Racconto a più mani

Pagine: [1], 2
lemieparole
00mercoledì 23 novembre 2005 16:27
Allora...ciao a tutti..l'idea è di provare a scrivere un racconto, una storia, a più mani..potrebbe essere divertente.
Ogni post dovrà avere un minimo (ma solo un minimo) di collegamento con quello precedente...e poi tanta fantasia.
Ps: oggi non ho tempo....se entro domani nessuno parte lo comincerò io.

[SM=g27822] besos, gianni

[Modificato da lemieparole 23/11/2005 16.28]

A.33
00mercoledì 23 novembre 2005 18:00
Mi piace un sacco e allora comincio io...


Stazione Centrale ore 8.00.
Treni fermi e in movimento, passeggeri che si incrociano, pendolari di corsa.
Uomini con la valigetta, donne con scarpe poco comode, ragazzi addormentati e stranieri disorientati correvano verso i taxi o verso la metropolitana, presi nella loro frenesia.
C’è invece chi aspettava la persona cara in arrivo e chi con gesti di addio salutava chi partiva.
I tabelloni degli orari erano presi di mira da un gruppo di giapponesi mentre addetti delle ferrovie controllavano i macchinari e poliziotti facevanno la ronda affiancati da fidi pelosi.
Sembrava una ordinaria giornata di sempre.
Il bar, quello che si trova all’incrocio delle due entrate, era saturo di ragazzi. Il loro chiacchierio animava il caos generale.
Chi vi entrava lasciava uscire uno sbuffo di calore al profumo di caffè.
“Un caffè per favore”
A fare l’ordinazione era un uomo sulla cinquantina. Distinto nel suo giaccone con una ventiquattrore alla mano. Capelli brizzolati e un tocco di lampada sul viso.
Alla cassa una signora alta, pressappoco coetanea dell’uomo, ma che ancora non si vuole arrendere al tempo.
Seni tirati su, da qualche colpo di bisturi, messi in evidenza dalla camicia leggermente sbottonata, capelli ossigenati e il viso dipinto, un tocco da vero pittore.






[Modificato da A.33 23/11/2005 18.00]

[Modificato da A.33 23/11/2005 18.06]

lemieparole
00giovedì 24 novembre 2005 14:50
Carlo uscì dal bar, seguito a ruota dalla ventiquattrore e dal suo tocco di lampada. Il freddo del mattino di dicembre lo colpì come un pugno in faccia.
- Merda!- Maledisse il freddo e il lunedì mattina.
Con passo deciso si avviò verso l'ufficio. Solo il pensiero di mettere piede in banca e rivedere Andrea gli dava il voltastomaco. Ci aveva provato, erano mesi che ci provava, ma proprio non riusciva a mandarla giù. Per digerire quella vigliaccata non sarebbe bastato un Alkaseltzer grande quanto Piazza del Duomo.
-Buongiorno- lo salutò il custode
Rispose con un cenno del capo e col pensiero maledisse anche lui.
kerianseray
00giovedì 24 novembre 2005 15:26
Andrea si era intrufolato nella sua vita in punta di piedi, sottovoce.
Quando era arrivato in banca, pivello alle prime armi, gli aveva subito ispirato simpatia, aveva un bel viso, occhi grandi e luminosi che ti guardavano dritto dritto, e un bel sorriso aperto, da persona che sembra essere in pace con il mondo.

Ma il mondo non era in pace con Andrea.

All'inizio tutto era filato liscio, lo aveva preso sotto la sua ala protettrice, lui era responsabile della filiale e aveva fatto di tutto per aiutarlo ad inserirsi. Non che ci volesse molto beninteso, era talmente cordiale e simpatico che si era subito fatto benvolere da tutti.... e da tutte in particolare.

Per un pò la vita era continuata sui soliti binari, il tran tran quotidiano non aveva subito particolari scosse.

Poi un giorno sua moglie era passata in banca per portargli dei documenti urgenti da visionare e aveva incrociato Andrea......




