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Morte di un Imperatore

Ultimo Aggiornamento: 02/07/2012 13:13
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Patrikios
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
Βασιλεύς Πορφυρογέννητος Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
25/02/2012 10:58
 
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Otto d'Asburgo (Reichenau an der Rax, 20 novembre 1912 – Pöcking, 4 luglio 2011), fu il Capo della Casa d'Asburgo dal 1922 al 2007, anno in cui abdicò in favore del figlio Carlo d'Asburgo-Lorena. Otto era figlio dell'Imperatore d'Austria e Re d'Ungheria Carlo I e di sua moglie Zita di Borbone-Parma.
Otto viveva stabilmente a Pöcking in Baviera (Germania) ed aveva le cittadinanze tedesca, austriaca, ungherese e croata. Anche se il suo nome ufficiale in Germania era Otto von Habsburg, le autorità austriache si riferivano a lui come ad Otto Habsburg-Lothringen.
Fu membro del Parlamento Europeo per la CSU e presidente dell'unione pan-europea internazionale.
Essendo stato imperatore titolare dal 1922 al 2007 detiene un primato storico assoluto: quello di capo di stato titolare (e quindi non in carica) più longevo della storia con 85 anni.

Nacque nel 1912 a Villa Wartholz, presso Reichenau an der Rax, residenza che aveva fatto costruire suo nonno. Ivi egli venne battezzato, pochi giorni dopo la sua nascita, nella cappella del palazzo. Nel novembre 1916, Otto divenne Principe Reale ed Imperiale delle Corone d'Austria e d'Ungheria quando suo padre, l'Arciduca Carlo, ascese al trono.
Tuttavia durante il 1918, alla conclusione della prima guerra mondiale, le potenze vincitrici imposero l'esilio degli Asburgo e la costituzione della repubblica austriaca. Il Regno Apostolico d'Ungheria riuscì invece a salvaguardarsi.
Tuttavia gli alleati italo-franco-britannici impedirono agli Asburgo di recarsi in Ungheria a riottenere la Corona, sicché l'Ungheria rimase un Regno con trono vacante sino alla seconda guerra mondiale, sotto la reggenza dell'ammiraglio Miklos Horthy, e decisero di segregare l'Imperatore Carlo e la sua famiglia nell'isola di Madera.

La famiglia di Otto passò gli anni a seguire prima in Svizzera e poi nell'isola portoghese di Madera, dove Carlo I morì si malattia nel 1922, facendo divenire Ottone pretendente al trono all'età di 10 anni. Nel frattempo, il Parlamento austriaco aveva ratificato l'esilio per la dinastia degli Asburgo ed aveva provveduto a confiscarne tutte le proprietà ufficiali (Habsburgergesetz, 3 aprile 1919).
Nel 1935 Otto si laureò all'università cattolica di Lovanio in Scienze sociali e politiche.
Dalla morte del padre e per tutto il tempo che egli rimase in esilio con la sua famiglia, si considerò il legittimo Imperatore d'Austria, ribadendolo in diverse occasioni. Nel 1937 egli scriveva:
“So molto bene che gran parte della popolazione austriaca mi vorrebbe come successore di mio padre sul trono della nostra famiglia con i tempi che corrono (...) Il popolo austriaco non ha mai dato il pieno favore alla politica della repubblica. Esso è semplicemente rimasto in silenzio, esausto dopo una lunga e sanguinosa lotta ed è stato sorpreso dall'audacia dei rivoluzionari del dopoguerra. Ma non è una rivoluzione che porta alla libertà di un popolo. Ma accetto il mio destino anche se credo che l'ora di ricongiungimento tra me e il mio popolo avverrà presto.”

Durante il nazismo, Otto si oppose all'Anschluss dell'Austria del 1938 (il nome che il governo tedesco diede a quell'operazione fu "Operation Otto", dal momento che essi prevedevano di invadere immediatamente lo stato austriaco se Otto fosse stato posto nuovamente sul trono). Data la sua posizione di ricercato dai nazisti, fu costretto a lasciare l'Europa ed a raggiungere Washington (1940–1944), dopo essere scappato dal Belgio e da Parigi, sempre con al seguito la madre Zita ed il resto della famiglia.
I suoi cugini Massimiliano Duca di Hohenberg ed il Principe Ernesto di Hohenberg vennero arrestati a Vienna dalla Gestapo ed inviati in un campo di concentramento sino alla fine della guerra. Quando Parigi si dimostrò insicura, la famiglia imperiale si recò in Portogallo con un visto speciale procuratogli da Aristides de Sousa Mendes, console portoghese a Bordeaux.

Otto fu costretto a rinuncare a pretese formali sull'Austria nel 1961, al fine di poter ottenere il permesso di rientrare in patria nel 1966. In un'intervista del 2007, in occasione del suo 95º compleanno, commentò:
"Fu una vera infamia, come vorrei non aver mai siglato quel documento! Dopo le rinunce mi chiesero di astenermi dalla politica, ma dopo aver provato l'oppio della politica è impossibile farne a meno."
Dopo la firma dell'atto, la corte amministrativa austriaca il 24 maggio 1963 revocò il bando che vietava di rientrare nel suo paese, fatto che avvenne ad ogni modo solo nel 1966 quando Otto ottenne il passaporto ed il visto dal governo austriaco per il suo rientro.

Negli anni a seguire, intraprese una più incisiva attività politica adoperandosi per un'Europa unificata come presidente dell'Unione Paneuropea Internazionale dal 1973 al 2004 e propugnando una federazione danubiana tra gli stati mitteleuropei.
Dal 1979 sino al 1999 partecipò come membro del partito bavarese cattolico (CSU) al Parlamento Europeo. Fu inoltre un membro della società di Mont Pelerin. Nell'ambito del suo impegno come parlamentare si adoperò fortemente per l'ingresso nell'Unione Europea di Ungheria, Slovenia e Croazia. Il suo progetto, tuttavia, era quello di una "Europa dei Popoli", e non degli Stati.
Otto è stato inoltre patrono del Three Faiths Forum, un gruppo pacifista del Regno Unito che persegue gli ideali di ascolto e collaborazione tra le tre maggiori religioni monoteiste del mondo: Cristianesimo, Giudaismo e Islamismo.

Nel gennaio del 2007 Otto rinunciò al suo status di Capo della Casata d'Asburgo affidandone il ruolo al figlio primogenito Carlo. Otto visse in ritiro a Villa Austria, presso il villaggio di Pöcking, nel circondario di Starnberg, non lontano dall'omonimo lago, in Baviera, Germania.
A livello internazionale esiste il Comitato Otto d'Asburgo, con una sezione anche in Italia, che persegue gli ideali politici degli Asburgo e che recentemente (2006) ha diffuso un testo biografico-politico dal titolo "Ottone d'Asburgo: dall'Impero all'Europa".

È scomparso il 4 luglio 2011 nella sua abitazione in Baviera, all'età di quasi 99 anni e, come tutti i suoi antenati, è stato sepolto nella cripta dei Cappuccini a Vienna. Il rito funebre è stato officiato dall'arcivescovo di Vienna cardinal Christoph Schönborn il 16 luglio.



Letture consigliate: Stephan Baier, Eva Demmerle, Otto d'Asburgo. La biografia autorizzata, Il Cerchio, Rimini 2006
[Modificato da Xostantinou 25/02/2012 10:59]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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