Cavalleria Pesante e Leggera

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
MegasBasileus
00lunedì 24 gennaio 2011 19:45
nel periodo Napoleonico
salve a tutti scrivo per un dubbio che mi è preso a cui ho tentato di dare una risposta che volevo sottoporre al vostro vaglio per capire se può essere corretta.

La distinzione tra cavalleria pesante e leggera nel periodo napoleonico (prendendo napoleonico in senso lato, meglio sarebbe dire con l'avvento del moschetto su larga scala).
Ebbene tutti credo sappiamo definire la differenza perlomeno basilare che intercorre tra un cavaliere pesante e leggero del periodo medievale.
Il cavalleggero è un soldato montato senza o con armatura leggera che fa della sua mobilità la sua carta vincente, spesso proprio per questo fattore è armato (nelle realtà orientali) con un arco o giavellotto oltre che il binomio inscindibile lancia/spada.
Aveva compiti di supporto e disturbo e di soppressione di arcieri e truppe leggere nemiche.

Il cavaliere pesante era invece, citando M2TW, l'equivalente medievale di una palla da demolizione. Pesantemente corazzato, spesso anche il cavallo lo era, il suo compito era semplicemente resistere a tutto e distruggere tutto quello che gli si parava davanti.

Con l'avvento della guerra di tipo napoleonico (sempre presa in senso lato) le armature diventano inutili dinanzi la potenza devastante della polvere pirica.
Percui cavaliere e cavallo vengono privati di questo tipo di protezione per garantire una migliore capacità di manovra senza contare che la cavalleria comincia a passare in secondo piano nei confronti della fanteria.

Il cavaliere è armato quindi di sciabola, in alcuni casi lancia, e spesso se di un certo livello di una carabina.
Della vecchia armatura rimaneva qualche decorazione (come i corazzieri).

A questo punto è ovvio che non ha più senso parlare in senso stretto di cavalleria pesante e leggera, come non ha senso parlare di fanteria pesante e leggera sulla stessa base di ragionamento.
Eppure reparti come i Dragoni, i Corazzieri, i Carabinieri vengono comunque definiti di cavalleria pesante, per contro i Cacciatori a Cavallo, gli Ussari, i Lancieri sono spesso associati alla cavalleria leggera o media.
Da qui il mio dubbio.
La risposta che mi sono dato prende quindi in considerazione non la dotazione del cavaliere, ma quanto i suoi compiti proprio sul modello antico-medievale.
i Cacciatori a Cavallo e i Lancieri per esempio davano il loro meglio in situazioni di disturbo a alla cavalleria o alla fanteria nemica senza però dover sostenere scontri prolungati con cavalleria o fanteria nemiche (proprio come faceva la cavalleria leggera medievale con al posto dell'arco una carabina magari). I Dragoni, i Corazzieri e la cosiddetta Cavalleria pesante erano invece addestrati (perché a questo punto una specializzazione dei compiti si può ottenere solo tramite l'addestramento "personalizzato") a caricare i nemici e a sopraffarli nel corpo a corpo magari dopo averli comunque indeboliti con una salva di fuoco. Quindi comunque (a parità di addestramento) niente impediva alla cavalleria leggera di svolgere ruoli da pesante e viceversa.

Questa è stata la risposta che mi sono dato.
Voi cosa ne pensate? Premetto che è frutto di constatazioni e deduzioni logiche più che di qualche studio, quindi potrebbero profilarsi variabili che non ho considerato che invece stravolgono completamente quanto da me ipotizzato e sarei ben felice se magari qualcuno più acculturato di me le mettesse in evidenza per così avere un quadro chiaro e preciso che possa rispondere a questa domanda nata più per caso e curiosità che per vero scopo (per esempio mi sono chiesto il perché di certe discrepanze tra i valori di due cavallerie in determinati giochi per fare un esempio :D).

Colgo l'occasione per ampliare il discorso perché magari non si limiti a un "sì è giusto" o "no non è giusto".
Cosa ne pensate dell'utilizzo della cavalleria nel periodo in questione? Era ancora un'arma fondamentale per prevalere in battaglia o era marginale? Come si era evoluto il suo utilizzo? Quando era il momento migliore per usarla? all'inizio? Alla fine? Solo in caso di emergenza o ancora al verificarsi di determinate situazioni?

