http://totalwargamesitalia.freeforumzone.com/http://totalwargamesitalia.freeforumzone.com/ Il forum di Total War Online ItaliaStrategy Games Italia
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva

Gallia tardoantica e altomedievale

Ultimo Aggiornamento: 10/06/2014 13:17
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 40
Stratiotes
10/04/2014 14:42
 
Email
 
Quota

Diciamo che ho spostato volutamente l'attenzione sui regni normanni e la loro peculiare efficienza e solidità politica perché non mi vengono in mente motivi per i quali la Normandia potesse aver generato una cavalleria in qualche modo migliore, essendo la sua impostazione socio-militare una "copia" (per quanto dagli esiti diversi e unita all'intraprendenza vichinga), dal modello feudale carolingio. Riguardo alle tue ipotesi personalmente escluderei la prima per questo motivo: i vichinghi che andavano a Costantinopoli venivano da un warfare comunque appiedato, essendo la società scandinava scarsamente gerarchica e basata quindi sulla fanteria, chi tornava poi in Scandinavia non mi risulta che abbia modificato il modo di combattere in patria e nelle scorrerie. La seconda ipotesi invece è interessante, anche se credo che nella società varega, come in Scandinavia, abbia stentato a formarsi un sistema feudale e una cavalleria da sfondamento degna di nota per secoli.

Sono molto felice di sentire che si apprezzano le proprie origini, per metà vengo dall'area spoletina e quel ramo della mia famiglia è molto chiaro, probabilmente ho diversi geni longobardi anche io ^^. Sono assolutamente d'accordo sulla composizione delle armate franche e longobarde. Non mi sono invece mai soffermato sulla situazione della Padana, e in effetti mi piacerebbe sentire vari pareri. Per l'area beneventana sono anch'io d'accordo.
[Modificato da Legio XIII gemina 10/04/2014 14:56]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

OFFLINE
Post: 3.398
Patrikios
Δεσπότης Σεβαστοκράτωρ μέγας δομέστικος
Kαῖσαρ Nωβελίσσιμος
10/04/2014 15:40
 
Email
 
Quota

2) bisogna considerare che quando i normanni arrivarono nel regno franco ormai in piena crisi, ottennero grandi successi militari (ben prima della conquista del inghilterra e della sicilia), per cui si cercò di riorganizzare la cavalleria prendendoli come modello.
Probabilmente se i franchi non si fossero trovati divisi da lotte intestine i normanni non avrebbero avuto così successo, ma la debolezza franca fece apparire i normanni invincibili....

5) è un discorso un po complicato.
Prima di tutto bisogna dire che i longobardi, essendo uno dei popoli meno romanizati, erano anche molto xenophobi.
Nei primi secoli non permettevano il mischiarsi del sangue con i romani, mantenendo i due popoli divisi .
L'esercito poteva essere formato solo da longobardi, anzi ad essere precisi il lavoro di guariero era l'unico accettato per un longobardo, potevano avere chiaramente propietà fondiarie, ma era dequalificante lavorarle, quindi le si dava in gestione ai romani.
Nella società longobarda è quindi ben visibile la classica tripartizione indoeuropea, con la casta dei guerieri (longobardi), quella dei clerici e del ceto produttivo (romani).
Solo dal 750 si cerca di integrare nel esercito i romani, probabilmente perchè il numero dei longobardi, già esiguo in partenza, era diminuito, e non si poteva più governare stabilmente con i vecchi metodi (c'era bisogno d'integrazione altrimenti si rischiava di scomparire), ma lo zoccolo duro della nobiltà longobarda si oppose fermamente (e da qui forse nascono i motivi della caduta del regno).
L'esercito longobardo era strutturato in tre tipologie di guerieri a seconda delle propietà fondiarie possedute.
Se un longobardo era talmente povero da non potersi permettere uno scudo veniva espulso dal esercito e quindi perdeva lo status di uomo libero (longobardo).
Se un longobardo ha proietà fondiarie di valore inferiore a 40 iugeri (unità fiscale romana) deve armarsi con scudo, arco e freccie.
Se un longobardo ha propietà fondiarie superiori a 40 iugeri deve armarsi con scudo, lancia e cavallo.
Se un longobardo ha almeno 7 case massaricie deve armarsi con scudo, corazza, lancia e cavallo.
Tutto ciò ci fa capire che fra i longobardi il cavallo era simbolo di status sociale.
Ina tripartizione simile veniva fatta anche per commercianti e artigiani.
L'arma principale fra i longobardi era la spatha (simbolo di virilità e nobiltà per questo popolo).
L'impugnatura era in legno o in cuoio, rinforzato con lamine di ferro, al suo interno era rivestita con peli d'animale o capelli imbevuti d'olio in modo che la lama non di arruginisse.
La lama poteva essere simmetrica e a doppio taglio, lunga fra i 75 e i 90 cm, se invece era corta (semispatha) arrivava ai 40 cm, infine c'era la scramasax, una sorta di grosso coltello ricurvo (lungo fra i 30 e i 40 cm), da utilizare in scontri ravvicinati.
Nel corso dei secoli la lama si allungherà, raggiungendo la lunghezza di una spatha e diventando nei fatti una sciabola (arma ideale per un cavaliere).
Altra arma importante, come avete già capito, era la lancia (detta nelle fonti lancea, hasta o contus).
Aveva una punta a forma d'alloro, con un asta in genere alta quanto un uomo, ma in certi casi anche più lunga.
La lancia era anche simbolo del potere regale.
Lo scudo (detto clypeus o scutum) veniva dato ai giovani longobardi come simbolo di passaggio (voleva dire che erano abili alle armi e quindi adulti), l'abbadono dello scudo era motivo di disonore, i morti venivano portati sugli scudi, così come il re veniva proclamato su uno scudo.
In genere era di forma circolare, fatto di legno e ricoperto di cuoio con un umbone metallico al centro, era largo fra 80 e i 90 cm con più di 1 cm di spessore.
L'umbone poteva essere ricoperto da lamine di bronzo d'orato per sottolinerare la richezza e l'importanza del suo possesore.
L'elmo (galea, feder o lamellenhelm) era formato da una serie di lamelle cucite insieme, faccio prima a mettervi delle foto:





