SEQUESTRO ABU OMAR: INDAGATO POLLARI

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
INES TABUSSO
00domenica 16 luglio 2006 00:06
LA STAMPA
Pollari sentito a Milano
Bocche cucite sull'interrogatorio del presidente del Sismi
15/7/2006

MILANO. Bocche cucite in Procura a Milano sull'interrogatorio di Niccolò Pollari, ascoltato stamane al palazzo di Giustizia di Milano, in relazione all'inchiesta sul rapimento di Abu Omar.

Il numero uno del Sismi è stato ascoltato per circa quattro ore dal pm Ferdinando Pomarici, al quinto piano del palazzo di Giustizia. È entrato intorno alle 7.40 ed è uscito dopo le 11.30.

Nessuna indiscrezione sul contenuto dei colloqui trapela dai pm Pomarici e Spataro che sono al lavoro nei loro uffici in Procura. Infine si è saputo che i legale del generale Pollari sono gli avvocati Fausto Coppi e Titta Madia.

Intanto i legali di Pollari, che si dichiarano soddisfatti dell'andamento dell'incontro, fanno sapere che il contenuto dei colloqui è stato «secretato».



*****************************************************************




15/07/2006 - "IL SOLE 24 ORE", Pag. 6
PM IN MISSIONE A ROMA POLLARI E' TRA GLI INDAGATI
di: DONATELLA STASIO
www.difesa.it/files/rassegnastampa/060715/BFSQ2.pdf



********************************************************************************



CORRIERE DELLA SERA
14 luglio 2006
Oggi l’interrogatorio. Il capo del Sismi dovrà rispondere su rapimento e dossier
Sequestro Abu Omar, indagato Pollari
di FIORENZA SARZANINI

Il generale Nicolò Pollari, capo del Sismi, il servizio segreto militare, è entrato ufficialmente nell’inchiesta sul sequestro di Abu Omar. I magistrati milanesi gli hanno notificato un avviso a comparire e oggi lo interrogheranno alla presenza dei suoi avvocati. La decisione dei magistrati arriva dopo gli
interrogatori del capo della prima Divisione, Marco Mancini, e del suo predecessore, Gustavo Pignero. Al generale Pollari sarebbe contestato il concorso nel sequestro di Abu Omar.




********************************************************************************




Il capo degli 007 dovrà fornire spiegazioni sull’imam di viale Jenner a Milano e sull’archivio di via Nazionale
Sequestro di Abu Omar, indagato anche Pollari

Avviso a comparire per il direttore del Servizio segreto: oggi l’interrogatorio
ROMA - Il generale Nicolò Pollari entra ufficialmente nell’inchiesta sul sequestro di Abu Omar. I magistrati milanesi gli hanno notificato un avviso a comparire e oggi lo interrogheranno alla presenza dei suoi avvocati. È la svolta di cui si parla da giorni, che arriva al termine degli interrogatori del capo della prima Divisione Marco Mancini e del suo predecessore Gustavo Pignero. Al capo del Sismi sarebbe contestato il concorso nel sequestro di Abu Omar e quindi anche la norma che gli impone di riferire all’autorità giudiziaria ogni tipo di reato. Secondo la legge non aver impedito un delitto equivale, per il direttore di un servizio segreto, a cagionarlo. Nell’ordinanza di arresto per i due funzionari, il gip ha scritto: «Mancini e Pignero potrebbero aver taciuto al direttore quanto andavano tramando, organizzando e quanto hanno poi realizzato con uomini di sua fiducia allo stato ancora sconosciuti. In alternativa è possibile solo ipotizzare un concorso anche del direttore del Servizio generale Pollari nei reati ascrivibili a Mancini e a Pignero, per aver nascosto alla polizia giudiziaria e all’autorità giudiziaria le notizie ricevute in ordine al progetto e al sequestro di Abu Omar». Proprio quest’ultimo passaggio del provvedimento aveva fatto ipotizzare che il nome di Pollari fosse stato iscritto nel registro degli indagati. Ieri è arrivata la conferma ufficiale con la notifica dell’invito a presentarsi davanti ai pubblici ministeri.
Gli avvocati di Mancini e di Pignero hanno ribadito anche ieri che i loro assistiti «hanno rispettato la legge e non hanno sequestrato nessuno». Frasi sibilline che non svelano quanto raccontato dai due indagati, né quali siano le verifiche che la procura di Milano sta effettuando per riuscire a definire i ruoli di tutti i protagonisti. Entrambi avrebbero comunque parlato di Pollari e questo avrebbe convinto i magistrati a firmare il provvedimento che lo fa entrare ufficialmente nell’indagine.
Il primo giugno, al termine dell’interrogatorio davanti al pubblico ministero, Pignero chiamò Mancini per raccontare come era andata. «Ho riferito genericamente ma ho tenuto fuori il number one. Capito?...», gli disse. Secondo l’accusa parlava proprio di Pollari. Il suo atteggiamento sarebbe però cambiato dopo l’arresto e anche alla luce di quanto raccontato, prima di lui, da Mancini.
È possibile che durante l’interrogatorio di oggi Pollari debba affrontare il capitolo che riguarda l’archivio di via Nazionale e i compiti affidati a Pio Pompa, il suo uomo di fiducia accusato di aver tentato di orientare la stampa e di carpire notizie sull’inchiesta in corso anche utilizzando il giornalista Renato Farina che ha ammesso di aver percepito 30 mila euro dopo aver accettato di lavorare per il servizio segreto militare. Ma che debba anche spiegare se davvero in quella sede «coperta» sono conservati dossier raccolti nel corso degli anni contro politici, magistrati, giornalisti e altre personalità.

