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Storia ed anatomia della Katana

Ultimo Aggiornamento: 05/03/2013 12:05
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Patrikios
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
Βασιλεύς Πορφυρογέννητος Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
05/03/2013 12:05
 
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In Giappone, la parola "Katana" significa semplicemente "Spada", per cui anche una spada occidentale viene chiamata Katana, ciononostante, si è presa la consuetudine di indicare con quel termine anche un tipo particolare di spada, comparsa in Giappone intorno al periodo Muromachi e che sarebbe stato in realtà più corretto chiamare "Uchigatana".
L'arma era portata di solito dai membri della classe guerriera insieme al wakizashi, o spada corta. La combinazione delle due spade era chiamata daishō, e rappresentava il potere o classe sociale e l'onore dei samurai, i guerrieri che obbedivano al daimyō (feudatario). Più precisamente la combinazione daishō era costituita fino al XVII secolo da Tachi e Tantō, e solo in seguito da katana e wakizashi.

La spada nipponica ha attraversato infatti tre lunghi periodi nei quali ha preso altrettanti nomi:
-1.Joko-To: Le Joko-To sono le spade più antiche, forgiate in epoca arcaica, rettilinee, ad un solo taglio e senza curvatura, ad imitazione delle spade cinesi (Tsurugi o Ken).
-2.Tachi: I Tachi, nel periodo Heian, sostituirono progressivamente le Joko-To, hanno una lama lunga che solitamente si attesta sui 75-80 cm e sono dotati di una notevole curvatura (sori) accoppiata ad un adeguato assottigliamento distale (fumbari) che li rende relativamente leggeri nonostante la loro lunghezza. Nel fodero, vengono portati col filo verso il basso. I Tachi sono armi concepite per la cavalleria, sono progettate per colpire di taglio strisciando sul bersaglio in modo da causare il massimo danno col minimo sforzo. Moltissimi Tachi, nei secoli successivi, furono accorciati e trasformati in Uchigatana. Le lame forgiate nel periodo d'oro della spada giapponese (il Kamakura) sono nate tutte come Tachi e in seguito convertite in Uchigatana.
-3.Uchigatana: L'Uchigatana, detta anche semplicemente "Katana", ha iniziato a sostituire il Tachi a partire dal Muromachi per poi sostituirlo completamente nei periodi successivi. L'Uchigatana possiede una lama lunga normalmente 60-75 cm con una curvatura e un assottigliamento distale minori rispetto ai Tachi, nel fodero viene portata col filo verso l'alto per facilitare l'estrazione e per non danneggiare il filo della lama. Sebbene sia possibile usarle da cavallo, sono essenzialmente armi concepite per la fanteria.
Una delle cose che rendono particolarmente affascinante lo studio delle lame giapponesi è che le migliori Katane mai forgiate, a tutt'oggi, sono quelle del periodo antico e cioè le spade realizzate circa 700 anni fa. In seguito i segreti dei maestri forgiatori si sono persi e solo di recente ci si è sforzati di recuperarli, ma nonostante tutto, ancora oggi non si riesce a riprodurre lame di qualità paragonabile a quelle del mondo antico.

Grosso modo, le Katane possono essere così suddivise in base al periodo:
-Joko-To (645-980) Spade antichissime, progenitrici della Katana
-Koto (980-1600) Spade antiche, le lame migliori qualitativamente parlando
-Shinto (1600-1867) Spade nuove, prodotte in periodo di pace, corte, leggere, appariscenti e di minore qualità
-ShinShinto (1868-1912) Spade nuovissime, in questo periodo si tenta di riscoprire i segreti delle spade Koto per produrre nuovamente lame di qualità
-Gendaito (1912-oggi) Spade moderne, costruite nel primo 900 per i collezionisti e per i templi (relativamente poche in verità)
-Gunto (seconda guerra mondiale) Spade prodotte industrialmente per gli ufficiali dell'esercito della seconda guerra mondiale, di bassissima qualità
-Shinsakuto (oggi) Spade contemporanee prodotte oggigiorno, sono grandi e appariscenti, costano molto.

Storia della Katana
Joko-To (prima del 980)
Queste spade antichissime sono costruite con una tecnologia importata dalla Cina. Hanno un valore storico, ma sono ancora ben lontane dalle Katane in termini di qualità costruttiva. Sono diritte e forgiate con la tecnica di tempratura differenziale.


Heian (782-1180, Koto)
Verso la metà di questo periodo, e cioè intorno al 980, inizia il periodo detto Koto, il periodo della Spada Antica. Le lame non possono dirsi ancora delle vere Katane, ciononostante iniziano a comparire le caratteristiche tipiche delle stesse, compare la curvatura a sciabola e le tecniche metallurgiche si affinano. Si tratta perlopiù di spade lunghe costruite per essere usate da cavallo e portate in montatura Tachi (e cioè portate col filo rivolto in basso).


