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La battaglia di Mohács
Kala Kristughena!
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Dopo una brillante vittoria a Čaldiran il 23 agosto 1514 contro i Kara Koyunlu, lo Shah Ismail, sovrano della nuova dinastia iraniana dei Safavidi, conquista tutta la Mesopotamia e parte della Siria e dell'Arabia; in questa Timeline non vi sono infatti gli Ottomani a fermarne l'espansione verso Occidente.

Nel 1515 il navigatore empolese Andrea Corsali compie una serie di viaggi di esplorazione nell'Oceano Indiano per conto di Leone VII. Di lui ci restano due lunghe relazioni che egli stesso ha steso dei suoi viaggi per informarne il Basileus; da esse si evince che egli ha scoperto la Nuova Guinea e ha dimostrato in via definitiva che Sumatra e Ceylon sono due isole distinte (invece gli antichi le confondevano). Inoltre Andrea Corsali è il primo a descrivere le due Nubi di Magellano, precedendo di quattro anni Antonio Pigafetta, ed è tra i primi a descrivere la Croce del Sud come un asterismo a sé stante: contrariamente a quanto si crede normalmente, gli antichi la conoscevano, ma la consideravano parte della costellazione del Centauro. Per primo, poi, intuisce l'esistenza di una massa continentale a sud della Nuova Guinea, pur non sbarcandovi mai; per questo molti australiani lo considerano lo "scopritore ideale" della loro terra, e quindi il vero iniziatore della loro storia: non a caso, Andrea Corsali è scarsamente noto in Europa, ma piuttosto noto in Oceania. Come conseguenza della splendida impresa di Andrea Corsali, il Basileus Leone VII Comneno decide di fondare la Compagnia Bizantina delle Indie Orientali, che dovrà vedersela con la concorrenza portoghese.



Intanto i Mamelucchi dell'Egitto hanno adottato le armi da fuoco (furono invece sempre restii a farlo nella nostra Timeline), e grazie ad esse ed al loro valore mettono insieme un grande impero. Nel 1516 sconfiggono definitivamente gli Arabi dell'Higiaz ed occupano i Luoghi Santi dell'Islam; il loro Sultano al-Ashraf Tuman Bey rafforza così le proprie pretese califfali. Nel giro di pochi anni occupano anche la Cirenaica e la Tripolitania, estendendo la loro supremazia anche a Tunisia ed Algeria. Si forma così una superpotenza islamica, che però è priva di territori in Europa. Per conto dei Mamelucchi opera il pirata turco Khayr al-Din detto Barbarossa, Bey di Algeri nonché terrore delle navi europee nel Mediterraneo.

Nel 1516 Leonardo da Vinci, incarnazione del genio del Rinascimento, deve lasciare precipitosamente Roma perchè una lettera anonima, spedita da qualche invidioso, lo accusa di stregoneria: di notte infatti egli si reca nei cimiteri con la complicità dei custodi per sezionare i cadaveri e compiere studi di anatomia. Ormai anziano, colpito da emiparesi e desideroso di trovare un finanziatore che lo apprezzi, l'inventore decide di lasciare l'Italia; rifiutata l'offerta di Francesco I re di Francia, decide di accettare quella del Basileus Leone VII, il quale non vede l'ora di poter contare su un simile personaggio alla sua corte. Nel maggio del 1517 Leonardo giunge a Costantinopoli, dove riceve il titolo di pittore, architetto e scienziato di corte, con una pensione di 5000 monete d'oro. Come già detto, Leone Comneno è un sovrano colto e raffinato, amante dell'arte italiana e soprattutto di quella leonardesca, e finanzia con passione le ricerche scientifiche del suo illustre ospite, al quale commissiona il progetto di un monte monumentale sul Bosforo, che però non sarà mai realizzato. Per questo gli ultimi tre anni passati sul Bosforo rappresentano sicuramente il periodo più sereno della vita di Leonardo. Questi tra l'altro realizza per Leone VII un leone meccanico, vero e proprio automa in grado di camminare. A Costantinopoli Leonardo si è portato anche il suo quadro più celebre, "la Gioconda", ancor oggi conservato al Museo Storico di Costantinopoli. Leonardo muore il 2 maggio 1519 nella sua casa di Blanga, da dove si godeva il panorama delle due rive del Bosforo; quando ne è informato, Leone VII scoppia in un pianto dirotto. In uno dei suoi codici il genio di Vinci aveva scritto: « Sì come una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire. »

Nello stesso 1519 giunge a Costantinopoli un altro grande intellettuale di quel tempo, l'erudito arabo al-Hasan ibn Muhammad al-Wazzan al-Fasi: nato a Granada da famiglia musulmana, ha lasciato la città nel 1492 dopo la riconquista di questa da parte delle truppe spagnole di Isabella di Castiglia e di Ferdinando di Aragona, e si è stabilito a Fez; dopo aver viaggiato a lungo in Africa e in Asia al seguito di uno zio diplomatico, è stato catturato dai corsari bizantini che operano nel Mediterraneo Orientale e venduto come schiavo al Basileus Leone VII. Questi lo fa battezzare e lo libera, e per questo egli cambia il suo nome arabo in Leone l'Africano. Dietro incarico del Basileus scrive in greco il saggio "Cosmografia dell'Africa", subito tradotto in latino, italiano e francese.

