Thèmata

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Xostantinou
00giovedì 7 aprile 2011 16:35
cronaca di una rivoluzione riuscita
Anno 6499 dalla Creazione (990 d.C.)
Settembre.

Basileios II, della dinastia Macedone, ha 32 anni e da 14 è Imperatore ed Autocrate dei Romani.
Da solo un mese ha schiacciato la rivolta capeggiata dall'ambizioso Bardas Phokas, ed ora ha catturato anche il vero leader dell'opposizione: l'anziano, ma pericolosamente intelligente e valoroso, Bardas Skleros.
Basileios è affascinato ed ammirato da questo vecchio carismatico, capace di tenergli fieramente testa tanto sul campo di battaglia quanto a parole e, riconciliatosi con lui, gli conferisce il titolo di Kouropalates e lo tiene al suo fianco come proprio consigliere.
Bardas, tra le altre cose, riesce a convincere (nuova TL) l'austero Basileios a prendere moglie, offrendogli la mano di una delle sue figlie, Maria Skleraina.

Al matrimonio, che volle celebrato in pompa magna nella basilica di Hagia Sophia dal Patriarca Nicola II, parteciparono anche la sorella Anna ed il marito, Vladimir I, Gran Principe di Kiev e Novgorod, in qualità di testimoni.

Quello stesso anno, Basileios II parte per una campagna punitiva in Iberia, il cui sovrano era reo di aver appoggiato la rivolta del Phokas. La sua campagna fruttò la resa del sovrano che accettò di lasciare alla sua morte il regno di Iberia in eredità all'Impero.
Fatto ritorno a Costantinopoli, Basileios II inizia a preparare il piano d'invasione che, da Tessalonica, avrebbe dovuto portarlo a conquistare ed annettere la Bulgaria.

Nella primavera del 991 parte alla volta di Tessalonica con un grande esercito. Da quel momento e fino al 995 non allenterà mai la presa sulla Bulgaria.

Nel 992 giungono a Costantinopoli ambasciatori da Venezia, i quali si lamentano per il fatto che le loro navi mercantili, una volta giunte nella capitale, sono costrette a pagare dazi ritenuti troppo cari (negli ultimi tempi erano aumentati addirittura di circa sette volte). Il Basileus decise di venire incontro ai Veneziani e nel marzo 992 promulga una crisobolla con cui riduce le tasse doganali che i mercanti veneziani sono tenuti a pagare, a due solidi all'entrata nella dogana di Abido e quindici all'uscita. In cambio i Veneziani avrebbero concesso la propria flotta per le operazioni anfibie bizantine nell'Adriatico.

Nel 993 si allea con il principe serbo di Doclea ed occupa Borea, pronto ad invadere il cuore dell'Impero bulgaro.
Non combatte grandi battaglie, né la sua è una conquista lampo; sua è la convinzione che il successo dipende dalla capacità organizzativa. La disciplina, con questo tipo di tattica, è importantissima, quindi nessun soldato si sarebbe dovuto immolare in atti eroici, perché avrebbe rischiato, oltre che la sua vita, quella dei suoi compagni, creando varchi nella formazione militare.

Mentre Basileios II stava conducendo la guerra in Macedonia, la Siria viene invasa dai Fatimidi, che infliggono ai bizantini una sconfitta sull'Oronte (15 settembre 994) e stringono d'assedio Aleppo.
Il Basileus deve interrompere momentaneamente la campagna contro i Bulgari per correre a salvare l'Oriente dalla capitolazione, affidando il comando delle truppe illiriche al duca di Tessalonica Gregorio di Taron.
Mentre sta per partire per la Siria, un messaggero lo raggiunge a Nicea, con la notizia della nascita del suo primogenito, che chiamerà Nikephoros.

Nel 995 Basileios II raduna quarantamila uomini ad Antiochia in modo da trasportare velocemente il suo esercito verso la Siria a dorso di mulo. Le regioni limitrofe difatti, erano sconquassate da disordini causati dai musulmani, ed i soldati giunsgono appena in tempo per riuscire a difendere Aleppo. In breve l'imperatore riesce a sconfiggere l'esercito fatimide, che si ritira in Siria, e ad occupare Raphamea e Emesa.

