00 08/06/2010 12:01
Ricordiamo che l'Impero sotto il regno di Manuele I Comneno era in uno dei suoi momenti più felici, almeno fino alla battaglia di Miriocefalo del 1176. Questa seria battuta d'arresto (evitabile se Manuele non si fosse lasciato convincere da alcuni giovani generali smaniosi di venire alle mani con i turchi) precedette di poco la morte dell'anziano Basileus e precluse ogni speranza di estromettere definitivamente i turchi dall'Anatolia centrale. Alla sua morte vi fu un breve regno del suo giovanissimo figlio ma già si delineavano le future crisi, appena quindicenne Alessio II venne assassinato da un acuto e valoroso Andronico I, ma la sua spietata crudeltà gli inimicò il popolo e le sue scelte in politica estera determinarono l'invasione ungaro-normanna che comportò la perdita di Durazzo e della Dalmazia e l'assedio di Tessalonica. Venne rovesciato da Isacco II Angelo, padre di Alessio IV, e trucidato dalla folla. Isacco II era un Basileus tutto sommato incapace e venne deposto dal fratello Alessio III, ancor più disastroso. Alessio IV fu degno figlio di suo padre.

diciamo che in 28 anni si avvicendarono sul trono 7 Basileis di cui realmente validi ne possiamo elencare unicamente 2, Manuele I Comneno ed Alessio V Doukas "murzuflo". Quei 5 in mezzo furono più che sufficenti per autodistruggere l'Impero.



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”