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Si, quello era il frutto della crescente "tagmatizzazione" dell'esercito romeo voluto dalla dinastia Comnena, la parte più importante dell'esercito era costituita da mercenari, principalmente normanni, tedeschi ed italici, i mercenari orientali (magiari, cumani, turchi) componevano quasi esclusivamente la cavalleria leggera.

Non si attaccarono gli eserciti crociati per una serie di motivi, nonostante la potenza militare imperiale avesse comunque la forza per spazzare via quell'invasione, principalmente la questione era dovuta alla lotta per il trono, Alessio IV Angelo, che aveva chiamato i crociati a Costantinopoli per prendere il potere, cercò di liberarsene in maniera incruenta, e quando vi fu l'assedio, quello vero (il secondo, comandato da Enrico Dandolo) per la conquista latina della città, Alessio V Ducas si trovò a salire al trono già prigioniero di una città sotto assedio, non aveva modo né tempo di chiamare le armate in soccorso alla capitale.
La presenza dei fondaci stranieri in città e nel Corno d'Oro fu irrilevante, infatti i crociati entrarono nel Corno solo nel primo assedio (quello per rimettere sul trono Alessio IV).
[Modificato da Xostantinou 31/01/2012 11:08]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”