Kamakura (1181-1330, Koto)
Questo periodo è universalmente considerato il Periodo d'Oro della spada giapponese, da questo momento i samurai presero il potere in Giappone e lo mantennero fino alla caduta del feudalesimo con l'arrivo degli occidentali nel 1868 (in questo periodo visse il più famoso forgiatore di tutti i tempi, Masamune).
Il Giappone dovette affrontare i due tentativi di invasione mongola che si risolsero in vittorie soltanto per via della distruzione della flotta mongola da parte di altrettanto provvidenziali tempeste.
I samurai, come spesso capita alle comunità chiuse e isolate, avevano ritualizzato gran parte della propria vita, guerre comprese e si trovarono spiazzati di fronte al nemico continentale che concepiva un tipo di guerra senza regole, molto più cruento e diretto. Infatti all'epoca, era normale per un samurai, prima della battaglia, presentarsi agli avversari elencando il proprio albero genealogico e le cose importanti che avevano fatto i propri antenati o loro stessi, in questo modo si formavano le coppie per i duelli, in base al rango e all'importanza di ognuno che a loro volta avvenivano in maniera "onorevole" senza aiuti da parte dei compagni. A volte capitava, addirittura, che l'esito di uno scontro venisse deciso da un singolo duello.
A quel tempo, le spade giapponesi avevano una foggia lunga e curva, con un notevole assottigliamento distale (fumbari) che le rendeva leggere e manovrabili a cavallo con una mano sola.
Quando però giunsero i mongoli, essi portarono con se corazze di tipo continentale, di cuoio indurito e ricoperto da scaglie metalliche. I samurai dovettero rendersi conto di una terribile realtà: le loro spade erano inadeguate contro codesti avversari, non tagliavano abbastanza e non erano in grado di avere ragione delle corazze nemiche.
Questi furono anni di grande fermento, lo Shogun e i signori feudali fecero grandi sforzi per tentare di rendere competitive le Katane del proprio esercito, furono incentivati e radunati i migliori forgiatori e la ricerca in questo ambito raggiunse livelli mai visti prima.
Le vecchie tachi del periodo heian vennero modificate e migliorate da ogni punto di vista e la tecnologia per la forgiatura delle spade divenne una vera e propria arte.
Vennero sviluppate metodiche che prevedevano l'utilizzo di diversi tipi di acciai, uniti tra loro in modo da conferire differenti proprietà alle diverse parti della lama. Anche la geometria delle stesse venne cambiata, vennero sperimentati differenti modelli di punta (kissaki) e differenti modalità di tempratura allo scopo di garantire un tagliente particolarmente duro e persistente a fronte di una grande elasticità del corpo.
Verso la fine del Kamakura le spade avevano raggiunto un livello qualitativo eccezionale. Nel corso del secondo tentativo di invasione mongola, nonostante i giapponesi si trovassero comunque a mal partito, i cronisti mongoli rimasero colpiti dalla brutale efficienza delle nuove Katane e a riguardo uno dei loro commentatori scrisse: "ogni volta che una delle loro lame scintillanti viene sollevata in aria e riabbassata, sono tre morti tra i nostri".
Il Giappone si preparò quindi a fronteggiare una terza invasione mongola (che però non si verificò mai) cercando di migliorare ulteriormente la fattura delle spade.
In questo periodo le lame venivano create allo scopo di essere usate in battaglia per cui hanno pochi fronzoli; fu in questo periodo che nacquero le famose 5 Scuole, corrispondenti ad altrettante zone di estrazione mineraria.
Le spade del Kamakura, in origine, erano tutte lame lunghe in montatura Tachi (da portare col filo rivolto verso il basso), ma nei secoli successivi la maggior parte di queste venne accorciata e convertita in Uchigatana (da portare col filo rivolto verso l'alto), sia per ragioni legislative (delle ordinanze dello Shogun imposero dei limiti alla lunghezza delle spade) sia per ragioni pratiche dato che iniziava a prendere sempre più piede la figura del samurai appiedato, che necessita di una spada più corta e agile. rispetto alla sua controparte a cavallo.
Verso la fine dell'epoca Kamakura l'imperatore tentò di rovesciare lo shogunato, indebolito dalla guerra contro i mongoli e di riprendere il potere. Ci riuscì, ma uno dei suoi alleati alla fine gli si rivoltò contro, il risultato fu uno scisma dinastico e così, nel periodo successivo, il Giappone ebbe due corti imperiali.

Le 5 Scuole (Gokaden)
Nota: In ogni caso sarebbe sbagliato ritenere queste definizioni come qualcosa di schematico e chiuso, infatti erano frequentissime le contaminazioni tra stili e non è infrequente trovare, ad esempio, una lama Mino in stile Yamashiro e via così. Vi sono altresì alcune tradizioni derivate (wakimono) che esulano dalle 5 scuole e che presentano stili che pescano un pò di qua e un pò di là tra le varie scuole.

-Yamashiro
La lame Yamashiro sono relativamente poco numerose rispetto alle lame prodotte dalle altre scuole, sono eleganti, lunghe e leggere, snelle e slanciate; presentano un apprezzabile affusolamento distale (fumbari) allo scopo di ridurne il peso. Il famoso Rai Kunitoshi apparteneva a questa scuola.


-Yamato
La scuola Yamato è la più antica delle cinque tradizioni, è rappresentata per lo più da maestri forgiatori legati ai templi, essi realizzavano katane per i monaci guerrieri, per cui esse rispondono unicamente a fini pratici, raramente sono firmate e hanno pochi fronzoli. Le lame Yamato, nel complesso, sono abbastanza simili alle Yamashiro, hanno comunque una costola più spessa per aumentare la resistenza della spada, anch'esse non sono numerosissime. Il migliore allievo di Masamune Go Yoshihiro (nella foto) ne è un eminente esempio.


-Bizen
Nella antica provincia di Bizen furono costruite oltre il 70% di tutte le spade nipponiche. La tradizione Bizen è forse la più nota e rinomata, le Katane prodotte a Bizen presentano una notevole varietà in termini di stile, sono comunque solitamente belle ed eleganti e presentano spesso una caratteristica curvatura il cui centro è spostato verso l'impugnatura e che prende il nome appunto di "curvatura Bizen" (Bizen Sori). Sono anche le più imitate oggigiorno.


-Soshu
Le lame forgiate secondo i dettami della scuola Soshu sono lunghe, pesanti e spesse, adatte alla vera guerra più che al duello. Masamune (nella foto) apparteneva a questa tradizione.


-Mino
A Mino furono prodotte moltissime lame, fu seconda solo a Bizen in questo, le linee guida della scuola Mino prevedevano lame votate alla battaglia, lunghe e massicce, simili alle Soshu.



Nanbokucho (1330-1389, Koto)
Durante questo periodo, la rivalità delle due corti imperiali contrapposte faceva si che ognuna di loro cercasse di prevalere sull'altra anche in termini di mera ostentazione, per questa ragione le lame prodotte in questo periodo raggiungono dimensioni addirittura esagerate visto che vengono costruite anche allo scopo di impressionare.


Muromachi (1390-1570, Koto)
Tecnicamente parlando, il muromachi comprende anche il periodo precedente (il nanbokucho). Durante il muromachi, lo shogunato perde via via potere a scapito dell'imperatore stesso e dei molti signori feudali che spesso gli si rivoltano contro, questa situazione apre la strada ad un periodo di guerra totale che durerà quasi un secolo. A metà del Muromachi inizia infatti l'era Sengoku (1467-1568) un periodo di guerra detto "Periodo degli Stati Combattenti". In questa fase vi sono grandi scontri tra eserciti e la produzione di spade ne risente; la produzione di massa abbassa necessariamente la qualità delle lame che ora non vengono più forgiate soltanto per i nobili e per i Daimyo, ma per le grandi masse dei soldati. Per questa ragione le spade realizzate in questo periodo non vengono quotate molto (ed è bene saperlo).
E' in questa fase storica che nasce la Katana, come noi la conosciamo. Infatti oramai le guerre non vengono più combattute da gruppi di Samurai a cavallo, ma da grandi eserciti di soldati a piedi. Finisce quindi l'era dei lunghi Tachi e nasce l'era dell'Uchigatana cioè una Katana più corta che si porta infilata nella cintura col filo rivolto verso l'alto, sia per preservare il filo dal contatto col legno del fodero sia per facilitare le tecniche di estrazione rapida.


Momoyama (1571-1647, Keicho-Shinto)
Durante il periodo Momoyama, nel 1596 termina la lunga fase delle Katane Koto e inizia quella delle Katane Shinto. In questo periodo vengono combattute le guerre di riunificazione volte a riportare i vari signori feudali e i monaci dei numarosi templi alla totale obbedienza. Furono combattute, tra gli altri, dai cosiddetti "tre riunificatori" che ancora oggi sono eroi nazionali giapponesi: il grande generale e stratega Oda Nobunaga, il suo successore Hideyoshi Toyotomi e Ieyasu Tokugawa che infine conquistò il potere assoluto divenendo lo shogun di un Giappone ormai unito e pacificato.


