00 25/06/2010 18:08
Settembre - La rivolta irlandese perdura, impegnando due divisioni britanniche. L'Intesa, a corto di uomini, chiede al Giappone di schierare forze in Africa, ma i giapponesi obiettano che le loro truppe sono già completamente dispiegate nel presidiare le conquiste dell'Impero (comprese forze di sicurezza nel nord, vista la situazione russa) e l'Indocina Francese. Anche se la rivolta è ormai sedata, infatti, truppe giapponesi e volontari vietnamiti occupano la zona permettendo alle forze francesi di trasferirsi sul fronte occidentale. I vietnamiti preferiscono nettamente il Giappone alla Francia, e ci sono occasionali tensioni, ma con Parigi assediata il governo di Bordeaux non può permettersi di protestare, né tanto meno di distogliere preziose truppe dal fronte. La diffidenza tra Giappone ed alleati aumenta esponenzialmente. Alla fine il Giappone accetta di avviare la preparazione di un corpo di spedizione destinato all’Africa Orientale, che non vi arriverà mai.
Sul fronte orientale, gli Imperi Centrali occupano tutto il territorio russo fino alla linea dello Dnepr, Odessa è assediata dalle forze romene.
Il generale Kornilov, comandante in capo dell’esercito russo, marcia su Pietrogrado per rovesciare il governo provvisorio russo, sempre più socialisteggiante, ma viene sconfitto con l’aiuto determinate dei bolscevichi, che, seppure divisi, possiedono una notevole influenza nel Soviet e nella milizia cittadina di Pietrogrado.
Il nuovo governo Kerenskij include menscevichi, bolscevichi rykoviani (di “destra”) e social-rivoluzionari, ed ottiene l’appoggio esterno dei bolscevichi trotzkisti (“di sinistra”). I cadetti passano in gran parte all’opposizione. I rykoviani accettano la prosecuzione della guerra, ma mantenere la disciplina dell’esercito si rivela impossibile.
Battaglia del fiume Tana (Kenya). Gli anglo-indiani respingono gli etiopici e riprendono il controllo di gran parte dell'Africa Orientale Britannica.
Gli americani entrano a Monterrey.
Scoppia una violenta guerra civile in Sudan; il nord musulmano si solleva contro le truppe inglesi, mentre il sud cristiano è spaccato tra cattolici filo-inglesi e copti filo-etiopi.

Ottobre - L'Australia, preoccupata dell'espansione giapponese e desiderosa di conservare le sue conquiste del 1914, avvia negli Stati Uniti trattative segrete di pace con Olanda e Germania. Inoltre propone agli Stati Uniti una futura alleanza in chiave anti-giapponese. In alcuni circoli si comincia a parlare apertamente di indipendenza dalla Gran Bretagna.
In poche settimane Lettow è a Stanleyville, sul fiume Congo, dove fa trasportare i battelli armati a vapore che aveva catturato sul lago Vittoria.
La flotta USA occupa Veracruz.

Novembre/Dicembre - Battaglie del Pedemonte. Enver Pascià, pressato dagli armeni a nord e dagli arabo-assiri a sud, tenta di contrastare questi ultimi lungo la linea del Tauro. Dopo alcuni successi iniziali, l'arrivo di truppe arabe fresche provoca la caduta del settore orientale del suo fronte, ma gli arabi non riescono ad avanzare a fondo nelle terre alte, dove le residue forze turche riescono perciò a resistere (anche grazie al sostegno di elementi azeri) contro Armeni ed Assiri.
Ridiscendendo il Congo, preceduto dalla rivolta indigena e seguito dalla bandiera tedesca, Lettow piomba sulla capitale belga di Léopoldville per poi passare alla vicina Brazzaville, in territorio francese. Conquistate, procede fino all'Atlantico occupando Pointe Noire. Il popolo locale dei Bateke lo appoggia con tutto il cuore, così come i potenti Bakongo cui promette la riunificazione del loro paese, diviso tra Francia, Belgio e Portogallo. Per mantenere questa promessa e chiudere i conti con le ultime forze belghe in Kasai e Katanga, da Pointe Noire, anziché recuperare la colonia germanica del Kamerun procede verso sud, in Angola, dove conta di riunirsi con le truppe del governatore boero Franke.
Offensiva degli Imperi Centrali contro la Russia. Cade Odessa il cui soviet, dominato dai social-rivoluzionari, accetta l’autorità del Re d’Ucraina. Battaglia di Riga e grave disfatta delle truppe russe: la Livonia e la Letgallia sono occupate dai tedeschi. Il governo Kerenskij, su pressione dei bolscevichi e dei social-rivoluzionari, chiede l’armistizio. Trockij e Zinov’ev diventano ministri rispettivamente degli esteri e dell’economia.
Lettow occupa la portoghese Cabinda, il territorio belga di Matadi ed infine prende Luanda, capitale dell'Angola Portoghese. Qui aspetta di essere raggiunto da Maritz e Franke, che si trovano a Benguela e si avvicinano da sud, intanto prepara i piani per un'offensiva attraverso Lunda, Kasai, Katanga e la Rhodesia del Nord fino al Nyasaland ed al Mozambico settentrionale.