A.33
00venerdì 25 novembre 2005 11:31
Maledetto giorno ….
Se lo ricorda ancora adesso con vivido livore. Era un lunedì, la nebbia incominciava a riempire di umidità l’atmosfera.
Si quel giorno che per caso era tornato a casa prima del solito. Lo stesso giorno che Andrea era in ferie…
Carlo rimase paralizzato nell’anticamera. Aveva un mazzo di rose per la sua Alice. Sua moglie aveva dieci anni in meno ed era di una bellezza semplice ma molto seducente.
Aveva sentito dei gemiti… No! Era impossibile la sua Alice...
con Adrea...

Solo più tardi Alice si accorse del suo passaggio.
I fori buttati per terra e calpestati con tanto odio
treA
00venerdì 25 novembre 2005 12:54
Adesso, seduto sulla panchina umida di quel parco di cui non ricordava nemmeno il nome, Carlo si chiedeva cosa stesse accadendo.
Certamente era un sogno o una vita parallela quello che stava vivendo.
La sua vita era stata sempre ordinata, sempre precisa; cose e persone avevano sempre soddisfatto e reso stabili quelli che erano i suoi più profondi desideri di perfezione.
Cos’era successo nella sua esistenza? quale perno si era spezzato? quale oscura volontà si era misteriosamente inserita nel canovaccio della sua esistenza ricamato, fino a quel punto, di segni, sogni e colori ineguagliabili per armonia e perfezione, per contaminarlo con colori, segni e fatti cosi ributtanti?
A.33
00venerdì 25 novembre 2005 14:21
"Carlo stai bene?" Un voce lontana riporta Carlo in ufficio. Aveva già perso troppo tempo in quel ricordo di due mesi prima.
"Hai bisogno di qualcosa" La voce seccata era tagliente
"No solo che al telefono c'e' il tuo avvocato" A rispondergli altrentanto seccata una donna il suo nome era Lucia.

Stranamente Carlo si sentì un po' in imbarazzo, guardandola negli occhi, neri e profondi. Aveva la senzazione che scavassero nell'animo.

[Modificato da A.33 28/11/2005 10.10]

kerianseray
00venerdì 25 novembre 2005 15:04
Lucia era una bella donna, dal suo curriculum aveva rilevato che aveva 42 anni. Aveva un aspetto deciso, non si perdeva in chiacchiere, il minimo indispensabile e sempre attinente al suo lavoro di segreteria.

Aveva richiesto una segretaria personale perchè in quel periodo non ce la faceva a seguire bene il lavoro. La testa sempre persa altrove.

Incredibile come un uomo della sua età, che credeva di aver ragggiunto ogni traguardo nella vita, dovesse ancora fare i conti con l'amore.

Alice l'aveva amata subito, al primo sguardo.
Lei giovane e bella ma niente affatto disinvolta lo aveva incantato per quel suo modo di porsi con discrezione senza accorgersi di quanto fascino emanava....
A.33
00lunedì 28 novembre 2005 10:13
Gia' l'avvocato .... l'aveva proprio dimenticato...
Una sanguisuga che dovrebbe risolvergli il problema del mantenimento.
E meno male non avevano figli.
Non ne avevano avuti per scelta, troppo impegnati nei giochi mondani.
Ma come gli mancava adesso.
A.33
00martedì 29 novembre 2005 12:01
"Buongiorno avvocato novità sulla separazione?"
Carlo ebbe un moto di gioia strana
Quella parola così dolorosa aveva preso un nuovo significato ... LIBERTA' ....
... come se Lucia avesse fatto una strana fattura al suo cervello ed ora pensava solo a come farsi perdonare per quel modo scortese che aveva avuto.
kerianseray
00martedì 29 novembre 2005 12:38
Lucia..... un pò troppo spesso si affacciava nei suoi pensieri ultimamente ed anche questo fatto di accorgersi che l'aveva trattata troppo bruscamente non era normale, non per lui, abitutato nei rapporti d'ufficio ad essere brusco e severo.

