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Anno 6534 dalla Creazione (1025)
Dicembre

Nikephoros, figlio di Basileios II "Boulgaroktonos", sale al trono all'età di 31 anni, con il nome di Nikephoros III, Imperatore ed Autocrate dei Romani.

Tutt'altro che inesperto, il giovane Basileus conferma da una parte il polso duro contro l'aristocrazia terriera, dall'altra la volontà di continuare il progetto del padre, di riportare l'Impero ad essere nuovamente la più grande potenza al mondo e sottomettere l'intera oikumene alla corona dei Basileis.
Lo zio, Konstantinos VIII, politicamente è completamente inetto ed il suo unico interesse è quello di dissipare denaro in banchetti luculliani ed intrattenersi con numerose concubine.
Come suo padre fece con il suo precettore, Nikephoros Ouranos, anche Nikephoros III scelse di affiancarsi ad un generale dal brillante avvenire, Giorgios Maniakes, poco più giovane del sovrano.
Sarà lui il braccio destro di Nikephoros III nella campagna di Sicilia.

1028: Mentre in Europa scoppia la guerra tra il neonato Regno di Polonia ed il Sacro Romano Impero, Nikephoros III e Giorgios Maniakes conducono una campagna in oriente, mentre il Basileus espugna, con un assedio della durata di 9 mesi, la città di Aleppo, Giorgios Maniakes strappa ai Turchi la città di Edessa.

Muore, stroncato dai suoi vizi, Konstantinos VIII.

1029: tumulti e dissidi tra i governatori Kalbiti ed il Califfo Fatimide convincono Nikephoros III che è il momento giusto per avviare la campagna in Sicilia. Georgios Maniakes avvia i preparativi.

Il duca di Napoli concede Aversa a Rainulfo Drengot, per aver aiutato i partenopei a difendere Salerno dall'assedio dei saraceni.

1030: Facendo perno sulla fortezza di Reggio, Giorgios Maniakes sbarca a Messina al comando di un'enorme forza composta da 30.000 fanti pesanti dei themi, 14.000 cavalieri e reparti scelti dei Tàgmata e 26.000 tra ausiliari e mercenari.
Entro l'anno viene presa Messina, Siracusa e Catania sono assediate.

1030-1034: Catania, Siracusa ed Enna sono prese dalle truppe imperiali comandate dal Maniakes, ma un contingente viene intercettato (1033) e distrutto dagli Arabi sulla strada per Agrigento.
Nikephoros III salpa da Durazzo (1034) con 16.000 uomini del Tàgmata, tra i quali i 6.000 della Guardia Variaga.

1035-1040: Approfittando dell'assenza del Basileus, l'aristocrazia terriera anatolica, capeggiata da Romanos Argyros, marito della cugina di Nikephoros, Zoe.
Nikephoros è costretto a rientrare nella capitale di fretta con le sue truppe per sedare la rivolta.
Romanos Argyros è autoproclamato Basileus a Nicea e conta di entrare a Costantinopoli per ottenere la corona imperiale in virtù del suo matrimonio, ma la città gli sbarra le porte.

Entro il 1036 Giorgios Maniakes riesce a prendere anche Ragusa e Gela, ma di fronte alla controffensiva araba deve rinunciare ad avanzare su Palermo ed Agrigento, preferendo dare un po' di respiro all'armata in attesa del ritorno di Nikephoros III.
Il Basileus avanza verso Thessalonika, raccogliendo attorno a se i contingenti dei thèmata balcanici, a lui fedeli.
Lo scontro con le truppe di Romanos Argyros avviene a gennaio 1037 ad Oraiokastron, le truppe anatoliche sono sconfitte e Romano viene catturato, torturato ed ucciso.
A Zoe, che aveva trovato rifugio a Costantinopoli, viene risparmiata la vita, ma è costretta a prendere i voti ed a venire esiliata in un monastero a Cherson.
Ci vorrà ancora un anno prima che la situazione interna venga consolidata.
Nikephoros III interviene ancora una volta sulla struttura amministrativa dell'Impero, con nuovi decreti a tutela della Strateia e delle comunità di villaggio.
L'allelengyon viene esteso anche alle proprietà ecclesiastiche.
Entro il 1039 Nikephoros III salpa nuovamente per la Sicilia con truppe fresche. L'arrivo a Siracusa del Basileus e dei suoi 20.000 uomini è salutato con grande calore da Maniakes e dai suoi uomini, che nel frattempo hanno dovuto cedere Enna e Gela alla controffensiva Fatimide.
L'offensiva imperiale non si fa attendere ed entro il 1040 Maniakes è avanzato fino ad Agrigento, che viene presa in 4 mesi, mentre Nikephoros III assedia Palermo.

I Turchi Seljukidi conquistano la Persia Ghaznavide e si preparano ad entrare sullo scacchiere mesopotamico.

1041:Arduino, il signore longobardo di Melfi, si ribella alla potestà bizantina ed attacca il Catapano Michael Dokeianos nel nord della Puglia, sconfiggendolo grazie alle truppe normanne. Guglielmo d'Altavilla si proclama conte di Puglia.
Nikephoros III richiama Giorgios Maniakes dall'assedio di Trapani e gli affida il comando delle operazioni contro Palermo, assediata da quasi 11 mesi ma resiste grazie alla flotta egiziana che, dopo aver sconfitto quella bizantina, continua a rifornire la guarnigione della città.
Il Basileus si prepara a partire per la Puglia, dove intende sradicare completamente ogni sorta di resistenza al potere bizantino.

[continua]
[Modificato da Xostantinou 07/04/2011 18:37]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”