1918

Gennaio - Battaglia di Gaziantep (anche detta seconda battaglia del Pedemonte). La Cilicia Piana cade nelle mani degli arabi fino a Mersin e Kozan, mentre Assiri, Armeni e Russi attaccano la roccaforte turca di Erzurum.
Gli agenti inviati da Faysal presso i turchi propongono ai rappresentanti del governo Ottomano un rovesciamento delle alleanze, in quanto subodorano l'intenzione britannica di rendere tutto il Medio Oriente una grande colonia britannica. Il Generale Otto Liman von Sanders, consulente militare tedesco presso la Sublime Porta viene inviato dal Sultano presso il fronte di Cilicia, formalmente per ispezionare le truppe, in realtà per valutare le offerte arabe.
Shimun Bar Thadday assume il titolo di reggente (Waklum Shimun) sul paese compreso tra l'area controllata dagli arabi nell'alto Iraq e l'Armenia, dal confine con la Persia fino ad Urfa e dall'alto Arasse ai monti del Tur Abdin presso Diyarbakir e Dehok, sottomettendo o alleandosi con le varie tribù curde di lingua Kurmanji. I curdi di lingua Sorana restano invece perlopiù nell'ambito dell'area hashimita.
Si riunisce a Pietrogrado l'assemblea costituente russa: quasi il 90% dei seggi va ai quattro partiti socialisti, il resto diviso tra i monarchici ottobristi e i liberali cadetti. I social-rivoluzionari da soli ottengono il 55% dei seggi, perlopiù grazie alle componenti di sinistra. Le destre organizzano una opposizione armata al Governo Provvisorio (che ottiene la fiducia dell'Assemblea solo dopo aver varato una grandiosa riforma agraria) sotto la guida dei generali Kolchak in Siberia e Denikin negli Urali del Sud e sulla Volga. Il governo provvisorio ordina a Trockij di riorganizzare le forze armate per combattere la contro-rivoluzione. La Germania approfitta della situazione per occupare Vitebsk, Smolensk e Gomel in Bielorussia e Tartu in Estonia. A Brest-Litovsk proseguono i colloqui tra gli emissari del governo provvisorio e quelli germanici, che si interrompono a fine mese, dato che i russi non sono disposti ad acconsentire alle richieste austro-tedesche.
Due divisioni tedesche sotto il comando del generale Gustav von der Goltz sono inviate in Finlandia per combattere i comunisti locali, fare pressione sui russi ed attrarre il neonato paese nell'orbita tedesca. Come risultato un principe della Casa di Coburgo viene incoronato ad Helsinki come Granduca di Finlandia dai seguaci di Mannerheim, che è dichiarato primo ministro con pieni poteri.
A sudest di Luanda, le ultime truppe coloniali portoghesi sono annientate da Lettow, che si riunisce così con l’esercito tedesco-boero di Maritz e Franke.
Con il collasso del governo nazionale messicano in seguito all'invasione americana, Paddy Garcia, luogotenente di Emiliano Zapata, proclama nel sud la Repubblica Rivoluzionaria del Chiapas, con capitale a San Cristobal. Il primo atto della nuova repubblica è una riforma agraria.

Febbraio - La Germania rompe l'armistizio con la Russia attaccando le forze dei generali controrivoluzionari Wrangel' nell'Ucraina del sud ed in Crimea, Judenich in Estonia e Denikin sul Donetsk. Questo vuole essere sia un segno di buona volontà che di minaccia nei confronti del Governo Provvisorio. Dopo il crollo di Wrangel' e la conseguente minaccia di un’offensiva austro-tedesca in direzione del Caucaso, roccaforte dei menscevichi, attraverso la Crimea, il Governo Provvisorio riprende i colloqui, grato anzi ai tedeschi per aver eliminato Judenich e contenuto Denikin, due gravi minacce al suo potere.
Gli eserciti bulgaro, romeno e greco vengono in buona parte trasferiti in Alsazia ed Anatolia; inizia la re-dislocazione delle forze tedesche ed austro-ungariche verso ovest in vista di una grande offensiva contro la Francia.
Gli Americani occupano Città del Messico e Carranza viene arrestato e fucilato. Il governo provvisorio messicano firma un trattato di pace con gli USA. Il Generale Obregon accetta di ricoprire la presidenza del paese e cooperare con gli USA per schiacciare i rivoluzionari.
Dopo alcuni mesi di inutili inseguimenti nel deserto, Graziani viene richiamato in patria. Nonostante le perdite, la maggior parte della Libia sfugge ancora al controllo italiano, ed anzi attira volontari dall’Egitto e dalla Tunisia che rafforzano i ribelli.

Marzo - Pace di Brest-Litovsk: Viene riconosciuto il Regno d'Ucraina con Petljura come re; La Samogizia (Lituania occidentale e centrale), la Semgallia e la Curlandia (Lettonia a sud della Daugava) sono unite alla Prussia. La Livonia, l'Estonia e la Letgallia diventano il Granducato di Livonia, con capitale Dorpat (Tartu in estone), parte del Reich tedesco sotto un ramo cadetto degli Hohenzollern. Vilnius e la Bielorussia diventano il Regno di Russia, con capitale Minsk, sul cui trono viene riciclato il vecchio Zar Nicola, che Trockij acconsente a consegnare alla Germania insieme alla sua famiglia in cambio della restituzione di Smolensk e l'asilo in Russia di Lenin, Rosa Luxemburg e degli altri spartachisti, non graditi in Germania per le loro posizioni comuniste rivoluzionarie.
La Polonia del Congresso diventa un Regno di Polonia indipendente, sul cui trono viene posto l’Arciduca Carlo Stefano d'Asburgo-Teschen. La Bessarabia viene annessa dalla alla Romania.
In Georgia, il governo provvisorio menscevico decide la riunione con la Russia e l'invio di delegati all'assemblea costituente. Gli Imperi Centrali rinunciano a reclamare il territorio, ma ottengono per la Turchia l'Azerbaigian e l'Armenia, quest'ultima però si dichiara indipendente e si schiera con l'Intesa.
A seguito del ritiro dei Russi dalla guerra, Enver tenta una offensiva contro l'Armenia indipendentista, ma viene sconfitto.
24 marzo - Patto Segreto di Kayseri, i negoziati ottomano-arabi hanno successo grazie alla mediazione del Generale von Sanders; in cambio della pace, Re Faysal ottiene la cessione della Palestina, della Siria e della penisola arabica, nonché il titolo di Califfo e protettore dei luoghi santi. In virtù del titolo di capo supremo della Ummah, Faysal bandisce la jihad contro gli inglesi.
Gli assiri assediano Urfa (Edessa).
Truppe greche e bulgare entrano in Rumelia, le guarnigioni turche della regione vengono inviate al fronte del Caucaso.
La guarnigione inglese di Famagosta si arrende ai greci con l'onore delle armi. Si accende la questione tra il governo greco e quello turco sulla sovranità dell'isola che, al momento, rimane sotto occupazione austriaca.
Il generale Irigoyén, presiedente dell'Argentina e di orientamento filo-tedesco, a seguito della cattura il 17 marzo di un mercantile argentino diretto a Rotterdam, dichiara guerra alla Gran Bretagna. Sotto la guida di Irigoyén gli argentini invadono le isole Malvinas e Georgia del Sur, scacciando facilmente le piccole guarnigioni britanniche.
Il Cile, a seguito di provocazioni di frontiera, dichiara guerra all'Argentina sperando nell’aiuto inglese.
A causa dei continui incidenti tra le proprie navi e quelle britanniche impegnate nel blocco continentale, la Norvegia dichiara guerra alla Gran Bretagna ed alla Francia.