Edo (1648-1852, Shinto)
Il Giappone esce dal lungo periodo di guerra riunificato sotto lo Shogunato dei Tokugawa. In questo periodo avvenne qualcosa di più unico che raro nella storia del mondo: Lo Shogun Yeyasu Tokugawa, dopo essere giunto al potere anche grazie ai fucili di recente importazione occidentale, ne vietò il possesso e la produzione in tutto il paese allo scopo di mantenere al potere la casta dei samurai che gli era necessaria per mantenere la propria posizione. Il Giappone rimase quindi per altri due secoli ancorato al sistema feudale e, nonostante ciò, questo periodo venne ricordato come uno dei più prosperi e pacifici di tutta la storia giapponese.
Anche le Katane cambiarono, ormai non più utilizzate in guerra, servivano in pratica solo per i duelli e come status symbol, furono quindi man mano accorciate ed alleggerite. Per facilitare le tecniche di estrazione rapida, la curvatura delle lame venne cambiata, mentre negli antichi Tachi essa era maggiore in prossimità dell'impugnatura, nelle nuove Katane, viene progressivamente spostata verso la punta della lama.

In un primo tempo, le spade prodotte continuano a rifarsi più o meno alle 5 Tradizioni, ma in seguito iniziano a dissolversi in una miriade di stili stravaganti che perdono gli aspetti marziali per privilegiare quelli estetici ed ecco che compaiono lame con Hamon floreali, con doppio filo, con doppio triplo sguscio...

Sebbene nel periodo Shinto siano vissuti anche dei grandi forgiatori, la maggior parte delle lame ivi prodotte è nettamente inferiore in termini di qualità alle lame Koto. Sarebbe comunque sbagliato ritenere che nel periodo Shinto le lame Koto non fossero più in circolazione, infatti, a seguito all'editto dello Shogun che vietava di portare spade più lunghe di 70 cm agli stessi samurai, molti appartenenti a questa casta ricorsero al "suriage" e cioè alla pratica dell'accorciamento delle lame più antiche del periodo Koto. Queste katane sono solitamente facili da riconoscere perchè mantengono la linea curva elegante tipica dei tachi e presentano numerosi fori a livello del codolo, indice dei successivi interventi di suriage.

Spesso questa procedura comporta la perdita della firma del forgiatore.
I samurai, che ormai non combattevano praticamente più, si facevano quindi costruire queste lame corte e leggere che cui oggi risulta difficile distinguere tra i lunghi wakisashi e le corte katane dell'epoca.

Età Moderna (1877-oggi, Gendai-To)
Nel 1854 le "Navi Nere" del commodoro Mattew Perry costrinsero lo Shogun, sotto la minaccia delle armi, ad interrompere il tradizionale isolamento giapponese e ad aprire trattative commerciali con i paesi esteri. Questi trattati commerciali, che ponevano il Giappone in una condizione di svantaggio, fecero crescere il risentimento della popolazione nei confronti dello shogunato, che veniva visto ormai come incapace di rappresentare gli interessi del paese e così, nel 1877, termina il medioevo giapponese con la caduta dello shogunato dei Tokugawa ed il ritorno del potere all'Imperatore Meiji.
Con la fine del medioevo, termina quindi il lunghissimo periodo dei Samurai, l'imperatore dichiarò estinta la loro casta e vietò di portare la katana come parte dell'abbigliamento al di fuori delle abitazioni. Le Katane vengono viste ormai come un inutile retaggio dell'antichità in contrasto con la modernizzazione proveniente dall'occidente, per cui vengono prodotte poche spade, perlopiù per i templi o per i ricchi collezionisti. Si tratta di lame di varia fattura, lo stile più imitato è lo stile Bizen con Hamon variegato.


Seconda Guerra Mondiale (1940-1945, Gunto)
Con la Seconda Guerra Mondiale, la propaganda nazionalistica dà nuovamente valore alle spade che vengono prodotte in gran quantità per gli ufficiali dell'esercito con materiali e tecniche scadenti. E' stato addirittura usato il ferro dei binari delle ferrovie per realizzarle. Queste spade prendono il nome di Gunto ed hanno scarso valore, ciononostante non è raro trovare qualche lama antica in montatura Gunto, infatti capitava a volte che gli ufficiali preferissero andare in guerra con la Katana di famiglia, tramandata da generazioni, piuttosto che con una delle lame di produzione industriale fornite dall'esercito.
Una caratteristica curiosa delle Gunto è la dragona, e cioè il fiocco ornamentale. Esso è stato introdotto ad imitazione delle sciabole occidentali usate dagli ufficiali, ma senza che ne venisse compresa la funzione. Infatti, lo scopo originario della dragona era quello di, una volta infilata al polso, assicurarvi saldamente la sciabola onde evitare di perderla in caso di urto violento (la stessa funzione la troviamo oggi svolta dal laccio delle moderne fotocamere digitali). Nelle Katane Gunto, invece, la dragona ha dimensioni esagerate ed è inadatta alla funzione originaria, il che fa pensare che i giapponesi abbiano visto nella stessa una semplice funzione ornamentale senza comprenderne il vero significato.


Età Contemporanea (Shinsakuto)
Tecnicamente parlando, anche le spade prodotte ai giorni nostri sono delle Gendaito, ciononostante si utilizza il termine Shinsakuto riferendosi a Katane prodotte secondo tecniche tradizionali da un forgiatore ancora vivo. Le Shinsakuto vengono prodotte sotto il controllo governativo che impone ad ogni maestro la produzione di non più di tre spade al mese. Di conseguenza queste ultime sono molto costose, vengono prodotte per i ricchi collezionisti e tendono quindi a seguire le richieste di mercato. In virtù di ciò, si tratta spesso di Katane molto appariscenti, solitamente in stile Bizen, grandi e pesanti e con Hamon sgargianti, votate più ad impressionare con la loro imponenza che a portare i colpi fulminei che uno scontro reale richiederebbe.


Il governo giapponese, nell'ottica di preservare l'antica cultura della Katana, ha istituito il NBTHK che si occupa di valutare e registrare tutte le spade giapponesi originali o che, oggigiorno, vengono prodotte mediante le tecniche tradizionali. Il NBTHK, dopo aver esaminato una lama, rilascia un certificato di autenticità in cui viene indicato il periodo di fabbricazione, la scuola di appartenenza e, in alcuni casi, anche il nome del maestro forgiatore. Ovviamente disporre di un certificato NBTHK è un notevole valore aggiunto per una Katana.

La forgiatura di una Katana tradizionale
Partiamo dalla composizione: la lama è formata da una lega di metalli diversi, in percentuali che variano da fabbro a fabbro e da maestro a maestro. In linea di massima però abbiamo queste percentuali:

Acciaio: dal 95.22 al 98.12%;
Carbonio: dallo 0.10 al 3%
Rame: 1.54%
Manganese: 0.11%
Tungsteno: 0.05%
Molibdeno: 0.04%
Titanio: 0.02%
Silicio: variabile
Altri componenti: poche tracce.


