00 15/06/2010 09:05
personalmente dall'italia di ieri ho visto dei pro e dei contro:

-contro:
nessun gioco, la tattica, se così la possiamo definire, italiana era quella di assaltare gli avversari coltello tra i denti sfruttando velocità e fisicità, ma senza schemi predefiniti, nessun obiettivo offensivo, mai un tentativo serio di arrivare in area, chi vedeva la porta da qualsiasi distanza cercava il tiro, in occasione dei calci d'angolo nessuno schema, palla nel mucchio e che dio ce la mandi buona. Insomma, sembrava di vedere la germania dei tempi peggiori, tutta muscoli e niente cervello, se questa è la strategia per vincere mi chiedo cosa succederà quando (perché succederà, 3/4 della nazionale è composta da nonni) la condizione fisica inizierà a venire meno...probabilmente vedremo una nazionale stile Camoranesi ieri sera, quando un ragazzino ti anticipa e tu non ce la fai a stare al suo passo tutto ciò che riesci a fare è falciarlo.

-pro:
l'assenza di uno schema tattico e "l'assalto in massa" come se fosse la trincea nemica ha il vantaggio che può mettere in crisi gli schemi avversari, mentre non avendo schemi non ha nulla che si possa mettere in crisi, almeno finché il fisico regge.
Per la prima volta ho visto una nazionale capace di fare gioco di squadra, senza prime donne.



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”