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L'eredità dei Celti

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2013 12:57
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Ligius
Ilarchos
21/08/2010 15:11
 
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AAR su Kingdoms-Britannia difficoltà h/h fazione Galles
L'EREDITA' DEI CELTI
PROLOGO
Molti, molti secoli fa la ridente Britannia, lasciata a sè stessa dai Romani, venne invasa dal popolo barbaro e crudele dei Sassoni. Questi lasciata la loro aspra terra giunsero nella verde isola con il solo scopo di saccheggiare e conquistare. La valorosa gente di Britannia resistette a lungo, ma gli invasori erano sempre più numerosi e i britanni non erano uniti: non era raro che si combattessero gli uni con gli altri. Gli invasori respinsero i veri abitanti verso le montagne, appropriandosi delle terre più fertili e dei pascoli più redditizi. Ormai gli antichi britanni erano stati respinti tra le montagne del nord e dell'est, mentre nuovi invasori avevano preso il posto dei Sassoni: i Normanni. Queste genti insieme avevano dato vita al popolo e al regno inglese, regno la cui ingordigia non era mai sazia. Ora i britanni del Galles dovevano difendersi da questo re e i suoi baroni per restare liberi e tramandare l'antica storia. Ma il momento della ribalta era arrivato...
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Ligius
Ilarchos
21/08/2010 16:50
 
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CAPITOLO 1
Anno Domini 1258, da poco le genti del Galles si erano unite sotto un unico re per far fronte alla minaccia inglese.


Questo re era Llywelyn. Costui era un giovane eroe per le genti del Galles ed era intenzionato a liberarle dal giogo inglese


In questo momento reggeva la grande città di Montgomery, presso il confine inglese.
Il suo potere si estendeva solo alle montagne del Galles. Possedeva solo Montgomery più la fortezza di Caernarfon, capitale del regno, nella quale risiedeva il fratello ed erede del re, il principe Dafydd uomo d'onore e ottimo comandante.


Il suo dominio più meridionale era il piccolo castello di legno di Pembroke, che era tenuto dal generale Mareddur, leale e valente amministratore, ma non tanto portato per il comando.


Re Llywelyn poteva contare su alcuni piccoli castelli dell'entroterra, uno dei quali era comandato dal duro generale Rhodri.


Inoltre re Llywelyn aveva fatto pervenire nei territori inglesi alcune sue spie
Phelip, appena una recluta, nei pressi di Shreswbury


Rhys nei pressi del castello di Glouchester


E Deykin nei pressi del borgo di Chester.


Purtroppo sia Phelip che Deykin furono scoperti dalle guardie nemiche e uccisi.



Il re possedeva ai suoi ordini un mercante itinerante, un certo Cadogan, che inviò a commerciare l'oro di Pembroke.


Poteva contare sul non proprio esperto emissario Madoc, che inviò a trattare con le antiche genti celtiche del nord, gli Scozzesi.


Nonostante il re gallese possedesse una piccola flotta comandata dall'inesperto ammiraglio Hywel


Non si poteva dire che dominasse i mari. Infatti aveva dato ordine di riportare la flotta nel porto di Caernarfon, ma questa venne intercettata dall ben più esperta flotta inflese, che inflisse alla flotta gallese una dura sconfitta.


Dopotutto i Gallesi non erano mai stati gente di mare.

Re Llywelyn, infuriato e addolorato per questa funesta notizia, decise che era ora di riprendersi le proprie terre. Ordinò a Rhodri di venire a Montgomery per governarla in sua assenza e preso l'esercito lo condusse contro due piccoli schieramenti inglesi nei pressi di Shreswbury. Purtroppo fu costretto a piantare il campo prima di attaccare i nemici. Ma niente era perduto: Infatti fece giungere due unità di lancieri e una catapulta da Montgomery. Questi due battaglioni presero la città sguarnita a sorpresa, massacrando i pochi cavalieri a difesa del borgo.
Il mattino dopo il re attaccò i due schieramenti, che l'affrontarono insieme. Prima il re incitò le truppe: "Uomini del Galles per secoli siamo stati vittime delle angherie degli inglesi! Ci hanno portato via terre e ricchezze! Ma è arrivato il momento della riscossa! Non permetteremo mai più che costoro si prendano ciò che è nostro!"