Il 1º gennaio del 996 Basileios II emana la Novella. Questo editto, ispirato ai consigli del suocero Bardas Skleros ("per impedire nuove rivolte dei nobili, vessali con enormi tasse, affliggili, anche ingiustamente. In questo modo saranno troppo occupati a riuscire a sopravvivere e non avranno più tempo per ordire nuove trame"), consente al fisco imperiale di requisire ai proprietari terrieri tutte quelle proprietà che fossero state acquistate negli ultimi sessantuno anni, restituendole ai precedenti proprietari, a meno che non venissero riconfermate dallo stesso Basileus. Questo provvedimento ha lo scopo di bloccare le ambizioni espansionistiche di molti dei grandi casati nobiliari, che nell'ultimo secolo avevano assorbito in grossi latifondi la piccola proprietà terriera degli Stratioti, ovvero coloro che quella terra l'avevano ricevuta come compenso per il servizio permanente nell'esercito e con le rendite della quale si dovevano pagare l'equipaggiamento...la perdita di queste terre, Basileios lo intuì rapidamente, avrebbe fatto conseguentemente sparire la classe degli Stratioti e quindi l'intera spina dorsale delle forze armate imperiali. L'editto causò la rovina di molte famiglie aristocratiche dell'Impero, che persero tutti i loro possedimenti.
Il Basileus, inoltre, non si accontentò di togliere le terre all'aristocrazia ma la costrinse a pagare l'allenlengyon, tassa in precedenza pagata dai villaggi, i quali dovevano già numerose gabelle ai nobili stessi. Questa tassa aveva una duplice funzione: da una parte indeboliva ancora di più i nobili, dall'altra assicurava cospicui introiti: era difatti decisamente più semplice riscuoterla dai nobili abbienti che dai poveri i quali, quando il raccolto andava male, potevano arrivare anche al punto di uccidere gli esattori.

Sempre nel 996, a Costantinopoli, arrivò un'ambasciata di Ottone III del Sacro Romano Impero, che chiedeva a Basileios II la mano di una nobildonna bizantina. Basilio non chiedeva di meglio in quanto grazie a questo matrimonio l'italia sarebbe stata finalmente pacificata.
Purtroppo la principessa si ammalerà e morirà poco dopo le nozze.

Approfittando della campagna del Basileus contro i Fatimidi, lo Zar Samuil invade la Grecia ed il Peloponneso.
Mentre sta tornando in Bulgaria, tuttavia, l'esercito imperiale, condotto dalllo straordinario generale Nikephors Ouranos, precettore del giovane principe omonimo, riesce ad infliggere una rovinosa sconfitta all'esercito bulgaro (997), lo stesso Samuil riesce a salvarsi solo per mera fortuna.
Negli anni successivi, tuttavia, lo Zar bulgaro riprende l'offensiva, conquistando la Rascia e Doclea.

Nel 999, conclusa una tregua di dieci anni con il potente nemico islamico ed annessa l'Iberia all'Impero alla morte del principe che la governava, Basilio II lancia la sua offensiva contro la Bulgaria: conquista Serdica e parte della Bulgaria orientale, mentre però i Bulgari entravano a Durazzo.

Nel 1000, il Doge di Venezia Pietro II Orseolo sottomette la Dalmazia nel corso di una grande spedizione punitiva contro la pirateria nell'Adriatico, invia quindi il proprio figlio Giovanni a Costantinopoli per chiedere il riconoscimento imperiale del nuovo dominio. Basileios II concede ai veneziani il titolo di Dux Veneticorum et Dalmaticorum e pochi anni dopo, a seguito del sostegno ricevuto da Pietro Orseolo nella difesa di Bari dagli Arabi, acconsente al matrimonio della nipote Maria col giovane rampollo veneziano.

Dopo il periodo di lutto, nel 1001, Ottone III manda un secondo emissario, per chiedere in sposa un'altra nobildonna bizantina. Basileios II decide allora di concedergli la mano della più splendida delle sue nipoti, Zoe. La sorte però si accanisce ancora contro questo progetto. La nipote era partita per Bari, dove avrebbe dovuto incontrare il suo promesso sposo, da pochi giorni quando a Costantinopoli arrivò la notizia che Ottone era morto per una febbre improvvisa.