Come ogni grande lavoro, anche la produzione della Katana vede coinvolti diversi maestri: abbiamo il produttore del ferro, il fabbro che lavora il metallo grezzo, un fabbro che lo piega su se stesso più e più volte, un addetto alla lucidatura ed uno specialista per affilarla.

Nel medioevo giapponese, gli antichi fabbri facevano precedere la forgiatura di ogni nuova lama da rituali di purificazione che servivano a radunare gli spiriti benigni e a rendere propizia la nascita della nuova katana.
La realizzazione di una Katana secondo i metodi tradizionali, può richiedere anche dei mesi. Si parte dalla costruzione di un particolare tipo di fornace detta "Tatara" simile ad un primitivo altoforno in argilla nella quale, per 3 giorni e 3 notti, viene introdotto e fatto bruciare carbone vegetale insieme a sabbia ferrosa. Questa complessa procedura fa sì che il ferro si combini al carbonio, formando l'acciaio e altresì consentendo l'eliminazione di molte delle impurità presenti in origine.
Va premesso infatti che i giacimenti minerari e i depositi di sabbia ferrosa a disposizione degli antichi fabbri giapponesi fornivano un metallo di qualità molto scarsa se paragonato alle controparti occidentali. Ciò rese necessario elaborare tecniche particolarmente raffinate per eliminare le molteplici impurità presenti.

Il cuore dell'acciaio prodotto prende il nome di Tamahagane, il cui significato è "acciaio gioiello". Si tratta di un blocco di ferro e carbonio, poroso e contenente ancora molte impurità. Il restante materiale, un acciaio più povero di carbonio, viene comunque riutilizzato a sua volta come riserva di metallo, per le parti più morbide della lama o modificandone il tenore di carbonio tramite l'aggiunta di parti di Tamahagane.
Da 12 tonnellate di sabbia si ricavano circa 2,5 tonnellate di Tamahagane; inoltre, fino alla fine, non si conosce la qualità reale del metallo: potrebbe uscirne una lega straordinaria o un mezzo fallimento. Forni del genere ormai sono pochissimi, tanto da contarli sulle dita di una mano.
Il Tamahagane, a sua volta, viene frammentato in piccoli cubetti che, dal colore, vengono poi suddivisi in base al loro contenuto di carbonio. I cubetti vengono poi scaldati e martellati fino a divenire dei sottili fogli in cui le caratteristiche, come il tenore di carbonio o la presenza di impurità siano facilmente riconoscibili.
I fogli migliori vengono selezionati per la costruzione del rivestimento esterno della lama, il Kawagane (acciaio-pelle) e l'Hagane (acciaio-lama), questi vengono sovrapposti, scaldati al calor bianco e fusi tra loro tramite percussione. Il metodo seguito è di origine cinese e la procedura (riscaldamento e percussione) viene ripetuta più volta e serve in questo caso ad appiattire ed allungare il blocco di acciaio che tramite questa procedura perde anche tutta una serie di impurità.

A questo punto la barra è pronta per la lavorazione, essa viene scaldata ancora una volta e a metà della stessa viene praticata un'incisura che a sua volta viene utilizzata per ripiegare la barra di acciaio su se stessa. Una volta fatto ciò, il tutto viene riscaldato e ribattuto nuovamente per più volte fino ad ottenere una totale fusione dei due strati che vengono appiattiti fino a riassumere le dimensioni originarie.
Il tutto viene a sua volta ripiegato fino a 20 volte, creando migliaia di strati (anche 65.000). Lì il processo si ferma, dato che il carbonio è diffuso in maniera omogenea ed altre ripiegature sarebbero inutili.
A questo punto la barra viene tagliata in 3 parti, e per la costruzione di una Katana ne servono 4; quindi uno dei pezzi deve essere recuperato da un altro blocco.
A seconda di come si ribatte e ripiega l'acciaio, sempre in un'unica direzione o in direzioni differenti, si otterrà una trama diversa nella superficie dell'acciaio (hada).

A questo punto il fabbro inizia la costruzione dello Shingane (acciaio cuore), partendo da un acciaio a basso tenore di carbonio; questo viene sagomato e poi piegato e ribattuto una decina di volte, allo scopo di ridurre ulteriormente il tenore di carbonio ed allontanare le impurità. Infine viene il momento di riunire il tutto, il Kawagane viene piegato ad "U" ed al suo interno viene inserita la barra di Shingane.
Il tutto viene nuovamente scaldato e ribattuto fino ad ottenere una completa fusione tra i due strati. Questa fase è particolarmente critica, infatti la saldatura deve avvenire bene e la ribattitura non deve dislocare le due componenti (kawagane fuori e shingane dentro).
Il risultato di questa complicata procedura è che il metallo avrà diversi strati di diversa durezza e flessibilità, rendendo la lama tanto dura da tagliare un uomo in due ma allo stesso tempo tanto flessibile da non andare in frantumi a causa di un colpo; in secondo luogo vengono tolte dal metallo eventuali bolle d’aria, motivo di fragilità; inoltre il metallo è omogeneo, con percentuali equamente ripartite per tutta la lunghezza della lama; infine la lega viene così purificata da eventuali metalli meno preziosi e resistenti.

In seguito, solo quando le operazioni di piegatura sono terminate, si valuta la lunghezza e lo spessore della lama.
 A questo punto la futura lama viene nuovamente scaldata al calore giallo e ribattuta, in modo da essere sagomata ottenendo la forma definitiva, modellando anche il codolo (nagago) e la punta (kissaki).
Questa appena descritta è la tecnica più semplice, ma spesso venivano utilizzati sistemi più complessi; in molti casi, per il tagliente vero e proprio, si utilizzava un acciaio ancora più rigido del Kawagane, l'Hagane (acciaio-lama), particolarmente ricco di carbonio e quindi di estrema durezza, anch'esso ripiegato e ribattuto a dovere.
Dietro ad un tagliente di Hagane poteva essere collocata la barra di Shingane (acciaio-cuore), ed ai lati un rivestimento di Kawagane, ma altre combinazioni erano possibili; Masamune si dice che usasse fino a 7 acciai diversi per la costruzione delle sue spade.
La punta della spada invece (il kissaki) era costituita unicamente dall'acciaio più duro.


Qui nasce un altro problema: il raffreddamento.
Se la lama venisse raffreddata troppo in fretta, diventerebbe durissima, andando in frantumi al primo colpo; se invece la si lasciasse raffreddare piano, diventerebbe esageratamente flessibile, con poca capacità di taglio. Ed è qui che entra in gioco la decisione di utilizzare solo un lato affilato; difatti il cuore della lama viene mantenuto morbido, mentre la lama viene resa dura, grazie all’argilla: ne viene messa poca sulla lama e molta sul dorso. Il tutto viene poi portato ad alte temperature fino a che la lama assume un colore rossastro. I maestri di spade sono chiari: solo uno è il colore (quindi la temperatura) giusto, un rosso da “sole al tramonto”. Basterebbe una gradazione leggermente diversa per sbagliare clamorosamente l’atto di forgiatura, dovendo buttar via il lavoro appena fatto.
Una volta trovato il colore corretto, la spada viene raffreddata in una vasca d’acqua tiepida (circa 37°C): l’argilla funge da isolante, e dove ce n’è poca (lama), il metallo si fredda subito e diventa durissimo, mentre dove ce n’è molta (dorso) il metallo si raffredda più lentamente e resta flessibile. I metalli a questo punto sono completamente fusi, ma mantengono la differente durezza. Ed è in questo momento che il metallo si curva, dando alla Katana la sua forma caratteristica.


