Premetto che questo articolo è, ribadisco, di Nicola Zotti, politologo e saggista considerato uno dei più importanti studiosi ed esperti italiani di strategia, arte e storia militare, docente di Analisi strategica e di scenario presso la Libera Università degli Studi "San Pio V" di Roma; quindi non un imbecille a caso che scrive cose per sentito dire.
Secondariamente, A. Settia è un medievista, ed i libri "Rapine, assedi, battaglie" e "La guerra nel Medioevo", sono dedicati al mondo medievale, quindi pare alquanto ovvio e scontato dedurre che lui si stesse riferendo alla Persia medievale, ovverosia quella Sassanide, che non ha nel modo più assoluto alcun ché da spartire con la Persia Achemenide, a parte i richiami culturali ad essa come ad un proprio passato aureo.
Quindi saremmo molto interessati ad eventuali critiche argomentate con fonti attendibili e non con luoghi comuni derivanti dalla storiografia ellenocentrica.
[Modificato da Xostantinou 18/02/2011 18:42]
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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.
"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."
"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."
"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."
"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”