Per quanto riguarda la corazza, la più utilizzata era la lorica lamellare (chiamata brunia dai franchi):



Questo tipo di corazza era utilizzata sia dai franchi che dai longobardi, i franchi però preferivano lamelle organiche (ossa, cuoio indurito eccetera), questo non vuol dire che non fossero efficaci, comunque in genere la corazza lamellare era preferita dai longobardi, mentre la cotta era più amata dai franchi.

Per quanto riguarda la tattica, i longobardi probabilmente puntavano su un iniziale tiro di freccie della fanteria per idebolire il fronte nemico, seguito dalla carica della cavalleria , messa a cuneo, con i cavalieri corazzati in prima linea, e quelli più leggeri subito dietro.
In caso fossero loro a subire l'offensiva i cavalieri sarebbero smontati , assumendo un ruolo da fanteria pesante, con gli arceri dietro che rallentavano con le frecce l'avanzata nemica.
Chiaramente c'erano dei problemi in questa tattica.
Una volta che caricavano, i cavalieri longobardi non si ritiravano ne si ricompattavano, si combatteva fino alla vittoria o alla sconfitta, il cavaliere inoltre non proteggeva il fianco del propio compagno, ma si buttava in una combattimento solitario con il nemico.
I cavalieri franchi non avevano ne le armi adatte per un combattimento di cavalleria ne soprattutto la bravura (i resti dei longobardi mostrano uno sviluppo particolare, perfetto per dei combattenti a cavallo, i franchi erano invece più "normali"), ma la loro fanteria coesa e più "romana" poteva resistere a questa carica, soprattutto se era in grande superiorità numerica o occupava posizioni favorevoli.
I longobardi inoltre non proteggevano i fianchi e il retro della formazione (per loro era disonorevole einconcepibile fare imboscate e attacare alle spalle).
Per cui se prendiamo un singolo cavaliere longobardo e lo paragoniamo con uno franco , notiamo che il longobardo era un cavaliere meglio armato nel suo ambito e soprattutto meglio addestrato rispetto a quello franco, ma quando guardiamo il lavoro di squadra le cose cambiano, solo in campo aperto, in uno scontro puramente frontale con forze più o meno equivalenti i longobardi avrebbero sfondato .




"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
OFFLINE
Post: 40
Stratiotes
10/04/2014 16:47
 
Email
 
Quota

Scusate ragazzi ma sui Normanni mi sono perso. Dunque, stiamo parlando di cavalleria: per la Francia il secolo delle incursioni normanne è il IX e parliamo di raid navali vichinghi (quindi a piedi e senza cavalli, anche perché le navi da incursione non avevano spazio sufficiente), all'inizio del X c'è la cessione della bassa valle della Senna e, nonostante una certa espansione dal Ducato nelle aree limitrofe, i Normanni in Francia non ci passano più: se una cavalleria normanna si forma nel corso del X secolo essa è copiata pari pari da quella franca, non ho capito a quale altro "modello" ci si riferisca. Fra l'altro prima del 1030 battaglie campali in Scandinavia non sono riportate. Probabilmente non ci siamo capiti bene con la terminologia e la cronologia (quello forse che si intendeva è che per far fronte alla rapidità delle incursioni vichinghe i Franchi abbiano aumentato il numero di guerrieri a cavallo per poter giungere, stile tardo impero romano, più in fretta nei luoghi colpiti, ma ciò mi sembra che abbia poco se non nulla a che fare con il potenziamento della carica), la mia ipotesi è comunque che la cavalleria detta normanna fosse la migliore perché solo quando i Normanni crearono i Regni di Sicilia ed Inghilterra poterono organizzare un sistema feudale efficiente che garantiva una cavalleria pesante con i contro attirbuti...da cui la nomea della cavalleria "normanna", la quale era comunque franca di emanazione. Posso sbagliarmi, è anche vero ad esempio che la Francia raggiunse un'organizzazione feudale coesa solo nel XIII secolo, e con grande sforzo: da qui si potrebbe dire che i Normanni abbiano sorpassato i Franchi occidentali nella cavalleria in quei secoli precedenti, allora in cosa si misura tecnicamente questo distacco dei Normanni?