Aprile - Irigoyén prende ai cileni Puntarenas e la Terra del Fuoco.
Lettow guida gli Inkotanyi nel Katanga e distrugge le ultime vestigia del potere belga in Africa.
Maritz attraversa il fiume Congo e procede verso l'interno dell'Africa Equatoriale Francese, diretto a Libreville.
L'offensiva governativa russa contro Kolchak in Siberia è un successo. Truppe giapponesi sbarcano a Vladivostok e Nikolaevsk-na-Amure ed occupano la parte settentrionale di Sakhalin e delle isole Kurili, ufficialmente in appoggio ai controrivoluzionari, ed iniziano ad avanzare verso l'interno per "riportare l'ordine".
Grazie al reclutamento di truppe regolari ucraine, bielorusse e polacche in seguito alla firma della pace di Brest-Litovsk, gli eserciti tedesco ed austriaco possono essere trasferiti in massa sul fronte occidentale, dove possono rincalzare le divisioni ormai esauste.

Maggio - Grande offensiva degli Imperi Centrali lungo tutta la linea del fronte occidentale. Quasi quattro milioni di soldati si rovesciano sulle linee dell'Intesa. I settori portoghese e belga del fronte crollano. Tedeschi ed Olandesi prendono Amiens e raggiungono la bassa Senna.
Il generale tedesco von Mackensen, che comanda le truppe degli Imperi centrali di stanza nei Balcani, riceve l'ordine di intervenire in Medio Oriente. Al comando di forze tedesche, serbe, greche e bulgare avanza in Tracia e passa in Asia Minore, in direzione Van.
Battaglia dell'Aconcagua: Irigoyén sconfigge ai piedi del celebre monte andino la principale forza d'invasione cilena ed arriva a minacciare Santiago. Bolivia e Perù, desiderosi di vendicare la sconfitta nella guerra del Pacifico, si alleano con l'Argentina ed attaccano le città cilene di Tacna ed Antofagasta.

Giugno - Crolla il settore del fronte tenuto dalle divisioni australiane, che vengono annientate dall'assalto austriaco, i francesi evacuano la Lorena.
Mackensen raggiunge Van e si prepara a scendere in mesopotamia. Gli arabi di Faysal e Lawrence assieme alle truppe turche e tedesche di von Mackensen travolgono le linee assire ed inglesi, allo scuro del Patto di Kayseri. Presi tra due fuochi, gli inglesi ripiegano verso l'Iran ed il principale corpo d'armata assiro rimane intrappolato nella città di Urfa.

Luglio – Irigoyén conquista Puerto Montt e Temuco, nel Cile del sud, appoggiandosi agli indigeni Aurakan ostili al governo centrale, per poi assediare Concepciòn, il secondo porto del paese. L’esercito boliviano è respinto da Santiago ma resta in territorio cileno. Il Perù occupa le isole Sandwich Australi. La flotta inglese distrugge quella argentina all'ancora presso Comodoro Rivadavia.
L' Australia chiede l'armistizio separato, suscitando sconcerto in tutto il Commonwealth.
Due divisioni greche ed una bulgara occupano la Franca Contea settentrionale. Parigi è accerchiata da nord, est e sudest. Si combatte nelle periferie. L'esercito francese inizia a sgretolarsi.
Insediamento del Granduca di Finlandia e definitiva sconfitta dei comunisti finnici. Il generale Mannerheim assume il comando di tre divisioni finlandesi a fianco dei tedeschi in Francia.
Il generale Judenich e le sue truppe, sconfitti dai tedeschi in Estonia, si arrendono e vengono consegnati allo Zar Nicola, che li reintegra nelle proprie forze.
Lo stato di Oaxaca, che si era unito ai rivoluzionari del Chiapas, è invaso dalle forze congiunte americane e messicane.

Agosto - Presa Concepciòn, Irigoyén risale la costa cilena e sconfigge le ultime divisioni presso Valparaìso. Il Cile capitola senza condizioni.
Lettow entra in Kamerun e prepara una manovra che lo porterà a convergere sulla Rhodesia del Nord, dove Maritz sta marciando contro Livingstone da sud-est. Tutta l'Angola è sotto controllo tedesco.
Il Portogallo, perdute la maggior parte delle sue colonie e del suo esercito, in preda ad una galoppante crisi economica, capitola senza condizioni a seguito di un colpo di stato.
Parigi è completamente circondata e le cerchie più esterne delle sue difese cadono.
Truppe olandesi, norvegesi e finniche sotto il comando di Mannerheim prendono Rouen e le Havre.
Un colpo di stato di ufficiali progressisti in Guatemala, unito alla rivolta degli indigeni e ad un intervento dei rivoluzionari nella regione di confine della Lacandonia, porta il piccolo paese ad aderire alla rivolta. Un violenta guerriglia contadina inchioda Pershing ed i messicani in Oaxaca e Campeche.
Mackensen raggiunge Enver e sfondano le linee armene mentre Faysal e Lawrence prendono Urfa, il capo assiro Shimun viene preso prigioniero.
Armenia ed Assiria capitolano senza condizioni.
Il nuovo ministro delle colonie italiano, Amendola, si reca Tripoli per incontrare Shatawi e i capi Senussiti.