Un grazie anticipato a chi vorrà partecipare a questa discussione per accrescere il mio patrimonio di cognizione storica e militare.

[SM=x2151657]
Xostantinou
00martedì 25 gennaio 2011 18:06
rispondo con materiale non mio, ma del sempre eccellente Nicola Zotti di www.warfare.it

QUALCHE INFORMAZIONE DI BASE

Glossario minimo sulle specialità di cavalleria

Nicola Zotti

Tra i secoli XVIII e XIX la cavalleria modificò significativamente il proprio impiego tattico. Le innovazioni sociali e politiche della rivoluzione francese avevano fatto giungere a piena maturazione in Francia una dottrina tattica che permetteva alla cavalleria una partecipazione ai combattimenti più attiva e coordinata con l'arma di fanteria e l'arma di artiglieria.

Questo ha poco a che fare con le specialità della cavalleria, che rimasero praticamente invariate nell'arco di due secoli: tutte le specialità che tratterò nascono nel Settecento quando non prima. Cambia, e molto, quando guardiamo le battaglie e gli schieramenti delle cavallerie nelle due epoche. Nel Settecento troveremo le cavallerie schierate esclusivamente alle ali. Durante le guerre napoleoniche, invece, sono disposte su tutto il campo di battaglia e costituiscono una parte essenziale della riserva.

E ciò è ancora più interessante se si pensa che in questi due secoli la cavalleria rimane divisa sostanzialmente in due ruoli: la cavalleria leggera e la cavalleria pesante. Una terza specialità di cavalleria, definita "media", in realtà veniva impiegata o nell'uno o nell'altro modo, e solo occasionalmente in ruolo proprio.

La cavalleria leggera svolgeva compiti di protezione, esplorazione e schermaglia, ma veniva anche impiegata in battaglia, in caso di necessità e soprattutto quando si riusciva a rimettere assieme gli squadroni dopo che si erano sparpagliati sul territorio nei loro compiti elettivi. Spesso era fornita di armi da fuoco in versione accorciata per renderne più agevole l'uso anche dalla sella. La sciabola da cavalleria leggera aveva una forma accentuatamente curva, più che altro per imitare l'uso delle sciabole orientali, ad esempio quelle dei mamelucchi, perché gli europei non ne compresero mai esattamente le tecniche di scherma.

La cavalleria pesante era la cavalleria propriamente da battaglia. Rimaneva sempre col grosso dell'esercito e anche se fornita di armi da fuoco, soprattutto pistole, aveva nella lunga e pesante sciabola dritta, atta a colpire di punta, l'arma più caratteristica, ormai dai tempi di Gustavo Adolfo di Svezia: specialisti della scherma di punta erano i francesi. Gli inglesi prediligevano sciabole più corte e pesanti, che usavano per colpire di taglio: il dibattito su quale tecnica di scherma fosse la migliore fu particolarmente acceso, ma in definitiva si concluse con l'affermazione della scherma francese.

La cavalleria media era rappresentata dai dragoni: la specialità più numerosa e più attiva, addestrata anche a combattere a piedi. Una cavalleria tuttofare e non una fanteria montata come era originariamente e come si affermerà in seguito.

Le definizioni di cavalleria leggera, media e pesante erano legate alla grandezza degli uomini e dei cavalli: gli uomini e i cavalli più grossi erano riservati per le specialità pesanti, ad eccezione dei lancieri che, pur costituendo una categoria a sé (erano la cavalleria leggera delle unità pesanti) avevano i cavalli più piccoli. Con la lancia non si poteva restituire la forza del cavallo a meno di non spezzarsi un braccio in tre punti, per cui un cavallo troppo forte sarebbe stato non solo inutile, ma persino pericoloso.

Carabinieri: cavalleria armata di moschetti accorciati chiamati carabine. Nell'esercito francese erano una specialità d'élite, costituita dai migliori tiratori della cavalleria. In effetti, come i dragoni, venivano addestrati al combattimento a piedi, ma non conosco un solo esempio in cui questo sia avvenuto. In epoca napoleonica i carabinieri divennero una cavalleria pesante, anche se non entrarono mai a far parte della guardia. Per la campagna di Russia del 1812 vennero dotati di una corazza, con loro grande disappunto. Alla fine della disastrosa campagna quei pochi carabinieri che portarono a casa la pelle, non solo avevano perso le corazze, ma anche le carabine: il reggimento fu ricreato, ma solo 300 carabinieri ebbero l'arma da fuoco da cui prendevano il nome.