Ma Lucia aveva lo sguardo dolce, e qualsiasi cosa gli dicesse lo faceva lentamente con voce bassa.... si accorse all'improvviso di quanto gli piacesse il suo modo di parlare, di quanto riuscisse a calmarlo.

Si scosse e rivolse l'attenzione all'avvocato che nel frattempo gli aveva parlato..... ma di cosa?

lemieparole
00mercoledì 30 novembre 2005 08:51
Doveva liberarsi dell'avvocato il prima possibile. Il pensiero di Lucia stava diventando quasi opprimente.
Forse era giunto il momento di dare una svolta alla sua vita, quella donna gli piaceva era il momento di entrare in azione.
Carlo sapeva bene come mostrarsi affascinante, c'era una cosa che sapeva fare bene: suonare.
Riattaccò il più velocemente possibile con quella iena dell'avvocato, e compose l'interno di Lucia.
- Ciao Lucia, mi chiedevo se a te piace la musica dal vivo?
Lucia un pò stupita dalla domanda rispose -Si- e, inspiegabilmente, aggiunse - Anche se è molto che non vado a un concerto-. Sono una stupida si disse, mordendosi la lingua.
-Verresti stasera a sentire suonare il mio gruppo alle "scimmie"?
-Non sapevo suonassi in un gruppo, potrebbe essere una buona idea.
-Ok ti riservo un tavolo, cominciamo a suonare alle dieci e mezza.
-Grazie, allora ci vediamo stasera, ciao.
-A stasera.

Riattacando sorrisero entrambi.
A.33
00giovedì 1 dicembre 2005 17:55
Lucia non sapeva cosa indossare. Riuscì a svuotare l'armadio almeno quattro volte prima di decidere.
Voleva fare colpo.
Aveva l'impressione che sarebbe finta a letto con lui. Carlo aveva fascino.
Per l'occasione sfoggio un abbigliamento semplice ma attraente. Un bel jean a vita bassa che però copriva magistralmente il suo tatuaggio, un piccolo cuore contornato da spine, un top nero con sopra una camicia trasparente.
"Che felicità essere magre e poter indossare quello che si vuole." Si disse guardandosi allo specchio.
"Si.. così può andare infondo devo apparire un po' diversa dall'ufficio."
Annodò i capelli lunghi in una bella coda di cavallo e si truccò usando colori raffinati, che rendevano il suo viso lucente ma maturo.
Indossò il suo montone lungo e si allontanò alla guida di una Yaris.