Tra il 1001 e il 1004 Basileios II lancia una campagna punitiva contro i Bulgari, che procedette lenta ma con ottimi risultati.
Inizialmente invade ed occupa i dintorni di Serdica, successivamente passa alla Macedonia, riconquista la Tessaglia ed espugna, dopo un assedio di otto mesi, la fortezza di Vidin, lungo il corso del Danubio. Da quella fortezza Basileios II si dirige a sud, dove infligge un'altra sconfitta a Samuil presso il fiume Vardar (1004).
Dopo queste vittorie, con il quale il Basileus aveva strappato metà del suo impero a Samuil, Basileios II decide di svernare a Costantinopoli.

L'anno successivo, ripresa la campagna, riesce ad espugnare Durazzo grazie a un provvidenziale tradimento.
L'odio di Basileios II contro i Bulgari, causato dalla disastrosa campagna condotta contro di loro 20 anni fa, non è stato attenuato dal tempo.
Dopo la vittoria conseguita, il 4 ottobre del 1014, nella battaglia di Kleidion, la sua ferocia è tale da fargli assumere l'appellativo di Bulgaroctono, ovvero "massacratore di Bulgari". Essendogli sfuggito da tra le mani lo Zar, Basilio fa radunare circa 14.000 Bulgari e, messi in fila a gruppi di cento, li fa accecare tutti tranne al primo della fila cui viene cavato un occhio solo, in modo che possa condurre i suoi compagni dallo Zar. Samuil, che nel frattempo era riparato nella fortezza di Prespa, sconvolto, morì due giorni dopo aver visto come la sua grande armata era stata distrutta.

A Samuil succede il figlio Gavril Radomir, che si affretta ad implorare la pace offrendosi di diventare vassallo dell'Impero.
Basileios rifiuta e continua l'offensiva.

Gavril muore nel 1015 ucciso da suo cugino, Ivan Vladislav, che gli succede.
Anche il nuovo Zar tenta di giungere alla pace, dicendo di essere disposto ad accettare il vassallaggio.
In un primo momento Basileios II accetta ma quando vede che, nonostante i patti, lo Zar ha già pianificato di aggredire Durazzo, il Basileus infuriato riprende le ostilità conquistando Ocrida e ripetendo le atrocità sui prigionieri già commesse dopo la vittoria di Kleidion.

I Fatimidi invadono di nuovo l'oriente, conquistando il protettorato bizantino di Aleppo, mentre il re di Georgia, Giorgi I,aggredisce il thema di Iberia.

Basileios II non si fa distrarre da tali offensive e continua la conquista di ciò che rimane del potente Impero Bulgaro.
Ivan Vladislav tenta una disperata resistenza, ma muore nel tentativo di espugnare Durazzo (febbraio 1018).
Venuto a conoscenza della morte dello Zar, Basileios decide di condurre l'offensiva finale: occupa di nuovo Ocrida (recuperata poco tempo prima da Giovanni) ed annette completamente la Bulgaria occidentale all'Impero.
Con questa vittoria Basilio riporta tutta la penisola balcanica sotto il controllo dell'Impero, cosa che non accadeva dai tempi di Eraclio I.
Celebrò questa vittoria vittoria prima con una messa solenne nel Partenone di Atene, e successivamente a Costantinopoli.

I territori riconquistati vengono riorganizzati in themata: i themata di Bulgaria (parte centrale dell'Impero bulgaro), Paristrion (parte orientale dell'Impero bulgaro), Sirmio e Dalmazia.
Inoltre i territori di Doclea, Zaculmia, Rascia e Bosnia divengono vassalli dell'Impero.
L'imperatore si dimostra misericordioso con i sudditi dei territori conquistati. Stabilisce che essi possano pagare le tasse in natura e non in denaro, come invece accade nelle regioni più sviluppate dell'Impero, inoltre, anche se aveva degradato il patriarcato bulgaro a semplice arcivescovato, ne garantsce comunque il privilegio dell'autocefalia. In tal modo consente all'Impero di controllare la chiesa bulgara senza però ampliare ulteriormente la già vasta sfera d'influenza del patriarcato di Costantinopoli, che negli ultimi anni si era fatto molto potente e poco docile nei confronti del potere temporale.