Sui Longobardi...wow :D Ma le fonti bizantine sulla tattica longobarda sono solo Procopio e Maurizio? Mi chiedo se verso la fine del regno l'esercito longobardo si fosse raffinato e fatto più cauto nonché più organizzato rispetto ai secoli precedenti. Con una spinta verso la centralizzazione del Regno (anche se qui si può dibattere molto), probabilmente anche la logistica aveva fatto passi avanti. Riguardo alla differenza di addestramento tra il cavaliere pipinide e quello longobardo, penso ai Franchi che a quel tempo avevano cominciato a funzionalizzare e a professionalizzare sempre di più l'esercito e a compiere spedizioni molto frequentemente, probabilmente i Longobardi combattevano tra di loro altrettanto frequentemente (è poi vero che stessero sempre in lotta?) ma le campagne erano di portata e frequenza minore, forse l'addestramento complessivo delle unità propriamente longobarde era inferiore verso gli ultimi anni della Longobardia Maior? O mi confermate che è solo un'impressione?
[Modificato da Legio XIII gemina 10/04/2014 17:34]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

OFFLINE
Post: 3.398
Patrikios
Δεσπότης Σεβαστοκράτωρ μέγας δομέστικος
Kαῖσαρ Nωβελίσσιμος
10/04/2014 19:21
 
Email
 
Quota

La questione è questa.
La cavalleria di tipo normanno compare per le prima volta in normandia, prima della conquista del inghilterra (1066) e del sud italia, siamo quindi fra la fine del X secolo e l'inizio del XI.
In questo periodo compare per la prima volta lo scudo a mandorla in occidente.
In realtà questo scudo era già ampiamente utilizzato dai cavalieri romei nel X secolo, non sappiamo se sia un invenzione romea o no, fatto stà che nel X secolo sappiamo solo dei romei (gli scudi arabi e longobardi contemporanei erano diversi, così come quelli franchi).
Al'inizio del XI secolo questo scudo viene utilizzato anche dai normanni di normandia, ma non ancora dal resto della francia.
Possiamo fare solo delle ipotesi su questo punto.
è possibile che i primi mercenari normanni (arrivati intorno al 1030 in sud italia), abbiano copiato gli scudi romei e poi con i loro collegamenti con la normandia li abbiano importati .
Oppure che questo scudo, sicuramente conosciuto dai rus (per i loro frequenti contatti con i romei), fosse stato importato tramite i rapporti commerciali con la scandinavia (tenuti vivi per le comuni origini vichinghe).
Ricordo anche che i variaghi non erano una forza di fanteria, ma di cavalleria, ciò vuol dire che per lo meno in russia la cavalleria era importante...
Altra innovazione normanna è l'elmo, prodotta da un unico pezzo di metallo, con una calotta non più semi-sferica, ma conica.
Anche qui bisogna dire che nel X secolo i romei utilizzavano un elmo ricavato da un unico pezzo di metallo e di forma conica, può essere una coincidenza oppure no, quello che possiamo dire è che l'elmo normanno è un evoluzione degli elmi utilizzati dai rus e dai vichinghi.
E potrei continuare, ma ciò che ci interessa è che questo tipo di cavalleria in occidente compare al inizio in normandia e da li si espande agli altri paesi.
La cavalleria franca era molto differente da quella normanna, sia per utilizzo che per armamento (come dimostrano fonti letterarie, iconografiche e resti archeologici), per cui non può essere d'origine franca (anche la carica è frutto di una mentalità non franca, ma decisamente più vicina a quella vichinga).

Ci sono altre fonti, ma si tratta di cronache in greco , poco conosciute da noi.
Considera che ciò che ti ho esposto trae anche origine da scritti longobardi e loro leggi, per cui è la situazione del ultimo periodo più o meno.
Il soldato longobardo incominciava l'addestramento a 12 anni, quelli franchi, tranne la nobiltà militare più importante, verso i 18, e la cavalleria aveva ancora un ruolo di supporto (spesso serviva solo per spostarsi).
I longobardi erano uniti sotto re forti, ma divisi quando il centro si indeboliva, a differenza dei franchi erano un aristocrazia militare ereditaria, quindi c'erano famiglie molto potenti, i re comunque avevano cercato di centralizzare il potere, ed entro certi limiti c'erano riusciti, magari questa sera provo ad esporre la loro organizzazione interna.
Le sconfitte longobarde sono dovute ad una tattica poco dinamica, ad un numero di guerrieri troppo esiguo e al tradimento (molti duchi , temendo il potere della monarchia, passarono dal altra parte o rimasero neutrali, mantenendo i loro posti sotto i franchi).




