00 13/06/2011 13:00
Marzo. Viene presentato il prototipo Porsche "182", il PzKpfw modello VI B, conosciuto come "Landkreuzer Königstiger".

Questo prototipo è sviluppato sulla base delle specifiche richieste da Rommel, Manstein e Guderian, alla luce delle peculiarità dello scenario di guerra del fronte russo e, soprattutto, delle caratteristiche dei nuovi carri sovietici IS-2, che si sono dimostrati drammaticamente superiori ai mezzi attualmente a disposizione della coalizione.

Il progetto si basa sui risultati positivi ottenuti dalla configurazione del cacciacarri già realizzato in passato da Porsche, il Ferdinand (al quale è stato preferito lo StuG IV come cacciacarri "pesante" d'ordinanza).
Soprattutto, Porsche intende ripresentare il suo concetto rivoluzionario, supportato caldamente dalla comunità scientifica, di propulsione "ibrida" termica-elettrica, ma questa volta, su consiglio di Tesla, abbandona il motore Maybach HL 120 TRM, a favore di un diesel.
Questa sua decisione trova soluzione nella proposta della MAN di utilizzare un motore marino, realizzato con una configurazione derivata dal MAN M6V40/46KBB, un 6 cilindri diesel turbocompresso già usato come gruppo elettrogeno per la propulsore degli U-Boot classe XXI di ultima generazione.
L'adozione di questo propulsore risolve agli alti comandi tedeschi il problema delle scorte di carburante, in quanto i diesel navali operano ad un regime di rotazione costante e molto basso rispetto ai benzina (5-600 giri/min circa), consumano quindi molto poco e sviluppano potenze enormi.
Questo propulsore, nella configurazione definitiva eroga ben 2000hp e Porsche si affida nuovamente a Siemens per definire la motricità elettrica.
La risposta della Siemens non tarda ad arrivare: viene proposta una configurazione in cui un unico generatore da 500kW e 1000 Volt, azionato dal propulsore diesel, alimenta 4 motori elettrici D1495b da 250kW ciascuno.
L'idea della Siemens stuzzica il genio di Porsche, che scardina completamente la trasmissione ideata precedentemente per il Ferdinand, decidendo di realizzare un treno di rotolamento rivoluzionario, con due ruote motrici su ciascun cingolo, posizionate alle due estremità, in modo da distribuire più uniformemente le forze risultanti dalla trazione.
Questo lo libera dall'imperativo di vincolare entrambi i cingoli ad un unico asse di trasmissione, posizionando i due motori elettrici ciascuno direttamente sulla propria ruota motrice, cosa che risolve in parte anche i problemi di raffreddamento dei motori elettrici stessi, pur rendendoli più vulnerabili. Questa configurazione permette al pilota di gestire ciascun cingolo indipendentemente, elimina la necessità di un cambio, punto debole del Tiger II progettato da Henschel, e garantisce la piena sfruttabilità di tutta la potenza erogabile ed un'ottima manovrabilità.
Il treno di rotolamento risultante è composto da due ruote motrici e sei ruote folli per ciascun lato, queste ultime accoppiate ad una singola barra di torsione per ciascuna coppia. La tensione del cingolo è regolata dai rullini di ritorno collocati sulla parte superiore del treno di rotolamento, che fungono da tendicingolo con un meccanismo a molla pretensionata. Dopo i primi test, il sofisticato treno di rotolamento verrà coperto con delle "gonne corazzate", dette schurtzen.
Rommel interviene personalmente nella progettazione della cingolatura, e chiede espressamente un'impronta a terra molto ampia per garantire una buona mobilità nei terreni umidi della Russia. Porsche progetta allora per il suo carro un cingolo da ben 70cm di larghezza, anche se la cosa ridurrà sensibilmente le prestazioni in termini di manovrabilità.
Il progetto Porsche, sensibilmente più basso e più largo del progetto Henschel, è disegnato con una sagoma più sfuggente e piastre fortemente inclinate, riprendendo così una delle intuizioni più geniali dei progettisti sovietici, già applicate con successo al cacciacarri Jagdpanther.
Lo sviluppo inoltre della ricerca effettuato sulle leghe metalliche dal dipartimento di Fisica dell'Università di Praga, ha fornito a Porsche nuove soluzioni, tra le quali l'intuizione dell'adozione di una corazza a strati al posto di una pesante lamiera intera ed in particolare la struttura spaziata e forata di alcuni degli strati interni della corazza, che ha rivelato ottime doti di resistenza meccanica sia contro le munizioni tradizionali che contro i nuovi proietti a carica cava. Questo inoltre permette di contenere il peso sull'ordine delle 60 tonnellate o poco più, contro le quasi 70 del progetto Henschel con corazzatura tradizionale a lastra singola.
Il punto cruciale del nuovo carro però è dato dall'arma principale del carro.
Manstein infatti richiese espressamente un cannone in grado di rivaleggiare con il 122mm montato sugli IS-2, mentre Porsche e Rommell preferivano un pezzo più leggero e maneggevole ma con maggior potere penetrante.
Vennero presentate quindi 3 versioni con tre armamenti diversi, uno, voluto da Rommel e Porsche, equipaggiato con il Krupp KwK-43 88mm da 71 calibri ad alta velocità iniziale (1100 m/s), uno con il gigantesco Krupp KwK-44 128mm da 81 calibri con minor velocità iniziale (880 m/s) ed un prototipo, ancora da ultimare, progettato dalla Rheinmetall-Borsig, da 128mm e 61 calibri, derivato dal 12,8cm FlaK-40 antiaereo, che, nella sua forma definitiva prometteva una velocità iniziale elevatissima (1600 m/s) ed un potere perforante devastante.
Visti i tempi ancora lunghi del pezzo Rheinmetall però, la scelta era obbligatoriamente limitata ai due pezzi Krupp.
Il Kaiser Luigi Ferdinando, chiamato come arbitro della questione, propone un compromesso salomonico:
il pezzo da 88mm equipaggerà per il momento tutti i nuovi carri da battaglia, mentre i 128mm Krupp saranno destinati alla versione cacciacarri realizzata sullo stesso scafo, ma con il pesante cannone ospitato in una casamatta fissa al posto della torretta ruotabile.
Il compromesso soddisfa un po' tutti ed i progetti sono immediatamente diramati a tutte le fabbriche di carri anche dei paesi alleati, con l'ordine di concentrare con effetto immediato tutta la produzione sul nuovo modello e poterne sfornare in numero sufficiente ad una controffensiva entro Aprile.
Al fronte intanto, le truppe della coalizione ripiegano con ordine di fronte al "rullo compressore" sovietico.

