00 03/04/2013 18:04
Re:
Giulio.1985, 03/04/2013 16:24:

Bellissima l'ambientazione di Guerre Stellari...conosco poco il periodo in questione pero'




Nel 7.000 BBY, si verificò una nuova spaccatura all'interno dell'ordine: un nuovo gruppo di jedi aveva riscoperto il Lato Oscuro della Forza e ne era rimasto corrotto; i jedi oscuri minacciarono la pace e la sicurezza della Repubblica per tutto il secolo successivo, nel periodo detto Oscurità centenaria, finché nel 6.900 BBY essi vennero definitivamente sconfitti nella Battaglia di Corbos.
I jedi oscuri superstiti fuggirono su Ziost e fondarono l'Impero Sith

Nel 5.000 BBY, la Repubblica affrontò in un grande conflitto (la Grande Guerra Iperspaziale) il potente Impero Sith, guidato allora da Naga Sadow; la guerra coinvolse anche numerosi mondi del nucleo come Coruscant e Koros Major.
Le forze repubblicane riuscirono a trionfare, grazie all'aiuto determinante di Jori Daragon e alle cospirazioni dei Lord Sith che ambivano al trono dell'impero.
Con l'annientamento del suo esercito, Sadow fu costretto a nascondersi su Yavin IV, mentre un misterioso Lord Sith conduceva i sopravvissuti nelle Regioni Ignote. Il maestro jedi Odan-Urr, uno degli eroi della guerra, fondava nel frattempo su Ossus la Grande Biblioteca Jedi in cui venne accumulata un'immensa quantità di sapere proveniente da ogni angolo della galassia.

Nel 4.015 BBY, con la Grande Rivoluzione Droide, ha inizio il periodo delle Vecchie Guerre Sith, 64 anni di guerra quasi ininterrotti che devastarono la Repubblica Galattica e portarono al quasi annientamento totale dell'Ordine Jedi.
Nel 4.000 BBY scoppiò la Grande Guerra Sith in cui i Jedi Exar Kun ed Ulic Qel-Droma vennero convertiti al lato oscuro e scatenarono una vasta offensiva contro la Repubblica; nel corso del conflitto molti cavalieri persero la vita o furono forzatamente convertiti, ed anche il mondo-roccaforte di Ossus, sede di molti santuari jedi, venne completamente distrutto. Molte reliquie del passato vennero perdute e per evitare il ripetersi di una simile tragedia l'Ordine ingrandì alcune enclave periferiche come quelle di Dantooine, Almas e Coruscant.

Nel 3.976 BBY cominciarono le Guerre Mandaloriane; per un decennio gli invasori attaccarono e devastarono mondi e pianeti al di fuori dei confini repubblicani, ma nel 3.966 BBY scatenarono la loro prima offensiva contro i pianeti più periferici della Repubblica. Tre anni dopo erano arrivati a minacciare Alderaan, e fu in quel momento di grande sconforto che l'Ordine Jedi, fino a quel momento tenutosi in disparte, intervenne. In realtà a schierarsi con la Repubblica, fu solo una fazione di Jedi, guidati dai cavalieri Revan e Malak, che non potevano più rimanere impassibili davanti alle atrocità perpetuate dai mandaloriani; l'alto consiglio dell'ordine rimaneva neutrale, in quanto era convinto che una forza misteriosa stesse manovrando gli invasori per scopi altrettanto oscuri. L'intervento permise alle forze repubblicane non solo di arrestare l'offensiva nemica, ma anche di contrattaccare, fino a sconfiggere definitivamente i mandaloriani nella Battaglia di Malachor V.

Durante la guerra, Revan e Malak erano rimasti affascinati dal Lato Oscuro della Forza, e decisero di trasmettere gli insegnamenti oscuri anche ai loro uomini: quasi tutti coloro che servirono sotto i due condottieri, giurarono loro eterna fedeltà, ripudiando la lealtà che dovevano alla Repubblica ed ai Jedi. Con il pretesto di stanare e distruggere i mandaloriani, si diressero verso le Regioni Ignote; qui incontrarono l'Imperatore Sith, che quasi mille anni prima aveva salvato i resti dell'Impero dalla distruzione, ed egli completò la loro caduta nel Lato Oscuro assegnandogli anche una missione: i due Sith, servendosi di alcune mappe stellari sparse nella galassia, avrebbero dovuto ritrovare l'antica Star Forge, una stazione spaziale senziente creata dall'antichissimo Impero Infinito dei Rakata, permeata dal Lato Oscuro della Forza ed in grado di creare rapidamente, assorbendo energia da una stella posta nelle vicinanze, una flotta di navi da guerra.
Una volta trovata l'antica stazione spaziale, i due decisero di sfruttarla per i propri scopi, e fregiatisi del titolo di Signore Oscuro dei Sith, mossero guerra verso la Repubblica, ancora debole dopo le guerre mandaloriane.
Il conflitto, chiamato Guerra Civile Jedi, durò tre anni e terminò con la distruzione della stazione spaziale, la disfatta di Malak e la redenzione di Revan; la Repubblica non poteva però gioire per la vittoria: la sua fragilità era enorme, la sua autorità nell'Orlo Esterno praticamente sparita, e l'Ordine Jedi , suo fedele alleato, era in rovina, con centinaia e centinaia di cavalieri morti, altrettanti corrotti dal lato oscuro e l'enclave di Dantooine rasa al suolo.
L'Impero sith era invece, nonostante la catastrofica sconfitta, in condizioni decisamente migliori, ma non riuscì mai a concretizzare questo vantaggio, in quanto i Lord dei Sith passarono i successivi 6 anni (3.956 BBY- 3.950 BBY) a farsi la guerra l'un l'altro in una inutile guerra civile che distrusse le loro forze, e permise alla Repubblica non solo di riprendersi, ma anche di riguadagnare terreno. In questo caos prese piede un conflitto parallelo, avviato dal Triumvirato Sith, che aveva l'obiettivo di sterminare i Jedi. Ma il Triumvirato, composto dai pur potentissimi Darth Sion, Darth Nihilius e Darth Traya, non riuscì a completare i suoi propositi a causa dell'intervento dell'Esule Jedi, che sconfisse i tre Lord dei sith e ne distrusse la loro roccaforte.

Tre secoli dopo, l'Impero sith emerse dalla Regioni Ignote ed attaccò la Repubblica, scatenando la Grande Guerra Galattica.
Per 28 anni i due eserciti si affrontarono, finché i Sith non riuscono a trionfare grazie al terribile Sacco di Coruscant, che obbligò il governo galattico a firmare un umiliante trattato che la metteva in ginocchio. I Jedi vennero accusati della disfatta, nonostante fossero stati in prima linea per difendere i mondi della Repubblica, e furono costretti ad andare in esilio su Tython per riorganizzarsi ed addestrare una nuova generazione di cavalieri.

Ed è nei giorni seguenti il Trattato di Coruscant che si ambienta questo titolo.



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”