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Esercito Macedone, Ascesa e Caduta

Ultimo Aggiornamento: 24/04/2024 23:10
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Patrikios
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24/04/2024 23:10
 
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E' da parecchio tempo che non scrivo, ma ho trovato un interessante argomento da trattare ovvero l'esercito macedone.


In genere si pensa che gli eserciti ellenistici fossero composti da sole falangi o quasi, ma la realtà era ben diversa, si trattava di eserciti compositi, la falange era importante, ma costituiva solo una parte del esercito, e non era affatto l'arma decisiva.

Per spiegarmi meglio partiamo proprio dalla descrizione della falange.

La Falange greca.

Armamento

Nella Falange Greca gli opliti portano nella mano sinistra l'Aspis, uno scudo rotondo con 90 cm di diametro, nella mano destra il Dory, una lancia lunga 2 o 3 m che poteva essere utilizzata con una sola mano, e infine l'elmo.
Nell'antica Grecia erano i soldati ad acquistare con il proprio denaro le proprie armi, i più ricchi si potevano permettere protezione extra come corpetti di metallo e gambali, altri si dovevano accontentare di protezioni in tessuto, ma c'era anche chi non poteva permettersi protezioni extra.
Comunque l'Aspis era talmente grande da essere una protezione più che sufficiente in battaglia (copriva quasi tutto il corpo), per cui a parte l'elmo ulteriori protezioni erano abbastanza superflue.
Dovete considerare che gli opliti, per via della loro formazione di battaglia, proteggevano il fianco destro dei loro compagni, per cui il singolo soldato doveva solo preoccuparsi di difendere il proprio fianco sinistro con lo scudo, che peraltro era decisamente pesante, aggiungere protezioni extra non sarebbe servito a molto considerando il modo di combattere degli opliti, ed anzi avrebbe solo aggiunto peso, rendendo i movimenti del soldato più lenti.

Schieramento

Nella falange greca gli opliti sono disposti come i pezzi di una scacchiera, la scacchiera di solito ha 8 file mentre il numero di colonne è variabile (dipende dagli effettivi e dalla larghezza del fronte).

I quadrati della scacchiera hanno il lato di 180 cm in caso di formazione aperta, di 90 cm in caso di formazione serrata e di 45 cm in caso di formazione super-serrata.

In battaglia la formazione serrata era la più usata, per ovvie ragioni, difatti la formazione aperta era utile per spostamenti veloci, ma in battaglia lasciava troppo spazio fra i soldati, spazio che poteva essere sfruttato dal nemico per attaccare il fianco destro dell'oplita, mentre la formazione super-serrata impediva di combattere (Aspis era troppo grande per permettere movimenti agevoli in così poco spazio) ed era usata a scopo difensivo soprattutto contro piogge di dardi.
La formazione serrata dava spazio per muoversi bene, ma allo stesso tempo non c'era abbastanza spazio da permettere ad un nemico di aggirare il soldato.

Dovete anche considerare che gli opliti non combattevano come un orchestra, gli opliti combattevano singolarmente contro i soldati nemici, sfruttando il fatto che i loro compagni, occupando la spazio alla loro destra, impedivano all'avversario di attaccare il loro fianco destro, e nel caso un oplita cadesse (perché ucciso o ferito gravemente) veniva sostituito dall'oplita della fila seguente, questo da l'impressione di una formazione ben organizzata, ma in realtà non era necessaria un grande addestramento per combattere efficacemente nella falange greca, d’altronde le poleis greche, nella maggior parte dei casi, non avevano eserciti professionistici, ma cittadini che combattevano solo in caso di bisogno.

La Falange Macedone

Re Filippo II (il padre di Alessandro Magno) partendo dalla falange greca sviluppa una nuova formazione, che è una versione migliorata e anche parecchio diversa ovvero la falange macedone.

Armamento

L'arma principale della falange macedone è la Sarissa, una lancia a due mani lunga 5,8 m, associata ad un Aspis con 75 cm di diametro (quindi più piccolo, ma anche più leggero e più manovrabile, risultava comunque altrettanto efficace da un punto di vista difensivo).
Aspis più piccolo è necessario per via della sarissa che occupa tutte e due le mani e pesa parecchio.
Il soldato macedone ha anche una spada come arma secondaria, un elmo e un corpetto, spesso fatto di materiali tessili, detto kottybos (comunque efficace contro le armi dell'epoca), mentre gli ufficiali come gli hegemones che combattono in prima linea hanno spesso corpetti di metallo o parzialmente di metallo detti thorax o a hemithorakion.

