00 21/12/2011 18:50
"la gente" è una entità stupida, irrazionale ed altamente influenzabile. Il raziocinio è proprio dell'individuo, non della folla, ed è su questo che giocano politici e mass media.

la gente si spaventa per delle cose che non conosce, quando si parla di cose come il nucleare la reazione tipica dell'italiano medio è quella del rifiuto aprioristico, ho conosciuto pochissime persone ignoranti in materia disposte ad ascoltare una lezione di ingegneria nucleare, e di quei pochi molti hanno preso la cosa come un tentativo di lavaggio del cervello. La maggioranza di solito rifiuta proprio il dialogo barricandosi sul punto che il nucleare è male a prescindere e non se ne deve nemmeno discutere.
I pochissimi che discutono civilmente sul nucleare sono o gente (ingegneri, fisici) che col nucleare ci lavorano o studiano per farlo, oppure semplici appassionati (in positivo) dell'argomento.

Quindi SI, "la gente" si spaventa ed arrabbia per cose innoque che non conosce e si rifiuta di conoscere, ed è felice di seguire i demagoghi che li trascinano lungo queste convinzioni tenendoli nell'ignoranza.



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”