Cavalerie légère: letteralmente "cavalleria leggera". Ma prima del 1749 questo termine nell'esercito francese era usato per riferirsi a tutti i tipi di truppe montate, ad esclusione dei Gendarmes e, tanto per fare un altro po' di confusione, dei Cheveau Léger che invece erano cavalleria pesante.

Chasseur à cheval: i cacciatori a cavallo erano con gli ussari la parte principale della cavalleria leggera francese e sostanzialmente si distinguevano da loro solo per la sobria uniforme verde: la preferita da Napoleone che la indossava spesso. Può forse essere curioso sapere che i primi cacciatori a cavallo francesi furono in realtà tedeschi che parteggiavano per la Francia, riuniti dal loro capo Jean-Chrétien Fischer dopo la guerra di successione austriaca nel 1743. I cacciatori a cavallo della guardia imperiale di Napoleone ebbero l'onore di essere l'unità della guardia più impegnata in combattimento e con le maggiori perdite.

Cheveau Léger, Chevaux-légeres o Chevaulegeres: quest'ultima grafia era quella utilizzata dagli austriaci. In sostanza erano unità di cavalleria leggera tranne i primi che (forza di un trattino) erano cavalleria pesante d'élite.

Corazzieri: cavalleria pesante dotata di corazze che coprivano il petto e la schiena. Più che gli eredi della cavalleria medioevale erano l'evoluzione dei "Reiter" tedeschi: truppe protette da corazza la cui arma principale era la pistola, che monopolizzarono la cavalleria tra Cinquecento e Seicento. Con l'evoluzione della tattica, però, finirono coll'usare sempre meno la pistola e sempre più la sciabola, mantenendo la corazza. Caduti in disuso verso la metà del Settecento, ripresero vigore proprio sotto Napoleone. La corazza dava una certa sicurezza negli scontri all'arma bianca e trovò sempre maggiore diffusione al calare dell'entusiasmo delle truppe.

Cosacchi: Cavalleria leggera "etnica" al servizio della Russia. Preziosi se utilizzati fuori dal campo di battaglia nel ruolo di tormento delle colonne nemiche, praticamente inutili negli scontri "regolari", perché assolutamente riottosi allo scontro tra formazioni compatte e ordinate.

Dragoni: l'origine del nome è avvolta dal mistero, ma non la loro funzione che nel corso dei secoli rimane sempre la stessa: cavalleria capace di combattere sia a piedi e sia a cavallo (quando lo aveva perché alcuni reggimenti di dragoni un cavallo sul quale montare non lo ebbero mai). Il nome viene fatto risalire addirittura ai draconarii: i cavalieri romani che portavano il draco, l'insegna fatta come una manica a vento a forma di drago. Secondo altri deriva dall'insegna con un drago che il duca di Brissac nel 1560 assegnò all'unità di fanteria montata che aveva creato, in omaggio a Maria de Medici, su imitazione delle truppe italiane inventate dai fratelli Vitelli (Camillo per primo e poi Paolo e VItellozzo) ma che ebbero nel bisnonno di Maria, Giovanni (delle bande nere) un epigono. Nella mia fonte (Funcken) c'è sicuramente qualcosa di sbagliato: "Marie de Medicis" (nata nel 1573) divenne regina nel 1600 e cadde in disgrazia nel 1617. Il ducato di Brissac era stato creato nel 1611 e il primo duca, Charles II de Cossé, può aver formato l'unità di "dragoni" solo in questi 6 anni. Per fare chiarezza si potrebbero cambiare un po' di cose: i protagonisti della storia sono in realtà Caterina de Medici e il conte di Brissac, Charles I de Cossé, che avrebbe creato l'unità, con interessante tempismo, proprio un anno dopo la morte di Enrico II, marito di Caterina, quando questa assunse la reggenza. Ma le spiegazioni non si fermano qua. Due membri della famiglia de Gomiecourt (Guillaume e Raoul), in epoca rispettivamente medioevale e rinascimentale, avevano il soprannome di "dragone" ed erano al comando di unità di fanteria montata: al loro cognome si aggiunse "Dragon" e forse le loro truppe ebbero lo stesso destino. Non mi convince la possibilità che "dragone" derivi dal "dragon", un termine che indicava un archibugio inglese, perché l'uso di quest'arma non è attestato in Francia. Altrettanto vale forse per il "draghetto" dove veniva fissata la miccia dell'archibugio. Infine curiosa, ma per me la più verosimile, l'origine derivante da "Trager", parola tedesca che significa "portatore": nell'armata francese del Piemonte del 1524 erano in servizio archibugieri baschi montati su cavalli condotti da cavalieri tedeschi. Quando il tiratore voleva risalire in sella chiamava il suo compagno: "Trager!": da qui a dragone il passo è breve.