L'avanzata sovietica riesce a giungere ed a liberare importanti centri come Novgorod, Smolensk, Orel, Voronezh e Rostov.
L'attacco a sorpresa voluto da Stalin alle linee turkmene travolge le sonnolenti forze della coalizione riconquistando i centri di Perm', Kazan e Volgograd, riaprendo le comunicazioni ed i rifornimenti da e verso il Caucaso e la resistenza Georgiana.
Mohammed Alim Khan, Emiro del Turkestan, è formalmente accusato dal Kaiser e dallo Scià di Persia di essere responsabile della cosa, visto il cessate il fuoco stipulato con Stalin all'insaputa degli alleati.
Rimane al governo solamente per le pressioni di Mustafà Kemal ed ʿAbd al-Ilāh, ed ai buoni auspici di Carlo I d'Asburgo, interessati a frenare lo strapotere iraniano nella regione, ma il comando militare del fronte in Asia Centrale passava ora direttamente nelle mani degli Stati Maggiori dello Scià Reza Khan Pahlavi e del Califfo ʿAbd al-Ilāh.
Guderian, rimasto da solo al comando supremo sul fronte orientale, riceve parecchie critiche per la sua ritirata di fronte al contrattacco sovietico, ma riesce a dirigere senza errori la manovra.
Il ripiegamento tedesco e la violazione del cessate il fuoco con i turkmeni ora pongono Stalin davanti a diverse alternative: sfondare le deboli linee di Mannerheim a nord e dilagare in Finlandia liberando lungo la strada anche Murmansk, continuare a premere sulla linea austro-tedesca sfruttando anche la rete viaria costruita dai tedeschi durante l'avanzata, colpire con un colpo di maglio le ridotte forze ucraine, rumene, bulgare, greche ed italiane che reggono lo sforzo all'estremità meridionale delle linee nemiche, il cui sfondamento significherebbe una porta aperta alla penetrazione verso la Grecia ed i Balcani, tra l'altro aggirando il blocco dei Dardanelli, colpire a sud prima che giungano al fronte il grosso delle truppe arabo-persiane, o, addirittura, intervenire personalmente in Georgia.
Entrambi gli stati maggiori dei due schieramenti sanno bene che, a questo punto, la giusta mossa potrebbe imprimere una svolta decisiva alla guerra.

Insediatosi formalmente come primo Presidente della Repubblica Federale Indiana, Gandhi proclama la totale neutralità dell'India di fronte a qualsiasi conflitto presente e futuro, collocandosi in una situazione diplomatica paragonabile a quella della Svizzera.
[Modificato da Xostantinou 22/07/2011 10:29]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”