"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
OFFLINE
Post: 40
Stratiotes
10/04/2014 19:45
 
Email
 
Quota

Oh molte grazie Glauco, ho capito. E anche complimenti a Maioranus che ha compreso l'importanza della cavalleria tra i Vareghi e l'influenza del contatto con Bisanzio, non ci sarei mai arrivato. Effettivamente, nonostante le vie fluviali, le distanze erano lunghe da percorrere e la Russia era abitata e attraversata da popoli che avevano la propria prima arma nella cavalleria, i Vareghi dovevano pur adeguarsi in qualche modo. Molto bene!

E si mi piacerebbe molto una spiegazione sull'organizzazione interna del Regno longobardo, ti ringrazio per l'enorme disponibilità, non vorrei sottrarti troppo tempo con tutte queste domande.
[Modificato da Legio XIII gemina 10/04/2014 20:12]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

OFFLINE
Post: 3.398
Patrikios
Δεσπότης Σεβαστοκράτωρ μέγας δομέστικος
Kαῖσαρ Nωβελίσσιμος
10/04/2014 22:48
 
Email
 
Quota

In principio il popolo longobardo era organizzato in questo modo:
Alla base c'era una famiglia, l'insieme di più famiglie formavano una fara, più frarae facevano un gau, e l'insieme dei gau formavano l'intero popolo.
In principio a ogni famiglia vengono assegnate delle terre (più la famiglia è importante, più terre possiede), il territorio viene quindi suddiviso in piccole circoscrizioni formate da una serie di vilaggi e/o città su cui la fara è responsabile militarmente (chiaramente le propietà fondiarie delle famiglie sono nella rispettiva fara).
Queste circoscrizioni vengono raggruppate da provincie dette gau, i cui capi vengono scelti dal assemblea delle farae pertinenti e prendono il titolo di duca (quindi i gau diventeranno i ducati).
I duchi eleggono poi il re.
Con il tempo ci si rende conto che i duchi sono diventati troppo potenti, essi hanno accumulato enormi latifondi e mirano al ereditarietà del titolo.
Alla fine si giunge ad un compromesso, con la cessione di metà delle terre al re.
tralasciando l'evoluzione di mezzo arrivo al l'ultima organizzazione amministrativa longobarda.
L'intero territorio viene suddiviso in actus o subactio,ma anche gastaldatus e iudiciariae, ognuno dei quali è formato da una serie di vilaggi, fortezze e città (sul modello dei vecchi territori municipali).
Ogni gastaldatus è governato da un gastaldo, aiutato da sculdasci o centenarii, il suo compito è gestire la giustizia, recuperare le tasse (solitamente in natura) e reclutare i longobardi residenti in formazioni militari comandandoli nella difesa del territorio (queste forze militari sono poi sottoposte al autorità del duca).
In uno stesso ducato ci sono gastaldatus regi e ducali, la daifferenza stà nelle entrate fiscali, nel primo caso vanno direttamente al re (che difatti sceglie i gastaldo), nel secondo al duca, militarmente però sono soggette al duca.
In questo modo il re ha grande forza economica, oltre ad ufficiali di fiducia negli eserciti ducali, ma l'idea non sarà sufficiente, molti duchi rimaranno comunque troppo indipendenti.




"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
OFFLINE
Post: 40
Stratiotes
12/04/2014 12:43
 
Email
 
Quota

[SM=g28002]

Dell'influenza bizantina nel warfare longobardo cosa si può dire?

Una bella immagine della battaglia del Livenza, notare la differenza tra la cavalleria carolingia e quella longobarda, nella seconda è indelebile l'influenza della steppa. L'arciere a cavallo è proprio della tradizione longobarda?

p.s. una curiosità, guardando l'elmo lamellare dell'immagine del Livenza e comparandolo con quello di Niederstotzingen postato sopra, si nota la mancanza della protuberanza superiore, aveva questa una funzione protettiva oltre a quella di dare un'apparenza più minacciosa? E' riscontrabile archeologicamente un'evoluzione o una differenziazione funzionale in questo particolare tipo di elmo?

p.p.s. Inoltre l'elmo franco in figura, che compare spesso in molte raffigurazioni più recenti (ripreso come modello anche nel tardo medioevo), su modello di quelli pseudo-attici romani tardoantichi, era effettivamente utilizzato dai Franchi? Avevo letto che, pur comparendo in diverse raffigurazioni bizantine dell'epoca, non si è sicuri nemmeno del fatto che venisse realmente utilizzato. I carolingi, soprattutto le guardie palatine & co vengono raffigurati sempre con quello.


[Modificato da Legio XIII gemina 12/04/2014 13:17]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

OFFLINE
Post: 3.398
Patrikios
Δεσπότης Σεβαστοκράτωρ μέγας δομέστικος
Kαῖσαρ Nωβελίσσιμος
12/04/2014 16:08
 
Email
 
Quota

- no , il longobadi avevano solo arceri appiedati (almeno era così nel periodo 600-800).

- era più una questione estetica, anche se sicuramente c'erano motivi d'altra utilità, ma non poi molto importanti, visto che questa tipologia d'elmo è stata abbandonata in seguito.