Concluse le sue campagne di conquista in Occidente, Basileios II si concentra sull'Oriente.
Grazie a una ribellione del governatore fatimide, Aleppo passa dalla parte bizantina, e Basileios ristabilirsce il protettorato imperiale su quella regione.
Per contrastare gli attacchi di Re Giorgi I di Georgia, che si è nel frattempo alleato con il re di Ani, Basileios II invade la Georgia e la riduce a protettorato bizantino, oltre alla cessione di alcuni territori all'Impero. Anche Ani diviene un protettorato ed alla morte del re, come già successo con l'Iberia, sarebbe stato annesso all'Impero. Anche lo stato armeno di Kars diviene vassallo dell'Impero mentre il territorio di Vaspurakan, ceduto all'Impero dal suo sovrano, diviene un nuovo thema.

Nel 1022 scoppia una nuova rivolta in Anatolia.
Il figlio di Bardas Phokas, Nikephoros, si autoproclama Basileus ed ottenne l'appoggio della Georgia e di Ani, ma Basileios II sopprime rapidamente la rivolta riuscendo inoltre a ridurre di nuovo all'obbedienza i due stati vassalli che avevano osato appoggiare l'usurpatore.
Questa è la prima campagna nella quale il giovane Nikephoros scende in battaglia al fianco del padre, dimostrando straordinarie doti di comandante, grazie forse alla sapiente guida di Nikephoros Ouranos che gli fece da precettore.
Nel 1025, Basileios II sta preparando assieme a Nikephoros, che ormai è stato cooptato al trono, la campagna di riconquista della Sicilia; il 15 dicembre, però, morì, all'età di 67 anni.

L'Impero alla morte di Basileios II:
Xostantinou
00giovedì 7 aprile 2011 18:37
Anno 6534 dalla Creazione (1025)
Dicembre

Nikephoros, figlio di Basileios II "Boulgaroktonos", sale al trono all'età di 31 anni, con il nome di Nikephoros III, Imperatore ed Autocrate dei Romani.

Tutt'altro che inesperto, il giovane Basileus conferma da una parte il polso duro contro l'aristocrazia terriera, dall'altra la volontà di continuare il progetto del padre, di riportare l'Impero ad essere nuovamente la più grande potenza al mondo e sottomettere l'intera oikumene alla corona dei Basileis.
Lo zio, Konstantinos VIII, politicamente è completamente inetto ed il suo unico interesse è quello di dissipare denaro in banchetti luculliani ed intrattenersi con numerose concubine.
Come suo padre fece con il suo precettore, Nikephoros Ouranos, anche Nikephoros III scelse di affiancarsi ad un generale dal brillante avvenire, Giorgios Maniakes, poco più giovane del sovrano.
Sarà lui il braccio destro di Nikephoros III nella campagna di Sicilia.

1028: Mentre in Europa scoppia la guerra tra il neonato Regno di Polonia ed il Sacro Romano Impero, Nikephoros III e Giorgios Maniakes conducono una campagna in oriente, mentre il Basileus espugna, con un assedio della durata di 9 mesi, la città di Aleppo, Giorgios Maniakes strappa ai Turchi la città di Edessa.

Muore, stroncato dai suoi vizi, Konstantinos VIII.

1029: tumulti e dissidi tra i governatori Kalbiti ed il Califfo Fatimide convincono Nikephoros III che è il momento giusto per avviare la campagna in Sicilia. Georgios Maniakes avvia i preparativi.

Il duca di Napoli concede Aversa a Rainulfo Drengot, per aver aiutato i partenopei a difendere Salerno dall'assedio dei saraceni.

1030: Facendo perno sulla fortezza di Reggio, Giorgios Maniakes sbarca a Messina al comando di un'enorme forza composta da 30.000 fanti pesanti dei themi, 14.000 cavalieri e reparti scelti dei Tàgmata e 26.000 tra ausiliari e mercenari.
Entro l'anno viene presa Messina, Siracusa e Catania sono assediate.

1030-1034: Catania, Siracusa ed Enna sono prese dalle truppe imperiali comandate dal Maniakes, ma un contingente viene intercettato (1033) e distrutto dagli Arabi sulla strada per Agrigento.
Nikephoros III salpa da Durazzo (1034) con 16.000 uomini del Tàgmata, tra i quali i 6.000 della Guardia Variaga.

