00 24/03/2010 09:46
...........
Mi sembra una tesi quantomeno azzardata.

Stalin avrebbe attaccato? Si, quasi sicuramente si, i piani dello Stavka sono ormai noti e gli studi per offensive in occidente ed in manciuria non si contavano -i russi tenevano in stato di semiapprontamento 240 divisioni equamente divise tra i due fronti-, ma non avrebbe mai attaccato prima del 1943 o anche piu' tardi dal momento che vi erano necessita' militari e strategiche contingenti che dovevano essere soddisfatte -vertenti specialmente sullo stato di approntamento dell'Armata Rossa-, come emerge dalla testimonianze di uomini di primo piano come Kruschev, Molotov o Mikoyan.
Nonostante l'Armata Rossa infatti fosse in stato di semimobilitazione, il numero degli effettivi ed i forse ventimila carri armati che contava - e spesso di modelli assai piu' perfezionati rispetto ai corrispettivi tedeschi- non deve indurre a pensare che fosse sul piede di guerra e la disposizione delle truppe sullo scacchiere rispecchiava piu' che l'esigenza della concentrazione propria di un attacco -inesistente-, quella di riorganizzazione e controllo dei territori appena annessi, specie in Polonia.
Lo strumento militare russo veniva da due tremende purghe, quella del 33/34 che aveva tolto di mezzo buona parte degli sampolit ( commissari politici che condividevano il comando, quando i regolamenti lo permettevano, con gli ufficiali effettivi dal livello di compagnia in su) e soprattutto quella del 35/38 che aveva seminato una strage atroce -e per lo piu' immotivata- sul corpo ufficiali russo.
Per afferrare la portata della decisione occorre riportare che, oltre ai colpevoli di "reati politici" finiti in una fossa comune con un buco nel cranio, deportati a Kolyma o a Capo Desnhev ad estrarre l'oro con le unghie od a costruire quella meraviglia -in senso nient'affatto ironico- ingegneristica del canale Belomorskij a quaranta sottozero e sotto la sferza di una soldataglia infame con le trecce color spinaci dell NKVD, semplicemente si procedette all'arresto, al processo ed all'esecuzione sommaria di tutti quegli ufficiali -ed erano davvero molti- che avevano militato sotto Trozkij al tempo della formazione dell'Armata, o che semplicemente davano prova di indipendenza di pensiero o persino di competenza "eccessiva" o "sospetta" -nei rapporti c'e' proprio scritto cosi', ci sarebbe da ridere se non fosse mostruoso-.
Uomini eccezionali come il Maresciallo Tuchachevskij vennero eliminati e sostituiti con criminali come Budenniyj (il grado piu' alto che aveva ricoperto prima di diventare un fedele esecutore dei crimini staliniani e guadagnarsi le spalline da generale massacrando marinai ed operai a Kronstadt, era sergente di cavalleria nel vecchio esercito zarista), opportunisti irresoluti come Timoscenko -che almeno pero' aveva una solida formazione militare- o nullita' il cui unico, preziosissimo, pregio era la fedelta' canina verso Partito e, soprattuttissimo, il Capo. E questo accadde a tutti i livelli, dalla compagnia in su.
Gli effetti furono, naturalmente, devastanti. Stalin ed il suo sodale Berja, queste belve in forma d'uomo che della belva avevano il primo la crudelta'e l'astuzia, il secondo le untuose strategie, ed entrambi l'opportunismo castrarono l' esercito russo ed il loro paese.
Il morale nei reparti crollo', tutti badavano a coprirsi le spalle piu' che a fare il loro lavoro: le quantita' incredibili di prigionieri che fece la Wehrmacht nei primi sei mesi di guerra ne sono la prima e piu' lampante prova.
Furono queste gravissime decisioni, unite ad una valutazione strategica erratissima e basata su di un opportunismo da contadino georgiano -il saputone aspettava solo che la Germania si dissanguasse economicamente in una guerra con le potenze occidentali per poi gettarsi sui resti- a causare il macello del '41.
Hitler, oltre alle innegabili motivazioni idelogiche -era si un uomo estremamente disturbato, ma non era uno sciocco ed aveva dato gia' piu' di una volta prova di saper piegare l'ideologia alla convenienza- aveva un potente motivo per invadere la Russia : senza le risorse del suo territorio, senza i campi petroliferi del caucaso, il manganese, il cromo ed il nickel di Krivoy Rog di Nikopol, senza i laminatoi russi sarebbe stato costretto a liquidare la guerra dal momento che le scorte tedesche di materiali strategici non avrebbero consentito di far fronte ad uno sforzo prolungato. Questa necessità causò il fatale errore dopo la battaglia di Viaz'ma/Briansk, quando Hitler diresse verso i minerali ed i petroli dell'Ucraina e del Caucaso i panzergruppen di Kleist e Guderian (con ciclopica incazzatura di quest'ultimo) anziche' lanciarli contro l'esausto centro russo e massacrare l'esercito principale nemico che copriva Mosca quando ancora la stagione permetteva di una vittoria decisiva.
In base a questi ed a molti altri elementi, mi sento di dire che la tesi dell'analista russo e' semplicemente campata per aria.