00 20/12/2011 22:17
L'evasione in italia è composta da due diverse evasioni, e nessuna delle due le contrasti con i provvedimenti che sta prendendo la politica italiana:

1-l'evasione fatta dai grandi banchieri, industriali, politici, finanzieri

2-l'evasione, ovvero lavoro nero, che i cittadini di reddito medio-basso fanno e faranno sempre più, non per arricchirsi ma, bensì, semplicemente per sopravvivere, costretti a questo dal costante aumento delle tasse.

E' evidente che a politica, composta in prevalenza dagli evasori di prima fascia, additi come causa delle sciagure del mondo gli evasori della seconda fascia e si inventi provvedimenti assurdi, ufficialmente per contrastarla ma, in realtà, che hanno come unico effetto quello di schiavizzare letteralmente ancor di più i cittadini ed obbligarli ad evadere sempre più per poter tirare a campare.

Quest'ultima evasione la si può annullare in maniera semplicissima e con un solo provvedimento, ovvero introducendo la detraibilità anche per i soggetti privati, per il semplice principio che: "se posso detrarre dalle tasse le mie spese cercherò di fare tutte le mie spese in regola, perché il nero non lo posso detrarre".



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”