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Giovanni VIII Bulgaroctono
L'impero ora è al sicuro, ma si sa: si vis pacem, para bellum. E così Manuele fa sposare il suo primogenito Giovanni con Anna, la figlia del Principe di Mosca Basilio I Rjurik, sovrano del maggior stato ortodosso dopo il suo impero. Sebbene la sposa abbia solo undici anni, Basilio I accetta, essendo ben felice di imparentarsi con i Paleologi; il matrimonio viene celebrato nel 1414. Intanto Manuele viaggia attraverso tutti i suoi domini, onde imporre la sua autorità sui territori appena riconquistati. In Morea dirige la ricostruzione delle Mura di Hexamilion (cioè lunghe sei miglia) attraverso l'istmo di Corinto, per difendere il Peloponneso dai Pirati musulmani che minacciano le sue floride città.

Purtroppo nel 1417 a Costantinopoli scoppia di nuovo la peste che uccide un gran numero di persone, tra cui la principessa Anna, che viene pianta a lungo. Allora il Basileus combina le nozze del figlio con Petrica, figlia dello Zar di Bulgaria Ivan V, che però non è amata dal popolo quanto Anna di Mosca. Naturalmente in questa Timeline Bulgaria e Serbia si sono salvate dal cadere sotto il dominio ottomano, e dunque essi continuano a sussistere come stati indipendenti con le loro dinastie. Dal canto suo in Anatolia Mehmed II di Karaman conquista Ankara, annette i Beilikati dei Ramazanidi, dei Dulkadiridi e degli Eretnidi, e si proclama Sultano, aspirando a ricostruire la potenza degli Ottomani, tanto che Manuele II comincia a tessere alleanze per sconfiggerlo sul nascere. Ma Mehmed II pretende troppo quando muove verso la Siria, controllata dai Mamelucchi d'Egitto: sconfitto a Tarso, muore in battaglia e l'ascesa del suo Sultanato è bloccata per sempre.

Tra l'altro Manuele II Paleologo è autore di numerose opere in campi differenti, tra cui lettere, poesie, Vite di Santi, trattati di teologia come l'"Orazione per la Dormizione della Santissima Vergine" e "Sulla Processione dello Spirito Santo" (uno dei problemi fondamentali della teologia dell'Oriente greco). La sua opera più importante sono però i 26 "Dialoghi con un Persiano", nei quali egli discetta con un musulmano sui più importanti problemi teologi e dottrinali delle rispettive religioni. L'opera rappresenta oggi uno dei capisaldi del dialogo interreligioso. Manuele II è anche mecenate di artisti e scrittori: il suo protovestiario Giorgio Sfranze scrive la "Cronaca", grande storia di tutta la dinastia dei Paleologi fino all'anno di morte dello scrittore (1477).

Nel 1423 Manuele II è colpito da due ictus cerebrali ma, seppur infermo, conserverà sempre la propria lucidità, tanto da prendere i voti. Manuele II Paleologo si spegne il 21 luglio 1425, pianto da tutto il popolo; gli succedette sul trono il figlio Giovanni VIII. Quest'ultimo invita a Costantinopoli il grande pittore di icone di tutti i tempi, il russo Andrej Rublëv, che per lui dipinge uno straordinario ciclo di affreschi nel Monastero di Sant'Andronico; proprio a Costantinopoli Rublëv si spegne il 29 gennaio 1430, ed è sepolto nel Monastero in cui ha lavorato. Ma Giovanni non è solo un mecenate: a lui tocca affrontare il veemente ritorno dei Bulgari, i quali. dopo aver attraversato un periodo di crisi feudale, stanno cercando di riorganizzarsi e vogliono riconquistare i territori tolti loro dai bizantini. Come conseguenza Giovanni VIII decide di ripudiare la moglie, sorella dell'attuale Zar bulgaro Michele IV, che non gli ha dato figli. e di sposare in terze nozze la nobile bizantina Maria Comnena. Inoltre Giovanni VIII si allea con il Re d'Ungheria e di Polonia Ladislao III Jagellone contro i Bulgari, stringendoli in una morsa fatale. Il 10 novembre 1444 presso Varna i Bulgari sono duramente sconfitti dalla coalizione, anche se Ladislao III cade in battaglia. Di conseguenza la Bulgaria è ridotta a un piccolo stato vassallo di Costantinopoli, e Giovanni VIII riceve il titolo di Bulgaroctono, che fu già di Basilio II il Grande, Basileus a cavallo dell'anno mille. In Anatolia il Sultano Ibrahim di Karaman deve incassare una sconfitta a di Beysehir ed è costretto a chiedere la pace con i bizantini. Siccome anche i piccoli despotati in cui si è spezzato il Regno di Serbia sono vassalli di Costantinopoli, l'Impero Romano d'Oriente rappresenta lo stato più potente dei Balcani. Tuttavia, nonostante i tre matrimoni contratti, Giovanni VIII non ha figli; e così, quando il 31 ottobre 1448 lo sorprende la morte, il titolo imperiale passa a suo fratello Costantino XII, fino a questo punto Governatore della Morea.

Gran parte della prosperità dell'Impero Bizantino deriva dal fatto che esso controlla di fatto quasi tutte le vie d'accesso alle lontane Indie, dove gli Europei si riforniscono di spezie, pietre preziose e stoffe pregiate. La Via della Seta parte infatti da Trebisonda ed arriva fino in Cina; dominandone il tratto iniziale, Bisanzio può imporre gravosissimi dazi su prodotti a cui i nobili e i ricchi occidentali non vogliono rinunciare, mentre la Via che parte da Aleppo e quella che parte dal Cairo sono dominate dai Mamelucchi egiziani, ostili agli europei. Per questo il principe portoghese Enrico il Navigatore, figlio quintogenito del re del Portogallo Giovanni I di Aviz, decide di avviare l'esplorazione delle coste africane, in modo da individuare una via che conduca alle Indie circumnavigando il Continente Nero. Ha inizio in tal modo l'era delle grandi esplorazioni geografiche dei secoli XV e XVI della nostra era. Nel 1434 Gil Eanes è il primo navigatore a doppiare il temuto Capo Bajador, estremo punto della costa africana noto agli europei; nel 1444 Dinis Dias raggiunge il Senegal, e nel 1460 è scoperta la Sierra Leone. Nel 1487 infine Bartolomeo Diaz riuscirà a raggiungere la punta meridionale dell'Africa. Intanto la cultura greca si diffonde in Occidente: nel 1449 l'erudito Demetrio Calcondila si stabilisce a Firenze per insegnare greco, passando poi nel 1491 a Milano, dietro richiesta di Ludovico il Moro, dove resterà fino al 1511, anno della sua morte. Sarà lui a curare la prima edizione a stampa dell'Iliade e l'Odissea, nel 1488.

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