Settembre - La Lituania tedesca è separata dalla Prussia ed eretta a granducato sotto il principe di Anhalt-Dessau, che in cambio cede alla Prussia i suoi territori ereditari.
Pace di Valparaìso: “il Cile in catene”. La Bolivia ed il Perú ottengono le loro vecchie province nel deserto di Atacama. Il resto del paese è annesso all’Argentina.
Parigi è assediata dai tedeschi sotto il comando di Ludendorff, recentemente arrivato dal fronte russo. Il gruppo di armate del Reno, composto perlopiù da bulgari ed austriaci sotto Arz von Stauffenberg, circonda ed annienta a Digione una divisione francese. Il maresciallo Pétain, che ne è al comando, di fronte alle dimensioni della disfatta si suicida.
Il generale Sarrail, che guida la difesa di Parigi, è l’unica autorità effettiva in Francia. Il governo repubblicano di Bordeaux, completamente screditato, gli concede i pieni poteri.
16 Settembre - L'Impero Ottomano sigla l'armistizio con le forze dell'Intesa ed esce dalla guerra. Con la pubblicazione dei termini dell'accordo di Kayseri scoppiano in tutta la Turchia scontri tra gli imperialisti, scandalizzati da una pace che in termini territoriali “è peggio di una disfatta”, come disse il Sultano Abdul Hamid II sottoscrivendo l'alleanza con gli arabi in presenza di von Sanders, ed i nazionalisti sostenuti dal nuovo governo, guidato dal Primo Ministro ottomano Mustafà Kemal e composto da altri quattro alti esponenti del movimento dei Giovani Turchi, il Ministro degli Interni Mehmed Talat Pasha, il Ministro della Gerra Ismail Enver ed il Ministro della Marina Ahmed Djemal, movimento che chiede la creazione di uno stato anatolico di pura etnia turca al posto dell'impero cosmopolita.
Approfittando della situazione, il Primo Ministro Mustafà Kemal depone il Sultano Abdul Hamid II e proclama la Repubblica laica di Turchia.
Non riconoscendo il nuovo Stato, le armate di Bulgaria e Grecia occupano la Rumelia e la costa egea, preparandosi ad invadere il resto del paese.
Sotto la mediazione austro-tedesca, Mustafà Kemal accetta di cedere la Rumelia (di cui una parte verrà ceduta alla Bulgari) e la Provincia di Smirne alla Grecia e di rinunciare alle pretese su Cipro. In cambio gli Imperi Centrali ed i loro alleati riconoscono formalmente la nuova repubblica turca.
Il Re Costantino I di Greciafa il suo ingresso trionfale ad Istambul, dove si fa incoronare Imperatore di Grecia con il nome di Costantino XII dal Patriarca. La città riprende l'antico nome di Costantinopoli.
L'Arabia sottoscrive un’alleanza formale con gli Imperi Centrali in funzione anti-britannica. Lawrence, da sempre innamorato del mondo arabo, si converte all’Islam e con il nome di Khālid ibn al-Sayf viene nominato comandante supremo dell’esercito del nuovo regno arabo, con capitale Gerusalemme.
19 Settembre - Il governo portoghese firma a Roma il trattato di pace con gli Imperi Centrali, rinunciando a tutti i suoi possedimenti coloniali. L'Angola, la Guinea Bissau ed il Mozambico vengono ceduti ai boeri, Timor Leste, Macao, l'India Portoghese, le isole Sao Tomè e Principe e le isole Capo Verde all'Olanda.
La capitale della Repubblica del Chiapas è trasferita a Guatemala City.
Rosa Luxemburg riottiene la sua vecchia cittadinanza russa ed è eletta nel Soviet di Pietrogrado. Duro scontro tra lei ed alcuni bolscevichi tra cui Stalin e Zinov'ev.
27 Settembre - Il Giappone occupa Macao e Timor Leste.
30 Settembre - La Gran Bretagna occupa l'India Portoghese. Truppe francesi entrano in Guinea Bissau. Le truppe inglesi della Rhodesia assumono il controllo del Mozambico centrale.

Ottobre - Scontri tra messicani ed inglesi sul confine del Belize. Un corpo di spedizione americano schiaccia l'insurrezione progressista del generale Augusto Sandino in Nicaragua. Il paese è occupato.
Guidati da Trockij, i repubblicani russi lanciano un’offensiva contro le forze zariste di Denikin, che controllano ampie zone del sud del paese, ma sono strette tra le forze fedeli al Governo Provvisorio ed i menscevichi georgiani a sud. Inoltre, le nazionalità non russe dell’area appoggiano la Repubblica.
In Libia viene firmato dall'Italia un umiliante armistizio.

Novembre - Il nuovo governo russo (terzo gabinetto Kerenskij) attribuisce alla Luxemburg il ministero delle Nazionalità, per il quale si era proposto anche il nome del georgiano Iosif Vissarionovič Džugašvili “Stalin”. Il poeta simbolista Aleksandr Blok va alla Cultura, Trockij mantiene il ministero della guerra e Lenin ottiene quello degli esteri e la vicepresidenza, più per il suo prestigio personale che per la forza del suo partito. Attorno a Rosa Luxemburg e ad altri fuoriusciti tedeschi, ucraini e finlandesi (tra cui la figura più importante è il bavarese Kurt Eisner) si forma un partito che raggruppa correnti bolsceviche, social-rivoluzionarie e mensceviche di sinistra, ed assume il nome di partito progressista.
Denikin e quello che resta delle sue truppe si ritirano sotto la protezione dello Zar nella Russia Bianca. Trockij decide di accettare il fatto e negoziare un armistizio a condizione che tutti i rimanenti sostenitori di Denikin lascino il paese. Il termine Russia Bianca (Belorossija) con connotazione politica, inizia ad essere usato in luogo del tradizionale Belarus’ (Bielorussia) in senso etno-linguistico. La Russia repubblicana comincia, per contrapposizione, ad essere detta Russia Rossa (Krasnorossija) anche qui in riferimento al suo regime politico.
Il generale Bolscevico Mikhail Frunze, recentemente liberato dagli zaristi bielorussi in una scambio di prigionieri, riceve l’incarico di ristabilire l’autorità della Repubblica nelle regioni a sudest della Volga e procedere nel Turkestan, dove è nato.
Il Giappone sottoscrive l’armistizio con gli Imperi Centrali ed i suoi alleati sulla base dell’uti possidetis.
Mentre prosegue l’assedio di Parigi, Mannerheim, Hindenburg e von Straussenberg avanzano attraverso la Francia. Solo il gruppo di armate del Nord, sotto Mannerheim, incontra un seria opposizione da parte degli anglo-canadesi. Gli ultimi resti di un esercito francese organizzato sono distrutti sulla Loira dalle armate di Hindenburg. La via per Bordeaux è aperta, e solo l’arrivo di ulteriori rinforzi canadesi impedisce un’immediata capitolazione francese.
In seguito al crollo elettorale dei repubblicani nelle elezioni di mid term gli Stati Uniti decidono di firmare l’armistizio con Garcia e Villa e riconoscono la Repubblica Rivoluzionaria del Chiapas. Lo stato di Oaxaca però viene riunito alla Repubblica del Messico sotto controllo USA.

Dicembre - Il generale Reza Khan Pahlavi, comandante della brigata cosacca persiana, diventa il nuovo Shah di Persia, ribattezzata Iran, ed entra nell'orbita tedesca. Il nuovo regime si dichiara neutrale e vieta il passaggio sul proprio territorio alle truppe inglesi che sono costrette ad evacuare l’Iran e rientrare in India. Tumulti in india contro l’opprimente governo britannico e la conduzione disastrosa della guerra, che ha causato migliaia di inutili morti indiani su tutti i continenti.
Le forze arabe sotto Lawrence occupano il Kuwait britannico, lo Shammar governato dagli emiri Rashiditi, ed il regno dello ‘Asir, già indipendente sotto la dinastia tribale degli Idrisiti. L'emirato di Ka'b, l'Arabestan e le isole del Golfo Persico sono unite allo stato arabo hashimita. Scontri con i Sauditi, ultimi alleati inglesi nella regione che traggono vantaggio dalla distruzione di Shammar.
Le truppe austro-tedesche, greche, bulgare e romene al comando di von Sanders e von Mackensen raggiungono Gaza, dirette contro le divisioni inglesi che si stanno radunando in Egitto.
L'armata austriaca di Arz von Straussenberg occupa Lione. Vittoria di Mannerheim su canadesi e neozelandesi a Bayeux. La Nuova Zelanda chiede l’armistizio ed esce dal Commonwealth Britannico seguita dall’Australia. La Gran Bretagna, prostrata, si vede inoltre costretta a riconoscere la repubblica libera d’Irlanda, che si pone sotto la protezione austro-tedesca, ma continua a chiedere di conservare le sei contee protestanti dell’Ulster.
Trattato di Heroica Puebla: definito il confine tra Repubblica Rivoluzionaria del Chiapas e la Repubblica del Messico, protettorato americano.