- che io ricordi questi elmi in occidente non ricompaiono prima del XIV secolo (parlo dal punto di vista archeologico), so però che versioni simili venivano utilizzate in italia e a bisanzio (sono comunque poche se confrontate agli altri elmi, inoltre c'è il dubbio che venissero utilizzate più per parate che altro).





"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
OFFLINE
Post: 40
Stratiotes
14/04/2014 11:24
 
Email
 
Quota

Tornando un po' più indietro nel tempo e allargandoci nello spazio, che differenza c'era tra l'angone e la bebra? E, soprattutto, fino a quando vennero utilizzate e dove?


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

OFFLINE
Post: 3.398
Patrikios
Δεσπότης Σεβαστοκράτωρ μέγας δομέστικος
Kαῖσαρ Nωβελίσσιμος
16/04/2014 19:15
 
Email
 
Quota

scusa il ritardo.
Nelle fonti le due sono intercambiabili, quindi avevano la medesima funzione, e la foggia è simile (allora non c'era standardizazione quindi in alcuni casi erano identici, in altri differivano leggermente).
Da quel che ricordo furono utilizzati almeno fino al VII secolo, ma devo controllare.




"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
OFFLINE
Post: 14
Ligius
Stratiotes
23/04/2014 23:02
 
Email
 
Quota

Scusate se ricompaio solo ora....ho appena finito di leggere tutto quello che mi ero perso e...wow, devo dire Glauco che le tue conoscenze mi sorprendono sempre di più, complimenti.

Sono lieto di essere riuscito (forse?) a cogliere il nesso Variaghi/Bisanzio/Cavalleria Normanna....credo sarebbe un bel punto da approfondire, semmai con una ricerca mirata.

Quanto all'organizzazione del Regno Longobardo, ricordo che, difatti, anche il Ducato di Benevento era organizzato in gastaldati (se ben ricordo, tuttavia, nella Langobardia Minor non ci fu affatto bisogno di passare dal gau al gastaldato; quest'ultima forma amministrativa, infatti, venne direttamente introdotta nel Ducato...ma non ne sono del tutto sicuro). Inoltre, credo che questo abbia favorito il formarsi di una "monarchia" decisamente più forte che al nord: i Duchi di Benevento, con tutti i dovuti limiti, accentrarono il loro potere decisamente più dei Re di Pavia...
OFFLINE
Post: 3.398
Patrikios
Δεσπότης Σεβαστοκράτωρ μέγας δομέστικος
Kαῖσαρ Nωβελίσσιμος
26/04/2014 22:15
 
Email
 
Quota

Vero, la formazione del ducato di benevento è d'altronde diversa dal resto.
Non c'é una vera invasione, ma sembra che si trattasse di una forza mercenaria longobarda al soldo Romeo , che sfruttando la situazione di caos creatasi sia riuscita a rendersi indipendente.
Per cui mentre al nord i duchi si conquistano territori in modo indipendente dal re, nel sud tutta l'espansione é sotto il controllo di benevento , quindi il duca mantiene un controllo saldo della situazione.
A ciò si aggiunge che i soldati longobardi nel sud erano molto pochi per cui l'influenza bizantina si é fatta sentire maggiormente, portando il ducato a stabilire un sistema più centralizzato basato sulla corte, almeno fino a quando il ducato non andò in crisi .
[Modificato da GlaucopideSophia1 26/04/2014 22:17]




"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
OFFLINE
Post: 14
Ligius
Stratiotes
29/04/2014 11:14
 
Email
 
Quota

E difatti il Ducato finì per evolversi in Principato sotto Arechi II (complice anche la sparizione del Regno Longobardo di Pavia)...e non credo sia una coincidenza che i re longobardi di provenienza beneventana (Grimoaldo e Romualdo, se ricordo bene), abbiano avuto attitudini ben più centralizzatrici dei loro predecessori.

Inoltre, anche quando andò in crisi il Principato, e si frammentò, i Ducati che ne nacquero (Capua e Salerno), ne mantennero sostanzialmente inalterata la struttura "di base".

Toh, e pensare che si era partiti dalla Gallia tardoantica...
[Modificato da Maiorianus 29/04/2014 11:15]
OFFLINE
Post: 40
Stratiotes
29/04/2014 12:45
 
Email
 
Quota

Questo è il bello di parlare di Storia Maiorianus ;)

Vorrei accompagnare un'altra domanda citando il Professor Settia:

I Longobardi, divenuti dopo il 569 padroni dell’Italia, assimilarono abbastanza rapidamente, a proprio vantaggio, i criteri difensivi che erano stati propri dell’ultimo periodo romano e dell’età di Teodorico applicandoli contro i loro avversari transalpini, Franchi e Avari: la presenza di numerose città fortificate fu sfruttata ponendola in coordinamento con le Chiuse alpine che furono strumento, ancora per qualche secolo, di una difesa «elastica» in profondità di tipo tardo antico. Le Chiuse almeno dal IV secolo sbarravano le principali vie di accesso attraverso le Alpi ed erano collegate a un sistema di avvistamento e di rifugio; sino a metà dell’VIII secolo si poté così esercitare un’azione ritardatrice in corrispondenza delle valli alpine e il logoramento dell’aggressore lungo gli assi di penetrazione verso sud. In condizioni sfavorevoli i Longobardi si chiudevano nelle città della pianura padana eludendo il contatto con gli invasori, i quali erano perciò costretti a ritirarsi senza poter conseguire risultati decisivi. Se invece il rapporto di forze era positivo per i difensori, il nemico, sboccato in piano, poteva essere sorpreso e annientato in campo aperto, come infatti avvenne in più occasioni.