1035-1040: Approfittando dell'assenza del Basileus, l'aristocrazia terriera anatolica, capeggiata da Romanos Argyros, marito della cugina di Nikephoros, Zoe.
Nikephoros è costretto a rientrare nella capitale di fretta con le sue truppe per sedare la rivolta.
Romanos Argyros è autoproclamato Basileus a Nicea e conta di entrare a Costantinopoli per ottenere la corona imperiale in virtù del suo matrimonio, ma la città gli sbarra le porte.

Entro il 1036 Giorgios Maniakes riesce a prendere anche Ragusa e Gela, ma di fronte alla controffensiva araba deve rinunciare ad avanzare su Palermo ed Agrigento, preferendo dare un po' di respiro all'armata in attesa del ritorno di Nikephoros III.
Il Basileus avanza verso Thessalonika, raccogliendo attorno a se i contingenti dei thèmata balcanici, a lui fedeli.
Lo scontro con le truppe di Romanos Argyros avviene a gennaio 1037 ad Oraiokastron, le truppe anatoliche sono sconfitte e Romano viene catturato, torturato ed ucciso.
A Zoe, che aveva trovato rifugio a Costantinopoli, viene risparmiata la vita, ma è costretta a prendere i voti ed a venire esiliata in un monastero a Cherson.
Ci vorrà ancora un anno prima che la situazione interna venga consolidata.
Nikephoros III interviene ancora una volta sulla struttura amministrativa dell'Impero, con nuovi decreti a tutela della Strateia e delle comunità di villaggio.
L'allelengyon viene esteso anche alle proprietà ecclesiastiche.
Entro il 1039 Nikephoros III salpa nuovamente per la Sicilia con truppe fresche. L'arrivo a Siracusa del Basileus e dei suoi 20.000 uomini è salutato con grande calore da Maniakes e dai suoi uomini, che nel frattempo hanno dovuto cedere Enna e Gela alla controffensiva Fatimide.
L'offensiva imperiale non si fa attendere ed entro il 1040 Maniakes è avanzato fino ad Agrigento, che viene presa in 4 mesi, mentre Nikephoros III assedia Palermo.

I Turchi Seljukidi conquistano la Persia Ghaznavide e si preparano ad entrare sullo scacchiere mesopotamico.

1041:Arduino, il signore longobardo di Melfi, si ribella alla potestà bizantina ed attacca il Catapano Michael Dokeianos nel nord della Puglia, sconfiggendolo grazie alle truppe normanne. Guglielmo d'Altavilla si proclama conte di Puglia.
Nikephoros III richiama Giorgios Maniakes dall'assedio di Trapani e gli affida il comando delle operazioni contro Palermo, assediata da quasi 11 mesi ma resiste grazie alla flotta egiziana che, dopo aver sconfitto quella bizantina, continua a rifornire la guarnigione della città.
Il Basileus si prepara a partire per la Puglia, dove intende sradicare completamente ogni sorta di resistenza al potere bizantino.

