00 22/06/2010 14:28
Re:
MAMO72, 22/06/2010 14.10:


Il problema è che il menefreghismo nei confronti della politica favorisce questi comportamenti, così come l'incancrenirsi del potere nelle mani degli stessi per 60 anni di fila; non esiste un'alternanza della classe politica, ma solo delle madrasse che inculcano l'arte del compromesso meschino nelle povere menti di quei malcapitati che pensano, tramite questa politica, di poter cambiare le cose.



questo è un grandissimo problema in questo paese...molta gente è indifferente (o per pura indifferenza o per rassegnazione di fronte all'immutabilità della situazione), molti altri si limitano a sbraitare in piazza/nel bar/sui forum e poi non fanno nulla, quei pochi che cercano di fare politica in prima persona o vengono stroncati rapidamente quando vogliono fare di testa loro oppure vengono indottrinati nelle scuole del proprio partito a fare, una volta eletti, le stesse cose che da semplici cittadini criticavano e volevano cambiare.



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”