Esistono differenti tipi di curvature (Sori): una tipologia particolare e molto celebre è la Bizen-Sori (dalla omonima provincia e scuola); in essa la curvatura è maggiormente pronunciata in prossimità dell'impugnatura.
Un secondo tipo di Sori è quello prevalentemente in uso nella provincia di Yamashiro; in esso la curvatura della lama era pressappoco invariata in ogni parte della stessa.
Infine abbiamo la tipologia più recente di curvatura (Sori), meno pronunciata delle precedenti ed in uso a partire dal periodo Shinto; in esso la curvatura maggiore viene realizzata nell'ultima parte della lama, in modo da facilitare le tecniche di estrazione rapida. Infatti, con il finire delle guerre, lo studio della scherma si trasferì dai campi militari alle palestre (Dojo), nelle quali venivano studiati a fondo i più minuscoli dettagli del duello, tra i quali, appunto, le tecniche di Iai-Jiutsu, che consistevano nell'estrarre la spada e nel colpire nello stesso momento; essa veniva anche definita "l'arte di concludere un combattimento prima che fosse iniziato".


La katana ha un baricentro che, nei negli esemplari meglio bilanciati, si colloca a 5-6 cm dal paramano (tsuba), per arrivare ai 10-13 cm degli esemplari più pesanti. Un bilanciamento avanzato fornisce più potenza nel taglio, visto che permette di accumulare più energia cinetica in virtù della sua maggiore inerzia, per contro ciò rende la spada meno agile e più difficile da manovrare, per cui, in generale, un bilanciamento arretrato è da preferirsi.

Siamo alla parte finale, dove viene effettuata una pulitura della lama ed una prima affilatura preliminare: il tutto è rigorosamente a mano, utilizzando pietre di diversa durezza e grana. 
Inoltre viene fatta la decorazione (che spesso è lo stemma del forgiatore), che rende la spada un pezzo di ancora maggior pregio.


Viene poi il momento di temprare il filo e di creare l'Hamon, la linea sinuosa che separa il filo dal corpo della katana e che indica le due zone a diversa tempratura; la spada subisce quindi una seconda tempratura.

L'Hamon, che inizialmente era di tipo rettilineo, nei secoli è diventato un ornamento della lama e ha acquisito forme particolarmente belle e di interesse artistico.

Anche se le tipologie fondamentali di Hamon rimangono comunque quattro:
Shugu-ha (dritto, tipico dell'era Kamakura (1184-1231)


Gonome-ha (ondulato "largheggiante come le nuvole", Periodo di Koto, circa 1550)


Notare-ha (finemente ondulato, Era delle Dinastie Nordiche e Meridionali, 1334 -1393)


Choji (la linea dell'hamon forma figure dette a teste di aglio)


Tra l'Hamon e il resto della lama, nelle spade di maggior pregio, è presente anche l'Utsuri, l'ombra dell'Hamon e cioè una zona di colore diverso che sembra delimitare il bordo dell'Hamon stesso.
L'Hamon ovviamente può appartenere ad una miriade di sottotipi, differenti a seconda del periodo e della scuola di forgiatura, di cui i più noti sono:
* Ko-midare, dritta frastagliata piccola, tipica dell'era Heian (987-1183)
* Hitatsura, pieno, era delle Dinastie Nordiche e Meridionali (1334 -1393)
* Midare-ha, non dritta, era del Periodo di Mezzo Muromachi (dopo il 1467)
* Kiku-sui-ha, "a fiori di crisantemo che galleggiano sull'acqua", Primo Periodo dell'Era di Edo (1600)
* Sambon-sugi-ha, raffigurante gruppi di tre abeti, ove il centrale è più alto degli altri due, periodo Edo (1688-1704)
* Toran-ha, ondulato come le onde dell'oceano, Periodo Finale di Edo (1822)

La parte di Hamon visibile sulla punta della lama (kissaki) si chiama bōshi.
Vi sono più tipi di bōshi :
* Kaen boshi, a forma di fiamma, Era Hogen (1156-1159)
* Jizo boshi, a forma di testa di prete, Era Hogen (1156-1159)
* Kaeri tsuyoshi boshi, solo sul dorso della punta, rivoltato, Primo Periodo Kamakura (1170-1180)
* Ichimai boshi, area della punta interamente temprata, Periodo Kamakura (1170-1180)
* Yaki zumete boshi, attorno al filo della punta, che termina sul dorso senza Kaeri, Periodo Meiji (1868-1912)
* Mru boshi, a forma di gruppo di persone
* Midare boshi area temprata irregolarmente, Era Hogen (1156-1159)

L'acciaio di una Katana forgiata secondo le metodiche tradizionali, se osservata da vicino, presenta un più o meno fitto intreccio di linee e punti che ne costituisce, nell'insieme, la trama (Hada). Essa è nient'altro che un effetto estetico collaterale delle innumerevoli ripiegature e ribattiture che subisce la lama durante la forgia ed è un indice della presenza degli strati di cui è composta. Esistono diversi tipi di trama (Hada) che prendono il nome di Jitetsu (tipo di trama), che gli esperti utilizzano per datare ed, eventualmente, attribuire ad una data scuola o ad un dato maestro forgiatore una specifica lama.
L'Hada, per sua natura, non è falsificabile e per questo viene utilizzata, insieme ad altri parametri, per stabilire l'autenticità di una Katana. Una cosa molto importante da tener presente è che, nonostante l'aspetto granulare che la trama (Hada) gli conferisce, l'acciaio di una Katana è sempre liscio. Ciò è di particolare importanza, infatti tutti i tentativi di simulare un'Hada autentica (ad esempio tramite l'incisione con acido), determinano la formazione di rilevature facili da riconoscere e che sono invece totalmente assenti nell'acciaio di una vera Katana.

A questo punto la spada viene passata ad altri che si occuperanno della politura. Anche questo processo è estremamente lungo, si parte con delle lime grossolane per finire con sottili fogli di carta passati con incredibile pazienza sul filo.
Il compito del lucidatore è quello di rendere la spada artisticamente bella da vedere. Per farlo sono necessarie diverse settimane e diversi tipi di pietra (una delle quali ha un costo esagerato e viene usata in quantità minime).