[continua]
MegasBasileus
00giovedì 7 aprile 2011 21:51
Moooooooolto bella Xost.
Praticamente il punto di svolta sarà il mantenimento del sistema thematico?
Posso farti un appunto? Così magari mi illumini.
So che molti Basileus tentarono di mantenere il sistema in vita attraverso leggi che annullavano le acquisizioni, che davano prelazioni ai vicini o a coloro che contribuivano con il proprietario all'armamento. Tuttavia non riuscirono mai a farle rispettare, vuoi perché i contadini romei erano troppo poveri e avevano bisogno di stabilità andandosi a mettere sotto la protezione del potente di turno, vuoi perché i funzionari imperiali traevano vantaggi dai grandi latifondisti quando non lo erano loro stessi.
Quindi mi chiedo come Basilio sia riuscito a far applicare la legge, inoltre la vessazione dei nobili non avrebbe portato rapidamente ad una ribellione della aristocrazia terriera con relativo scontro o congiura di palazzo?(poiché non specifici credo che venga vessata anche l'Aristocrazia Capitolina. Siccome è un punto su cui ho sempre riflettuto appunto perché sostenevo anche io che la sopravvivenza dei Themata forse avrebbe potuto mantenere la potenza militare romea, non sono mai riuscito a darmi risposte definitive, quindi approfitto per chiedere quale è stato il tuo pensiero a proposito.
Ciao e verrà sicuramente un'ucronia fantastica!
Xostantinou
00venerdì 8 aprile 2011 09:08
Basilio II, così come i suoi predecessori Giovanni I Tzimiskes e Niceforo II Phokas, avevano dalla loro una forza che i successori non avranno: erano amati dal popolo e dall'esercito, proprio grazie a questi provvedimenti volti ad arginare gli abusi dell'aristocrazia terriera.
Guarda al regno di Basilio II, ci furono ben tre rivolte capeggiate dai due Bardas, ma in nessun caso ebbero la forza per sconfiggere Basilio II, perché? Facendo leva sull'odio dell'aristocrazia e delle truppe fedeli agli Strategoi aristocratici, avrebbero dovuto avere una forza tale da schierare un esercito sufficiente (in fin dei conti l'aristocrazia terriera governava praticamente tutta l'Asia minore...parliamo di quasi 2/3 della potenza economica e militare dell'Impero) a sconfiggere Basilio II e le truppe a lui fedeli (teoricamente solo i Tàgmata, che erano legati personalmente ai Basileis...circa 40-50.000 uomini in tutto).
Questo non successe perché in questo periodo la struttura thematica era ancora integra, lo stato era gestito da funzionari statali, non era ancora iniziato "l'appalto" ai nobili delle funzioni amministrative come la riscossione dei tributi, così come i nobili non erano autorizzati ufficialmente a crearsi un proprio seguito armato (quello che porterà al sistema semi-feudale della Pronoia).
I nobili in quest'epoca erano poco più di ricchi latifondisti con un incarico nell'amministrazione pubblica, ma sia il loro incarico che le il loro patrimonio fondiario erano ancora dipendenti dal potere imperiale (ricordiamo che per il Diritto bizantino la proprietà privata, nel vero senso del termine, non esiste, nessuno "possiede" delle terre, esse sono di proprietà della corona che le cede in amministrazione più o meno perpetua, ma si riserva sempre il diritto di togliere, ridurre o estendere a propria discrezione questa concessione).
Finché i Basileis quindi furono abbastanza potenti ed intelligenti da tenere l'aristocrazia lontana da certi privilegi, fu ancora possibile gestire lo Stato con ottimi risultati, ma, nella Storia reale, già Costantino VIII, fratello di Basilio II, quando salì al trono, totalmente disinteressato alla politica, concesse agli aristocratici di revocare le leggi del fratello, e questo trend fu seguito praticamente da tutti i suoi successori, soprattutto visto che né Costantino VIII né Basilio II ebbero eredi maschi, quindi la continuità dinastica fu proseguita dalle due figlie di Costantino, Zoe e Teodora, che sposarono esponenti dell'aristocrazia anatolica i quali, non appena raggiunto il potere, si affrettarono a varare leggi che favorivano il proprio ceto.
Ci furono alcuni tentativi, tra Basilio II ed i Comneni, di intervenire quando, guardando la situazione dall'alto del soglio imperiale e non dal basso del latifondo, si vide troppo palesemente che ciò stava polverizzando l'intera struttura economico-amministrativa e militare dell'Impero, ma ormai il processo era così avanzato che ogni tentativo di tornare ad un sistema thematico venne stroncato sul nascere dai latifondisti aristocratici.
Visto che ormai lo stato era lasciato a sé stesso dalla lotta per il trono tra aristocrazia terriera anatolica ed aristocrazia burocratica costantinopolitana, l'unica soluzione di una certa qual consistenza la trovarono i Comneni, ovvero dare un senso allo status quo ed istituire il sistema della Pronoia.
Keirosophos
00venerdì 8 aprile 2011 15:07
Molto bella e avvincente! Non vedo l'ora di sapere l'esito della campagn a italica!
Xostantinou
00venerdì 8 aprile 2011 16:35
1042: Mentre Palermo cade finalmente nelle mani di Giorgios Maniakes, Nikephoros III affronta i Normanni, impegnati nell'assedio della roccaforte bizantina di Rossano. La vittoria romea è più che altro simbolica, visto che i Normanni si ritirano dopo le prime scaramucce, richiamati da Guglielmo d'Altavilla, Duca di Puglia, intenzionato a prendere Bari prima dell'arrivo di Nikephoros III, per affrontarlo poi a ranghi completi.