Si tratta quindi di un armamento decisamente più standardizzato di quello greco e anche più duttile (d'altronde l'esercito macedone è un esercito di professionisti).

Il soldato macedone impugna la sarissa con la mano destra posta a 1,6 metri dal fondo delle lancia, questo per una questione di equilibrio (impugnare una lancia così lunga e pesante dal fondo renderebbe difficile controllarla), l'oplita ha comunque davanti a se 4,20 m di lancia a cui si aggiungo almeno 5 lancie dei soldati delle file posteriori, che grazie alla lunghezza della sarissa sono attivi durante la battaglia fin dal principio.

Organizzazione

Gli opliti sono organizzati in unità dette syntagma, composte da 16 file per 16 colonne, ogni colonna è guidata da un lochagos da cui dipende un ouragos (specie di vice che chiude la colonna), un hemilochites (che comanda metà fila) e due enomotarches ( a capo ognuno di un quarto della colonna).
A destra della colonna comandata dal lochagos c'è una colonna comandata da un dilochites, che è il superiore del lochagos alla sua sinistra e comanda quindi due file, e ancora più a destra un tetrarches che comanda quattro file, un taxiarchos che comanda metà syntagma e un syntagmatarches che comanda il tutto.

Quindi in un syntagma ci sono 1 syntagmatarches, 1 taxiarchos, 2 tetrarches, 4 dilochites, 8 lochagos, 16 ouragos, 16 hemilochites e 32 enomotarches, per un totale di 80 ufficiali su 256 uomini.

Tutti questi ufficiali servono a controllare alla perfezione l'unità, come una macchina ben oliata, e la syntagma a seconda del bisogno può raddoppiare le file, dimezzarle, capovolgere il fronte, combattere su due fronti, dividersi, eccetera.
Si tratta di un altro mondo rispetto alla falange greca (che risulta rozza al confronto), ma non è un unità di movimento (a differenza dei manipoli romani), tanto che Alessandro costituisce le taxeis, unità composte da più syntagma con una forza teorica di 1500 uomini, le quali in battaglia possono muoversi in modo indipendente come piccoli eserciti semi-autonomi.
I successori ellenistici di Alessandro utilizzeranno invece i chiliarchies, unità da 1024 uomini composte da 4 syntagma.
Un altro limite della falange macedone è che una volta ingaggiata in battaglia può muoversi solo avanti o indietro, e questo vuol dire che i fianchi sono il suo punto debole.
Il problema viene risolto proteggendo i fianchi con unità di altro tipo, spesso originarie da altri paesi (si tratta di alleati e mercenari specializzati), Alessandro all'inizio delle sue campagne ha disposizione cavalleria Mecedone e della Tessaglia, opliti greci, fanteria leggera tracia, illira e Agriana, arcieri cretesi oltre alla falange macedone.
Ad esempio a Gaugamela Alessandro dispone a sinistra un mix di cavalleria (soprattutto mercenari traci), quindi cavalleria greca e arcieri cretesi, la falange, gli hypaspists, la cavalleria macedone (guidata da Alessandro in persona) insieme a fanteria leggera posta davanti come schermo, quindi cavalleria leggera (prodromi e mercenari pannoni) supportata da fanteria.

In battaglia la falange avanza lentamente, il suo scopo non è sfondare, ma tenere impegnato il centro avversario, cercando di provocare fratture nello schieramento nemico, il compito della cavalleria macedone è attaccare in queste fratture, allargandole per provocare un collasso del fronte nemico, la cavalleria è supportata da fanteria leggera e media, che segue la cavalleria, proteggendo il retro della cavalleria, aiutandola ad allargare la frattura nel fronte nemico e mantenendo un fronte unito con il resto dell'esercito, soprattutto con la lenta falange (che per forze di cose rimarrà molto più indietro).