1919

Gennaio – Vittorie degli Imperi Centrali nel cuore della Francia, ad Orléans, Saint Etienne e Rennes.
Gli hashimiti sotto Lawrence occupano Sabya, capitale dello ‘Asir, ed entrano nello Yemen, valorosamente difeso dall’Imam Yahyà. Le città costiere di Hudayda e Mukha cadono in potere degli Hashimiti, mentre negli altipiani centrali, attorno alle due capitali di San’a e Sa’da, il potere dell’Imam resiste. Il Califfato arabo hashimita viene formalmente istituito.
16 Gennaio – Battaglia di Gaza, von Mackensen sfonda le deboli linee inglesi e punta sul Cairo al comando delle armate tedesche, von Sanders si divide dal corpo d’armata principale e guida le armate greche, austriache e bulgare verso Porto Said, Damietta ed Alessandria.
Le tre divisioni inglesi in Sudan sono inchiodate sul posto dalla guerriglia islamica, mentre dal confine etiope la ribellione dei copti è alimentata da rifornimenti e rinforzi dall'esercito etiope.
23 Gennaio – Sarrail, resosi conto che resistere ancora non porterebbe ad altro risultato che la distruzione totale di Parigi, e forse dell’intera Francia, chiede l’armistizio. Il Capo di Stato Maggiore tedesco Ludendorff insiste per la resa senza condizioni, ma viene ridotto a più miti consigli dal suo omologo austriaco Franz Conrad von Hötzendorf, che desidera porre fine alla guerra prima che l'economia ed il morale dei due paesi, già al massimo dello sforzo, crollino come quelli dell'intesa.
26 Gennaio – La Francia si arrende. Le truppe austro-tedesche entrano a Parigi.
27 Gennaio – Il Canada chiede l’armistizio.
29 Gennaio – Allenby, assediato al Cairo da von Mackensen ed incapace di ricevere rinforzi dalle proprie divisioni bloccate in Sudan, si arrende ai tedeschi.