Dragoni leggeri: o meglio "Light Dragoons" era la denominazione inglese di una specialità della cavalleria leggera, per distinguerli dai Dragoons, che invece erano sostanzialmente cavalleria pesante.

Gendarmes: mi verrebbe da dire che tra i gendarmes non si esce vivi. In effetti venivano indicati in questo modo sia l'élite delle élite della cavalleria francese dai tempi di Enrico IV e sia la polizia a cavallo. In epoca napoleonica l'uso prevalente era comunque quest'ultimo anche se i "gendarmes d'élite" (e i "gendarmes d'ordonnance", che ebbero però vita breve) erano guardie del corpo dell'imperatore.

Granatieri a cavallo: cavalleria pesante d'élite (facevano parte della guardia), erano l'equivalente dei granatieri a piedi (indossando anche un'uniforme ad essi ispirata, con tanto di bonnet a poil) e dovevano essere alti almeno m. 1,76. Venivano impegnati in battaglia con discreta frequenza.

Lancieri: dovrei scrivere un articolo a parte solo per parlare dei lancieri. Probabilmente lo farò. Comunque per il momento ricordo solo che la specialità era tipica dell'Europa orientale: in particolare la Polonia, che non aveva praticamente mai abbandonato l'uso di quest'arma bianca considerata obsoleta in Europa occidentale per il predominio delle armi da fuoco. Impressionati dall'efficacia dei lancieri polacchi, i francesi reintrodussero i lancieri (Chevau-Légers-Lanciers) nel 1811, trasformando 6 reggimenti di dragoni in altrettanti reggimenti di lancieri proprio con il contributo di 3 reggimenti di cavalleria polacca (2 reggimenti di lancieri della Vistola e uno di cacciatori a cavallo). Di fatto solo uno squadrone su 4 di ognuno di questi reggimenti era armato di lancia. Le altre nazioni avevano utilizzato altri lancieri "etnici", ad esempio i bosniaci di Federico II di Prussia o i cosacchi degli zar, ma senza grandi successi in battaglia. La scherma di lancia era particolarmente difficile da imparare e l'arma di notevole ingombro (m. 2,75) per cui si rivelava inutile nelle mani di chi non la sapeva usare, mentre un lanciere esperto poteva avere la meglio non solo contro fanterie schierate, per la maggiore lunghezza della lancia rispetto al moschetto con la baionetta, ma anche contro cavalieri armati di sciabola in duelli singolari. Dalla memorialistica si ricava però l'impressione che le imprese straordinarie di pochi lancieri abilissimi non riuscissero a cancellare completamente lo scetticismo sulla difficoltà dell'uso di questa arma, che ne ostacolava di fatto la diffusione, soprattutto quando guerre in rapida successione impedivano un adeguato addestramento delle truppe. Come ho detto sopra parlando dei corazzieri, l'introduzione della lancia serviva soprattutto a corroborare la qualità e il morale di truppe via via più scadenti, più che introdurre innovazioni vere e proprie.

Ulani: gli Uhlan erano gli appartenenti alla tribù dove si riuniva l'élite dei guerrieri mongoli, e ulani si chiamano i lancieri al servizio di Austria, Prussia e Russia.