Per cui l'arma decisiva degli eserciti ellenistici non è la falange, ma la cavalleria.

La Cavalleria Macedone

I cavalieri sono dotati di un corpetto, di un elmo, dello xyston (lacia lunga 3,5 m con un pesante pomolo per controllarla meglio così da poterla impugnare ad un quarto della sua lunghezza) e una spada, quindi niente scudo.
I cavalli non hanno armatura o se c'è l'hanno si tratta di protezioni per muso e petto (quindi solo anteriori).
Le unità di cavalleria sono dette ile e sono composte da 200/300 uomini.

Diàdochi e Epigoni

A questo punto mi sembra il caso di analizzare un po' perché Filippo e Alessandro hanno così successo rispetto i loro successori.

L'esercito macedone sotto Alessandro è un esercito ben motivato ed addestrato, i loro avversari greci hanno eserciti non professionali di fanteria pesante, a Cheronea le forze Ateniesi e Tebani si disuniscono creando quello spazio in cui si infila la cavalleria macedone guidata da Alessandro (allora Principe), l'esercito persiano è composto invece da grandi quantità di fanteria leggera o al massimo media (per gli standard greco-macedoni), è una buona cavalleria, sempre leggera, non sono eserciti ben organizzati (sempre rispetto ai macedoni), e la Cavalleria macedone fa il bello e il cattivo tempo.

Le cose cambiano nel dopo Alessandro, ma non per questioni militari, bensì politiche.

Gli eserciti ellenistici migliorano le tattiche militari di Alessandro Magno, hanno molti più uomini e utilizzano differenti tipologie di unità provenienti da varie parti del mondo (dall'India alla Libia, dalla Pannonia al Sudan), ognuna specializzata in un determinato campo, riuscendo a mettere insieme eserciti molto efficaci ed efficienti.

Ma per lungo tempo gli avversari principali degli eserciti ellenistici sono altri eserciti ellenistici, e questo fa la differenza.

Quando gli eserciti ellenistici affrontano eserciti non ellenistici solitamente vincono, e se perdono è perché il regno ellenistico si trova in difficoltà a causa di sconfitte inflitte da altri regni ellenistici e non ha risorse adeguate ad affrontare la minaccia.

Poi arriva Roma e spazza via tutto, ma questa è una altra storia.

Ma perché i regni ellenistici sembrano andare così facilmente in difficoltà ?

Alessandro sapeva bene che i macedoni erano troppo pochi per riuscire a governare un così vasto impero, voleva quindi cooptare le élite locali, fondendole con l'élite macedoni (quello che poi farà Roma qualche secolo dopo), ma la sua morte ferma il progetto.

L'aristocrazia macedone è decisamente razzista, per loro è impensabile accettare come pari persone provenienti da uno stato sconfitto, hanno perfino difficoltà ad accettare i greci, figuriamoci tutti gli altri.

