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CAPITOLO 2

AD 1208 - AD 1214
I sei anni che seguirono la soppressione della prima rivolta della Savoia furono densi di avvenimenti, politici e militari, che videro spesso coinvolti anche lo stesso Console Giovanni, mai sazio della propria ambizione.

Alla fine della battaglia contro i ribelli nella Savoia, i prigionieri caduti nelle mani dei Genovesi erano circa un centinaio.
Bisognava decidere che farne.
Albret, benché molti gli consigliassero di ucciderli tutti quanti, decise di giustiziare solo il capo della rivolta, Foucher Clement.



Sicuramente non sarebbe passato molto tempo prima che si riaccendessero i focolai della ribellione, ma per il momento i Genovesi potevano stare tranquilli.
Inoltre, per la vittoria riportata, Albret venne nominato generale, conquistandosi la fiducia dei suoi governanti.

Nel AD 1208, il fervore religioso nei territori della Repubblica ebbe una grande ascesa, grazie alla predicazione del nuovo ordine monastico dei Francescani.



Intanto, la sfera di influenza Genovese nelle corti straniere continuava ad espandersi, siccome sempre in quell'anno giunsero emissari dalla Danimarca a offrire la propria alleanza alla Repubblica.



Ormai si capiva che Genova aspirava al ruolo di grande potenza...e Giovanni aspirava al potere, suo e del suo popolo, più di ogni altra cosa.

AD 1209
I preparativi per l'imminente guerra erano ormai conclusi, probabilmente entro l'anno successivo i Genovesi avrebbero potuto sferrare il loro primo, poderoso attacco contro gli Almohadi, ancora inconsapevoli di cosa stava per piombare su di loro.
Nelle terre Corse, venne reclutata una compagnia di soldati ortodossi, composta da balestrieri pavesi e alabardieri comandati da ufficiali di origine greca, capitanati dal russo Yuri Kuritsev, comandante di cavalleria Druzhina.
In capo alla fine dell'anno, si imbarcarono alla volta della regione di Valencia, dove si sarebbero congiunti con le forze provenienti da Genova.



Intanto, a Genova venivano reclutate le ultime truppe che avrebbero combattuto quella crociata in Spagna, soprattutto fanteria.
E proprio di crociata si trattava, poiché tale la aveva proclamata l'unico uomo sulla faccia della Terra a poterla invocare: il Pontefice.



Emissari islamici giunsero a Genova nel tentativo di chiedere un'alleanza, per evitare la guerra.
Intimoriti dal numero di truppe che si stavano ammassando da giorni ai porti di Genova, per imbarcarsi sulle navi pronte a partire, gli emissari si recarono a Palazzo Ducale, ma Giovanni non li volle nemmeno ricevere e li fece cacciare via.
Le trattative con gli Almohadi lì terminarono: il Console aveva chiarito senza ombra di dubbio quali fossero le sue intenzioni.



AD 1210
La Crociata ha inizio.



I vessilli della Croce di San Giorgio solcarono il Mediterraneo, dalla Liguria e dalla Corsica, fino alla Spagna.
Un esercito di 640 soldati sbarcò sulle coste della regione di Valencia, accompagnato dalla luce del mattino.
Era un esercito temibile, ben equipaggiato ed addestrato: poco meno di metà di quei professionisti erano balestrieri pavesi, circa 300 uomini, precisi e letali; 220 fanti, tra lanceri e alabardieri pesantemente corazzati; 120 cavalieri, tra i quali balestrieri a cavallo giunti dalla Toscana, la cavalleria Druzhina di Kuritsev, e la guardia personale del guerriero che era a capo di quella temibile armata.
Terribile nella sua armatura, emanava un'aura di reverenziale timore, rispetto e carisma.
Lui, il Console Giovanni in persona.



L'attacco era giunto totalmente inaspettato e di sorpresa, per cui le truppe Almohadi non si erano preparate a ricevere l'armata Genovese, ma una spedizione di 200 uomini tentò comunque di bloccarla tra le colline di Valencia, comandati dal capitano Amir ibn Yusuf.



Era giunta l'ora di dimostrare il valore della Repubblica.
[Modificato da Zames 13/08/2010 03:59]