00 16/02/2011 17:58
Febbraio (continua). Mentre la guerra in oriente volge al termine, la principale paura sovietica è che ora, libere dagli impegni contro l'India, le forze arabe e persiane vengano inviate sul fronte del Caucaso, ancora in stallo nei trinceramenti, e sul fronte con il Turkestan, attualmente tranquillo in virtù dell'armistizio stipulato, ma Stalin sa bene che quella tregua non durerà ancora molto.
Le forze rosse in Georgia ed Azerbaijan continuano a resistere ostinatamente lungo la linea tracciata sul corso dei fiumi Kura e Khrami. In Azerbaijan anzi l'arrivo dell'armata sovietica ha permesso alle forze congiunte di incunearsi lungo il corso del Kura, tra Qazimammad e Baku, tagliando così i collegamenti con l'avanguardia turco-persiana, che si trova ora assediata a Derbent.
Il fianco sinistro dello schieramento sovietico-georgiano ha iniziato però lentamente ad arretrare, abbandonando la città di Batumi, ridotta ormai ad un cumulo di macerie, per ripiegare ordinatamente verso la linea Rioni-Qvirila.
E nonostante il parere contrario dell'alto comando persiano, Kemal Ataturk è convinto che sia quello il punto in cui concentrare i propri sforzi, appoggiati anche dalla flotta, per sfondare, in quanto è anche il punto con meno ostacoli naturali e permette di dilagare alle spalle della robusta linea difensiva allestita sui due fiumi maggiori.
Purtroppo la chiusura delle linee di collegamento tra la Russia ed il Caucaso, effettuata dalla tenaglia turkmeno-germanica in giugno, è durata troppo poco e la controffensiva russa contestuale al cessate il fuoco con i turkmeni ha permesso la riapertura, seppur precaria dei collegamenti e gli alleati hanno perso un'occasione irripetibile per stroncare la resistenza georgiana.
Lo Shah, libero di concentrarsi ora sul fronte russo, ordina furibondo un'indagine segreta su tutti questi lunghi mesi di stallo da parte delle forze turkmene, sospetti in particolare a causa dei rapporti sul continuo assottigliamento delle linee russe, dirottate verso occidente.
Stalin finalmente inizia a ricevere i frutti della nuova industria sovietica, le armate al fronte ricevono un lotto di nuovi mezzi molto avanzati, si tratta di: 200 carri "Josif Stalin 2" e 100 semoventi d'artiglieria da esso derivati, i ISU-152; oltre ad un complessivo di 2000 aerei (caccia, bombardieri e trasporto) tra i quali spiccano i nuovi gioielli da caccia Il-2 Šturmovik, LaGG-3, La-5 e Yak-9 ed il moderno bombardiere DB-3F.
Il battesimo del fuoco per i nuovi mezzi è l'offensiva denominata "del fango" in programma per inizio marzo. Stalin prevede un attacco massiccio di artiglieria, bombardieri e fanteria come copertura, per poi usare i grandi aerei da trasporto per sbarcare i corazzati all'interno della prima linea nemica, le cui vie di comunicazione sono notevolmente migliori rispetto a quelle sovietiche e possono essere un ottimo vantaggio per i moderni carri russi progettati appositamente sulla base dei mezzi tedeschi per esserne superiori.
Il problema era annientare la contraerea e far arretrare i tedeschi dalle loro linee quel tanto che bastava da permettere ai grandi Li-2 di atterrare e sbarcare i carri, ma senza devastare le infrastrutture vitali per la controffensiva.
Con grande disappunto di Rommell e von Manstein, il carro presentato da Henschel al poligono di Plzeň, progetto "Panzer VI - Tiger II" è un completo fallimento: la grande potenza di fuoco e la notevole corazzatura comportano consumi spropositati del V12 Maybach a bezina, senza contare che il peso impressionante rende ampiamente insoddisfacenti i 750hp del propulsore, incapace di spingere il bestione a velocità adeguate. Inoltre dai test si rivela estremamente fragile nelle meccaniche, poco agile e decisamente inutile nei terreni molli delle pianure russe con il disgelo alle porte.
Porsche chiede tempo all'alto comando tedesco, e promette di consegnare nel giro di qualche mese il prototipo di un carro rivoluzionario.
Guderian protesta violentemente presso l'intendenza militare in quanto sono vari mesi che non vengono inviati rinforzi alle prime linee, in particolare tardano ancora nelle consegne dei nuovi modelli già pronti in produzione, tra i quali spiccano i devastanti semoventi RW61 Sturmmörser Tiger da 380mm ed i nuovi semoventi d'assalto 105mm StuH-42, destinati ad affiancare gli ottimi StuG-IV, oltre ad un gran numero di cacciacarri Hetzer, Jagdpanzer V Jagdpanther, e di antiaerei Flakpanzer IV Kugelblitz, particolarmente urgenti in quanto, secondo il servizio di informazioni militare, Stalin starebbe preparando una controffensiva basata su forze leggere e mobili supportate da massicci attacchi aerei.
Uno dei dirigenti della Rheinmetall, in grave imbarazzo, si affretta a notificare a Guderian che i "Mörser Karl-Gerät" saranno consegnati al fronte quanto prima, "probabilmente entro aprile"...Guderian lo insulta pesantemente e se ne va lasciandolo basito.
Uno dei principali motivi di adirazione dell'alto comando militare sul campo era tra l'altro il fatto che il reparto di sviluppo militare avesse perso tempo nel realizzare il progetto del "super bombardiere" esamotore turbogetto Focke-Wulf Ta 400, un'autentica "fortezza volante" ma, agli occhi degli ufficiali al fronte, totalmente inutile visto che la necessità al fronte era quella di aerei multiruolo capaci di colpire nel medio e corto raggio le linee sovietiche e destreggiarsi agevolmente in combattimento aereo in previsione di una (ventilata) possibile riscossa aeronavale sovietica.
Particolarmente interessanti vengono ritenuti in questo ambito i progetti di velivolo "ad ala volante" Messerschmitt Me-329, il concetto di "ala a geometria variabile" del progetto Messerschmitt P.1101, e lo strano velivolo di ricognizione imbarcato Flettner Fl-282 "Kolibri", da alcuni chiamato anche "hubschrauber" o "helikopter".
Durante la conferenza di Bombay viene presentata pubblicamente da van Rensburg la candidatura di Mohandas Gandhi a primo presidente provvisorio della Repubblica Federale Indiana. Nonostante le perplessità e l'ostilità di molti leader europei, ma soprattutto le vigorose proteste del settuagenario "Mahatma", la folla esplode in un grido di giubilo alla proposta. Gandhi non può che accettare con commozione l'entusiasmo e l'amore con il quale il suo popolo lo acclama quale propria guida.


continua.
[Modificato da Xostantinou 18/02/2011 16:58]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”