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Gli assedi più eroici e disperati.

Ultimo Aggiornamento: 25/02/2012 14:44
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Patrikios
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
Βασιλεύς Πορφυρογέννητος Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
25/02/2012 14:41
 
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L'assedio del 941 ebbe luogo durante il regno di Igor di Kiev.
La corrispondenza Russo-Khazara rivela che la campagna venne promossa dai Khazari, che volevano vendicarsi delle persecuzioni degli ebrei intraprese dall'Imperatore Romano I Lecapeno.
I Rus' ed i loro alleati, i Peceneghi, sbarcarono sulla costa settentrionale dell'Asia Minore e sciamarono in Bitinia nel maggio 941.
Erano stati infatti bene informati che la capitale imperiale era indifesa e vulnerabile, poiché la flotta bizantina era impegnata contro gli arabi nel Mediterraneo, mentre il grosso dell'esercito era stato dislocato lungo le frontiere orientali.
Romano I Lecapeno organizzò una difesa di Costantinopoli con 15 navi dotate di sifoni per il fuoco greco. Igor, desideroso di catturare queste navi ed i loro equipaggi, ma ignaro della presenza del fuoco greco, circondò la flotta bizantina con la propria. Ma, in un istante, il fuoco greco venne spruzzato contro le navi dei Rus' e dei loro alleati. Liutprando da Cremona scrisse in merito: "I Rus', vedendo le fiamme, saltarono in mare, preferendo l'acqua al fuoco. Alcuni affogarono sotto il peso delle loro corazze ed elmi; altri furono arsi vivi dal fuoco greco. I Rus' catturati furono decapitati."
I Bizantini in tal modo riuscirono a disperdere la flotta Rus', ma non ad evitare che i pagani saccheggiassero l'entroterra di Costantinopoli, spingendosi a sud fino Nicomedia. Diverse atrocità vennero riportate: i Rus' si diceva avessero crocifisso le loro vittime ed avessero conficcato dei chiodi nelle loro teste.
Nel mese di settembre, Ioannis Kourkouas e Bardas Foca, i due generali bizantni più importanti, tornarono nella capitale, ansiosi di respingere gli invasori. I Rus' prontamente spostarono il proprio esercito verso la Tracia, assieme alla propria flotta. Quando furono sul punto di ritirarsi carichi di trofei, la marina bizantina sotto la guida dell'ammiraglio Teofane piombò su di loro.
Fonti greche riferiscono che i Rus' persero la loro intera flotta in questo attacco a sorpresa, e solo una manciata di imbarcazioni tornò alle loro basi in Crimea. I prigionieri catturati vennero portati nella capitale e decapitati. Fonti khazare aggiungono che il comandante Rus' riuscì a fuggire verso il Mar Caspio, dove più tardi trovò la morte combattendo gli arabi.
Queste relazioni potrebbero essere stati esagerate, perché Igor fu in grado di allestire una nuova spedizione navale contro Costantinopoli già nel 944/945. Questa volta, però, i greci del Chersoneso allertarono l'Imperatore inviandogli informazioni sulla flotta kievana in avvicinamento, ed i Bizantini preferirono proporre la pace stipulando un trattato con la Rus' di Kiev. Il testo del trattato è citato per esteso nella Cronaca degli Anni Passati.
[Modificato da Xostantinou 25/02/2012 14:44]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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