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Confronti tra condottieri, eserciti ed imperi.

Ultimo Aggiornamento: 07/09/2012 20:20
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Patrikios
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
Βασιλεύς Πορφυρογέννητος Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
30/08/2012 18:38
 
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ESERCITO ROMANO (post-riforma Augustea)

-LEGIONARIO: fanteria pesante, era equipaggiato da un'armatura in maglia di ferro (lorica hamata) o, saltuariamente, a fasce metalliche (lorica segmentata Corbridge), un grande scudo rettangolare e ricurvo (scutum), un elmo in bronzo dotato di protezioni per collo e orecchie, una spada corta (gladius), due pila (giavellotto, uno leggero ed uno pesante) ed una daga molto corta (pugio).
Dal II secolo il legionario non portava più il gladio ma una spatha, ed indossava solitamente una lorica segmentata (Newstead) assieme ad ulteriori protezioni per le braccia e per le gambe. Si diffode l'utilizzo della lorica squamata.
Adatto ad un tipo di combattimento in pianura "in campo aperto", si adattava poco e male ad un tipo di combattimento discontinuo in zone montane, o contro unità di piccole dimensioni e molto veloci nel dileguarsi.


AUXILIA
Si trattava di reparti di Galli Transalpini, Narbonesi e Belgi, Germani, Iberici, Balearici, Cretesi, Numidi e Traci, originariamente arruolati localmente lungo le frontiere per sfruttare al meglio le loro conoscenze dei luoghi. Dopo Augusto furono inviati ovunque, pur conservando tuttavia la loro caratteristica omogeneità etnica, per cui si equipaggiavano e combattevano secondo le loro tradizioni. I Galli e i Germani, per esempio, formavano coorti di fanteria leggera, armati con scudi piatti e rotondi ed una lancia corta; i Galli indossavano anche una cotta di maglia di ferro e l'elmo, gli Iberici fornivano fanti senza armatura che indossavano elmi di cuoio e combattevano con gladio, sciabola o picca, i Balearici fornivano coorti di frombolieri senza armatura, abilissimi nell'usare fionde di tipo semplice o fissate a un corto bastone, i Cretesi costituivano coorti di arcieri senza armatura, provvisti di archi piccoli che avevano una gittata di 100 metri (circa tre volte quella dei giavellotti).

-CAVALLERIA LEGGERA: il grosso della cavalleria leggera era fornito dalle province romane del Nord-Africa (equites Numidarum o equites Maurorum. Cavalcavano senza sella cavalli piccoli ma resistenti, non indossavano armature tranne in alcuni casi (lorica hamata o squamata) e portavano solo un piccolo scudo rotondo (clipeus), una spatha più lunga rispetto al gladio del legionario, una lancea più leggera ed alcuni corti giavellotti.
Estremamente vulnerabili nel combattimento corpo a corpo, erano impiegati soprattutto per colpire rapidamente il nemico e ritirarsi, o con compiti di perlustrazione.
Dal III secolo vengono sostituiti da unità reclutate lungo le province danubiane, chiamate equites Dalmatae.
Esistevano reparti di cavalleria sagittaria, come gli arcieri orientali o Traci.

-CAVALLERIA PESANTE: le prime unità di catafratti introdotte nell'esercito romano furono create solamente da Adriano, formate da Sarmati Roxolani stanziati in Gallia e Pannonia dopo le guerre condotte contro di loro nel 107-118.
Erano un corpo ben distinto di cavalleria, armato con una lancia a due punte (contus), usata normalmente con entrambe le mani, ed una spatha. La loro corazza, una evoluzione della lorica squamata, si estendeva anche braccia e gambe.
Anche il cavallo era bardato con la lorica squamata o la lorica hamata.

-FROMBOLIERI: esistenti sin dal periodo repubblicano e provenienti dalle isole delle Baleari, combattevano senza armatura, indossavano solo una tunica corta ed una borsa per tenere i loro colpi.

-ARCIERI: gli arcieri nell'esercito repubblicano erano virtualmente tutti mercenari, provenienti dall'isola di Creta; nel corso della storia, Creta fu gradualmente sostituita da corpi di arcieri provenienti da altre province con forti tradizioni nel tiro con l'arco, come la Tracia, l'Anatolia e, soprattutto, la Siria. Dei 32 reparti di Sagittarii della metà del II secolo, 13 provenivano dalla Siria, 7 dalla Tracia, 5 dall'Anatolia e solo 1 da Creta, mentre le restanti 6 avevano origini incerta.
Potevano essere equipaggiati con una corazza a scaglie ed elmo, o senza armatura, con una lunga tunica. Gli archi usati dalle auxilia romane, soprattutto quelle orientali, erano archi compositi molto potenti.


ARTIGLIERIA
In latino tormenta, il loro primo utilizzo sembra sia stato introdotto nell'esercito romano solo a partire dalla prima guerra punica.
Durante l'età repubblicana ed imperiale, ogni centuria aveva in dotazione un numero preciso di scorpioni e baliste.

-BALISTA: derivata dalla balista a torsione inventata dai Macedoni nel IV secolo a.C., era una macchina destinata al lancio di dardi e giavellotti, la cui gittata era stimata in 350 metri circa.
Potevano lanciare anche pietre del peso di un talento ad oltre 377 metri.
Poteva anche essere montata su un traino e spostata agevolmente con l'ausilio di cavalli.

-SCORPIONE: arma destinata al lancio di dardi e giavellotti, comincia ad essere impiegata nell'esercito romano nella prima metà del I secolo a.C.
Di dimensioni assai più ridotte rispetto alle baliste, scagliava dardi dalla lunghezza di 3 spanne con precisione ad una distanza di 100 metri, mentre la gittata utile era di 400 metri.
Gli scorpioni venivano posizionati in batterie su alture in modo da sfoltire le truppe avversarie e fiaccare il nemico.

-CHEIROBALLISTRA: ideata da Apollodoro di Damasco come un nuovo tipo di scorpione per le campagne di Traiano, era caratterizzata dalla sostituzione alcune parti in legno, pesanti ed ingombranti, con elementi in ferro, aventi potenza di lancio anche superiore rispetto le controparti lignee.



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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