00 12/02/2010 09:42
non dico che Alessandro avesse intenti universalistici, ma da Tolomeo ed Aristobulo si sa che aveva messo gli occhi sull'italia in quanto terra greca e quindi naturale completamento dei suoi domini, e sulla penisola arabica in quanto era curioso di scoprire cosa vi fosse in quella terra sconosciuta. Probabilmente se fosse dipeso da lui avrebbe arruolato un piccolo esercito ed avrebbe cercato di esplorare il mondo intero...

dal punto di vista storico-politico penso che ci sarebbe stato un punto di non-ritorno nel quale anche sotto Alessandro stesso l'impero sarebbe stato troppo ampio ed avrebbe iniziato a scricchiolare,per reggere una cosa simile ci sarebbe voluta una sequela ininterrotta di almeno una decina di GRANDI sovrani, per consolidare ed organizzare un organismo simile, nel caso alla morte di Alessandro le cose fossero finte come da manuale, in mano ai diadochi, molto probabilmente avremmo assistito alla nascita di un mosaico di regni ellenistici/ellenizzati tra i quali sarebbe figurata la stessa Roma...e chissà come sarebbe cambiata la storia se Roma fosse diventata un centro in cui la mentalità italico-latina si fondeva con la cultura greca con alcuni secoli di anticipo...figure come Augusto avrebbero fatto la loro comparsa anticipata e probabilmente con poteri ben più da monarca assoluto rispetto ai primi Imperatori...forse sarebbe stato un impero bizantino ante-litteram, con il greco come lingua franca dal piemonte all'india...e cosa avrebbe prodotto un regno tolemaico che avesse compreso anche la penisola arabica?



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”