Volevo sapere in cosa consistevano, da chi e come erano presidiate le Chiuse, e se c'erano delle differenze tra i sistemi di fortificazione longobarda nel Meridione, nel Nord Est e sulla frontiera franca. Da qui si potrebbe anche parlare della differenza tra i sistemi di difesa di confine tra il regno longobardo e quello franco.


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

OFFLINE
Post: 3.398
Patrikios
Δεσπότης Σεβαστοκράτωρ μέγας δομέστικος
Kαῖσαρ Nωβελίσσιμος
02/05/2014 17:11
 
Email
 
Quota

Scusate il ritardo, ma ero in vacanza
Beh la risposta è complessa.
Partiamo dal principio, le chiuse vengono costruite dai romani nel IV secolo (allora erano chiamate clausurae), si trattava di fortificazione che andavano a sbarrare alcune valli alpine allo scopo di impedire o almeno rallentare le incursioni barbare in italia, colpita in più occasioni dal 166 d.C. in poi.
Le chiuse di cui abbiamo notizia sono : Secusia (Susa,in valle di Susa),Bardo (Bard, in valle d’Aosta), Belinzona (Bellinzona, nel Canton Ticino),Clavenna (Chiavenna), Balzano (nei pressi di Bolzano), Volerno (Volargne, vicino a Verona, nella valle dell’Adige),Trevile (forse Quero, vicino a Treviso), Sanctus Petrus de Iulio via de Monte Cruce (S.Pietro di Carnia, vicino a Zuglio, lungo la strada per il passo di Monte Croce Carnico), Aquilegiam (aquileia), Forum Iulii (Cividale del friuli).
Come noterete non sono molte, ciò non deve però stupire, ancora oggi la maggiorparte dei passi alpini sono sentieri o strade sterrate, per un esercito con molti uomini, animali, carri, perovviste e armi sarebbe stato impossibile attraversarli, per cui si pensò solamente di fortificare quelle valli in cui passavano o strade militari o fiumi navigabili, l'idea si rivelò vincente dato che queste fortificazioni vennero riprese dai goti, dai romei, dai longobardi e perfino dai carolingi, solo in epoca ottoniana cessarono il loro ruolo difensivo e divennero dogane.
In genere una chiusa era formata da un muro e da una fortezza.
La fortezza era posta sempre in posizione sopraelevata, in modo che la guarnigione potesse osservare la valle, fungeva quindi sia da punto d'ossevazione, sia da fortezza che da dogana.
Più complesso il discorso del muro, su cui non ci è rimasto nulla dal punto di vista archeologico.
I romani parlavano di vallo, per qualche ragione nel medioevo il termine vallo cambiò in muro, termine chiaramente errato (anche nel salento il limes romeo veniva definito dai longobardi muro, anche se non lo era), se poi si considera i metodi citati dalle fonti per ristrutturare il "muro" i dubbi aumentano.
Da tutto ciò si deduce che il muro era in realtà un lungo fossato (fossa) oltre il quale veniva edificato un terrapieno (agger) con sopra una palizzata e forse qualche torre (anch'esse di legno), si trattava nei fatti di un classico limes romano.
Le chiuse erano protette da guarnigioni di piccole dimensioni, ad esempio bard aveva solo 60 uomini, forze tanto esigue non potevano certo proteggere il vallo, ma erano in grado di resistere nel forte e compiere il lavoro di doganieri, probabilmente grazie alla posizione sopra-elevata i soldati potevano vedere l'arrivo di grandi schiere ad alcuni giorni di marcia dal vallo (nessuno toglie però che esistessero delle torri di guardia oltre il vallo), sfruttando anche il fatto che perfino per un esercito organizatto ci volesse un po per attraversare un vallo privo di difensori, la guarnigione faveva in tempo ad avvertire gli esrciti posti in pianura, in modo che potessero risalire la valle e proteggere il vallo o attacare il nemico nel momento in cui è più vulnerabile (cioè quando lo stà attaraversando), se invece gli eserciti presenti in pianura non fossero stati in grado di affrontare il nemico avrebbero comunque avuto tempo per far evaquare la popolazione nelle città fortificate e fare provistedistruggendo tutti i viveri che non si potevano proteggere (la famosa terra bruciata).
Per quanto riguarda infine le differenze, fra nord-est e nord-ovest non c'è n'erano, nel sud invece non esisteva una difesa del genere, mentre al nord esisteva già, al sud i longobardi l'avrebbero dovuta creare da zero, cosa che non fecero, non sappiamo se il motivo fosse la mancanza di conoscienze tecniche, la pigrizia o una questione culturale, sappiamo solo che non la costruirono, in conpenso i romei pensarono bene di edificare prima nel salento e poi in tutto il catepanato (che comprendeva puglia, basilicata e calabria) un limes vecchio stile che longobardi, normanni e tedeschi definirono il Limitone dei greci, mostrando un certo disprezzo misto a meraviglia per questo sistema difensivo (disprezzo che avevano anche nei confronti dei campi fortificati e nei carri per la logistica), questo sistema si dimostrò però efficacie fino a quando fu difeso da un numero sufficiente di uomini....





