I soldati incominciarono a sbattere le armi contro gli scudi.
Anche se l'esercito del Galles era di ridotte dimensioni non aveva mancanze di alcun tipo


Infatti aveva ottima cavalleria, forti lancieri e potenti arcieri dotati di arco lungo, fanteria con spada ben addestrata e milizia con ascia. Inoltre il re aveva ritenuto opportuno reclutare un'unità di balestrieri mercenari per trapassare le resistenti armature inglesi.

Non appena la battaglia cominciò il re decise di schierare i suoi uomini in un bosco sulla sommità della collina, per sorprendere i cani inglesi.


Ma i nemici erano molto vili, infatti preferirono nascondersi in un grande bosco invece di venire a combattere. Così il re decise cosa fare. Avanzò fino al bosco nemico e all'ultimo momento piombò addosso agli arcieri nemici.


Così, dopo aver appreso la formazione nemica, tornò indietro e ordinò ai suoi uomini di raggiungere un piccolo bosco a metà tra i due schieramenti. Da lì fece avanzare arcieri e balestrieri, che incominciarono a mietere vittime. Ma anche gli arcieri nemici. Così quando il re si accorse che gli arcieri si erano spostati dietro lo schieramento, lanciò la cavalleria al galoppo. I due squadroni riuscirono ad aggirare lo schieramento nemico, riuscendo a mettere in fuga gli archi nemici. Così senza nessuna protezione al fuoco avversario la fanteria nemica si lanciò all'attacco. Tempestata di frecce per tutto il percorso, i lancieri nemici vennero fatti a pezzi dalla cavalleria che li aveva presi alle spalle, mentre i fanti vennero distrutti dalla fanteria gallese.




La battaglia era vinta e gli uomini del Galles avevano catturato abbastanza prigionieri. Proposero un riscatto al re inglese, ma costui dev'essere fatto di pietra. Rifiutò sdegnosamente il riscatto e i suoi uomini furono trucidati.


Ora era tempo del riposo, ma solo per breve periodo. Tra Glouchester e Cardiff si aggirava un nuovo esercito inglese e così pure presso i confini di Caernarfon.


Saranno anni di sangue, saranno anni di guerra.
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Ligius
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22/08/2010 16:29
 
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CAPITOLO 2
Parte prima

La guerra continuava. Il Re Llywelyn non era affatto pago della conquista di Shreswbury e bramava di riconquistare altre terre, prima fra tutte Cardiff. Nella città c'era solo una minoranza inglese, ma più tempo sarebbe passato, più i gallesi lì residenti sarebbero diventati una minoranza.
La cittadina sicuramente non aveva una vasta guarnigione, ma non si poteva neanche dire che fosse sguarnita. Così decise di inviare il generale Mareddur, il quale era di stazza a Pembroke, con un piccolo esercito. Ordinò a Mareddur di prendere la città per fame, così il leale generale mise d'assedio la cittadina.
Tuttavia il tesoro reale si stava rapidamente prosciugando, colpa delle spese di guerra. Infatti si era ridotto a quasi un quarto del totale.
Comunque ordinò a suo fratello, che reggeva Caernarfon, di avanzare con un discreto esercito verso il confine con Cester e, alla prima occasione, di prenderla.
Durante queste operazioni militari la flotta inglese bloccò il porto di Caernarfon. Già gli introiti erano pochi, con questo i gallesi si sarebbero ritrovati presto a mendicare. Però la flotta gallese, inferiore di numero rispetto a quella inglese, tentò il tutto per tutto. Ne seguì un'aspra battaglia, da cui, seppur con molte perdite, la flotta gallese ne uscì vincitrice!


Purtroppo la situazione a sud non andava altrettanto bene. Infatti un altro esercito inglese aveva raggiunto Mareddur a Cardiff in modo da stringerlo tra due fronti.


Però Mareddur non era un temerario, così prese la decisione di ritirarsi presso la frontiera di Pembroke, portando in salvo i suoi uomini.


Passò qualche mese, e proprio in questi freddi mesi, il fratello del re, il principe Dafydd, prese Cester senza grandi spargimenti si sangue.
Ma gli inglesi non davano tregua. Infatti un piccolo distaccamento era penetrato nella regione di Montgomery, pur senza avere il coraggio di attaccare la città ben difesa da Rhodri. Invece l'esercito inglese presso Glouchester, numeroso oltre che ben addestrato, si ricongiunse con un altro distaccamento nei pressi di Shreswbury, e, formando una sola forza, attaccarono Shreswbury, sicuri d'avere la vittoria in pugno.
E in effetti le speranze gallesi erano ben poche. Nonostante l'esercito gallese non fosse debole,


l'esercito nemico era più grande e più addestrato, soprattutto dotato di molta fanteria pesante.
Re Llywelyn non si diede per vinto, organizzando una sortita con il favore delle tenebre poco dopo. Il nemico aveva più cavalleria pesante in confronto a loro, però Llywelyn sapeva di poter contare sui propri veterani lancieri.


