La sovrintendenza a Napoli... Che schifo.

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Xostantinou
00mercoledì 5 maggio 2010 15:44
tutto questo è vero, vergognoso e profondamente desolante per tutti quelli che si sono conquistati una laurea con sacrificio e passione ed invece di fare come lavoro ciò che amano ed a cui hanno dedicato tanti anni di studio sono costretti al precariato o addirittura cercarsi un lavoro in tutt'altro ambito causa carenza di fondi (in parte sprecati per stipendiare questa ma anche altra gente indegna) con la sola, vana, speranza di ricevere una chiamata per un misero contrattino sottopagato della durata di qualche mese in condizioni di lavoro assurde...

...senza poi contare che ad oggi quella dell'archeologo, in un paese come l'italia, non è considerata manco una professione...
_Tiberias_
00mercoledì 5 maggio 2010 16:49
Re:
Xostantinou, 05/05/2010 15.44:

tutto questo è vero, vergognoso e profondamente desolante per tutti quelli che si sono conquistati una laurea con sacrificio e passione ed invece di fare come lavoro ciò che amano ed a cui hanno dedicato tanti anni di studio sono costretti al precariato o addirittura cercarsi un lavoro in tutt'altro ambito causa carenza di fondi (in parte sprecati per stipendiare questa ma anche altra gente indegna) con la sola, vana, speranza di ricevere una chiamata per un misero contrattino sottopagato della durata di qualche mese in condizioni di lavoro assurde...

...senza poi contare che ad oggi quella dell'archeologo, in un paese come l'italia, non è considerata manco una professione...




Io ho avuto un'esperienza diretta nella galassia dei beni culturali, ed ho toccato con mano il lassismo presente in quel mondo (per carità non sempre e non ovunque è così).

Nel mio caso si trattava di un'istituto storico dove si lavorava regolarmente dalle 9.00 (io entravo alle 7.30). Appena arrivati i "capi" dovevo smettere di lavorare perchè non potevo rifiutare il loro invito ad andare a prendersi il caffè al bar. Durata 15 minuti. Vedevo gente parlare normalmente dei propri problemi, di dove andrà in vacanza, del marito che perde i punti della patente, e questo per decine di minuti in piedi lontano dalle scrivanie. Senza contare il fatto delle volte che il capo mi diceva di andarmene a casa a mezzogiorno (quando il contratto prevedeva una giornata intera) con la motivazione che ero giovane e mi dovevo "divertire e riposare"...
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