L'ordalia

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ironman1989.
00mercoledì 9 giugno 2010 21:16
Attendendo risposta per Arisgotto mi è venuta un'altra curiosità: in cosa consisteva esattamente il rito dell'ordalia? Che significato aveva? Da dove ha origine?
Xostantinou
00giovedì 10 giugno 2010 13:41
L'ordalia significa "giudizio di Dio")è un'antica pratica tipicamente di origine germanica ma riscontrabile anche in altre culture come quella etrusca o semitica, secondo la quale l'innocenza o la colpevolezza dell'accusato venivano determinate sottoponendolo ad una prova dolorosa o a un duello. La determinazione dell'innocenza derivava dal completamento della prova senza subire danni (o dalla rapida guarigione delle lesioni riportate) oppure dalla vittoria nel duello.

Questo tipo di processo sopravvisse fino al XVI secolo nell'Europa occidentale e più a lungo altrove.

In Europa l'ordalia era spesso "del fuoco" o "dell'acqua": metallo incandescente nel primo caso e acqua bollente nel secondo. L'uso esatto dell'ordalia variava notevolmente, una pratica scandinava e anglo-sassone era che l'accusato facesse nove passi reggendo in entrambe le mani una barra di ferro incandescente. A seconda dei costumi del periodo, l'innocenza era mostrata da una completa assenza di lesioni, oppure le ferite venivano fasciate ed esaminate per verificarne la guarigione o la suppurazione. Una versione inglese prevedeva che nove lame incandescenti venissero poste sul pavimento. L'accusato veniva bendato e se attraversava il pavimento senza ferite veniva giudicato innocente.

In epoca etrusca e successivamente romana l'ordalia consisteva nel legare i polsi e consegnare quindi una corta spada al presunto colpevole e chiuderlo in un sacco assieme ad un gallo, un cane, un serpente e una scimmia (o una capra): successivamente il sacco veniva immerso nelle acque del Tevere o di un altro corso d'acqua. Se la persona sottoposta a questo rito riusciva a liberarsi aveva il consenso degli dei ed era considerata innocente. Una variante di questa Ordalia, era di incappucciare il condannato e legargli dietro alla schiena una mano. L'altra mano libera teneva una spada, e così il condannato doveva combattere contro una bestia feroce. Se moriva, veniva seppellito insieme alla bestia dentro un sarcofago, su cui veniva poi dipinta una luna nera. Questo rito veniva anche chiamato "Phersu".

Gregorio di Tours registrò la comune aspettativa che con una pietra miliare attorno al collo il condannato sarebbe affogato: "I crudeli pagani lo gettarono [Quirino, vescovo della chiesa di Sissek] in un fiume con una pietra miliare legata al collo, e quando cadde in acqua venne sostenuto a lungo sulla superficie da un miracolo divino, e la acque non lo risucchiarono sotto poiché il peso dei crimini non gravava su di lui". (Historia Francorum 1.35)

Una variante dell'ordalia dell'acqua era la richiesta di togliere una pietra da un pentolone di acqua bollente. Le ferite riportate indicavano la colpevolezza come nell'ordalia del fuoco; talvolta il liquido usato poteva essere olio o piombo fuso. L'ordalia dell'acqua poteva anche consistere nel consumo di "acqua amara" senza subire danno (questa è presente nella Torah come prova per una donna accusata di aver commesso adulterio e viene chiamata Sotah nell'ebraismo, comunque, è il contrario del caso normale, in quanto l'acqua non dannosa viene vista come trasformata in un veleno mortale se l'accusato è colpevole).
« 19] Il sacerdote farà giurare quella donna e le dirà: Se nessun uomo ha avuto rapporti disonesti con te ... quest'acqua amara, che porta maledizione, non ti faccia danno!
20] Ma se ti sei traviata ... quest'acqua che porta maledizione ti entri nelle viscere ... »

(La Bibbia, C.E.I., Numeri 5, 19)

Valerio Massimo ricorda la prova cui dovette sottoporsi Tuccia, una vestale accusata di aver violato il voto di castità (incestum). La vestale chiese di poter provare la sua innocenza sottoponendosi a una prova consistente nel tentare di raccogliere l'acqua del Tevere con un setaccio, dopo aver richiesto l'aiuto della dea Vesta. La prova riuscì e Tuccia venne ritenuta innocente.

In epoca cristiana gli elementi dell'ordalia del fuoco e dell'ordalia dell'acqua erano solitamente sotto il controllo e la supervisione del clero locale. Le registrazioni giudiziarie di questi procedimenti indicano che un discreto numero di accusati venne scagionato dall'ordalia. Poiché i sacerdoti conoscevano i loro parrocchiani, e ascoltavano le loro confessioni, sembra probabile che l'ordalia venisse aggiustata in qualche modo, per ottenere un verdetto che il sacerdote riteneva giusto.

Il clero stesso non era disposto a sottoporsi ai rischi dell'ordalia dell'acqua o del fuoco, quindi veniva prevista l'ordalia del pane. Un pezzo di torta, di pane o di formaggio (chiamato "boccone maledetto"), veniva posto sull'altare della chiesa. L'accusato veniva portato all'altare e recitava una preghiera, con l'effetto che Dio avrebbe inviato l'arcangelo Gabriele a bloccare la sua gola e farlo soffocare se colpevole. Pochi vennero condannati da questo processo, anche se è plausibile che le dimensioni del boccone spettassero all'inquisitore, che similarmente aveva una conoscenza segreta del comportamento dell'accusato derivategli dal confessionale.
ironman1989.
00giovedì 10 giugno 2010 13:57
Grazie mille Xostantinou [SM=g7348] ...ma l'ordalia si trova anche in culture lontane dalla nostra? Tipo quelle orientali o al limite la cultura araba...
Xostantinou
00giovedì 10 giugno 2010 14:00
quella araba musulmana non mi risulta, si applicava la Sharia e basta, su quelle dell'estremo oriente sinceramente non ti saprei dire...
Keirosophos
00giovedì 10 giugno 2010 14:38
Qui posso risponderti io...veniva applicata anche nella cultura araba (perlopiù nelle zone iraniche e afgane ma molto raramente e non nei grandi centri) e, di solito, consisteva nello scottare con una specie di cucchiaio rovente la lingua del/i colpevole/i . Poi l'imam avrebbe stabilito in base alle bruciature sulla lingua la colpevolezza dell'imputato. ancora oggi a volte si pratica (visto su un documentario, mamma mia che orrore....)
Xostantinou
00giovedì 10 giugno 2010 14:59
quindi nelle zone tribali dove l'Islam si mescolava a forti usanze preesistenti...
ironman1989.
00giovedì 10 giugno 2010 15:04
Grazie mille Xostantinoue Keirosophos!!
Keirosophos
00giovedì 10 giugno 2010 15:34
a Kost: si, infatti erano zone rurali (oltre a dirlo il documentario lo si poteva notare dal luogo) se non sbaglio era tra l'iran e l'afganistan...
a ironman: di niente!
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