1043: Giorgios Maniakes assedia l'ultima città siciliana in mano araba, Trapani.
Bari si consegna ai Normanni quando Nikephoros III è orma alle porte di Matera.
Ad Altamura Nikephoros III subisce una rovinosa sconfitta per mano di Guglielmo d'Altavilla e solo fortunatamente riesce a riparare a Brindisi, da dove salpa, scortato dalla flotta veneziana, verso Durazzo.
Il Basileus non fa nemmeno in tempo a mettere piede in Grecia che viene raggiunto dalla notizia che un enorme esercito Russo-Slavo sta scendendo il Mar Nero in direzione Costantinopoli, guidato dal Principe Vladimir di Novgorod.
Contestualmente l'aristocrazia anatolica si solleva nuovamente, capeggiata dallo Strategos di Paphlagonia, Isacco Komnenos.

Battaglia di Costantinopoli: la flotta bizantina devasta con il fuoco greco le imbarcazioni russo-slave che erano entrate nel Mar di Marmara.
Nikephoros III, giunto a marce forzate dall'Epiro con le truppe dei themi di Ellade, Thessalonika, Durazzo e Bulgaria, attacca alle spalle le truppe russe impegnate nell'assedio.
Il Principe Vladimir è costretto a ratificare gli accordi già sottoscritti dal nonno Vladimir I di Kiev.
Nikephoros III amplia i privilegi commerciali dei mercanti russi in cambio di un'alleanza militare, che viene sancita con il matrimonio del Basileus con la sorella di Vladimir, la principessa kievana Anastasia.

1043-1044: Nikephoros III, alla testa delle armate dei themi balcanici ed affiancato da un nutrito contingente russo, sbarca sulla sponda asiatica del Bosforo.
Nel frattempo Isacco Komnenos ha posto con l'esercito del thema di Paphlagonia assedio a Nicea, mentre al suo fianco si sono sollevati anche gli Strategoi dei themata di Anatoliko, Cappadocia ed Armeniakon, portando in totale il numero delle loro forze a ben 30.000 uomini. Le forze thematiche a disposizione di Nikephoros III non superano i 14.000 uomini, anche chiamando alle armi l'intero esercito thematico dei Balcani, oltre ai 5.000 russi concessi da Kiev ed ai 2.000 dei Tàgmata superstiti della campagna contro i Normanni.
Forte della propria superiorità, Isacco avanza contro il Basileus a Brussa e lo respinge. Nikephoros III ripiega su Philadelphia, dove può contare sulla fedeltà dello Strategos di Thrakesion, e fa richiamare il Maniakes dalla Sicilia.
Anche lo Strategos di Boukellarion si unisce alla rivolta di Isacco Komnenos, con un importante contributo di 8.000 uomini.
Isacco, lasciata un'armata ad assediare nuovamente Nicea, marcia su Costantinopoli.

Giorgios Maniakes sbarca con 5.000 uomini a Smyrne e raggiunge Nikephoros III a Philadelpia.
Il Basileus richiama truppe dai themata confinari dell'Asia, altri 8.000 uomini, ed accorre in soccorso della capitale.

Isacco, facendo entrare in città alcuni uomini attraverso il grande acquedotto, entra a Costantinopoli e costringe il Patriarca a dichiarare decaduto Nikephoros III e ad incoronarlo Basileus.

Nikephoros III libera dall'assedio Nicea, sbaragliando le truppe dello Strategos di Boukellarion. Le truppe dei themata di Opsikion ed Optimation vanno a rinforzare l'esercito di Nikephoros III, portando i suoi effettivi a 32.000 uomini.
Maniakes conduce i suoi veterani ed i russi a Gallipoli, da dove intende marciare su Costantinopoli, mentre Nikephoros III prosegue in Asia, diretto al sobborgo di Scutari.