1 Febbraio – La Gran Bretagna chiede la resa. Armistizio generale.

18 Marzo - Crollo dello Yemen, che viene annesso concretamente all’Arabia. Faysal entra a San’a.


Capitolo II: Valzer diplomatico

20 Marzo - Si apre nel castello di Fontainebleau il congresso per la definizione dei trattati di pace e della risoluzione delle questioni territoriali che hanno dato via alla guerra, i negoziati si tengono dal 20 marzo al 19 giugno. I sovrani vincitori ed i loro ministri plenipotenziari si incontrarono in un primo momento a Vienna, e solo il 20 marzo si recano a Fontainebleau, sul suolo della Francia sconfitta. Tecnicamente, il Congresso di Fontainebleau non si svolge mai realmente, posto che il Congresso non si riunisce affatto in sessione plenaria e la maggior parte delle discussioni avviene in sessioni informali tra le grandi potenze.
Sono presenti rappresentanti di Germania, Austria, Grecia, Romania, Bulgaria, Ucraina, Polonia, Olanda, Finlandia, Norvegia, Argentina, Bolivia, Perù, Irlanda, Sud Africa, Etiopia, Arabia, Turchia, Iran, Giappone, Australia, Gran Bretagna, Francia, Nuova Zelanda, Canada, Russia Bianca, Italia. Austria e Germania, leader della coalizione vincitrice, aprono il tavolo delle trattative con un piano di riassetto geopolitico voluto fortemente dai politici viennesi.
Vengono richiesti il riconoscimento formale ed ufficiale dei seguenti nuovi Stati, nonché del mutamento di alcuni confini:
-L'annessione delle Fiandre all'Olanda.
-L'annessione di Estonia, Lettonia e Lituania al Reich tedesco.
-L'annessione di Serbia ed Albania all'Impero d'Austria.
-L'annessione della Bessarabia alla Romania.
-Il protettorato italiano sul Montenegro.
-L'ampliamento dei confini bulgari con l'acquisizione dell'intera Macedonia fino al fiume Drin e di parte della Serbia fino ai fiumi Timok e Morava (ma escluse le città confinarie di Prizren e Niš, austriache), il ritiro dei confini bulgari sulla linea Bregalnica-Maritza.
-L'annessione alla Grecia dell'Albania a sud del fiume Shkumbin, della regione costiera bulgara di Filippopoli, della Rumelia, della regione di Smirne e dell'isola di Cipro.
-Il riconoscimento del possesso legittimo dell'Alsazia-Lorena da parte della Germania.
-Il riconoscimento del Principato Federale del Sud-Africa (Federaal Prinsdom van Suid-Afrika), in unione dinastica con il Regno d'Olanda.
-Il riconoscimento del Regno di Finlandia.
-Il riconoscimento del Regno di Bielorussia.
-Il riconoscimento della Repubblica di Turchia.
-Il riconoscimento della Repubblica d'Irlanda (con l'esclusione dell'Ulster, che rimane britannico).
-Il riconoscimento del Califfato Haschemita.
-Il riconoscimento del Regno dell'Iran.
-La formalizzazione dell'uscita dal Commonwealth di Australia e Nuova Zelanda.
Se la complessità di un negoziato si giudicasse dal preambolo, le discussioni nate dall'iter di approvazione dello stesso avrebbero fatto preoccupare seriamente i principali attori della conferenza.
Fortunatamente, dopo giorni di accese discussioni, grazie anche al supporto deciso dei plenipotenziari olandesi e del Kaiser Guglielmo II, desiderosi di passare alla svelta alle condizioni di pace da imporre alle due principali nemiche sconfitte, tutti i punti vengono approvati, pur lasciando strascichi di malumore, soprattutto tra Grecia e Bulgaria.
La parte del leone nelle trattative con la Francia la riserva per se il Kaiser Guglielmo II, che intende condurre di persona il negoziato, pur affiancato dal Ministro degli Esteri Ulrich von Brockdorff-Rantzau.
Per l'Austria le trattative vengono affidate al Ministro degli Esteri Conte Gyula Andrássy de Csíkszentkirály et Krasznahorka.
Alla Francia vengono imposte le seguenti condizioni di pace:
- La cessione della Savoia, del dipartimento delle Alpes-Maritimes, della Corsica e del protettorato sul Principato di Monaco all'Austria.
- La cessione di Cayenna, Martinica, Guadalupa, Saint Martin e Saint Barthélèmy, Comore, Réunion e Tromelin, Guyana e Casamance all'Olanda.
- La cessione delle Isole Australi Francesi, dell'Africa Equatoriale Francese e del Madagascar al Sud Africa.
- La cessione di Djibouti e relativa colonia all'Etiopia.
La Francia, sconfitta ed occupata, non può permettersi di certo di negoziare, e su questo punta l'ambizione tedesca. E' Falkenhayn a fare pressioni sul Kaiser, il quale arriva minacciare la ripresa della guerra "fin quando la nuova frontiera della Germania non sarà con la Spagna". Nonostante ciò, l'ala moderata della coalizione, rappresentata da generali come Eric Ludendorff e Arz von Straussenburg, è consapevole che nemmeno gli Imperi sono davvero in grado di continuare la guerra.
Straussenburg intercede personalmente presso Carlo I, il quale scongiura il Kaiser dall'astenersi dal fare affermazioni che "potreppero causare sciagure immani ai nostri popoli".
Andrássy, per ordine espresso di Carlo I, offre alla Francia la possibilità di annettere la Vallonia come compensazione. Falkenhayn e la corrente dei falchi, tra i quali spicca anche il Generale austriaco Franz Conrad von Hötzendorf, sono costretti a cedere.
Quella stessa sera, in una cena informale, Lloyd George fa presente a Sarrail che in caso di rifiuto francese e ripresa delle ostilità, la Francia dovrà combattere da sola.
Alla Gran Bretagna è imposto di cedere:
- Il Nyasaland, la Rhodesia, Kalabar e la valle del Cros e la Costa d'Oro a est del Volta, il Gambia ed il Bechuanaland al Sud Africa.
- Le isole Shetland, Ebridi ed Orcadi alla Norvegia.
- La Guyana Britannica, la Dominica, le isole Chagos, Gough, Tristan da Cunha e Mauritius all'Olanda.
- Le isole Malvinas, Georgia del Sur, Sandwich Australi e l'Antartide Britannica all'Argentina. - L'isola di Cipro alla Grecia.
- Il Somaliland, Awara, Moyale, Giubaland, Gallabat, il Sudan meridionale e la riva destra dell'Atbara all'Etiopia.
- L’Egitto, il Sudan settentrionale, il Kuwait, il Bahrayn, il Qatar e la penisola di Musandam all'Arabia.
Al Portogallo è imposto di cedere:
- L'Angola, il Mozambico, la Guinea e le isole del Golfo al Sud Africa.
- Macao e Timor Leste all'Olanda.
Con il tavolo di concertazione e riparazione, al quale partecipano i paesi sconfitti sotto la supervisione austriaca, Carlo I intende convincere i principali paesi sconfitti a concertare un reciproco riassetto, soprattutto nelle colonie, che vada a garantire una maggior stabilità dell'assetto geopolitico nell'interesse di tutti.
Secondo questi accordi dunque, la Polinesia Francese, la Nuova Caledonia e le Isole della Lealtà, la terra Adelia, le Nuove Ebridi e le isole Wallis e Futuna vengono spartite tra, Australia e Nuova Zelanda e l'India Francese e Portoghese passano alla Gran Bretagna.
Le parole del presidente francese Poincaré, "si paralizzi la mano che firmerà il trattato [di Fontainebleau]", rispecchiano lo spirito con il quale la Francia subisce la sconfitta.
Tale mano sventurata è, il 16 giugno 1919, quella del suo ministro Aristide Briand.
Nel frattempo entrambe le nazioni sconfitte sono attanagliate da una terribile crisi economica. Sarrail tenta di mantenere l'ordine rafforzando l'esercito e le polizia, sia come strumento contro la disoccupazione che per potenziare l'apparato repressivo. In Gran Bretagna, un'ondata di scioperi e scontri di classe nelle città industriali del centro-nord paralizza il paese. Il congresso del partito laburista adotta una mozione "rivoluzionaria" che fa proprie molte delle tesi enunciate da Rosa Luxemburg in Russia.
Mentre gli uomini di Frunze ed i Cosacchi iraniani si scontrano in Asia Centrale, Tukhachevskij recupera Irkutsk e caccia i Bianchi dalla Siberia settentrionale.
Massacro di Amritsar: Centinaia di manifestanti per l’indipendenza dell’India vengono trucidati dalla polizia coloniale britannica; come conseguenza un'ondata di proteste si solleva in tutto il subcontinente.
Tra aprile e maggio giungono a posizioni critiche l'offensiva di Frunze in Asia Centrale e di Tukhachevskij in Estremo Oriente contro i Menscevichi.
Tukhachevskij deve eliminare Kolchak, che si è insediato nella Siberia orientale ed in Mongolia con notevoli forze, dichiarandosi “reggente” dello Zar. Dopo alcuni successi iniziali, l’aiuto giapponese ai Menscevichi si rivela determinante, Tukhachevskij è costretto a ritirarsi ad ovest del Bajkal. Frunze occupa Tashkent, capitale dell’emirato di Bukhara, ma Kolchak assieme a truppe giapponesi accorre in aiuto degli emiri di Bukhara, Khiva e Kokand, truppe iraniane avanzano fino all’Amu-Darya (Oxus) pronte a sostenere gli emiri.

Agosto – L’esercito tedesco inizia il ritiro dalla Francia.
La Francia sottoscrive i protocolli aggiuntivi del trattato, che le vietano di istituire tariffe commerciali contro i prodotti tedeschi, sia in patria che nelle colonie, e stabiliscono un cambio fisso marco-franco favorevole alla Germania.
Viene fissato l’ammontare delle riparazioni di guerra che i paesi sconfitti dovranno versare ai vincitori. La cifra complessiva è relativamente moderata, seppur inaccettabile alle orecchie francesi, vista la loro economia in ginocchio.
Tumulti e proteste di Action Française scoppiano in varie città.
Tukhachevskij sconfigge un’armata bianca presso Ulan-Ude ed i Giapponesi occupano la Transbajkalia fino ai monti Stanovoj e Jablonovy. Kolchak resta al potere sulle baionette nipponiche.
L’Arabia, su richiesta degli Imperi, acconsente all’immigrazione controllata di ebrei d’Europa nella piana costiera palestinese, ed all’autogoverno interno delle relative comunità. Lo yishuv sionista e la città araba cristiana di Najran sottoscrivono accordi di dhimma col Califfato e sono esentati dal testatico.

