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L'età delle Rivoluzioni
1782: il navigatore italiano Alessandro Malaspina fonda dei forti sul litorale di quella che diverrà la Costa d'Avorio. Il matematico portoghese José Anastacio da Cunha sistematizza per primo il moderno Calcolo Infinitesimale introducendo una definizione rigorosa di limite.

1785: muore il Re d'Italia Luigi Filippo I d'Orléans, gli succede il figlio Luigi Filippo II, un tiranno illuminato che non disdegna gli ideali illuministici ma che ha le idee chiare circa l'assolutismo regio: "Tutto per il popolo, nulla per mezzo del popolo" è infatti il suo motto.

1786: Federico II il Grande muore nel suo castello di Sans-Souci fuori Budapest, dopo 46 anni di regno. Siccome non ha avuto figli, gli succede il nipote Federico Guglielmo II, detto il Buono a Nulla (il che la dice lunga sulla diversità rispetto a suo padre). Dongiovanni impenitente, preferisce disinteressarsi dello stato per badare solo alle imprese galanti; appassionato di spiritismo, si affilia alla Massoneria.

1787: in Australia è fondata la colonia britannica del Nuovo Galles del Sud. L'esploratore andaluso Esteban José Martínez Fernández y Martínez de la Sierra tenta inutilmente di trovare il Passaggio a Nord-Ovest, ma è bloccato dai ghiacci e costretto a tornare indietro.

1788: muore Re Carlo V di Andalusia, gli succede il figlio Carlo VI, proprio mentre il diluvio rivoluzionario sta per abbattersi sull'Europa. Muore anche il Sovrano del Regno Unito Carlo III Stuart. Non avendo egli eredi, ed essendo suo fratello Enrico Benedetto Cardinale di Santa Romana Chiesa, in base alla Legge di Successione il trono passa al suo parente maschio più prossimo: Carlo Emanuele di Savoia, figlio del Duca Vittorio Amedeo III, la cui trisnonna paterna era Enrichetta Anna, sorella di Carlo I Stuart. Ha inizio così la dinastia Savoia sul trono inglese. Siccome Carlo Emanuele parla appena l'inglese, si disinteressa del governo, lasciando il Regno nelle mani del Parlamento e dello scaltro Primo Ministro William Pitt il Giovane.

1789: con la presa della Bastiglia scoppia la Rivoluzione Francese.

1792: dopo aver deposto Re Luigi XVI, che sarà giustiziato l'anno seguente, i Rivoluzionari Francesi proclamano la Repubblica e dichiarano guerra alla Sassonia, il cui giovane sovrano Francesco II è appena salito al trono e vuole impedire l'estensione dell'infezione rivoluzionaria al resto d'Europa. Si forma la Prima Coalizione, costituita da Sassonia, Paesi Bassi, Andalusia, Italia, Regno Unito e Ungheria: praticamente la Francia si trova di fronte tutti gli altri stati europei, che la attaccano per terra e per mare. I Paesi Bassi e la Sassonia lanciarono offensive dal Reno, mentre l'Andalusia attacca dai Pirenei. La Repubblica Francese subisce pesanti sconfitte, come nel caso della battaglia di Neerwinden, e ribellioni interne (la Vandea), a cui risponde con il Comitato di salute pubblica e con il servizio militare obbligatorio di massa. Alla fine i Rivoluzionari riescono ad instaurare la Repubblica Batava e a costringere Sassonia e Italia ad uscire dal conflitto. A combattere contro i sanculotti restano solo Andalusia e Inghilterra. Ad impedire l'invasione dell'Italia da parte delle forze rivoluzionarie è il giovane corso Napoleone Buonaparte.

1795: la Polonia è definitivamente spartita tra Sassonia, Ungheria e Russia. Le isole di Trinidad e di Tobago vengono scorporate dal Vicereame della Nueva Granada e formano una colonia andalusa a sé.

1796: muore Vittorio Amedeo III, Carlo Emanuele diventa anche Duca di Savoia in unione personale, anche se il suo Ducato è occupato dalla Francia rivoluzionaria. Muore anche il Re Apostolico di Ungheria Federico Guglielmo II, a soli 53 anni; gli succede il figlio Federico Guglielmo III. L'esploratore andaluso José de Bustamante y Guerra è il primo uomo a mettere piede sul continente antartico, del quale prende possesso a nome del suo Re.

