riflessioni

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dak28
00mercoledì 2 maggio 2012 14:44
Ve ne racconto una che fa davvero piangere...

Allora nella classe di mia sorella (4° liceo scientifico-bilingue)

Il prof di francese, uno un po strano, ha detto durante la lezione che tutte le cose che finiscono in "ismo" falliscono (capitalismo secondo lui è fallito nel 2008, comunismo ecc...)


Ecco già questo bastava per far cadere le braccia ma non finisce qui!

Una ragazza alza la mano e dice:
"scusi prof, ma i comunisti non sono quelli che vogliono portare gli immigrati in Italia?"

Questa ragazza ha ottimi risultati scolastici, quindi ditemi voi
chi va bene è così ignorante?

Chi va male cosa pensa?


La mia conclusione è che la scuola è solo un'insieme di nozioni e che la vera intelligenza viene dai propri interessi per ciò che succede nel mondo e dall'educazione della famiglia.

Voi che dite?

Xostantinou
00mercoledì 2 maggio 2012 14:56
Non è che il prof di francese abbia torto, infatti gli "-ismi" (estremismi, totalitarismi, ideologismi, assolutismi) hanno tutti dimostrato di essere fallimentari (tranne quelli che sono l'esatto contrario di una proiezione estrema ed assoluta, come i federalismi).

Per quanto riguarda la ragazza, può sbagliarsi riguardo alla generalizzazione sul comunismo, ma per quanto riguarda la posizione politica dei sedicenti comunisti italiani ci va estremamente vicino, infatti quella dei "confini aperti a cani e porci" per millantare una posizione di "anti-discriminatorietà" in opposizione ai rivali politici di centro-destra, è una linea politica cara soprattutto ai movimenti di sinistra.
dak28
00mercoledì 2 maggio 2012 15:06
Si ma scusa portare gli immigrati prima di tutto non ha niente a che vedere con le frontiere.

Io penso che sarebbero giuste ma "mica porto gli immigrati scusa..."

L'atto di portare sta a significare che lei li lascerebbe fuori quindi è razzista.


La storia degli ismo è una cazzata un'insegnate non deve insegnare che tutto ciò che ha un determinato criterio, come finire per ismo, fallisce.

Poi a parte che il comunismo non è fallito è fallito lo stalinismo.
Seconda cosa le parole con ismo come hai detto te mica tutta sono fallimentari, quindi...

Io sono di estrema sinistra e al giorno d'oggi la parola comunismo viene identificata come un "male" generale quasi come un insulto questo a causa della propaganda negli anni passati che, come vedo si è trasmessa fino ai nipoti.


Un'altra ragazza, sempre bravissima, ha detto:
"no!, gli immigrati portano il comunismo!"
Xostantinou
00mercoledì 2 maggio 2012 15:24
Il comunismo "fine a sé stesso" non è mai stato una forma politica, il comunismo come entità politica ha sempre avuto risvolti oligarchici quando non dittatoriali. Ed è fallito nella stragrande maggioranza dei paesi in cui si è imposto al governo nonostante appunto essendo al governo avrebbe avuto tutte le possibilità per affermare gli ideali utopici che ancora oggi qualcuno sbandiera (DDR, Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Jugoslavia, Romania, Bulgaria, URSS) e dove sopravvive ancora oggi o è ancora una feroce dittatura (Cina, Corea del Nord, Vietnam, Laos, Cuba) o è comunque uno Stato che si avvicina molto ad esserlo (Venezuela, Nicaragua, Bolivia), non di certo il "paese felice dell'uguaglianza".

Se, invece che di comunismo, si parlasse di socialismo, come formula di filosofia politica, sarebbe un altro paio di maniche.

L'insegnante forse poteva esprimersi in maniera più articolata e costruttiva, ma i suoi concetti di fondo non sono condannabili.

Per quanto riguarda l'immigrazione, è una legittima preoccupazione per una popolazione autoctona il fatto che esista una forza politica che intende accogliere chiunque e concedere tra l'altro agli immigrati da subito gli stessi diritti degli autoctoni, senza fare distinzioni per paura di venire etichettati come "razzisti".

Questa follia del "politically correct a tutti i costi", figlia degli orrori della seconda guerra mondiale, è una delle grandi concause ai disastri odierni.
dak28
00mercoledì 2 maggio 2012 15:31
A si perché gli immigrati hanno dei vantaggi rispetto a quelli che chiami autoctoni? o.O?

Magari adesso dici come uso comune, "danno il lavoro agli immigrati"e siamo a posto...
Xostantinou
00mercoledì 2 maggio 2012 15:35
Il fatto di concedere, come vogliono principalmente i partiti di sinistra, concedere la cittadinanza ed il diritto di voto agli immigrati, in tempi brevissimi (quando nemmeno sanno parlare italiano, figurarsi se si sono integrati e riescono a capire in piena coscienza la realtà sociopolitica del territorio in cui vivono), come lo chiameresti se non un "privilegio"?
dak28
00mercoledì 2 maggio 2012 15:42
Ma io non sapevo proprio che prendevano la cittadinanza in poco tempo

E poi scusa se vivi in italia hai il diritto di votare...

