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Nel 1554, Filippo II sposa a Winchester Maria I Tudor, ma, sul consiglio del padre, non assume la corona di Re d'Inghilterra, rimanendo unicamente consorte, così come Maria non assume la corona di Regina di Spagna. L'accordo matrimoniale tranquillizza una piccola parte della nobiltà inglese, anche se i più lungimiranti sanno bene che l'unione effettiva si avrà non appena nascerà l'erede al trono, che sarà destinato ad unire nella sua persona entrambe le corone.

Alle prime avvisaglie di ripresa del conflitto con la Francia, Carlo V abdica, lasciando ufficialmente l'italia meridionale, la Spagna e le sue colonie americane a Filippo II, che il 16 gennaio a Madrid viene incoronato Re di Spagna, Sicilia, Napoli, del Perù, della Nuova Spagna e delle Filippine; mentre il fratello Ferdinando I il 15 marzo a Vienna viene incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero e Duca di Milano e delle Fiandre, titoli che si vanno ad aggiungere a quelli già posseduti di Arciduca d'Austria e Re di Boemia, Ungheria e Transilvania.

Il Re di Francia Enrico II, dopo un'iniziale esitazione (nella nostra TL l'assenza di "scossoni politici" permetté a Francesco Duca di Guisa di respingere gli imperiali a Renty, annullando l'assedio di Metz) prosegue la guerra contro il Sacro Romano Impero, Filippo II, preoccupato per la situazione in Inghilterra, decide di ritirarsi dal conflitto contro la Francia e lascia che sia lo zio a vedersela con i francesi.

Ferdinando I, grande riformatore ed innovatore in termini di burocrazia ed amministrazione, è, a differenza del fratello e del nipote, un cattolico moderato, fautore di politica tollerante e di riconciliazione religiosa, favorevole al colloquio tra cattolici e protestanti. Questo cambio di rotta ammorbidisce le posizioni di molti nobili tedeschi e fiamminghi, grazie anche alla chiamata al governo delle Fiandre di Margherita d'Austria, Duchessa di Parma e Piacenza, figlia naturale di Carlo V e pedina importantissima per il governo Asburgico in italia centrale. A Margherita viene affidata l'educazione del fratellastro, Don Giovanni d'Austria, coetaneo del figlio Alessandro.

Siena chiama l'intervento francese in italia, ma il 2 agosto l'esercito franco-senese è battuto a Marciano dalle truppe imperiali e ducali, Siena cade e viene incorporata nel ducato mediceo.

1555. Mentre Ferdinando I, confidando nell'armistizio con gli Ottomani, lanciava una controffensiva in Lorena con l'obiettivo di riprendere l'importante piazzaforte confinaria di Metz, e nelle Fiandre, respingendo francesi e ribelli presso Tournai, Filippo II firma a Tolosa la pace con la Francia, e si dedica con vigore alla pacificazione ed all'affermazione del cattolicesimo nel Regno d'Inghilterra.

Maria dà alla luce un figlio, Don Ferdinando, che in Inghilterra è Ferdinando Principe di Galles, possibile erede alla corona Inglese.

Ferdinando I ratifica ad Augusta gli accordi di Passau, viene introdotta la regola del "cuius regio, eius religio", che esclude però tutti i movimenti, come i calvinisti, staccatisi dal luteranesimo. I principi luterani ratificano lo scioglimento della Lega di Smalcalda, decretata già con la capitolazione di Wittenberg nel 1547.

1556. Con il Trattato di Vaucelles, Ferdinando I cede ad Enrico II la Franca Contea e le città di Toul e Verdun, ma ottiene in cambio la restituzione di Metz. Ma entro la fine dell'anno, sostenuto da Papa Paolo VI Carafa, ostile agli Asburgo, Enrico II riprende la guerra nelle fiandre.