Appena la battaglia incominciò, l'esercito nemico si ritirò in una posizione più sicura, dando a Llywelyn il tempo di schierare i propri uomini. Davanti posizionò gli arcieri, al centro dello schieramento i lancieri di (che formavano gran parte dell'esercito), affidò l'ala destra alla fanteria pesante e leggera, mentre lui stesso più un prode nobile che l'accompagnava prese l'ala sinistra.
Il re osservò molto lo schieramento nemico, poi decise che quella cavalleria nemica era decisamente troppa. Così mandò i suoi arcieri ad infastidire gli artiglieri, così abbastanza presto, un'unità di cavalieri feudali si mise a darlo loro la caccia. A quel punto scattò la trappola: I cavalieri finirono proprio addosso alle lance di Meirionnydd e ben pochi di loro ritornarono dal loro lord. Però le catapulte inglesi bersagliavano lo schieramento gallese e presto o tardi avrebbero causato gravi danni. Così diede ordine di avanzare. I lancieri avrebbero dovuto tenere impegnata la fanteria pesante, mentre la sua fanteria avrebbe dovuto travolgere il fianco sinistro, il più debole. Nel frattempo la cavalleria comandata da lui stesso aveva intercettato un altro squadrone di cavalieri feudali, che prontamente furono passati a fil di spada. Il corpo a corpo fu duro ed estenuante. Infatti il fianco sinistro del suo schieramento stava per cedere, mentre la sua cavalleria non riusciva ancora ad avere ragione di quella del generale nemico. Quando il fianco sinistro gallese sembrò sul punto di cedere la fanteria gallese mandò in fuga il fianco sinistro inglese, mentre il re uccideva il generale nemico.


Alla morte del loro generale i suoi soldati si diedero alla fuga, trasformando l'intera battaglia in una caccia al coniglio.


Il Re aveva ottenuto una vittoria schiacciante.


Giustiziò i prigionieri, sapendo che altrimenti sarebbero tornati a combatterlo.
Tuttavia c'erano ben altre due minacce: un esercito minacciava da vicino Pembroke e un altro Montgomery. Sarebbe stata una dura sfida per Mareddur e Rhodri...
[Modificato da Keirosophos 22/08/2010 16:31]
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Ligius
Ilarchos
23/08/2010 21:01
 
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CAPITOLO 2
Parte seconda

Era venuto il momento di Mareddur. Doveva ripristinare il suo onore dopo quella ritirata. Un piccolo esercito inglese comandato ad un lord delle pianure si era avvicinato pericolosamente a Pembroke. Più che un esercito sembrava un accozzagli di mercenari e abitanti delle città e traditori gallesi


Però poteva causare gravi danni se non fosse stato fermato. Mareddur decise di coinvolgere l'intera guarnigione del castello nell'attacco




Mareddur diede ordine agli arcieri di attaccare e di inchiodare al suolo quanti più inglesi possibili


Non fu una battaglia difficile, i prodi lancieri gallesi fecero a pezzi quella feccia inglese. L'unica nota negativa fu la momentanea fuga dei cavalleggeri, richiamata presto in battaglia da Mareddur


Mareddur ebbe la sua vittoria


La sorte per i prigionieri fu terribile. Furono tutti giustiziati, con particolare crudeltà i traditori gallesi, così come aveva voluto re Llywelyn fino alla cessazione delle ostilità.

La flotta gallese presso Caernarfon ingaggiò battaglia con la flotta inglese


infliggendo loro una dura sconfitta


Dopo un certo periodo di inattività il concilio dei nobili tornò a farsi sentire, imponendo al re di inviare un emissario presso le genti del re di Scozia


L'emissario Madoc si mise subito in viaggio, incontrando la sua controparte scozzese presso Lancaster. Così dopo una lunga trattativa i due regni si allearono.
Il concilio ne fu entusiasta.