Assistiamo a due fasi: la prima viene chiamata “Shitaji togi”, mentre la seconda “Shiage togi”. 
Nella “Shitaji togi” la prima cosa che si fa è raddrizzare la lama se, per qualche motivo, è storta (attenzione: non si tratta di togliere la curvatura del dorso, ma raddrizzare la lama perpendicolarmente all’impugnatura).
Inoltre è qui che vengono corretti tutti i piccoli difetti, che potrebbero rendere la lama instabile o fragile in alcuni punti; questo viene fatto utilizzando pietre molto grosse e abrasive.
Nella “Shiage togi”, invece, si rende la spada lucida come uno specchio: in questo modo si esaltano le caratteristiche della lama. Non ci devono essere difetti, in nessun caso. Le pietre utilizzate sono molto più piccole ed, ovviamente, è tutto rigorosamente fatto a mano.
 La lucidatura è fondamentale, soprattutto nella fase di “Shitaji togi”; infatti un’abrasione errata o eccessiva potrebbe rovinare irrimediabilmente la lama, mentre un lavoro accurato e di qualità può addirittura migliorarla.
In questa fase viene anche curata l’affilatura: data la natura sottile della parte tagliente, si può procedere alla molatura senza scendere a compromessi; difficilmente, infatti, la lama si rovinerà.
Il lavoro della lama è finito, ed è qui che entra in gioco l’ultima figura, ovvero il montatore (Sayashi).


Il compito è solo teoricamente semplice: la composizione è da anni più o meno la medesima, uniche varianti sono gli stili e i materiali usati.

La lama viene infilata e fissata accuratamente nello tsuka attraverso un pezzo di bambù, e poi viene montata l’elsa, finemente ornata.
 Poi viene prodotto anche il fodero; che ai tempi dei samurai era doppio: uno di legno da esposizione ed uno, sempre di legno ma molto più decorato, da portare in battaglia.
Il processo intero di produzione ha superato i 3 mesi, il tutto votato al massimo impegno da parte dei vari soggetti coinvolti nella sua produzione.

Il peso di una Katana, comprensiva di elsa e paramano, normalmente si aggira intorno al Kg, ma ci sono variazioni anche notevoli tra i diversi esemplari che possono oscillare da 1.2 Kg fino ai 700 grammi di alcuni esemplari Shinto. Durante i periodi di guerra venivano costruite katane più pesanti rispetto ai periodi di pace, in ogni modo la Katana, come tutte le spade, è progettata con l'intento di pesare il meno possibile, infatti nel combattimento non è solo importante colpire l'avversario, ma anche e soprattutto farlo per primi.
Costruire una spada robusta non è difficile, la cosa difficile è costruire una lama che sia robusta e leggera allo stesso tempo ed in questo i Giapponesi eccelsero, grazie alle raffinatissime tecniche metallurgiche che svilupparono e che rendono le Katane Nihonto delle armi straordinarie.

Il fornimento della Katana prende il nome di Koshirae, e si compone di Tsuka (l'impugnatura), Tsuba (l'elsa) e Habaki (una fascia rigida di rame che avvolge la lama in prossimità della tsuba, oltre al fodero (saya).



La lama vera e propria invece si divide in codolo (Nakago), corpo della lama, e punta (Kissaki); vista invece dal dorso al tagliente la lama si divide in Mune, il dorso della lama, che può essere distinto in Hikushi (basso), Takashi (alto), Mitsu (a tre lati), Hira o Kaku (piatto) e Maru (arrotondato);
Shinogi-ji, il primo dei due piani che formano la guancia della lama, lucidato a specchio, su cui si possono trovare profonde incisioni longitudinali, solitamente sul primo terzo della lama, rappresentanti disegni (horimono) o caratteri sanscriti (bonji) e, sempre su di esso, può essere presente un solco da entrambi i lati (Hi), il cui fine principale è l'alleggerimento ed un ulteriore bilanciamento della lama;
Shinogi, Linea di divisione tra i piani che, nella forma denominata shinogi-zukuri, dopo il cambio di piano del kissaki determinato dalla linea di yokote, lo shinogi prende il nome di ko-shinogi;
Hira, Il secondo dei due piani che formano la guancia della lama, non lucidato per permettere di osservare la struttura della lama (Hada); Hamon, la linea di tempra che caratterizza la katana;
Hala parte temprata ed affilata.
La Tsuba (guardia o paramano) è fondamentalmente un disco di ferro lavorato artisticamente; alcuni esemplari di particolare pregio possono valere anche quanto una spada.
Spesso, oltre al foro principale, sono presenti altri due laterali più piccoli; essi servivano, tradizionalmente, per fungere da alloggio per un piccolo coltello multifunzione (Kozuka) e per uno spillone (Kogai) che, si ritiene, venisse usato per fermare i capelli ed impedire loro di ostacolare i movimenti del samurai durante il combattimento.
In linea generale, le Tsuba più antiche sono anche le meno elaborate; quando il Giappone fu finalmente unificato sotto lo Shogunato dei Tokugawa, la guerre non furono più all'ordine del giorno e così la bellezza e la qualità della decorazione della katana divenne una vera e propria forma di status symbol.


La Tsuka viene costruita su misura per ogni lama, è fatta di legno rivestito da pelle di razza (Same), che garantisce un'impugnatura particolarmente buona.
Sopra di essa vi è un cordone, solitamente di seta (Tsuka-Ito) intrecciato in maniera caratteristica.
L'impugnatura della Katana è straordinaria, attutisce i colpi smorzandoli e garantisce una presa eccezionale.


In corrispondenza dei fori del codolo (Nakago), sono presenti analoghi fori a livello della Tsuka, nei quali vengono inseriti dei perni in bambù (Mekugi), che hanno lo specifico ruolo di assicurare saldamente la lama all'impugnatura. La particolare struttura fibrosa del bambù impedisce che, anche in caso di rottura, la spada "voli via", infatti il perno, spezzandosi, si insinua tra l'impugnatura e la lama, bloccando quest'ultima al suo posto.
La Tsuka prende contatto con la Tsuba tramite un piccolo cilindro metallico, lavorato artisticamente, mentre dal lato opposto troviamo un analogo cilindro chiuso da un'estremità, che funge quindi da tappo per l'impugnatura. Tutto ciò prende il nome di Fuchi Kashira, e spesso è finemente lavorato.


L'Habaki (la fascetta di rame) ha diverse funzioni, protegge dalla ruggine un punto delicato della lama, trasmette all'impugnatura parte dell'onda d'urto, contribuendo a smorzarla, consente alla spada di bloccarsi nel fodero, e fissa il paramano all'impugnatura.
Tra la pelle di razza (Same) e la fascia di seta intrecciata (Tsuka Ito), sono presenti due strutture metalliche (Menuki) che, oltre a migliorare la presa, servono anche per stabilire, servendosi unicamente del tatto, la giusta direzione del filo. I Menuki sono spesso lavorati artisticamente con temi floreali o intonati al Fuchi Kashira.


Attorno al fodero (Saya), in legno di magnolia laccato, viene solitamente arrotolata una corda multifunzione di varia lunghezza (Sageo), che viene poi fissata allo stesso tramite un nodo complesso.