1797: il 12 aprile Napoleone Buonaparte, nominato Generale di Brigata a soli 28 anni, infligge una durissima sconfitta al generale rivoluzionario Pierre Jadart du Merbion presso Cairo Montenotte. Sull'onda dello slancio penetra in territorio francese e conquista la Savoia. I monarchici francesi lo acclamano come un liberatore, ma improvvisamente il Re d'Italia Luigi Filippo II d'Orléans gli ordina di arrestare la sua marcia trionfale e di fare ritorno in patria. Pochi sono i dubbi circa la condotta del sovrano: egli non è mai stato veramente amato dal popolo italiano (figuriamoci dai Corsi!), mentre il generale Napoleone è ormai popolarissimo, e si sa che la gelosia fa commettere gesti sconsiderati.

1798: Luigi Filippo II promuove Napoleone a Capo di Stato Maggiore dell'Esercito (promoveatur ut amoveatur) e lo invia a conquistare l'Egitto per allargare l'impero coloniale italiano, ormai una pallida ombra di quello conquistato da genovesi e veneziani nel XV e XVI secolo. Napoleone obbedisce, certo di coprirsi di gloria in oriente, e sconfigge i Mamelucchi nella Battaglia delle Piramidi, impadronendosi del Cairo con una facilità disarmante. Gli scienziati e gli storici al seguito di Napoleone fondano la moderna egittologia (uno dei suoi soldati scopre per caso la Stele di Rosetta). Ma intanto in patria le cose si mettono male: il generale Jean Étienne Championnet, approfittando dell'assenza di Napoleone, riconquista la Savoia e poi fa irruzione in Italia, sbaragliando presso Mondovì il generale Colli. Re Luigi Filippo II d'Orléans è preso prigioniero e ghigliottinato; le truppe francesi fanno irruzione a Roma ed arrestano Papa Pio VI che è tratto prigioniero a Valence, dove muore; il Direttorio proclama l'annessione dell'Italia alla Repubblica Francese. Tuttavia il Cardinale Fabrizio Ruffo riorganizza le truppe italiane dell'Italia meridionale, crea l'Esercito della Santa Fede e, quando i rivoluzionari stanno per entrare in Napoli, solleva il popolo ed infligge loro una pesante sconfitta, costringendoli a ripiegare.

1799: dopo aver conquistato anche la Palestina, Napoleone è informato dei drammatici fatti d'Italia e rientra via mare, lasciando il comando delle operazioni belliche ai suoi luogotenenti. Sbarcato a Genova, annienta l'esercito francese nella Battaglia di Marengo, nella quale cade il suo avversario, Louis-Charles-Antoine Desaix. Intanto un Conclave riunito eccezionalmente a Venezia elegge nuovo pontefice il cardinale Barnaba Chiaramonti, che prende il nome di Pio VII. A questo punto accade il colpo di scena: anziché riconoscere nuovo Re d'Italia il figlio del sovrano defunto, Luigi Filippo III, 25 anni, Napoleone Buonaparte si proclama Primo Console e Luogotenente del Regno, approfittando del fatto che il sovrano legittimo è rifugiato in Andalusia.

1800: Manuel Belgrano, eroe della Guerra d'Indipendenza di origini italiane, è eletto 2° Presidente degli Stati Uniti d'America. Viene ultimata la città di Miranda (la nostra Washington), capitale degli Stati Uniti d'America che trae il nome dal primo Presidente.

1802: invasione napoleonica della Francia rivoluzionaria, che capitola dopo che i generali Gioacchino Murat, Jean-Baptiste Jules Bernadotte e Michel Ney hanno disertato, passando per convenienza dalla parte di Napoleone. Questi entra da trionfatore a Parigi e si fa nominare anche Reggente del Regno di Francia, calpestando i diritti di Luigi Stanislao, fratello del decapitato Luigi XVI, che si trova in esilio in Inghilterra. Murat, Bernadotte e Ney sono compensati con feudi e titoli nobiliari. La stella napoleonica è più che mai in ascesa.