Mareddur aveva fatto il suo dovere, ma ora anche Rhodri, a cui era stata affidata la difesa di Montgomery, scese in campo contro l'esercito inglese che non aveva la minima intenzione di spostarsi dalla riva del fiume presso la città.


Rhodri poteva contare su un buon esercito cittadino, composto da lancieri e arcieri, ma aveva scadente fanteria leggera e poca (ma buona) cavalleria pesante in confronto al nemico.
Fece schierare gli arcieri in prima linea, a ridosso i lancieri, la fanteria sul lato destro e la cavalleria su quello sinistro. Tutto ciò lo fece su una modesta altura.
Dopo le prime schermaglie si arrivò subito allo scontro, sebbene gli arcieri avessero dato un valido aiuto. I lancieri tennere bene, respingendo sia i lancieri nemici, sia la sua potente e numerosa cavalleria.


Notando che il fianco destro era un po' in difficoltà e un'unità di cavalieri feudali nemici stava cercando di aggirare lo schieramento gallese, Rhodri si gettò all'attacco, respingendo facilmente la cavalleria. Lo scontro andava per il meglio, quando un'unità di cavalleria nemica riuscì a oltrepassare lo schieramento ed attaccare gli arcieri. In un primo momento questi si ritirarono, poi presero eroicamente a combattere con l'arco e con le spade mettendo in fuga la cavalleria.
I nemici si diedero alla fuga e Rhodri catturò la maggior parte di loro, conducendoli al patibolo.


La minaccia interna gallese era stata sgominata, niente più minacciava Montgomery


Tuttavia un grande esercito inglese, forte e ben addestrato, dotato di arcieri con arco lungo, ronconieri pesanti e cavalieri feudali, si stava dirigendo verso Lancaster, passando presso Chester. Questa era l'occasione d'oro per il principe Dafydd, che portò tutti i suoi uomini contro l'esercito inglese.


Dafydd però era un uomo precipitoso, in fatti non si accorse si aver pochi lancieri e ancor meno cavalleria per rispondere alla numerosa cavalleria avversaria.


A questo sopperì schierando la fanteria dietro i numerosissimi arcieri, sperando che avesse retto quando avrebbe subito la carica avversaria.
Gli arcieri fecero un ottimo lavoro dall'altura, infliggendo molte perdite agli avversari.
Il cozzare tra i due grandi eserciti fu qualcosa di indescrivibile, ma , nonostante tutte le paure di Dafydd i suoi lancieri ressero, adeguatamente supportati dagli arcieri.


A quel punto Dafydd si getto nella mischia, raggiunse il generale nemico e affrontò con lui un duro duello, ma alla fine fu Dafydd a prevalere, schiacciandolo sotto il peso del suo stesso cavallo


Alla morte del proprio generale, l'esercito inglese incominciò a vacillare, ma fu la carica alle spalle di Dafydd a infliggere loro il colpo di grazia.
Tutti si gettarono nella fuga, ma i guerrieri gallesi erano ebbri della vittoria e ne fecero scappare ben pochi.


Dafydd ottenne una grandissima vittoria, tanto quasi da essere paragonata a quelle del re suo fratello presso Shreswbury.


Il re fu molto orgoglioso di lui, anche se non poteva dire lo stesso delle finanze del suo regno. Spesso rischiò di finire in banca rotta, ma i nobili intervennero in suo aiuto, qualcosa di più unico che raro.


Nel pieno dei festeggiamenti gallesi giunsero tre notizie abbastanza importanti:
la prima diceva che era arrivato in Scozia il re norvegese Haakon, quindi gli alleati in kilt si sarebbero dovuti dare da fare per fronteggiare l'invasione;


la seconda era un rapporto di Mareddur che diceva che si trovava presso Cardiff un nuovo grande esercito inglese, ma di composizione scadente, tuttavia chiedeva rinforzi che gli furono prontamente inviati;

la terza era la meno felice: la nostra flotta aveva attaccato una flotta inglese presso Lancaster


ma era stata facilmente sconfitta.
Il re venne a sapere da i suoi informatori che i confini inglesi erano pressochè sguarniti. Appena l'ultimo esercito invasore sarebbe stato sconfitto le conquiste sarebbero continuate con tre obbiettivi principali:
Lancaster
Cardiff
Gloucester...

