Certo, poi ci sono altri problemi correlati...ad esempio, alcuni precetti islamici come i divieti sulla carne suina e l'alcol sono stati scritti per un motivo salutare in quanto erano dannosi per chi viveva nel deserto arabico, mentre per un musulmano che vive oggi a Londra questi non hanno più senso e quindi, forse, l'autore stesso scriverebbe oggi che il precetto non è più valido in questi contesti; diversa è la cosa ad esempio sui divieti alimentari ebraici. Viceversa un grave problema di interpretazione nel Corano è dato anche dall'assenza di una Chiesa e quindi una "interpretazione" ufficiale del significato di certe frasi, al punto che il precetto della jihad è dai moderati inteso come semplice "sforzo" di diffusione della parola di Allah nel mondo, mentre dagli integralisti è inteso come "guerra santa" per la sottomissione volente o nolente del mondo all'Islam.
Per il Cristianesimo la cosa è quindi più semplice e meno relativa, le "linee guida" sono state stabilite da secoli e c'è più senso critico nell'analisi e nella comprensione delle ambiguità, e comunque l'Antico Testamento è sempre analizzato in chiave neotestamentaria (ovvero ellenizzata), filtrando quindi alcuni elementi troppo legati alla cultura tribale dell'antico popolo ebraico.
[Modificato da Xostantinou 15/02/2013 18:30]
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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.
"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."
"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."
"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."
"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”