia; il 15 dicembre, però, morì, all'età di 67 anni.

L'Impero alla morte di Basileios II:
[Modificato da Xostantinou 07/04/2011 16:40]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”