1804: il 2 dicembre mediante un plebiscito, Napoleone si fa incoronare da Papa Pio VII Imperatore degli Italiani e dei Francesi. Gli altri stati europei non riconoscono il suo titolo. Luigi Filippo III trasferisce la sua corte a San Sebastiano (la nostra Rio de Janeiro) dove è incoronato solennemente Re d'Italia, in opposizione a Napoleone. Intanto il presidente americano Manuel Belgrano acquista la Louisiana da Napoleone (cui le colonie americane non interessano), facendo raddoppiare di colpo la superficie degli Stati Uniti.

1805: le potenze europee guidate dall'Andalusia lanciano un ultimatum a Napoleone: ora che la Rivoluzione Francese è stata schiacciata, o lascerà tornare sul trono i legittimi sovrani di Italia e Francia, o sarà la guerra. Il Buonaparte risponde invadendo il Regno di Sassonia dalla parte del Reno, mentre il generale italiano Andrea Massena protegge l'Italia settentrionale e il francese Gioacchino Murat (che è diventato cognato di Napoleone sposandone la sorella Carolina) tiene impegnata l'Andalusia sui Pirenei. Dopo aver occupato anche i Paesi Bassi e dopo aver sconfitto gli eserciti sassone e ungherese a Ulm, l'Imperatore decide di attaccare la capitale sassone Vienna. Il 2 dicembre le sue truppe si scontrano con quelle russe e con le residue forze sassoni ad Austerlitz, in Moravia, riportando una vittoria schiacciante, tuttora considerata un capolavoro inimitabile del genio strategico di Napoleone. Con il Trattato di Presburgo il Buonaparte annette anche la Sassonia ai propri domini; il re Francesco II d'Asburgo è costretto a rifugiarsi a Budapest, sotto la protezione di Federico Guglielmo III. Anche l'Andalusia è costretta a cedere il Rossiglione e le Baleari. Viene ricostruito invece il Granducato di Varsavia sotto protettorato napoleonico. In pochi anni Napoleone, proveniente dal nulla, ha costruito un impero vasto quanto quello di Carlo Magno (di lui Manzoni scriverà: « La procellosa e trepida / gioia d'un gran disegno, / l'ansia d'un cor che indocile / serve, pensando al regno; / e il giunge, e tiene un premio / ch'era follia sperar... »)

1807: Napoleone è il padrone assoluto dell'Europa centrale ma sa di essere circondato da quattro potenze nemiche: Andalusia, Inghilterra, Russia ed Ungheria. Prepara perciò piani per invadere l'Ungheria ed eliminare uno dei suoi più pericolosi nemici, ma lo scaltro Primo Ministro andaluso Francisco de Saavedra y Sangronis istiga lo Zar Alessandro I di Russia ad attaccare l'impero napoleonico dalla parte della Polonia. Lo scontro militare ad Eylau tra Napoleone e lo Zar finisce in pareggio; i due si incontrano e decidono di stipulare la pace, così il corso si libera di uno dei suoi nemici più pericolosi. Per contrastare Andalusia e Inghilterra, che sono potenze marittime, egli decide di mettere in atto un blocco continentale contro tutti i prodotti importati dai suoi nemici.

1808: Bernardo O'Higgins, figlio naturale dell'ultimo governatore andaluso della Virginia, è eletto 3° Presidente degli Stati Uniti d'America. Il Regno Unito approfitta del fatto che i Paesi Bassi sono occupati da Napoleone per annettere la Provincia del Capo. Le Cortes Generales Andaluse approvano in via definitiva l'abolizione della tratta degli schiavi africani verso le colonie latinoamericane.

1809: Napoleone invade l'Andalusia, ma è fermato sul fiume Ebro dai patrioti andalusi che mettono in atto una spietata azione di disturbo fatta di attacchi rapidi e altrettanto veloci ritirate, tali da mettere a dura prova gli invasori francesi. Gli andalusi chiamano questa tattica "guerrilla" (da cui "guerriglia"). Poiché il Re d'Ungheria Federico Guglielmo III ha ripreso le armi contro il Buonaparte ed ha invaso l'Austria per rimettere Francesco II sul trono, l'Imperatore accorre e coglie l'ultima grande vittoria della sua carriera a Wagram. Federico Guglielmo III è costretto a ritirarsi e a cedere la Croazia a Napoleone. Massima estensione dell'impero buonapartista. Poco dopo Napoleone sposa Maria Luisa d'Asburgo, figlia di Francesco II che questi era stato costretto a dargli in ostaggio, in modo da avere un erede ed instaurare una dinastia; da lei ha il figlio Napoleone II.