Solitamente, per ogni lama viene anche costruita una Shirasaya ("fodero bianco"), e cioè un fodero ed una impugnatura in legno. Questa è la "montatura da riposo" della Katana, veloce da smontare e da pulire, è adatta alla conservazione della lama per lunghi periodi quando questa non viene usata.
In ogni caso, in più di un'occasione, dei Samurai si servirono e combatterono con le spade in questa montatura.
Per tradizione, dopo 200 anni di onorato servizio, una Katana veniva messa a riposo nella sua Shirasaya e così conservata e tramandata attraverso i secoli.


La Katana, usualmente, viene portata infilata nella cintura (Obi) con il filo tenuto verso l'alto. Questa posizione da un lato preserva il filo della lama dall'usura e dall'altro facilita l'estrazione rapida della lama.

Manutenzione della lama
Come ogni altro tipo di spada, l'acciaio al carbonio di cui è costituita la lama di una katana richiede particolari cure per evitare di arrugginirsi. Secondo la tradizione, la katana va innanzitutto smontata e separata dall'impugnatura (koshirae), a questo punto la si cosparge di una particolare polvere, derivata dalla pietra utilizzata nell'ultima politura, tramite un tamponcino, che viene sbattuto contro la lama con piccoli colpetti e che la rilascia in piccole quantità. Questa polvere viene poi rimossa dalla lama tramite un foglio di carta di riso tenuto stretto da entrambi i lati della spada, che viene passato dalla base alla punta della lama. Si prende poi un altro foglio di carta di riso e lo si bagna con un particolare olio detto olio Choji, derivato dal garofano, e con un'ulteriore passata sulla lama, la si cosparge di olio che servirà a proteggerla dall'ossidazione.

Queste procedure avevano una particolare importanza nell'antico Giappone, dove il clima umido, sia d'estate che d'inverno, facilitava l'ossidazione delle lame non ben curate.
Ancora oggi in molti consigliano l'utilizzo delle antiche tecniche che, se hanno funzionato per secoli, sicuramente hanno una loro validità.

A volte capita che, su di una lama non ben conservata, si formino dei punti ruggine, ne esistono di due tipi, i punti ruggine attiva e i punti ruggine ferma, i primi hanno un colore rossastro e sono, ovviamente, i più pericolosi, perché, se non prontamente rimossi, tendono ad avanzare fino a danneggiare la lama in maniera anche irrimediabile. I secondi invece sono molto meno pericolosi, hanno l'aspetto di macchie nere e possono anche essere lasciati al loro posto visto che, in ogni caso, non tendono ad avanzare col tempo. La tecnica utilizzata per rimuovere entrambi i tipi di lesione prende il nome di politura e viene normalmente affidata a professionisti del settore. Una politura correttamente eseguita, oltre a rimuovere eventuali punti ruggine dalla lama, ne ripristina il filo.
Nei secoli, le innumerevoli politure tendono ad asportare gli strati più esterni della lama, alleggerendola e privando man mano il filo delle sue caratteristiche originali; iniziano infine a comparire ampie macchie dovute all'asportazione totale, in alcuni punti, dell'acciaio duro esterno (kawagane), il che espone l'acciaio morbido del cuore della lama (shingane). Arrivati a questo punto, la katana viene definita "stanca".

Le katane originali sono sempre affilate, infatti togliere il filo ad una katana o spuntarla, significa spesso rovinarla, visto che la rimozione del filo porta via numerosi strati tra i più esterni e duri della lama, invecchiandola e, a volte, rendendo impossibile il suo ripristino.
Ovviamente non tutte le spade invecchiano allo stesso modo; alcune scuole, come ad esempio la scuola Rai, prevedono uno strato di acciaio superficiale (kawagane) molto duro e sottile, il che dona alla lama un filo molto forte e persistente, ma che, per contro, tende ad invecchiare rapidamente a seguito di numerose politure che, invariabilmente, ne asportano il sottile strato esterno, esponendo il cuore morbido interno. Altre scuole, che prevedono invece rivestimenti più spessi, tendono a resistere meglio alle politure. Lo stesso discorso va fatto poi per la sezione della lama; infatti ci sono lame in cui tutto il filo è costituito da un unico spesso blocco di acciaio duro, mentre altre scuole presentano due o più strati di acciaio via via più tenero, il che le rende più sensibili alle politure. In alcuni casi, gli esperti tendono a considerare le macchie di shingane (cioè le aree in cui l'acciaio duro superficiale è stato asportato e che espongono quindi l'acciaio morbido che costituisce il cuore della spada) una caratteristica tipica di alcune scuole (come la scuola Rai ad esempio) piuttosto che un segno di invecchiamento della katana, e ciò è vero anche e soprattutto in quei casi in cui lo strato superficiale, essendo particolarmente sottile, tende a mostrare le macchie di shingane in quasi tutti gli esemplari giunti fino a noi oggigiorno.
Ciò che non deve assolutamente mai essere toccato è il codolo, cioè quella parte di lama che viene a trovarsi all'interno dell'impugnatura. Esso può, al massimo, essere oliato, ma non va mai raschiato in alcun modo.

L'elenco wazamono è un elenco di 228 katane ed altre armi incluso nel libro Kaiho-kenshaku, pubblicato nel 1815 da Yamada Asaemon. L'opera elenca 14 Saijo-ōwazamono, 20 ōwazamono, 50 ryōwazamono ed 80 wazamono.
L'elenco comprende sia le spade Shinto che quelle Koto, omette però pezzi dei fabbri più autorevoli del periodo Koto come Soshu Masamune, Soshu Sadamune, Bizen Nagamitsu ed Ise Muramasa, in quanto erano già ritenute troppo belle e di un valore storico troppo alto per essere testate; esse infatti vennero stimate come le lame migliori mai create, e quindi superavano di gran lunga le Saijo O-Wazamono.
Le katane sono così classificate in 4 categorie:
Saijo Owazamono (migliore taglio in assoluto)
O-wazamono (grande taglio)
Ryo-wazamono (ottimo taglio)
Wazamono (buon taglio)
attraverso un test, ovvero il taglio netto di uno o più cadaveri, accatastati l'uno sopra l'altro, all'altezza del bacino.
Naturalmente, per superstizione, le lame di alta qualità non venivano mai provate su corpi di furfanti, bensì venivano utilizzati i prigionieri di guerra, poiché si pensava che l'essenza della persona su cui si faceva la prova poteva attaccarsi alla lama e, nel caso dei delinquenti, portare molta sfortuna e disgrazia.

Le lame stimate Saijo O-wazamono, quindi in grado di tagliare 4 corpi, sono le: Kanemoto I, Kanemoto II, Osafune Motoshige, Nagasone Kotetsu, Mutsu Tadayoshi, Sukehiro, Kunikane and Okimasa.
Le lame stimate O-wazamono, quindi in grado di tagliare 3 corpi, sono le: Yasumitsu, Mino Kanesada, Osafune Sukesada, Higo Kuniyasu, Nobuyoshi, Kanewaka I, Omi Daijo Tadahiro and Kaga Kanemori.
Le lame stimate Ryo-wazamono,quindi in grado di tagliare 2 corpi, sono le: Norimitsu, Kanesada III, Kanabo Masazane, Tsunahiro, Tadamitsu, Katsumitsu, Masatoshi, Ujifusa, Tanba Yoshimichi, Sukenao, Yasutsugu, Korekazu, Yoshihiro, Hisamichi, Kunimune and Naomichi.
Le lame stimate Wazamono, quindi in grado di tagliare 1 solo corpo, sono le: Kiyomitsu, Sukehiro, Tadakuni, Sadahiro, Masatsugu, Kuniyoshi, Kinmichi, Masahiro, Yoshimasa, Kunikiyo, Morikuni, Aizu Kunisada e Tadayoshi.