Ussari: gli ussari erano un'altra specialità di cavalleria leggera etnica, di origine orientale: secondo un'ipotesi Huszar deriva da "husz", venti, probabilmente a significare un gruppo di 20 cavalieri. Secondo un'altra ipotesi, invece, che recentemente ha acquisito più credito, l'origine andrebbe ricercata nel termine slavo "Gussar", bandito. Questa cavalleria mercenaria, entrata in servizio ungherese e polacco, avrebbe gradatamente acquisito caratteristiche di pesantezza in entrambi i paesi, perdendole definitivamente in Ungheria durante il declino del XVI secolo e mantenendole al contrario in Polonia, dove divennero famosi come "ussari alati". I primi ussari "moderni", di tipo ungherese leggero, entrarono al servizio della Francia nel 1636 ad opera del rifugiato Georges Esterhazy, ma l'unità fu sciolta appena 20 anni dopo per l'eccessiva bizzarria dei suoi appartenenti. Fu allora l'Austria a beneficiare del talento di questa cavalleria etnica che ben presto si diffuse in tutta Europa. Le pittoresche acconciature e il caratteristico abbigliamento dell'ussaro vennero particolarmente apprezzati dai prussiani, che fin da Federico II ebbero ottime unità di ussari. L'eccentricità degli ussari divenne proverbiale come la loro temerarietà che trovava la sua migliore espressione nelle parole del generale Antoine Charles Louis Lasalle, il "primo sciabolatore di Francia": «Un ussaro che a trent'anni è ancora vivo è un cialtrone». Lasalle morì a 34 anni durante le fasi conclusive della battaglia di Wagram: un granatiere -- ironia della sorte -- ungherese lo colpì con una palla in piena fronte.
MegasBasileus
00martedì 25 gennaio 2011 23:03
Grazie Xost per questo stupendo articolo!
Quindi diciamo che ero giusto a metà. Avevano sì i vecchi compiti di cavalleria leggera (schermaglia, pattugliamento) e pesante (carica) ma più per le effettive dimensioni di cavallo e cavaliere che per scelta dettata dal contesto.
Grazie mille anche per il sito, lo consulterò molto spesso credo :D
Xostantinou
00mercoledì 26 gennaio 2011 08:56
figurati!

...comunque come avrai capito era un gran casino...
MegasBasileus
00mercoledì 26 gennaio 2011 21:02
Eh già un gran caos.
Credo che il tutto alla fine sia più un discorso di identificare le truppe in determinati contesti per elevarne il morale e il senso di appartenenza ad un gruppo specifico.
Difatti mi pare, ma potrei sbagliare, che l'esercito britannico (non coloniale) identificasse la stragrande maggioranza delle sue truppe come Dragoni. "Dragoons" "Light Dragoons" e quelli della guardia. Insomma il nome era più un appellativo che la designazione ad un compito specifico :D
Xostantinou
00mercoledì 26 gennaio 2011 22:30
esatto...anche con la fanteria comunque era un casino simile, sempre da warfare di Nicola Zotti, eccoti il caos delle Giubbe Rosse:


LA FANTERIA LEGGERA BRITANNICA DELL'EPOCA NAPOLEONICA

British light

Nicola Zotti


Guida pratica all'orientamento tra le definizioni "Fuzeleers", "Riflemen", "Light Infantry " e "light infantry", nell'esercito di Sua Maestà Britannica all'epoca delle guerre napoleoniche.

Nell'esercito francese il "Fusilier" è il semplice fante della linea, ma nell'esercito britannico è un appellativo che implica uno status d'elite. Tre reggimenti di fanteria di linea se ne possono fregiare: il 7th "Royal Fuzeleers", il 21st "The Royal North British Fuzeleers" e il 23rd "The Royal Welsh Fuzeleers". Questi reggimenti hanno anche l'appellativo "Royal" che è già di per sè una qualifica che indica status di eccellenza: infatti questo prefisso veniva accordato solo ai nomi dei reggimenti distintisi in battaglia. Questi reggimenti erano equipaggiati con il normale moschetto inglese, il famoso "Brown Bess", che aveva un calibro maggiore di quello francese (Charleville 1777) ma prestazioni all'incirca pari.

7th e 23rd costituirono ad Albuera la "Fuzeleers Brigade".