Settembre – Tukhachevskij è sconfitto in una furiosa battaglia presso Semey sull’Irytsh da una forza composta da divisioni mensceviche e giapponesi, che avanzano dalla mongolia, mentre Frunze ripiega non appena individua la presenza al fianco delle truppe dei tre khanati turkmeni e dei menscevichi di nutriti contingenti iraniani.
Messo alle strette dal plenipotenziario giapponese, il quale gli ricorda che la sua sopravvivenza è dovuta al loro intervento armato, Kolchak chiede a Kerenskij un tavolo di pace, con l'obiettivo di fissare i confini tra la nuova repubblica dei soviet e la Siberia menscevica sulla linea dei fiumi Ob-Irtysh.

14 Novembre – Pressato dagli ambasciatori di Francia ed Italia, Carlo I apre a Vienna un secondo Congresso per risolvere le questioni rimaste in sospeso della cessione del Tirolo all'Italia e dell'occupazione nipponica dell'Indocina francese. Oltre a ciò, lo Zar Nicola chiede venga ufficialmente risolta la questione russa tra menscevichi e sovietici, prima che da guerra civile degeneri in una nuova guerra mondiale con la formale dichiarazione di guerra alla repubblica sovietica da parte di Giappone e Iran.
16 Novembre - E' una giornata storica per l'Africa. Nella capitale Bloemfontein l'Imperatrice d'Olanda giunge in visita alla "figlia primogenita del Regno d'Olanda", accolta tra ali di folla esultante.
Sotto le pressioni degli eroi di guerra boeri e tedeschi, non ché per intercessione diretta e personale dell'Imperatore Carlo I, che ha voluto presenziare come amico all'evento, Wilhelmina, appoggiata dal Primo Viceré del Sud Africa De Wet, la cui politica si ispira allo stesso Carlo I, proclama la proibizione della schiavitù in tutti i territori dell'Impero e l'equiparazione sociale e giuridica di tutti i sudditi, siano essi nativi o coloni boeri.
Il Sud Africa, oltre ad autogovernarsi, diviene uno Stato confederale per rispettare il mosaico etnico e tribale delle poplazioni africane. La maggior parte dei boeri, che ha patito l'occupazione britannica e con i neri africani ha combattuto fianco a fianco per la libertà, accoglie con favore il provvedimento.
Wilhelmina e De Wet conferiscono le più alte onorificenze militari, in una cerimonia solenne che non ha precedenti nella storia, anche a valorosi soldati ed ufficiali africani.
L'eroe tedesco della guerra in Africa, Paul von Lettow-Vorbeck, chiede ed ottiene la cittadinanza sudafricana e viene nominato a furor di popolo comandante in capo dell'esercito sudafricano.
28 Novembre - Kerenskij firma l'armistizio con Kolchak, il quale diviene governatore della Siberia sotto protezione giapponese.
Bukhara, Khiva e Khokand sottoscrivono un'alleanza reciproca che include anche l'Iran, a garanzia della difesa dell'Asia Centrale da future mire espansionistiche sovietiche.
A Vienna inizia un aspro braccio di ferro che vede da una parte Austria e Giappone, decisi a non cedere Tirolo ed Indocina, e Francia ed Italia, decisi ad ottenerli.
Carlo I offre all'Italia la Savoia, il dipartimento delle Alpes-Maritimes, la Corsica ed il protettorato sul Principato di Monaco, precedentemente ottenuti come compenso dalla Francia, con comprensibile disappunto della stessa.
Briand, reduce dell'umiliazione di Fontainebleau, si attiva immediatamente nei confronti del suo omologo Vittorio Scialoja, Ministro degli Esteri del governo Nitti, al fine di cercare di guastare le trattative, sperando di poter negoziare successivamente una loro restituzione alla Francia, anche per puntellare il prestigio del governo Poincaré ormai in caduta libera.
L'interferenza francese, tuttavia, è più deleteria che propizia ad un'asse italo-francese, e questo Andrássy lo sa bene, indi per cui punta a guastare una loro possibile alleanza.
La situazione della Francia non è certo tale da offrire una posizione negoziale forte, mutilata territorialmente, con un esercito annientato, un'economia devastata ed un governo in aperta crisi; l'Italia, pur uscendo da una grave sconfitta nella guerra di Libia che ne ha offuscato notevolmente il prestigio, può rivelarsi un osso duro.
La svolta nelle trattative arriva il 10 dicembre, con l'entrata nei lavori del Congresso del Kaiser Guglielmo II in prima persona, come osservatore, mentre a Gerusalemme, dove si era fermato di ritorno dal Sud Africa, Carlo I incontra il Califfo Faysal con il quale stipula degli accordi ci collaborazione economica e militare.
L'accordo ovviamente è un messaggio minaccioso all'Italia in quanto gli Hashemiti si sono già proclamati ufficialmente protettori della neonata Repubblica Libica, obiettivo delle mire coloniali italiane. Ovviamente non è da sottovalutare il fatto che, con la porta ufficialmente sbarrata in Libia, i colonialisti perdano terreno nella politica interna a favore degli irredentisti, mettendo in seria crisi i rapporti italo-austriaci.
Carlo I rientra a Vienna il 18 dicembre ed i negoziati riprendono.
Il Kaiser Guglielmo supporta, come prevedibile, il Primo Ministro nipponico Takashi Hara, il quale blandisce la Francia motivando che essa non è né ben voluta dalle popolazioni locali, che hanno accolto i giapponesi come liberatori, né tanto meno in grado di imporre la restituzione dei territori con la forza.
Consapevole dell'impossibilità di ottenere qualcosa partendo da questi presupposti, Briand cede ed il 20 dicembre sottoscrive la cessione dell'Indocina francese al Giappone.
Rimasto solo, Scialoja si trova ora di fronte a Guglielmo II, Carlo I ed Andrássy, decisi a concludere le trattative in modo favorevole all'Austria.
Guglielmo II offre a Scialoja, oltre alla concessione austriaca, anche un accordo analogo a quello arabo-austriaco ed il via libera all'annessione del Montenegro, già protettorato italiano.
Senza nemmeno consultarsi con Nitti a Roma, timoroso della possibilità di una nuova guerra che avrebbe inevitabilmente colpito il paese da tutti i fronti tranne quello francese, Vittorio Scialoja firma l'accordo il 23 dicembre.


