00 04/09/2011 12:07
Esattamente...un po' quello che cerchiamo di fare noi qui nel nostro contesto di nicchia...attirare gente con la "scusa" del total war ed "acculturarli" sulla storia romea che praticamente è bandita da tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado...ad essere onesti non è "l'unica storia" ad essere bandita ma non è questa la sede per polemizzare di ciò.

Tornando IT, sicuramente i due assedi di Costantinopoli più straordinari sono quelli persi dai romei, nel 1204 e nel 1453, ma come importanza e grandiosità sono forse ancora superiori quelli misconosciuti del 626, quando la città venne assediata contemporaneamente da Avari e Slavi sul fronte europeo e dai loro alleati Persiani Sassanidi dal fronte anatolico; il gigantesco assedio per terra e per mare portato dagli Arabi nel 717, considerato la più grande battuta d'arresto all'espansionismo del Califfato, molto più importante e significativo della battaglia di Poitiers che avverrà 30 anni dopo; e l'assedio condotto per terra e per mare da Rus', Khazari e Pecheneghi nel 941, la batosta più grande mai subita dai russi per mano romea.



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”