Fiorenza Sarzanini






Cambiano gli scenari al Sismi
Ora il generale rischia il posto
A questo punto dell’inchiesta, la fiducia del governo rischia di venire meno
il Retroscena
ROMA - Adesso tutto potrebbe cambiare e quella fiducia che il governo ha accordato al Sismi rischia di venire meno. Perché l’ingresso nell’inchiesta del generale Pollari, con un provvedimento che ipotizza nei suoi confronti specifiche accuse, riapre anche la partita politica. Finora è passata la linea della prudenza caldeggiata dai Ds, rispetto ad un atteggiamento più interventista della Margherita e dello stesso Romano Prodi. La decisione di sostituire il capo del servizio segreto militare era stata rinviata a data da destinarsi proprio in attesa di un chiarimento completo della vicenda. Ma anche per non indebolire ulteriormente la struttura. Ora lo scenario appare fortemente modificato. In questi giorni, durante le sue consultazioni con il governo, Pollari ha ribadito che «il Sismi non ha partecipato al sequestro», ha assicurato che «sono sempre stati rispettati ruoli e gerarchie». Il fatto che sia costretto a giustificarsi davanti ai magistrati, non come semplice testimone ma come indagato, rende la situazione molto delicata e sembra scontato che più forti saranno le pressioni di chi giudica opportuna la sua sostituzione immediata.
Quattro mesi fa Pollari si era dimesso di fronte al sospetto che il Sismi potesse aver avuto un ruolo nel Nigergate. E in quel modo aveva incassato la fiducia piena del governo Berlusconi non alla struttura, ma direttamente alla sua persona. «Ho sentito un silenzio assordante di fronte a enormi falsità - aveva spiegato -, non c’è stata reazione di fronte a ricostruzioni fantasiose e invece io ho voluto una reazione forte». Questa volta non ha ritenuto di fare altrettanto. È rimasto al suo posto. «Tranquillo», dice chi lo ha visto. «Addirittura rassicurante nei confronti dei suoi collaboratori che invece sono apparsi scossi e preoccupati per quanto sta accadendo», spiega chi ci ha parlato.
Il governo guidato da Romano Prodi ha difeso «le strutture» con una nota ufficiale di Palazzo Chigi, ma subito dopo gli arresti del capo della prima Divisione Marco Mancini e del suo predecessore il generale Gustavo Pignero, il premier ha preferito non incontrarlo. L’incarico di ricostruire la vicenda è stato affidato al sottosegretario Enrico Micheli, che ha la delega ai servizi segreti. A lui Pollari ha ribadito «l’assoluta estraneità del Sismi» e poi è riuscito a parlare direttamente con Prodi. In Parlamento è stato mandato il sottosegretario alla Difesa Lorenzo Forcieri, un diessino. La scelta di non affidare la risposta alle interrogazioni ad un ministro è apparsa strategica sin da subito. Perché è servita a non esporsi troppo, a lasciarsi aperta una strada da percorrere nel momento in cui l’inchiesta giudiziaria avesse puntato proprio al vertice del Sismi.
Quel momento è arrivato. È possibile che il governo decida di attendere ancora, che aspetti la definizione dell’indagine. Ma certo per il servizio segreto militare questo ulteriore capitolo che si apre con la decisione di mettere sotto inchiesta il generale, è un colpo durissimo. L’arresto di due funzionari di vertice ha fatto perdere credibilità al Servizio. Il resto lo hanno fatto gli avvisi a comparire di numerosi 007 e le intercettazioni che hanno svelato anche la «permeabilità» delle comunicazioni rendendo meno affidabile l’intera struttura soprattutto agli occhi dei servizi di intelligence degli altri Paesi. Non è un mistero che adesso la collaborazione con i colleghi stranieri stia subendo una fase di impasse , anche perché gli agenti finiti nel registro degli indagati, che in alcuni casi occupano posti chiave, sono ormai «bruciati».
«Assunte le necessarie informazioni - aveva detto Forcieri prima alla Camera e poi al Senato - il governo allo stato non può che riaffermare l’estraneità del Sismi rispetto alla vicenda del rapimento di Abu Omar. Sul piano delle verifiche ufficiali ed istituzionali fin qui svolte, nessun coinvolgimento e/o complicità nella vicenda in esame emerge da parte dell’Italia e delle sue istituzioni». Poi più nulla, ma le consultazioni interne alla maggioranza sono continuate e anche la ricerca di un possibile successore non si è interrotta.

F. Sar.



Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:24.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com