Nessun reggimento veniva indicato come reggimento di "Riflemen": c'era invece il "Rifle Corps" che era la brigata comprendente il 60th "Royal American Regiment" e il 95th Regiment: gli unici reggimenti dell'armata britannica ad essere originariamente ed interamente equipaggiati con la carabina a canna rigata modello Baker (1800), sensibilmente più precisa sia del Brown Bess che dello Charleville anche se in battaglia aveva un raggio utile di tiro non molto superiore a quello dei normali moschetti: appena 150 metri contro 100, più o meno.

60th e 95th erano contraddistinti da mostrine nere ed erano stati addestrati come vera fanteria leggera e fatto anche esperienza specifica contro gli indipendentisti americani nelle colonie. Erano intensamente addestrati al tiro, imparavano a sfruttare il terreno come copertura, costituivano catene di tiratori successive, agivano come unità in ordine sparso, e per di più, cosa veramente "rivoluzionaria" erano stati sottoposti ad un addestramento fisico specifico: corsa, ginnastica, ecc.

La carabina Baker fu anche data in dotazione, in diversi scaglioni, alle compagnie leggere della Kings German Legion, ma queste compagnie non raggiunsero mai il grado di specializzazione dei precedenti reggimenti.

Addestrati da sir John Moore come "vera" fanteria leggera furono anche, seppure in tempi diversi, altri 6 reggimenti: segnatamente il 43rd "The Monmouthshire Regiment", 51st "The 2nd Yorkshire (West Riding) Regiment", 52nd "The Oxfordshire Regiment", 68th "The Durham Regiment", 71st "Highland Regiment", 85th "The Bucks Volunteers". Erano addestrati ad operare come fanteria leggera e ottimi tiratori, ma non erano estesamente equipaggiati con la carabina Baker.

Alcune divisioni o brigate dell'armata britannica venivano indicate come "Light", ma questo non ci deve trarre in inganno, perché in realtà spesso erano tali solo perché formazioni miste di fanteria e di cavalleria o perché comprendevano un certo numero di unità nominalmente "leggere".

Le compagnie di "light infantry" interne ai battaglioni di linea (da regolamento 1 compagnia su dieci) erano compagnie di "elite", ma per modo di dire: potevano essere composte da tiratori mediamente migliori di quelli del resto del battaglione, ed avevano il compito di tenere i picchetti, di agire in protezione durante la marcia, di fare fuoco di disturbo contro il nemico, e niente di più: non avevano un vero addestramento da fanteria leggera, né erano equiparabili come tiratori agli specialisti del 95th, tanto più che non erano dotati, naturalmente, del Baker.

Comunque, tutte le unità, dalla compagnia leggera di un reggimento di linea al 95th, se definite "Light" nella loro qualifica, si fregiavano di un pennacchietto verde sul cappello.
MegasBasileus
00giovedì 27 gennaio 2011 00:17
O_O

Rimango basito :D
Comunque questo tuo articolo mi ha fatto ricordare una cosa che mi ha dato da pensare.
La scorsa estate ho avuto la possibilità di fare un viaggio negli USA a Washington DC.
Qui ho visitato ovviamente numerosi musei che trattavano della Guerra d'Indipendenza.
Quello che mi ha colpito ad un certo punto è stato il trovare scritto che in una determinata battaglia che purtroppo non rimembro, quei particolari reggimenti inglesi erano armati con fucili a canna rigata e se non sbaglio alcuni anche a retrocarica (ma qui la mia memoria potrebbe essere fallace).
Mi sono chiesto se questo fosse solo una diceria resa storia per puro spirito patriottico (l'aver vinto contro un'armata più numerosa e tecnologicamente avanzata). Altrimenti non capisco come mai in più di 30 anni, dal 1775 alle guerre napoleoniche la stragrande maggioranza degli eserciti continuasse a preferire moschetti ad avancarica a canna liscia per le proprie truppe.
Qui leggo che alcuni reggimenti "d'elite" avevano effettivamente carabine rigate che benché non avessero molta portata in più (anche se avere 50 metri in più per sparare prima non sono pochi secondo me) risultavano molto più precisi impedendo l'oscillazione incontrollata del proiettile in uscita dalla canna.
L'ho trovato quantomeno strano o curioso. Ho pensato ai costi aggiuntivi nel produrre moschetti rigati piuttosto che lisci e alla difficoltà nella costruzione, ma sinceramente da PROFANO, non mi trovo convinto che potesse esserci davvero una forbice di costi e difficoltà, non nel periodo in questione con l'esplosione della rivoluzione industriale.
Magari qualcuno sa delucidarmi :D
Xostantinou
00giovedì 27 gennaio 2011 01:06
beh devi anche mettere in conto che i macchinari per la rigatura della canna erano una novità e quindi estremamente rari e costosi, per ottenere, balisticamente parlando, un risultato tra l'altro quasi identico ad un canna liscia (anche ruotando la palla non è aerodinamica come un proiettile, quindi anche se esce dalla bocca con un moto meno casuale rispetto ad un'anima liscia poi in volo il comportamento è pressapoco lo stesso).
Quindi non ne valeva la pena.

