00 14/02/2011 18:49
Dicembre-Gennaio 1939. L'afflusso di truppe dal fronte sino-giapponese permette a Stalin di sfondare sui laghi e di riprendere San Pietroburgo. Mannerheim viene costretto da von Witzleben e von Rundstedt a ripiegare in direzione di Novgorod, lasciando praticamente a sé stesso il fronte finlandese, con la rassicurazione che uno sfondamento la primavera successiva avrebbe rimesso a posto le cose.
La pace con Stalin permette alle truppe cinesi e giapponesi di sfondare imprevedibilmente il fronte inglese sull'alto corso del Brahmaputra ghiacciato: lo sfondamento improvviso getta nel panico le truppe anglo-indiane ed entro la fine di gennaio i sino-nipponici hanno ormai preso le città di Delhi, Angra, Patna, Calcutta...l'effetto domino è inevitabile. Le rivolte antiinglesi esplodono ovunque nel paese, le forze arabo-persiane marciano da Amristar verso Delhi a ricongiungersi con gli alleati, dopo che il fronte inglese è collassato alle prime notizie della rotta dei commilitoni alle loro spalle, boeri ed olandesi occupano le città di Bombay, Calicut, Pondicherry e Madras, in aperta rivolta; in alcune città dell'interno, come Bangalore e Bhopal, giungono notizia che la folla inferocita, nonostante le reazioni dei militari e le centinaia di morti civili, abbiano trucidato le guarnigioni ed arrestato, in alcuni casi sommariamente processato e giustiziato, gli ufficiali ed i notabili inglesi del posto. In tutto il subcontinente gli indiani dell'esercito britannico gettano le armi e disertano, in alcuni casi, obbligati dai propri ufficiali a far fuoco sui propri commilitoni e connazionali disertori, hanno rivolto le armi contro gli inglesi compiendo veri massacri. Ma il dramma di maggior portata per gli inglesi lo si ha sul fronte persiano, dove interi reparti di indiani di fede musulmana alle prime avvisaglie di sconfitta non hanno esitato ad appellarsi alla chiamata alla jihad ed a passare in blocco dalla parte del nemico, attaccando in forze divisioni di ex commilitoni allo sbando, increduli, dando adito ad autentici massacri di inusitata ferocia.
Il Marchese Victor Hope, Governatore Generale dell'India, si arrende a Bombay ai comandanti dei corpi di spedizione boero ed olandese, sdegnando e temendo al contempo l'idea di consegnarsi ai sino-nipponici o agli arabi-persiani, il 28 gennaio 1939.
Appresa la notizia quasi 12 ore dopo, Winston Churchill si toglie la vita dopo aver firmato una lettera di dimissioni indirizzata al sovrano.
Edoardo VIII, con un atto di forza scavalca il parlamento e firma la resa della Gran Bretagna.
In tutto il paese il suo gesto è interpretato dal popolo come l'agognato epilogo di una guerra inutile che è costata la vita a centinaia di migliaia di inglesi.

Febbraio. Si apre a Bombay la conferenza di pace con la quale si decreta il colpo mortale all'Impero Britannico. Vi partecipano in prima persona il vicerè dell'Afrika van Rensburg, il Primo Ministro Olandese Colijn, lo Shah Persiano Rezā, il Califfo d'Arabia ʿAbd al-Ilāh ed i ministri degli esteri di Inghilterra, Francia, Germania, Austria, Cina e Giappone, oltre all'ex Governatore Generale dell'India Hope.
La Persia ottiene il Kashmir, a maggioranza musulmana, la conferma del Pakistan e pretende una fascia di territorio indiano fino alla linea dei fiumi Sutlej-Ghaggar-Hakra, ma le proteste di Gandhi per la perdita di parte del Punjab, del Rajahstan e del Gujarat e le obiezioni degli paesi europei, timorosi di un ulteriore rafforzamento persiano nella regione, ottengono come compensazione la creazione di un vicereame de facto indipendente (ma de jure soggetto allo Shah, come lo è ad esempio l'Afrika con l'Olanda) che comprende l'Afghanistan, il Pakistan, il Kashmir ed i territori indiani di recente acquisizione, e chiamato "Sultanato di Kušana", il cui governatore, ennesima concessione strappata allo Shah, è eletto annualmente tra i capi delle varie tribù Pashtun;
la regione tra la linea dei fiumi Chinwin-Irrawaddy ed il Salween fino alla città di Ta-Kaw viene annessa, come stabilito nel Patto di Tokio siglato tra Francia, Giappone e Cina nell'Agosto precedente, all'Impero Cinese, ma anche qui in cambio i paesi europei e la Persia costringono i cinesi a concedere l'indipendenza, sempre negli stessi termini imposti alla Persia, delle regioni appena acquisite di Tibet, Buthan e Nepal, che formalmente vanno a comporre il neonato "Regno del Tibet";
la Francia, nonostante le proteste degli inglesi, che ignoravano l'esistenza degli accordi franco-sino-nipponici ai suoi danni, ottiene l'ampliamento dell'Indocina Francese, con lo spostamento dei confini sulla linea Ta-Kaw-Mekong a nord, sul fiume Salween ad ovest, sul Mekong ad est e sul 12° parallelo a sud;
il Giappone ottiene tutta l'Indocina ad est del Mekong, la Malesia a sud del 12° parallelo e le regioni di Sarawak, Brunei e Sabah dell'ex Borneo Britannico, ricostituendo parte del proprio impero coloniale perduto nella precedente guerra;
l'Olanda si vede respinte le pretese coloniali sulle città di Goa, Madras, Calicut e Bombay da parte di Gandhi e dello stesso van Rensburg, ma viene compensata con il possesso degli arcipelaghi delle Laccadive, delle Andamane, delle Nicobare e dell'isola di Ceylon;
le fortissime pressioni boere, appoggiate da italiani ed austro-tedeschi portano alla creazione della Repubblica Federale Indiana, con Gandhi come presidente provvisorio, nonostante la forte opposizione dello stesso.

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[Modificato da Xostantinou 18/02/2011 16:51]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”