coeff.
Teoricamente, col nuovo coefficiente (quello attualmente in uso), sì. E' come se fosse una salita unica con un troncone uguale alla tua salita, poi un tratto di discesa (equiparata alla pianura nel calcolo della difficoltà, cioè vale zero) lungo quanto la tua salita (dovrai pur scendere, no?), infine un ultimo troncone di nuovo uguale alla tua salita.
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Tieni conto che un coefficiente è un indicatore generico, che per scelta di chi lo crea tiene conto di certe cose e non di altre. Quello attuale, anche se è definito di "difficoltà" è fatto per misurare soprattutto la "fatica" complessiva accumulata dallo scalatore, quindi ovviamente dà questo risultato.
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Per farti un esempio opposto: se avessimo un coefficiente che INVECE volesse descrivere la "difficoltà" come "durezza", o per dirla in altri termini come "probabilità di fallire" piuttosto che come "accumulo di fatica" la tua doppietta risulterebbe PIU' "FACILE" che una singola salita di valore doppio, perché avrebbe una pendenza media minore a causa del tratto in discesa, in cui in effetti se ci pensi puoi recuperare parecchio.
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E' ovvio per chiunque che facendo la stessa salita due volte accumuli più o meno "fatica" doppia, mentre per avere doppia durezza dovresti essere magicamente "teletrasportato" all'istante dalla cima di nuovo all'inizio, senza avere quel momento di respiro che invece la discesa garantisce.
Ciao,G.