Prosegue intanto la Scuola Artistica Cretese, fortemente influenzata dal Rinascimento europeo: a quest'epoca risale l'opera del grande pittore Frangos Katelanos, a cui è attribuita la decorazione della navata del Monastero di Varlaam nelle Meteore (1548), la cappella di San Nicola della navata della Grande Laura del Monte Athos (1560), una parte della decorazione del Monastero Filanthropinon del Monastero di San Nicanore presso Grevena e della Vergine Maria di Rassiotissa a Kastoria. Caratteristica delle opere di Katelanos è la presenza di grandi folle in movimento e di alti edifici incombenti, i quali creano una sensazione di densità e turbolenza. Dominano i toni caldi e luminosi, soprattutto il rosso, e si alternano i chiaroscuri, il che dimostra la conoscenza da parte di Katelanos della pittura italiana contemporanea. Sorge anche la rivale Scuola del Nordovest della Grecia, cui dobbiamo le decorazioni di San Giorgio a Baniani presso Skopje (1549), di San Zaccaria a Kastoria, del Monastero di San Giovanni Galataki sull'Isola di Eubea (1566) e del Monastero di San Giovanni Arma (1637). Massimo esponente di questa scuola è il monaco Onofrio l'Agiografo, noto per il suo stile assai personale, cui dobbiamo le decorazioni della Chiesa dei Santi Apostoli a Kastoria (1547).

Il 1 febbraio 1522 Leone VII Comneno muore assassinato mentre sta ascoltando Messa nella Basilica di Santa Sofia: si tratta dell'ennesima congiura nobiliare contro la sua politica di apertura commerciale verso l'Occidente e verso il resto del mondo. Gli succede il figlio Davide I, il quale fa subito mettere a morte sia gli assassini che i mandanti del regicidio, e fa costruire una nuova grande Basilica per seppellirvi il corpo del padre. Egli continua la politica paterna, ampliando notevolmente la flotta commerciale e lottando strenuamente contro i grandi latifondisti, che con la loro mentalità feudale potrebbero mettere a rischio l'unità dell'impero. Inoltre Davide I dà vita ad una politica aggressiva per riportare l'Impero allo status di grande potenza di cui godeva nell'anno mille. Siccome lo Zar di Bulgaria Giorgio III tenta una ribellione contro di lui dopo essersi alleato con il Re d'Ungheria Luigi II Jagellone, egli muove in forze contro i Bulgari, li sconfigge, distrugge la loro capitale Nicopoli (che non si riprenderà mai più) e riduce definitivamente la Bulgaria a provincia bizantina. Subito dopo, assicuratosi l'alleanza del Re di Bosnia Tvrtko III, che aspira ad allargare ulteriormente il proprio regno, e del Principe Vladislav III di Valacchia, si volge verso l'Ungheria, il cui re Luigi II, che ha sposato Maria d'Asburgo, sorella dell'Imperatore Carlo V, è colpevole ai suoi occhi di aver foraggiato i Bulgari e di aver sostenuto gli assassini di suo padre.

Lo scontro con l'esercito ungherese avviene in un territorio paludoso sulle rive del Danubio presso Mohács, a sud di Budapest, il 29 agosto 1526. I magiari, forti di 26.000 uomini, sono guidati da Re Luigi II, dall'arcivescovo di Kalocsa Pál Tomori e da György Szapolyai; Davide I Comneno guida personalmente le sue truppe, forti di 40.000 uomini, di cui 25.000 bizantini, 10.000 bosniaci e 5.000 valacchi. La battaglia vera e propria dura solo due ore: inizialmente l'avanguardia bosniaca è volta in fuga dalle truppe ungheresi guidate dall'arcivescovo Tomori, ma nel pomeriggio l'arrivo del grosso dell'esercito bizantino cambia rapidamente le sorti della battaglia: l'ala destra dello schieramento ungherese, che ha avanzato vittoriosamente, ma non ha ricevuto rinforzi tempestivi, si ritrova esposta agli attacchi greci e la sua ritirata si trasforma in una rotta; molti ungheresi sono accerchiati e catturati. Tomori è ucciso mentre cerca di raccogliere le truppe fuggiasche; il re Luigi II si dà alla fuga, ma cade da cavallo in un fiume presso Csele e muore annegato. L'esercito ungherese perde almeno 16.000 uomini, di cui 1.000 nobili. Anche Tvrtko III di Bosnia muore, gli succede il figlio Stefano VII. Per celebrare questa vittoria nella capitale è innalzata la Colonna di Davide il Magnifico davanti alla Basilica dei Santi Apostoli. Ancor oggi durante il tipico Carnevale ungherese i figuranti sono soliti indossare i Busho, le tradizionali maschere con le quali i Sokac, un corpo di ausiliari croati, si sarebbero travestiti con pelli di pecora, corna e mascheroni di legno sul viso per terrorizzare gli invasori bizantini. Come conseguenza della disfatta l'Ungheria deve cedere ampi territori alla Bosnia, alla Valacchia e allo stesso Impero Bizantino. Ma soprattutto, con la morte di Luigi II si estingue il ramo ungherese della dinastia degli Jagelloni: la corona di Ungheria passa a Ferdinando d'Asburgo, fratello di Carlo V e cognato di Luigi II, che nel 1556 diverrà anche sovrano del Sacro Romano Impero. In tal modo i destini di Austria e Ungheria saranno uniti fino alla Prima Guerra Mondiale. Quanto alla Repubblica di Ragusa, fin qui vassalla dell'Ungheria, con un abile capovolgimento di fronte essa chiede ed ottiene la protezione dell'Impero Bizantino dietro pagamento di un tributo annuo.

[continua]