Gli eredi di Alessandro creano un sistema di governo in cui i macedoni formano una sorta di classe sociale aristocratica, che non si mischia con le popolazioni sottomesse, sia dal punto di vista genetico che culturale, ad esempio la Regina Cleopatra, nonostante i Tolomei governassero l'Egitto da 200 anni, non aveva avi egiziani, ma solo greco-macedoni ed era la prima sovrana Tolomea ad aver imparato l'egiziano (ripeto dopo 200 anni di governo Tolomeo).
Sotto ai greco-macedoni c'erano poi un élite locale che aveva più diritti delle popolazioni sottomesse, ma che comunque veniva discriminata rispetto ai greco-macedoni, ad esempio l'élite locale occupava nell'amministrazione le posizioni di medio e basso livello, mentre ai greco-macedoni andavano le posizioni più elevate.
Questo sistema di governo sul lungo periodo ha creato problemi soprattutto ai Seleucidi e ai Tolomei, diversa è la storia del regno di Macedonia, li i macedoni rappresentavano la maggioranza della popolazione.
I Seleucidi cercarono di risolvere il problema con la fondazione di molte colonie dette katoikiai, in pratica offrivano a Macedoni e Greci (ma anche a popolazioni ellenizzate) terre agricole gratuite in cambio di servizio militare e la cittadinanza macedone (che garantiva vari privilegi, come ho detto prima i macedoni avevano uno status sociale aristocratico).
Il problema di questo sistema è che i "Macedoni" sono comunque pochi rispetto alla popolazione governata dai Seleucidi, spesso vanno a comporre meno della metà dell'esercito, e se i seleucidi subiscono una grave sconfitta gli ci vorranno anni per riprendersi, perché dovranno aspetta che le nuove generazioni "Macedoni" crescano, per cui finché i Seleucidi vincono o riescono a limitare le perdite, mantengono il controllo del loro vasto impero, ma quando subiscono grosse sconfitte, come quelle di Antioco III il Grande contro i romani, hanno enormi difficoltà a mantenere il controllo del loro impero per alcuni anni (ad esempio i Parti subiscono varie sconfitte contro i Seleucidi e più di una volta rischiano grosso, ma vengono salvati dalle sconfitte sul fronte occidentale subite nel corso del tempo dai Re Seleucidi contro i Tolomei prima e i Romani poi, riuscendo a sfruttare i periodi di debolezza Seleucide a proprio vantaggio).
Lo stesso approccio fu preso dai Tolomei, in questo caso abbiamo anche qualche dato, solo il 18% dei coloni era veramente di origine macedone, il 29% era greco, il 12% arrivava dalla cirenaica e il 15% dalla tracia (poi c'erano altre piccole minoranze), in Egitto tutte queste persone divennero "Macedoni", ottenendo quindi terre e privilegi in cambio di servizio militare.
Ai "Macedoni" i Tolomei affiancano i "Persiani", ovviamente non si tratti di veri persiani, ma è uno status legale, come già detto Alessandro aveva cercato di fondere l'élite macedone con l'élite locali, il tentativo era stato messo da parte dopo la sua morte, ma in Egitto aveva prodotto dei risultati con la formazione di una classe sociale subordinata alla classe "Macedone", ma con privilegi superiori al resto della popolazione.
I "Persiani" non erano molti, probabilmente meno del 10% dei "Macedoni", ma si trattava di uno status che poteva essere ottenuto, quindi interessante per i non macedoni, inoltre dopo alcune generazioni con status di "Persiani" era possibile essere promossi a "Macedoni".
Questo sistema gerarchico, ma con possibilità di scalata sociale, funziona fino alla quarta guerra siriana, quando i Tolomei si trovano a corto di "Macedoni" e "Persiani".
I sovrani d'Egitto decidono di arruolare nella falange egiziani "normali" che chiamano machimoi, a differenza dei "Macedoni" e dei "Persiani" i machimoi non possono ricoprire ruoli importanti nell'esercito o nell'amministrazione e il loro stipendio è di molto inferiore.
I machimoi si aspettavano di essere elevati al rango di "Persiani" o forse persino di "Macedoni", ma non accade.
In seguito scoppia una rivolta che è l'inizio del declino per i Tolomei, non ci saranno più abbastanza "Macedoni" e "Persiani" per ricostruire un esercito in grado di passare all'offensiva contro i Seleucidi, i machimoi continueranno ad essere la maggioranza dei soldati, soldati pagati poco e con poche speranze di carriera, quindi a rischio di ribellione, per questo cercheranno di reclutare i machimoi in numero tale da poter essere controllati dai loro "Macedoni", "Persiani" e mercenari, nei fatti questa situazione impedisce ai Tolomei di passare all'offensiva, e rende anche difficile difendersi da invasioni (gran parte delle loro risorse sono spese per tenere sotto controllo i loro territori), questo spingerà i Tolomei a diventare uno stato cliente della Repubblica Romana e sopravviveranno più a lungo dei Seleucidi solo per via di questa protezione.

Conclusione

Gli eserciti ellenistici non rimangono fermi ad Alessandro, ma si evolvono e in realtà sono decisamente più potenti dell'esercito di Alessandro, il loro problema è strategico (classi sociali separate ed etniche, nessuna fusione, classe greco-macedone numericamente piccola e demograficamente in declino) e la loro fine è in buona parte causata direttamente e indirettamente dalla Repubblica Romana (i Parti hanno i realtà un ruolo marginale e sono più simili ad avvoltoi che si buttano su una carcassa).















"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
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