00 07/06/2010 14:17
Probabilmente (come era già successo e successe in seguito) avrebbero confiscato i beni ed arrestato tutti i veneziani presenti a Costantinopoli, e molto probabilmente la folla inferocita avrebbe assaltato il quartiere veneziano cercando di linciarli...

Durante l'assedio visto l'inevitabile esito Alessio V fuggì, facendo perdere per sempre le proprie tracce, il comando venne preso dai fratelli Teodoro e Costantino della nobile famiglia dei Lascaris, che tentarono un'ultima riscossa ma vista la mala parata ritirarono tutte le forze superstiti a Nicea, fondando l'Impero di Nicea, impero che dopo due primissime sconfitte ad opera dei latini si dedicò al consolidamento ed all'ampliamento dei propri territori in Anatolia a spese dei sultani turchi, aspettando il momento propizio per riprendersi Costantinopoli.
Contemporaneamente in Epiro Michele Doukas, cugino di Isacco II e Alessio III, si proclamò Despota d'Epiro (praticamente erede al trono, visto che il Patriarca rifiutò di riconoscerlo come legittimo Basileus preferendogli i Lascaris di Nicea) e mantenne gran parte della Grecia continentale libera dal dominio crociato, anche se, vistosi rifiutata la corona imperiale dall'ex Patriarca Giovanni Camatero, decise in seguito di sottomettersi al Papa, screditando così agli occhi di tutti gli ex sudditi bizantini ogni sua possibile velleità di ascesa al trono, anche se la sua crudeltà nei confronti dei prigionieri di guerra latini gli costò la scomunica. Lo sconsiderato gioco di alleanze del Despotato permise di distrarre l'impero latino dall'avanzata dell'Impero di Nicea (nel 1261 Michele VIII Paleologo entrerà a Costantinopoli senza colpo ferire), ma una di queste alleanze gli fu fatale: si alleò con i Bulgari per estromettere latini e niceni dalla Tracia (nel 1225 Giovanni III di Nicea aveva appena strappato Adrianopoli ai latini), ma quando i Bulgari si rifiutarono di attaccare Costantinopoli nel 1230, Teodoro (fratellastro di Michele, che nel frattempo era stato spodestato ed assassinato proprio da Teodoro) attaccò gli ex-alleati bulgari, subendo una sconfitta devastante. Da quella batosta l'Epiro non si riprese più, sempre più in balia degli eventi continuò ad oscillare ora tra alleanze diplomatiche con il Basileus, i signori feudali latini limitrofi e gli Angioini di Napoli ora con disastrose guerre contro gli stessi, perdendo sempre più terreno a favore di Costantinopoli, degli Ottomani e dei Serbi. Dopo ribellioni e lotte per il trono, nel 1359 Niceforo II Orsini, ultimo despota, morì cercando di sedare una ribellione di albanesi ed il Basileus Giovanni V Paleologo annesse definitivamente il despotato all'Impero.
Negli stessi anni a Trebisonda Alessio e Davide Comneno, nipoti di Andronico I e discendenti di Davide IV Bagration di Georgia proclamarono un impero indipendente con l'appoggio del Regno di Georgia al quale erano legati per via dinastica. Fu un regno economicamente florido ma militarmente molto debole, che contava sul "divide et impera" tipico della diplomazia romèa per evitare di finire nelle mire di nemici troppo potenti. Nonostante tutto, nel luglio 1461 Maometto II assediò Trebisonda ma questa resistette ben un mese prima di capitolare, quasi quanto la grande Costantinopoli. Così cadde l'ultima città rimasta dell'Impero Cristiano dei Romani.

Riassumendo, quando cadde Costantinopoli gli esponenti delle famiglie nobili più importanti (i Doukas in Grecia, i Comneni nel Ponto, i Laskaris a Nicea) colsero l'occasione al volo per proclamarsi Basileus, ed invece di unirsi per scacciare i latini ciascuno si preoccupò di instaurare il proprio impero personale per poi puntare ad eliminare gli altri due ed ottenere la porpora imperiale.
[Modificato da Xostantinou 07/06/2010 14:26]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”