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25/08/2010 13:39
 
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Mi piace, è una AAR avvincente
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Ligius
Ilarchos
26/08/2010 21:35
 
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Molte grazie Zames! Ora procedo con un doppio aggiornamento

CAPITOLO 2
Parte terza

Ormai lo scontro era inevitabile. Già da tempo le forze gallesi cercavano di prendere Cardiff, ma Mareddur non c'era mai riuscito. Oara un grande esercito inglese, comandato da un certo Simon Axbridge, minacciava fortemente Mareddur. Per questo re Llywelyn decise di inviare alcuni rinforzi a Mareddur, comandati da un giovane rampollo di corte: costui si chiamava Gwyn Edwin, e aveva dimostrato di essere un uomo coraggioso e allo stesso tempo un ottimo stratega, così il re aveva deciso di accoglierlo nella sua famiglia.


Il comando dell'armata fu affidato a Gwyn. Questo fu un duro colpo per l'anziano generale, ma doveva sottostare ai comandi del re. L'esercito congiunto gallese attaccò la grande armata inglese.


Gwyn aveva a disposizione un buon esercito, in gran parte composto da buoni lancieri, però aveva a disposizioni esperti lancieri, poca fanteria, buona cavalleria pesante e un'unità di cavalleria leggera.


All'inizio ci furono schermagli tra gli arcieri. Il nemico disponeva anche di schermagliatori gallesi mercenari, traditori del loro popolo. Quando questi si avvicinarono troppo, i cavalleggeri furono prontamente su di loro, mandandoli in fuga.


Il nemico, una volta che i suoi arcieri e schermagliatori furono mandati in fuga dopo varie cariche di cavalleria, gettò la sua fanteria contro la nostra, ma grazie anche all'abilità di Gwyn e all'esperienza di Mareddur, presto i nemici si diedero alla fuga, e fu per pura fortuna che il loro generale si salvò.


Gwyn ottenne la sua prima vittoria


Nel frattempo la nostra scarna flotta fu colpita dalla grande flotta inglese


Inutile dire che la flotta gallese fu annientata, non una sola nave tornò in patria


Intanto Rhodri aveva deciso di metter su famiglia, così quando una giovane e dolce fanciulla gli venne proposta come sua sposa, si affrettò ad accettare


Purtroppo un mercante scozzese riuscì a sottrarre i lucrosi mercati dell'oro di Pembroke, arricchendo la sua fazione


Quasi a farlo apposta, le relazioni con il regno di Scozia aumentarono dopo quell'azione malvagia


Però per ripagare quella perdita, il concilio elargì un nuovo dono al re del galles, per riuscire ad unificare anche l'ultimo principato sotto il dominio inglese al regno del Galles.


Cardiff era sotto assedio...riusciranno stavolta le forze dei gallesi a prenderla?
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Ligius
Ilarchos
26/08/2010 22:55
 
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CAPITOLO 3

Gwyn e Mareddur avevano posto sotto assedio Cardiff, sperando di prenderla al più presto. Però un nuovo esercito inglese spuntò a difesa della città, attaccando le forze gallesi.


L'esercito gallese era lo stesso della precedente battaglia, ma non dello stesso numero, infatti non c'era stato tempo di rimpiazzare le perdite


Dopo aver esortato i soldati a essere coraggiosi


Gwyn diede ordine ai suoi arcieri di piazzare dei pali acuminati, per impedire che la cavalleria nemica causasse troppi danni.
I nemici avevano la superiorità numerica e, dopo le prime schermaglie, si lanciarono all'attaccò. Già al primo scontro la loro cavalleria ebbe pesanti perdite per colpa dei pali acuminati, i lancieri fecero il resto. Tuttavia i pali si rivelarono un arma a doppio taglio.
Mareddur, accorgendosi che dei cavalieri feudali volevano aggirare lo schieramento per attaccare gli arcieri, si lanciò al galoppo, riuscendo a fermarli. Ma nella furia di prevenire un altro attaccò non notò i pali acuminati e finì impalato.


A dispetto di quanto dissero in seguito non fu affatto un nobile morte.
Tuttavia Gwyn fece di tutto per vendicare Mareddur, in primis attaccando e gettando nella polvere il generale nemico


Fu una difficile battaglia, ma, seppur con molte perdite, Gwyn riuscì a conquistare Cardiff, riuscendo dove Mareddur aveva fallito


Gwyn appena si insediò a Cardiff diede ordine di costruire delle strade e di addestrare un'unità di ronconieri alla maniera inglese. Chissà che effetto avrebbe fatto ai nemici essere uccisi con le loror stesse armi.