Anche la famiglia Yamada testava le spade da intere generazioni, essendo dei boia; difatti rimangono ancora diversi scritti sulle grandi esecuzioni che eseguirono sui corpi di persone in vita.
Secondo i loro risultati ci furono altri 8 spadai shinto le cui spade si possono classificare come Saijo O-Wazamono: Kotetsu, Nagasone Okimasa,Tatara Nagayuki, Shodai Tadayoshi, Mutsu no Kami Tadayoshi, Shodai Sukehiro, Shodai Kunikane, Mutsu Daijo Nagamichi.
In diverse lame essi infatti fecero incidere nel nakago i risultati di queste prove, ma queste furono soltato lame shinto e shin-shinto.

La scherma con la Katana
Una cosa curiosa della scherma giapponese è che essa non ebbe uno sviluppo concomitante a quello della spada, infatti durante il periodo d'oro della katana, l'unica strategia di combattimento consisteva nell'avvicinarsi e nel colpire. A posteriori tutto ciò è paradossale: i samurai del Kamakura disponevano delle migliori lame mai costruite, ma non possedevano l'abilità per utilizzarle.
A quel tempo, se pure capitava che i duelli fossero iniziati con i lunghi Tachi, essi venivano quasi sempre proseguiti e terminati con il Tanto (il pugnale), infatti il Tachi è un'arma decisamente troppo lunga per essere utilizzata in maniera efficace in un corpo a corpo.
Fu nel periodo successivo, con la riunificazione del Giappone e l'inizio dell'era di pace dei Tokugawa, che nacquero e si svilupparono le numerose scuole di Kenjutsu, che elevarono a forma di arte il combattimento con la Katana. Venne anche introdotta l'arte dello Iaijutsu, che consisteva nell'estrarre la spada e nel colpire l'avversario con un unico movimento; l'arte del concludere il combattimento prima che fosse iniziato.
Inizialmente le spade erano armi da usarsi a cavallo, ed alle prime lame (gli antichi Tachi) veniva conferita una foggia lunga e ricurva, in modo da poter colpire soprattutto di taglio, con dei fendenti che strisciavano sul corpo dell'avversario.
Il bilanciamento era arretrato; infatti, da cavallo, la spada veniva brandita con una mano sola e non era possibile imprimerle una grande energia cinetica, per cui il taglio veniva reso efficace dalla lunga strisciata piuttosto che dalla potenza del colpo. Questo tipo di approccio però, contro i mongoli, non si rivelo sufficiente ed obbligò i maestri forgiatori a studiare soluzioni alternative.
In seguito, la Katana divenne un'arma da fanteria, venne accorciata ed inspessita (ma nel suo complesso alleggerita), e la sua curvatura ridotta e spostata verso la punta, in modo da facilitare l'estrazione rapida; ciononostante, i fendenti di taglio rimasero l'utilizzo primario, anche se vennero introdotte le stoccate, le parate e tutto un insieme di colpi dritti e rovesci con rapidi cambi di direzione, impensabili col lungo e ingombrante tachi.
In tempo di pace la katana venne ulteriormente alleggerita, in modo da rendere la lama più comoda da portare, ma anche più rapida ed efficace nei duelli senza armatura. Nonostante questo, la katana non subì, come accadde in occidente, una progressiva trasformazione in arma da duello civile, essa infatti, anche nei periodi di pace, rimase sempre concepita come arma da guerra.
La scherma con la katana è improntata essenzialmente alla rapidità e alle finezze tecniche e stilistiche. Ci si allena a colpire i punti giusti (le articolazioni soprattutto) con forza, velocità e precisione; inizialmente, per l'allenamento si utilizzava il Bokken, un bastone di legno sagomato a forma di spada, ma in seguito ci si accorse che esso causava comunque un gran numero di incidenti, per cui venne sostituito dallo Shinai, un bastone composto da quattro listarelle di bambu tenute insieme da dei legacci. Lo Shinai è del tutto privo di capacità offensive e permette quindi di portare le tecniche a piena velocità senza preoccupazioni di sorta.

In Giappone, il poco acciaio disponibile venne sempre indirizzato alla forgiatura ad alto livello delle lame da parte dei migliori forgiatori, mentre per gli altri scopi meno nobili, come la costruzione di scudi ed armature, vennero utilizzati altri materiali comuni come il legno. Ciò portò quindi ad uno "spostamento culturale" dell'equilibrio bellico sul piano offensivo, creando una netta predilezione dell'attacco sulla difesa.
La Katana viene generalmente tenuta con entrambe le mani, il che ne aumenta forza e velocità, il tutto a scapito della difesa, e le finte e le stesse parate venivano spesso considerate disdicevoli.
Il samurai, per colpire l'avversario, offre il suo stesso corpo a bersaglio. C'è un antico detto che riassume questo concetto: "Lasciar tagliare la mia pelle è tagliare la carne, lasciar tagliare la mia carne è tagliare le ossa".
Fondamentalmente la katana nasce quindi come arma a due mani, e la lunga impugnatura ne è la prova lampante. Ciononostante, alcune scuole (tra cui lo stesso Miyamoto Musashi, nel suo famoso "Libro dei Cinque Anelli, Go rin no sho) svilupparono delle tecniche che consentivano di usare contemporaneamente due spade, una per mano. In questo caso la seconda spada altro non era che il Wakisashi, cioè la spada corta che i samurai portavano sempre con se.
Il Wakizashi veniva anche detto "il guardiano dell'onore" e, al contrario della katana, non doveva essere depositato all'ingresso delle abitazioni durante una visita ma poteva essere portato con se.
Rimane comunque evidente che una simile tecnica di combattimento, che prende il nome di "scuola dei due cieli", si adatta soprattutto ad uomini particolarmente forti, infatti, sebbene la katana non sia una spada particolarmente pesante, l'utilizzo della stessa con una mano sola ne penalizza in modo notevole la rapidità e la potenza dei colpi.
Qualcuno potrebbe essere indotto a fare un paragone tra la tecnica occidentale "Striscia e Daga" e quella della "Katana e Wakisashi", ma in questo caso le cose sono molto differenti, infatti la Striscia occidentale è una spada lunga, leggera e specificamente concepita per l'uso con una singola mano, per cui la daga non ne penalizza in alcun modo l'efficacia, cosa che non si può dire invece per la katana, ecco perché, nonostante tutto, la maggior parte delle scuole di scherma con la katana abitualmente non utilizzano questa doppia combinazione.



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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