Capitolo III: Un nuovo ordine mondiale?

1920

5 Maggio - Viene siglato il Trattato di Rodi. La Grecia rinuncia alla regione di Smirne in cambio del formale riconoscimento turco al possesso greco della Rumelia, di Cipro e delle isole egee.I due paesi altresì si impegnano a favorire l'emigrazione dei greci di Smirne in Grecia e dei Turchi di Cirpo e Rumelia in Turchia. Vengono inoltre censiti i beni immobili che questi esuli sono costretti a lasciare, del cui risarcimento si occuperanno i rispettivi governi.10 aprile - In seguito all'annessione della Serbia all'Austria ed all'esilio della famiglia Karađorđević, Carlo I d'Asburgo, in visita a Trieste, ufficializza il fidanzamento tra Mihailo Petrović-Njegoš-Obrenović, unico erede maschio legittimo ad entrambi i troni di Montenegro e Serbia, e sua figlia Adelheid d'Asburgo-Lorena. I due ragazzi sono ancora molto piccoli (12 anni lui, 6 anni lei), ma il significato del gesto è fortissimo nei confronti delle popolazioni balcaniche.Dalla morte di suo padre, il Principe Mirko, avvenuta a Vienna 2 anni prima, il giovane è cresciuto presso la corte imperiale asburgica.Il gesto indispettisce notevolmente il Re d'Italia Vittorio Emanuele III di Savoia, il quale sperava, in virtù del matrimonio con Jelena Petrović Njegoš, figlia del Re Nicola I del Montenegro, di ottenere in maniera incontrastata la sovranità sul piccolo regno balcanico.

1926

Aprile- Sotto il governo conservatore Baldwin, sia in Gran Bretagna che in India infuriano continui scioperi, manifestazioni e scontri tra lavoratori e gendarmeria, culminati in alcuni episodi anche con spargimento di sangue da parte di polizia ed esercito, costringono Re Giorgio V, dopo un feroce braccio di ferro con il Parlamento, ad abdicare, anche a causa del suo stato di salute malfermo, in favore del figlio Edoardo, che assume la corona con il nome di Re Edoardo VIII. Spiccatamente filo-germanico, come primo atto sovrano annulla l'Ordine in Concilio emanato dal padre nel 1917, con il quale mutava il nome della Casa Reale Britannica in Windsor, e riassume ufficialmente il cognome di Wettin e Duca di Sachsen-Coburg und Gotha, con il consenso ed il placito del cugino, il Kaiser di Germania Guglielmo II Hohenzollern.
Questo atto apre all'Inghilterra, in grave crisi, le porte della potente economia continentale, che sotto la spinta di Germania, Austria ed Olanda sta fiorendo a ritmi sempre più sostenuti, concedendole un po' di respiro e la gratitudine del popolo inglese al nuovo sovrano.L'aggravarsi delle tensioni sociali, infatti, aveva portato Re Edoardo VIII a seguire l'esempio di Re Giorgio V ed a schierarsi apertamente con gli scioperanti. Appoggiata dal sovrano, la rivolta popolare costringe alle dimissioni anticipate il governo di Stanley Baldwin, ed alle elezioni successive il laburista RamsayMacDonald ottiene una vittoria schiacciante.

Giugno - Simon Vasilovič Petljura, Presidente della neonata Repubblica Ucraina, intendendo ritirarsi dalla scena politica incontra lo Zar Nicola di Bielorussia a Minsk, con il quale vorrebbe ragionare in merito una possibile riunione tra i due Stati.Petljura ovviamente non intende lasciare l'Ucraina in balia dello Zar, quindi nessuna annessione bielorssa dell'Ucraina, nessun ritorno alla servitù della gleba o altre imposizioni volte a negare le libertà conquistate con la repubblica. L'unica opzione è un codominio dinastico alla pari.
Agosto - Viene convocato un vertice praghese tra i sovrani di Austria, Germania e Bielorussia ed il Presidente della Repubblica Ucraina, per valutare una soluzione condivisa dai grandi alleati.Viene, dopo una settimana di negoziato, approvata l'opzione austriaca.

16 Agosto - E' proclamata la nascita del Gran Principato di Russia ed Ucraina, in cui lo Zar Nicola assume i poteri di sovrano ed il titolo di Gran Principe (il titolo di Zar viene accantonato in quanto rimane valida la sua pretesa alla riunificazione delle altre russie), mentre a Minsk e Kiev vengono formati due distinti parlamenti e due Consigli di Reggenza, sul modello confederale asburgico.
8 Settembre - La necessità di un consolidamento e di una pacificazione nei rapporti tra Stati, Carlo I è in visita a Roma, dove intende promuovere una politica di distensione.Carlo I offre quindi a Vittorio Emanuele III un'accomodazione pacifica della questione adriatica, proponendo lo scambio del Montenegro italiano con l'Albania austriaca ed un conguaglio economico. Nonostante le resistenze della regina, montenegrina, a rinunciare all'eredità paterna, l'Italia accetta lo scambio ed il Montenegro viene unito alla corona serba sotto lo scettro asburgico.Come ulteriore compenso, l'Austria accetta di versare un indennizzo di 500 milioni di Corone ed intercedere presso la Grecia affinché ceda all'Italia anche la baia di Valona.

30 Settembre - Riuniti nel castello di Praga, i sovrani ed i ministri dell'economia di Olanda, Germania, Russia,Finlandia, Polonia, Austria, Italia, Romania, Bulgaria e Grecia firmano l'atto costitutivo dell'Unione Doganale dell'Europa Centrale (Zollverein von Mitteleuropas), con il quale viene decretata la libera circolazione di lavoratori e merci tra i paesi aderenti, vengono fissati i tassi di cambio tra le monete dei vari paesi, in modo da semplificare enormemente i flussi commerciali, e vengono concordati i tassi con i quali le imposte andranno a gravare su produzione e commercio, in modo da garantire una competitività equilibrata in tutte le aree dell'Unione.


1929

Grande Crisi finanziaria negli Stati Uniti, il crollo coinvolge solamente il grande colosso nordamericano ed il suo Stato satellite, il Messico.
Gran Bretagna, Irlanda, Norvegia, Svezia e Danimarca chiedono di entrare a far parte dello Zollverein.
[Modificato da Xostantinou 01/02/2012 21:55]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”