Il Re Llywelyn fu molto addolorato dalla notizia della morte di Mareddur, dopotutto era stato un valente generale al suo tempo, però non ebbe molto tempo per piangere la sua scomparsa. Infatti un piccolo distaccamento inglese ben addestrato aveva varcato la frontiera. Il re l'affrontò subito, travolgendo in nemici con la sua formidabile carica di cavalleria


Inutile dire che uscì vittorioso anche da questo scontro


Poco dopo la vittoria arrivò una nuova richiesta del concilio. Volevano la conquista del castello di Gloucester. Il re diede ordine a Gwyn di preparare l'esercito a marciare su Gloucester


Il re preso l'esercito oltrepassò i confini, proprio mentre ordinava a suo fratello Dafydd di fare lo stesso pre conquistare Lancaster, e si diresse verso la fortezza di Nottingam, possente fortezza, ora capitale del regno inglese.
Nella sua marcia incontrò un nuovo distaccamento inglese, che decise di affrontare con il favore delle tenebre.


Dopo le prime schermaglie tra arcieri (che causarono notevoli danni alla fanteria nemica), si giunse al corpo a corpo. Mentre i lancieri tenevano alla fanteria inglese, il re piombò su di loror da dietro con potenza inaudita.


Dopo di ciò tutte le unità nemiche andarono in rotta


E il Re riuscì in extremis a catturare il loro generale prima che fuggisse


Un'altra vittoria per il Galles


Nel frattempo giunse notizia che il castello di Lancaster era stato conquistato dal fratello del re il principe Dafydd con pochissime perdite




Questo fu un vero e proprio smacco alla forza inglese. Infatti Lancaster era la porta che difendeva lo Yorkshire e la Nothumbria. Appena ne avesse avuto l'occasione Dafydd avrebbe preso le ricche città del nord in un baleno...
Re Llywelyn continuava la sua marcia verso Nottingam, ma le sue spie gli comunicarono che un grande esercito inglese stava scendendo da nord. Per non rischiare, il re si appostò su un forte che controllava il guado sul fiume, sulla strada verso Nottingam.
Il re uscì dalla sua posizione e attaccò il nemico di notte


L'esercito del re non era fortissimo e mancava soprattutto di fanteria pesante


Tuttavia il re esortò i suoi uomini a combattere valorosamente, e così realmente fecero.
Gli arcieri inflissero moltissime perdite ai nemici e mentre i lancieri tenevano a bada la fanteria inglese, il re e il generale nemico si affrontarono in un sanguinoso duello


Il generale nemico preferì fuggire prima di essere schiacciato sotto gli zoccoli della cavalleria gallese


Una vittoria schiacciante per il re gallese nel cuore del regno inglese!


Le cose andavano sempre meglio: dalla conquista di Cardiff l'economia era di nuovo in attivo e la famiglia reale si allargava


Nuove invenzioni arrivavano dal continente


E la gilda degli assassini decise di stabilire una propria sede a Montgomery!


Inoltre si seppe che un nuovo generale era sorto per libere la Scozia dalle angherie inglesi e norvegesi. Il suo nome era William Wallace


Allora il re seppe che anche qualcun'altro lottava per la libertà del proprio popolo.

Gwyn da poco aveva messo sotto assedio Gloucester, scarsamente difesa, tuttavia gli infidi nemici ne approfittarono per attaccare alle spalle Gwyn con un altro esercito


Sebbene il buon senso consigliasse una ritirata, Gwyn decise di tentare il tutto per tutto, se avesse trionfato la sua gloria si sarebbe sparsa in tutto il reame!
L'esercito di Gwyn era piccolo ma ben agguerrito


Inoltre Gwyn venne a sapere che tra i due comandanti nemicic non correva buon sangue, e che avrebbero combattuto separatamente.
Gwyn affrontò il primo esercito, il più numeroso
I suoi arcieri inflisserop molte perdite al nemico


e i ronconieri e i lancieri contennero l'urto inglese, mentre Gwyn li caricava alle spalle


Il primo esercito si diede alla fuga. Dopo aver serrato i ranghi i gallesi ingaggiarono battaglia anche con il secondo esercito.
Gwyn distusse anche questo e i suoi uomini uccisero anche il generale nemico.


Una vittoria schiacciante! Gloucester era stata finalmente conquistata!