[Modificato da GlaucopideSophia1 02/05/2014 17:17]




"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
OFFLINE
Post: 5.967
Patrikios
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
Βασιλεύς Πορφυρογέννητος Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
03/05/2014 13:26
 
Email
 
Quota

I Longobardi non sono un popolo germanico, ma un popolo sarmato-germanico.
La forza dei Longobardi è sempre stata la loro straordinaria predisposizione ad integrare ed assimilare i popoli che sottomettevano e, durante la loro permanenza nelle pianure orientali, dalle rive della Vistola alle steppe pannoniche, assimilarono massicciamente non solo altre tribù germaniche, ma soprattutto tribù sarmate ed uralo-altaiche, che hanno comportato la trasformazione culturale dei Longobardi nell'unica tribù germanica di origine ad avere quale spina dorsale del proprio esercito una forte cavalleria leggera.

La cavalleria pesante come la conosciamo noi nasce solo in conseguenza dell'arrivo in Europa degli Avari, il primo popolo della steppa a coniugare la corazzatura metallica per cavallo e cavaliere con l'uso della staffa.



------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


OFFLINE
Post: 40
Stratiotes
04/05/2014 19:42
 
Email
 
Quota

GlaucopideSophia1, 02/05/2014 17:11:

Beh la risposta è complessa.
Partiamo dal principio, le chiuse vengono costruite dai romani nel IV secolo (allora erano chiamate clausurae), si trattava di fortificazione che andavano a sbarrare alcune valli alpine allo scopo di impedire o almeno rallentare le incursioni barbare in italia, colpita in più occasioni dal 166 d.C. in poi.
Le chiuse di cui abbiamo notizia sono : Secusia (Susa,in valle di Susa),Bardo (Bard, in valle d’Aosta), Belinzona (Bellinzona, nel Canton Ticino),Clavenna (Chiavenna), Balzano (nei pressi di Bolzano), Volerno (Volargne, vicino a Verona, nella valle dell’Adige),Trevile (forse Quero, vicino a Treviso), Sanctus Petrus de Iulio via de Monte Cruce (S.Pietro di Carnia, vicino a Zuglio, lungo la strada per il passo di Monte Croce Carnico), Aquilegiam (aquileia), Forum Iulii (Cividale del friuli).
Come noterete non sono molte, ciò non deve però stupire, ancora oggi la maggiorparte dei passi alpini sono sentieri o strade sterrate, per un esercito con molti uomini, animali, carri, perovviste e armi sarebbe stato impossibile attraversarli, per cui si pensò solamente di fortificare quelle valli in cui passavano o strade militari o fiumi navigabili, l'idea si rivelò vincente dato che queste fortificazioni vennero riprese dai goti, dai romei, dai longobardi e perfino dai carolingi, solo in epoca ottoniana cessarono il loro ruolo difensivo e divennero dogane.
In genere una chiusa era formata da un muro e da una fortezza.
La fortezza era posta sempre in posizione sopraelevata, in modo che la guarnigione potesse osservare la valle, fungeva quindi sia da punto d'ossevazione, sia da fortezza che da dogana.
Più complesso il discorso del muro, su cui non ci è rimasto nulla dal punto di vista archeologico.
I romani parlavano di vallo, per qualche ragione nel medioevo il termine vallo cambiò in muro, termine chiaramente errato (anche nel salento il limes romeo veniva definito dai longobardi muro, anche se non lo era), se poi si considera i metodi citati dalle fonti per ristrutturare il "muro" i dubbi aumentano.
Da tutto ciò si deduce che il muro era in realtà un lungo fossato (fossa) oltre il quale veniva edificato un terrapieno (agger) con sopra una palizzata e forse qualche torre (anch'esse di legno), si trattava nei fatti di un classico limes romano.
Le chiuse erano protette da guarnigioni di piccole dimensioni, ad esempio bard aveva solo 60 uomini, forze tanto esigue non potevano certo proteggere il vallo, ma erano in grado di resistere nel forte e compiere il lavoro di doganieri, probabilmente grazie alla posizione sopra-elevata i soldati potevano vedere l'arrivo di grandi schiere ad alcuni giorni di marcia dal vallo (nessuno toglie però che esistessero delle torri di guardia oltre il vallo), sfruttando anche il fatto che perfino per un esercito organizatto ci volesse un po per attraversare un vallo privo di difensori, la guarnigione faveva in tempo ad avvertire gli esrciti posti in pianura, in modo che potessero risalire la valle e proteggere il vallo o attacare il nemico nel momento in cui è più vulnerabile (cioè quando lo stà attaraversando), se invece gli eserciti presenti in pianura non fossero stati in grado di affrontare il nemico avrebbero comunque avuto tempo per far evaquare la popolazione nelle città fortificate e fare provistedistruggendo tutti i viveri che non si potevano proteggere (la famosa terra bruciata).
Per quanto riguarda infine le differenze, fra nord-est e nord-ovest non c'è n'erano, nel sud invece non esisteva una difesa del genere, mentre al nord esisteva già, al sud i longobardi l'avrebbero dovuta creare da zero, cosa che non fecero, non sappiamo se il motivo fosse la mancanza di conoscienze tecniche, la pigrizia o una questione culturale, sappiamo solo che non la costruirono, in conpenso i romei pensarono bene di edificare prima nel salento e poi in tutto il catepanato (che comprendeva puglia, basilicata e calabria) un limes vecchio stile che longobardi, normanni e tedeschi definirono il Limitone dei greci, mostrando un certo disprezzo misto a meraviglia per questo sistema difensivo (disprezzo che avevano anche nei confronti dei campi fortificati e nei carri per la logistica), questo sistema si dimostrò però efficacie fino a quando fu difeso da un numero sufficiente di uomini....



