00 28/01/2010 10:46
premettendo che la suddetta crociata, per le pressioni di Venezia, assediò e prese all'inizio la cristianissima Zara, che rifiutava il giogo veneziano, va detto che fu Alessio IV ad andare a supplicare i crociati affinché lo aiutassero a liberare il padre, Isacco II, ed a riprendersi il trono, occupato da suo fratello Alessio III. Forse senza questa premessa i crociati non avrebbero mai tentato l'azzardo di assediare la Polis, ma visto che avevano un valido e legittimo pretesto e l'appoggio dei sostenitori di Alessio IV, tentarono l'impresa. Poi, dopo la vittoria e l'insediamento di Alessio IV, usarono il pretesto del mancato pagamento dei tributi da parte di Alessio IV e la sua detronizzazione da parte di Alessio V Murzuflo, che cavalcava l'odio anti-occidentale di un'amplissima fetta della popolazione, per attaccare nuovamente la città, ma questa volta per prenderla per se.

Probabilmente senza questo durissimo colpo l'Impero avrebbe resistito meglio all'avanzata turca, ed eventualmente con un impero più saldo ed in buona salute avrebbe potuto approfittare dell'avanzata di Tamerlano in anatolia per stroncare definitivamente il pericolo turco.
[Modificato da Xostantinou 28/01/2010 10:48]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”