Il concilio dei nobili ne fu entusiasta, elargendo un generosa ricompensa


Nel frattempo il re era dovuto ritornare nei propri territori per il sopraggiungere di un nuovo esercito inglese, ma era solo per riprendere fiato, presto il Galles sarebbe tornato all'attacco!


Il regno si era esteso e prosperava, ma non bastava....Llywelyn aveva altri piani...
qualcosa che potava riguardare un espansione in tutte le direzioni...


[Modificato da Keirosophos 26/08/2010 23:04]
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27/08/2010 00:35
 
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Vittorie su vittore! Bravo Keiro

Il braccio di mare tra il Galles e l'Irlanda è sorvegliato dalle potenti flotte inglesi vero?

Perché altrimenti potresti tentare un'invasione dell'isola, togliendo altre terre agli inglesi...per quanto riguarda il Nord cosa intendi fare? Anche se siete alleati, non è detto che poi gli Scozzesi non ti dichiarino guerra, magari è più prudente se al nord gli Inglesi li usi per adesso come cuscinetto.

Poi questo chiaramente è il mio parere, tu che strategia adotteresti?
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Ligius
Ilarchos
27/08/2010 12:58
 
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Grazie Zames! Diciamo che al nord l'obbiettivo principale è York, è capace che lascerò quelle cittadine come stato cuscinetto, anche perchè l'esercito che manderò a conquistare York mi serve a sud verso nottingam, perchè c'è un'altro esercito inglese (che cavolo li sfornano come se fosse niente!). Nel frattempo a sud voglio prendere il castello sotto glouchester, in modo da arrivare alla manica e spezzare i rifornimenti inglesi, e poi proseguire verso Oxford (ma solo dopo aver conquistato nottingam, che è il mio obbiettivo principale) Purtroppo c'è un grade flotta inglese (mi pare 5 o 6 navi) nel mare d'irlanda, e al momento non voglio sforzare troppo l'economia facendo una flotta. Appena conquisterò qualche città inglese degna di tale nome potrei sempre approdare a dublino... [SM=g9594]
[Modificato da Keirosophos 27/08/2010 13:00]
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Moirarchos
09/01/2013 09:46
 
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In Irlanda troveresti anche gli Irlandesi....consigli di prendere le Isole Norvegiesi nel mare d'Irlanda prima, come base.
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Moirarchos
09/01/2013 09:53
 
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...sei il re del necroposting giulio! xDD


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
https://www.youtube.com/watch?v=QcvjoWOwnn4
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Moirarchos
09/01/2013 10:10
 
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Hai ragion, Mettetemi il titolo sotto Basileus del retro-posting! :P :D :D

la verità che stavo cercando una vecchia discussione su Rome 2....per dirti a te che: scriverò ai produttori per non farti mettere i i Macedoni giocabili, potrai solo affrontarli con: Tolomei, Seleucidi, Romani, Greci ecc... saranno cmq fortissimi e ti faranno malissimo! :P :D OT anche retroposting OT!!! ;P
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Moirarchos
09/01/2013 10:12
 
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dimmi dove abiti che ti vengo a prendere [SM=g2643644]


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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Moirarchos
09/01/2013 10:30
 
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ti aspetto allora! ora sono a Milano! :P però se non vieni mi offendo :P :D
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Moirarchos
09/01/2013 10:39
 
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stare a milano è una sofferenza adeguata, fammi un fischio quando ti sposti da qualche parte di bello :D


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
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Patrikios
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
Βασιλεύς Πορφυρογέννητος Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
09/01/2013 14:03
 
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del necroposting a noi non frega nulla, se uno ha qualcosa di interessante da aggiungere/chiedere in una discussione, può farlo anche se la discussione è abbandonata da anni. In fondo se una discussione fosse chiusa la chiuderemmo, se resta aperta vuol dire che vedere nuovi post fa sempre piacere (purché non sia spam o altre inutilità).

Quello che dispiace è che, purtroppo, keiro non è più su questo forum da mesi, quindi dubito che ti risponderà...
[Modificato da Xostantinou 09/01/2013 14:04]



------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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Moirarchos
09/01/2013 14:25
 
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peccato, anche Zames?
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Moirarchos
09/01/2013 14:40
 
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zames mi sa si è cancellato dal forum, vai te a capire -.-


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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Moirarchos
10/01/2013 09:23
 
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però mi sembra ci sia ancora sul TWC...
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Moirarchos
10/01/2013 09:39
 
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...cosa cambierebbe?

PS: insomma non stiamo divagando, noooo!! xD


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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