Ciao Glauco, spero che tu ti sia divertito in vacanza. Molto interessante.

La conversione delle Chiuse in dogane fu voluta intenzionalmente dagli Ottoni per eliminare gli ostacoli tra Italia e Germania?

Pensando all'area tra Benevento e Troia/Lucera, qualche passo obbligato, ci potrebbero essere state anche lì installazioni più consistenti simili a Chiuse, ma in fondo su tutto l'Appennino in generale.

Com'era organizzata la logistica longobarda, soprattutto verso la fine del Regno? Solo animali e uomini usati per trasportare le salmerie e apposite stazioni di approvvigionamento come nell'impero carolingio?

Xostantinou, 03/05/2014 12:26:

I Longobardi non sono un popolo germanico, ma un popolo sarmato-germanico.
La forza dei Longobardi è sempre stata la loro straordinaria predisposizione ad integrare ed assimilare i popoli che sottomettevano e, durante la loro permanenza nelle pianure orientali, dalle rive della Vistola alle steppe pannoniche, assimilarono massicciamente non solo altre tribù germaniche, ma soprattutto tribù sarmate ed uralo-altaiche, che hanno comportato la trasformazione culturale dei Longobardi nell'unica tribù germanica di origine ad avere quale spina dorsale del proprio esercito una forte cavalleria leggera.

La cavalleria pesante come la conosciamo noi nasce solo in conseguenza dell'arrivo in Europa degli Avari, il primo popolo della steppa a coniugare la corazzatura metallica per cavallo e cavaliere con l'uso della staffa.



Ciao Xostantinou, sono contento di vederti sul forum. Ottime osservazioni. Sull'ultima parte, per cavalleria "leggera" longobarda, pre-contatto con gli Avari e migrazione in Italia, si intende anche nella sua forma più pesante quella tipo catafratti sarmati?
[Modificato da Legio XIII gemina 04/05/2014 19:59]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

OFFLINE
Post: 3.398
Patrikios
Δεσπότης Σεβαστοκράτωρ μέγας δομέστικος
Kαῖσαρ Nωβελίσσιμος
05/05/2014 15:08
 
Email
 
Quota

la trasformazione fu frutto di un evoluzione tutta italiana, il potere centrale non era in grado di controlarle e allo stesso tempo queste non davano più su territori nemici (ai tempi dei carolingi pur essendo italia, germania e francia teoricamente unite, non lo erano affatto), per cui i poteri locali le riadattarono per guadagnarci (in fondo già prima erano anche delle dogane), i valli vennero quindi dismessi, mentre le fortezze divennero dogane, prigioni e tribunali (ad esempio il catello di caprie in val di susa era tutti e tre insieme).
L'apennino è molto più dolce come catena montuosa, creare chiuse sarebbe stato sconveniente e dispendioso, per questo si preferì un limes vecchio stampo, molto più adatto alla regione.
Sembra che la loro logistica non fosse un granche, niente carri visto che si stupivano che c'è li avevano, e probabilmente niente beni superflui.




"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
OFFLINE
Post: 2.166
Moirarchos
08/05/2014 09:39
 
Email
 
Quota

Molto interessante l'intera discussione. :)
OFFLINE
Post: 5.967
Patrikios
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
Βασιλεύς Πορφυρογέννητος Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
10/06/2014 13:17
 
Email
 
Quota

Re:
Legio XIII gemina, 04/05/2014 19:42:


Ciao Xostantinou, sono contento di vederti sul forum. Ottime osservazioni. Sull'ultima parte, per cavalleria "leggera" longobarda, pre-contatto con gli Avari e migrazione in Italia, si intende anche nella sua forma più pesante quella tipo catafratti sarmati?




No, i catafratti in stile sarmata non compariranno mai in europa, rimangono una specialità della steppa e dell'oriente, la cavalleria pesante occidentale si sviluppa per conto (abbastanza) proprio.



------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:43. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com