Il superamento della forma sferica

Tra le prime pallottole non sferiche, una fu progettata dal capitano John Norton dell'esercito britannico nel 1823. La pallottola Norton aveva una base cava che si espandeva per effetto della pressione e, di conseguenza, la faceva aderire alle scanalature della rigatura una volta sparata. L'innovazione, assai radicale dato che le pallottole sferiche erano state in uso per 300 anni, fu respinta dal consiglio di ordinanza britannico.

Il rinomato armaiolo inglese William Greener inventò la pallottola Greener nel 1836. Era molto simile alla pallottola Norton eccetto per il fatto che la base cava era riempita da un pezzo di legno che rendeva più efficace l'espansione della base e l'adesione alle scanalature. Dalle prove che furono fatte, la pallottola Greener era estremamente efficace ma non ebbe successo perché, essendo in due parti, era giudicata troppo difficile da produrre.

La pallottola in piombo tenero chiamata palla Minié fu introdotta per la prima volta nel 1847 da Claude Étienne Minié (1814 - 1879), un capitano dell'esercito francese. Era quasi identica alla pallottola Greener: nel progetto di Minié la pallottola era di forma conica con una cavità nell'estremità posteriore, chiusa da un piccolo tappo di ferro anziché di legno. Quando veniva sparata, il tappo veniva spinto nella cavità, facendo espandere la dimensione esterna della pallottola e facendola aderire alle scanalature. Nel 1855 i britannici adottarono la palla Minié per i loro fucili Enfield.
Ad ogni modo, fu nella guerra di secessione americana che la palla Minié fu usata maggiormente. Circa il 90% delle perdite sul campo di battaglia della guerra furono causate da pallottole di questo tipo.

Tra il 1854 e il 1857, Joseph Whitworth condusse una lunga serie di esperimenti sui fucili e provò, tra le altre cose, i vantaggi di un calibro più piccolo e, in particolare, di una pallottola allungata. La pallottola Whitworth fu progettata per aderire meccanicamente alla rigatura. Il fucile Whitworth non fu mai adottato da forze armate, ma fu usato ampiamente per tiro a segno tra il 1857 e il 1866, quando fu gradualmente sostituito dal fucile Metford.

Infatti, a partire dal 1862, W. E. Metford condusse un'ampia serie di esperimenti sulle pallottole e la rigatura, inventando l'importante sistema della rigatura leggera a passo progressivo ed una pallottola rinforzata. Il risultato combinato di queste due invenzioni fu, nel dicembre 1888, il fucile Lee-Metford Mark I di piccolo calibro (.303), che fu infine adottato dall'esercito britannico. Il Lee-Metford fu il predecessore del Lee-Enfield.

Quindi come puoi ben vedere, è solo dagli anni '30 dell'800, oltre 10 anni dopo la fine delle guerre napoleoniche, che si inizia a studiare a come sfruttare realmente l'efficacia della rigatura, e si capirà solo nella seconda parte del secolo che usare la canna rigata con le palle di piombo è un costo inutile mentre pallottole "composte" e di forma appunto "a proiettile" come le intendiamo noi moderni ha viceversa un vantaggio enorme con una canna rigata (effetto giroscopico).
MegasBasileus
00giovedì 27 gennaio 2011 15:36
Ti ringrazio molto per le delucidazioni sempre preciso ed esaustivo :D
Xostantinou
00giovedì 27 gennaio 2011 16:45
figurati, è dovere di questo forum perseguire la cultura e la sua divulgazione con ogni mezzo!
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 16:45.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com