1557. Nonostante una manovra che vedeva l'impero attaccato su tre fronti (la Lorena, le Fiandre ed il nord italia, con l'occupazione del piemonte da parte francese e l'invasione del Ducato di Parma da parte delle truppe pontificie), l'esercito imperiale, comandato dal Duca Emanuele Filiberto di Savoia, batte i francesi a Sanint-Quentin, alle porte delle fiandre. L'esercito francese subisce una rovinosa sconfitta ed Enrico II è costretto a firmare la pace di Cateau-Cambrésis, nella quale la Francia ratificava l'assetto territoriale deciso a Vaucelles, inoltre si impegnava a restituire la Corsica alla Repubblica di Genova, ed il Piemonte, la Savoia ed il Marchesato di Saluzzo al Duca di Savoia. Alla Francia rimanevano Metz e la Franca Contea.
I Ducati di Parma, Modena e Mantova diventavano dei vassalli imperiali, mentre la Repubblica di Genova ed il Granducato di Toscana, anche se nominalmente indipendenti, era alleati di fatto dipendenti da un punto di vista militare.
Il Papato, vedendo il crescere dei movimenti protestanti chiamati "Ugonotti" all'interno della Francia stessa, vide come alleato naturale il blocco Anglo-Spagnolo, governati da sovrani ultra cattolici, per gli stessi obiettivi in campo controriformistico.
La Francia da questo momento inizierà a soffrire gravemente per la diffusione del protestantesimo, che aveva sempre caldeggiato all'estero in funzione anti-asburgica, in patria.

1558. Muore di tumore Maria I Tudor, l'erede al trono, il piccolo Ferdinando, ha solo tre anni e la reggenza viene assunta dal padre Filippo. Scoppiano violente rivolte anti-cattoliche ed anti-asburgiche nel paese.
Filippo può contare sull'appoggio dell'Irlanda e della Scozia, da sempre avverse all'Inghilterra anglicana. Per rompere la secolare alleanza tra Scozia e Francia, Filippo riesce, grazie a fortissime pressioni diplomatiche, ad ottenere lo scioglimento della promessa matrimoniale tra Maria Stuart ed il Delfino di Francia Francesco II, ed a combinare il matrimonio tra Maria Stuart ed il figlio Don Carlos, erede al trono spagnolo, grazie alla convergenza d'interessi cattolici ostili ad un sovrano protestante sul trono inglese. (nella nostra TL la Scozia è troppo legata alla Francia, nemica della Spagna, per preferire gli Stuart alla protestante Elisabetta I). Convergenza ora molto più importante e prioritaria per la Scozia in quanto la Spagna si è ritirata dal conflitto con la Francia. Enrico II deve piegarsi alle richieste della Scozia e del Papa, anche perché il dilagare degli Ugonotti in patria non gli permette di certo di aprire una nuova guerra anche con un'eventuale Inghilterra protestante.
Come contraccambio, Filippo II si fidanza con la figlia di Enrico II, Elisabetta di Valois, e si impegna a cedere la città di Calais, ultimo possedimento inglese su suolo francese, alla Francia.
Nel frattempo, invia Don Fernando Álvarez de Toledo y Pimentel, Duca d'Alba, in Inghilterra con pieni poteri, per reprimere le rivolte protestanti, alla guida di un contingente di 25.000 uomini scortati dalla flotta agli ordini del Marchese di Santa Cruz.

1558-1559. Dilagano le guerre di religione in Inghilterra. Da una parte ci sono i protestanti inglesi, stretti attorno alla figura di Elisabetta Tudor, e scozzesi, legati a Lord James Stewart, I Conte di Moray ed al predicatore calvinista John Knox; dall'altra ci sono i cattolici, capitanati da Filippo II e dal Duca d'Alba, al quale si aggiungono gli irlandesi, gli scozzesi di Maria Stuart, del cugino Henry Stuart, Lord Darnley, e del capo della fazione cattolica scozzese, Lord Huntly, ed infine un contingente religioso e militare inviato dal Papa, composto principalmente da Domenicani e Gesuiti, questi ultimi particolarmente legati alla corona spagnola, affiancati da soldati e con l'espresso compito di stanare, processare ed estirpare gli eretici dal regno inglese, guidati dal Grande Inquisitore domenicano Card. Michele Ghislieri.
[Modificato da Xostantinou 23/02/2011 15:50]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”