1812: poiché lo Zar di Russia Alessandro I si ostina a commerciare con Andalusi e Britannici, Napoleone decide una grande spedizione punitiva contro di lui. Il 24 giugno in un'ansa del fiume Niemen si radunano più di 600.000 uomini, la maggior spedizione militare mai messa in campo fino ad allora. Dopo una brillante vittoria a Borodino, il 14 settembre Napoleone entra a Mosca, ma i partigiani russi incendiano la città che brucia per giorni e giorni. Intanto il generale andaluso Juan O'Donojú y O'Ryan e il generale britannico Arthur Wellesley, Duca di Wellington, infliggono una dura sconfitta al Maresciallo Ney che è costretto a sgomberare la Catalogna, quindi attaccano il sud della Francia, mentre il generale Malet tenta un colpo di stayo a Parigi. Avvisato di ciò, Napoleone decide un frettoloso rientro, ma la ritirata francese si trasforma in una rotta sotto i colpi del terribile inverno artico (la temperatura tocca i - 30° C) e dei partigiani russi. Dei 600.000 uomini partiti ne rientrano meno di 10.000. Intanto scoppia una nuova guerra tra Andalusia e Stati Uniti d'America, che approfittano delle guerre napoleoniche per estendersi ulteriormente verso ovest.

1813: il 18 ottobre Andalusia, Regno Unito, Russia e Ungheria sconfiggono Napoleone a Lipsia nella Battaglia delle Nazioni. Crollo dell'Impero: le truppe della coalizione entrano a Parigi e a Milano. Napoleone è costretto a firmare la rinuncia a tutte le pretese sui regni di Italia, Francia e Sassonia per sé e per i suoi discendenti; in cambio gli viene offerto il governo dell'isola d'Elba, ma non rivedrà mai più la moglie e il figlio. Il fratello di Luigi XVI sale al trono di Francia con il nome di Luigi XVIII (Luigi XVII era il figlio del re ghigliottinato, morto bambino), mentre Francesco II d'Asburgo riottiene il regno di Sassonia. Luigi Filippo III fa rientro a Torino, il suo stato assume la nuova denominazione di Regno Unito di Italia e Nuova Esperia. Il diciottenne Ferdinando, figlio primogenito di Luigi Filippo, resta a San Sebastiano in qualità di Vicerè.

1814: le potenze vittoriose contro Napoleone aprono il Congresso di Vienna, con l'intento di riportare l'Europa allo status quo del 1789. L'Italia deve sgomberare Egitto e Palestina, che sono restituiti ai Turchi, ma in realtà ricadono sotto il protettorato andaluso. Per opera del nuovo Cancelliere del Regno di Sassonia, Principe Klemens von Metternich, viene fondata la Santa Alleanza, che riunisce Francia, Italia, Ungheria, Sassonia e Russia, allo scopo di reprimere qualunque nuovo moto rivoluzionario nei paesi membri. Andalusia e Regno Unito rifiutano di parteciparvi, definendola "poliziotta dell'assolutismo regio". Intanto, con la bolla "Sollicitudo omnium ecclesiarum", Pio VII ripristina la Compagnia di Gesù in tutto il mondo.

1815: mentre è in corso il Congresso di Vienna, il 26 febbraio Napoleone elude la sorveglianza andalusa e sbarca a Piombino, dirigendosi poi verso la capitale Torino, che prende facilmente dopo che Luigi Filippo III è fuggito: sono i cosiddetti "Cento Giorni". Subito i suoi nemici si coalizzano contro di lui; per ottenere la pace con gli Stati Uniti d'America e avere mano libera in Europa, l'Andalusia cede loro il Texas, giudicato poco redditizio. Il 18 giugno il generale andaluso Juan O'Donojú y O'Ryan e il generale britannico Arthur Wellesley, Duca di Wellington, sconfiggono definitivamente Napoleone a Custoza, presso Verona. Napoleone si arrende agli Andalusi ed è da questi deportato sull'isola di Sant'Elena, nell'Atlantico meridionale, dove morirà di cancro il 5 maggio 1821. Il Congresso di Vienna tenta la Restaurazione, ma gli ideali della Rivoluzione Francese e il mito del Buonaparte resisteranno nel tempo.

[continua]
[Modificato da (William Riker) 27/04/2011 18:26]