Io non so i tempi quindi prima di giudicare se giusti o sbagliati, dovrei sapere quelli
Xostantinou
00mercoledì 2 maggio 2012 15:57
Non è ancora una legge in vigore, per fortuna, ma una proposta che certi partiti stanno portando avanti.

Se vivi in italia hai diritto di votare, ma non quando sei in italia da poco, l'attuale limite di 10 anni mi sembra molto più sensato...e ci sono comunità di immigrati che dopo 10 anni che vivono in italia ancora si rifiutano di integrarsi. A questi nemmeno dopo 10 anni darei cittadinanza e diritto di voto.
dak28
00mercoledì 2 maggio 2012 17:08
Integrarsi cosa intendi?

E' piuttosto generico.
Xostantinou
00mercoledì 2 maggio 2012 17:15
Assimilare la lingua, gli usi ed i costumi del luogo...diventare parte integrante della comunità autoctona, e non isolarsi come un corpo estraneo.
dak28
00mercoledì 2 maggio 2012 21:29
No.

Ecco perché non siamo d'accordo la pensiamo alla radice in modo diverso.
Io penso che integrarsi significa essere prima di tutto accettati.
seconda cosa saper accettare gli altri.


Assimilare gli usi e i costumi non è necessario, io posso credere in Allah,Dio, Budda che sono sempre una persona che vive su un pianeta unico, quindi penso si, le frontiere non hanno senso.

Tornando a ciò che dice quella ragazza pensala come vuoi ma che mi dici di quella che dice
"il comunismo non è quella cosa che portano gli immigrati?"
GlaucopideSophia1
00mercoledì 2 maggio 2012 23:25
Secondo me essere integrati vuol dire conoscere la lingua del posto, mettere sempre davanti le leggi dello stato ospite e rispettare le tradizioni altrui , continuando comunque a coltivare le propie (tradizioni).
In italia spesso molti (sia italiani che stranieri) vogliono dei ghetti in cui l' immigrato può vivere come se non avesse mai lasciato il paese d'origine e secondo me questo è sbagliato, inoltre non è raro sentire gente che reputa giusto che gli italiani si adattino alle minoranze rinunciando alle propie tradizioni , cosa che non ha senso .
Xostantinou
00mercoledì 2 maggio 2012 23:56
Re:
dak28, 02/05/2012 21.29:

No.

Ecco perché non siamo d'accordo la pensiamo alla radice in modo diverso.
Io penso che integrarsi significa essere prima di tutto accettati.
seconda cosa saper accettare gli altri.


Assimilare gli usi e i costumi non è necessario, io posso credere in Allah,Dio, Budda che sono sempre una persona che vive su un pianeta unico, quindi penso si, le frontiere non hanno senso.

Tornando a ciò che dice quella ragazza pensala come vuoi ma che mi dici di quella che dice
"il comunismo non è quella cosa che portano gli immigrati?"




INTEGRARSI: forma riflessiva del verbo integrare, significa "integrare sé stessi", non essere accettati.

L'essere accettati non c'entra nulla con l'integrarsi.

Assimilare usi e costumi non è necessario, è FONDAMENTALE!
Nessuno obbliga a cambiare le proprie convinzioni, come la Fede o l'idea politica, ma capire e rispettare gli usi ed i costumi del paese in cui si va a vivere è imprescindibile.
Non mi dirai mica che è giusto che un gruppo di sudanesi che immigra in italia ha diritto di ignorare le leggi italiane, applicare la Sharia arrogandosi il diritto di stuprare le donne, uccidere le figlie che vogliono vestire all'occidentale o avere un fidanzato italiano, etc. spero?

Le frontiere hanno un loro senso storico ed etnolinguistico, ed esistono da quando l'Uomo ha ideato l'agricoltura ed ha smesso di essere nomade.

La frase di quella ragazza è insensata ed è frutto dell'abissale (e voluta!) ignoranza nella quale crescono le nuove generazioni, indottrinate fin dalla più tenera età a farsi pensare dagli altri, a seguire ideologie precostituite e ad autoconvincersi di vivere l'illusione di essere capaci di ragionare con la propria testa soprattutto quando ciò non è palesemente vero.
Basilio II Komnenos
00giovedì 3 maggio 2012 08:57
Per me le frontiere non hanno utilità, ma bisogna abituarsi ad assimilare usi e leggi del paese in cui vivi.
Sono nato in un mondo che stà degredendo a una pura forma di nazionalismo pericoloso e violento, e la cosa non è piacevole.
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