Isacco affronta, al comando di 35.000 uomini, Nikephoros III a Scutari.
Le forze sono quasi equivalenti ma la svolta avviene grazie all'ammutinamento degli stratiotai delle truppe thematiche di Isacco, che non intendono di certo sostenere le ambizioni di un latifondista contro un Basileus da sempre schierato a favore della strateia.
Isacco Komnenos viene catturato, torturato e giustiziato. Le teste degli Strategoi uccisi vengono inviati ciascuna nei themi da essi amministrati come monito.
In quelle stesse ore, Costantinopoli spalancava festante le porte alle truppe di Giorgios Maniakes, recante il vessillo del Basileus Nikephoros III.

Nikephoros III torna nella capitale festeggiato dalla folla.
La sua riforma sarà una cruenta vendetta nei confronti dell'aristocrazia terriera anatolica che si è ribellata:
famiglie come Skleros, Kourkuas, Lekapenos, Phokas, Malinos, Argyros, Botaniates, Diogenes, Briennios, Tornikes, Vatatzes vedono i propri possedimenti praticamente ridotti ad un decimo della loro antica estensione; le loro terre, confiscate dal demanio, vengono distribuite a molti contadini che diventano nuovi stratioti.
Molte di queste famiglie si ritrovano ora a possedere latifondi di poco più grandi a quelli di un comunissimo stratiota.
La famiglia dei Komnenos, che aveva visto la sua ascesa grazie al padre di Isacco, ma soprattutto ad Isacco stesso, vede le sue terre confiscate interamente a favore delle famiglie Laskaris, Doukas e Palaiologos, rimaste fedeli al Basileus, i suoi membri vengono estromessi da tutti gli incarichi pubblici e di corte.

Mentre Nikephoros III e Giorgios Maniakes sono impegnati nella soppressione della rivolta, l'Emiro di Sicilia ha approfittato per condurre una controffensiva, che ha riportato nelle sue mani le città di Marsala, Mazara, Segesta, Alcamo e Palermo.

Ad oriente intanto le orde dei turchi Seljukidi si abbattono sulle provincie di confine dell'Impero.
Sguarnite dal grosso delle truppe thematiche, richiamate ad occidente dalla guerra civile, questi thèmata sono difesi solamente dalle truppe di confine delle kleisourai, gli Akritai.
I thèmata di Vaspurkan, Ani, Taron, Iberia, Theodosiupolis e Mesopotamia cadono uno dopo l'altro.
Antiochia, Edessa e Melitene sono riconquistate dagli Arabi.
L'opera di conquista ad oriente del grande Basileios II è vanificata in poco più di un anno.

Nell'italia meridionale i Normanni avanzano come un'onda di piena, travolgendo il thèma di Langobardia...Brindisi e Reggio sono le uniche roccaforti che riescono a resistere.

[continua]
Xostantinou
00martedì 28 giugno 2011 18:23
1045: L'anno nuovo si apre sotto i peggiori auspici.
Gli Arabi hanno respinto l'avanzata in Sicilia e riconquistato la Siria, i Turchi Seljukidi hanno occupato il Caucaso e l'alta Mesopotamia, contenuti a stento alle porte dell'Anatolia.
L'italia meridionale è quasi strappata all'impero dalle travolgenti armate normanne.
Nikephoros III si trova ora a dover lottare su quattro fronti e non vi sono validi alleati da interpellare, i Cumani e gli Ungheresi sono ostili, i Russi sono poco disponibili e troppo distanti per essere significativi, Venezia ed il Sacro Romano Impero sono infidi e pericolosi.

Maniakes viene rispedito con nuove forze in Sicilia, l'obiettivo è quello di chiudere il conto con gli Arabi di Sicilia prima di tornare all'attacco dei normanni in sud italia.
Nikephoros III invece sceglie di comandare personalmente la controffensiva in oriente.

Nel giro di otto mesi, Palermo, Trapani e Marsala sono di nuovo sotto assedio, e gli Arabi sono prossimi a venire cacciati dall'isola.
La campagna di Nikephoros III invece si risolve in una catena impressionante di disastri: Kolonea e Sebastea cadono in mano turca, che si spingono con le loro incursoni fino alla Cappadocia ed a Sinope; Trebisonda è assediata.
Nikephoros III scampa per miracolo ad un'imboscata nella regione di Antiochia e la sua armata viene quasi distrutta. La guerra civile e la campagna italiana hanno svuotato l'Impero delle poche forze rimaste dopo le travolgenti campagne di Basileios II.

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