lemieparole
00sabato 3 dicembre 2005 12:22
Luigi Guerci detto "ilgino" (tutto attaccato) gestiva "le scimmie" da più di trentanni ormai. Era la sua creatura, la sua passione, la donna che non aveva avuto. Quel che lo teneva in vita.
Ilgino, a sessantanni suonati, si occupava ancora di tutto in prima persona. La disposizione dei tavoli, i conti da quadrare, le marche di birra da servire. Ma, soprattutto, dopo tutti quegli anni era ancora lui a scegliere chi veniva a suonare nel suo locale. Niente da dire, per la musica aveva sempre avuto un gran fiuto; era per questo che il locale era famoso in tutto il paese. Da lui avevano suonato i migliori, venivano da tutta Europa. Principalmente Jazz e Blues, ma anche il Rock era presente almeno una volta a settimana, come quella sera.
Ilgino sorrise, pensando a "i cieli neri" il gruppo che avrebbe suonato da li a qualche ora. Gli erano piaciuti subito quei quattro quarantenni dall'aria sveglia. Carlo il chitarrista, Sandro chitarra e voce, quel pazzo di Piero alla batteria, e Giorgio al basso. Un bancario, un avvocato, un portinaio e un dentista. Gente inquadrata, insomma. Gente che quando saliva sul palco tirava fuori i coglioni, avevano l'argento vivo addosso.
Avrebbero cominciato alle 23,00 circa, probabilmente con "man on the moon" dei REM, il locale sarebbe stato pieno come al solito e lui, a sessantanni, si sarebbe divertito, ancora una volta, come un bambino. Sorrise di nuovo si aprì una birra e uscì sul Naviglio a fumare. Serata fredda, pensò.
SCHIGGIO
00domenica 18 dicembre 2005 21:44
I "cieli neri" non abitavano a Milano, venivano dalla montagna, dalle parti di Sondrio in Valtellina. Il gruppo partì da casa di buon ora, erano persone posate e prudenti e poi, era tanta la voglia di suonare che non vedevano l'ora di arrivare. La serata non'era delle migliori, faceva molto freddo e cadevano gocce di pioggia miste a neve. "per fortuna siamo partiti presto" disse sandro che era al volante del furgone. Un furgone bianco che serviva per il trasporto dei musicisti e degli strumenti musicali. Aveva il nome del gruppo scritto sulle fiancate.
"penso che verrà a nevicare" rispose carlo " se ne viene molta rimaniamo a dormire a Milano" continuò...
lemieparole
00lunedì 19 dicembre 2005 16:52
Freddo o no, neve o meno imboccarono la statale e calarono su Milano. L'idea di sandro di fermarsi a dormire in città, stuzzicava Carlo e non poco. Raccontarsi balle era inutile, quella sera avrebbe suonato, soprattutto, per far colpo su di lei. Già Lucia. Sperava proprio di vederla e, perché no, fare colpo. In fondo con le donne ci aveva sempre saputo fare e poi, particolare da non sottovalutare, suonava da dio. Il fascino del chitarrista- pensò sorridendo- non l'avrebbe tradito.
lemieparole
00venerdì 30 dicembre 2005 10:53
piccola pausa all'interno del "racconto a più mani"....giuro che se nessuno lo continua, nel prossimo pezzo, li faccio saltare tutti in aria con una bomba [SM=g27828]
kerianseray
00venerdì 30 dicembre 2005 22:27
Re:

Scritto da: lemieparole 30/12/2005 10.53
piccola pausa all'interno del "racconto a più mani"....giuro che se nessuno lo continua, nel prossimo pezzo, li faccio saltare tutti in aria con una bomba [SM=g27828]




ti prego aspetta la fine delle feste, è difficile stare dietro a tutto in questa officina superattiva [SM=g27825] [SM=g27828]
kerianseray
00martedì 3 gennaio 2006 16:59
A Carlo venne in mente la prima volta che avevano suonato in un locale.
Quanti anni erano passati. Lui aveva molto successo con le ragazze, stavano tutte lì sotto il palco a guardarlo a fargli gli occhi dolci e lui si sentiva così affascinante.

Come erano cambiate le cose da allora, adesso sperava solo di essere affascinante per lei.

Sperava di trovarla già lì, e l'aspettativa lo emozionava come un liceale al suo primo incontro. Avrebbe dato il meglio di sè questa sera e Lucia lo avrebbe guardato con occhi nuovi......
-carillon-
00sabato 7 gennaio 2006 22:41
Fu Sandro a “svegliarlo” – suoni anche tu stasera o continuerai a dormire? Se non ti dai una mossa non proveremo neanche un pezzo, e il padrone del locale sembra impaziente, smettila di imbambolare il vuoto. - Carlo sorrise e si chinò dolcemente sulla chitarra, quasi un abbraccio, un sussurro complice. Piccole note scesero dal palco, si diffusero nella sala ancora vuota. Carlo già seguiva la sua musica, tra poco non ci sarebbe stato luogo o persona con lui, solo lei, perfetta, avrebbe accompagnato le sue mani, dato vita a tenerezza e forza, timidezza e coraggio. Non l’aveva mai tradito nei loro viaggi, non poteva aver paura, sarebbe arrivato senza sforzo dove voleva, e voleva Lucia.

Lucia guardò l’orologio e si accorse di essere in anticipo. Ora non era più tanto convinta di aver fatto bene ad accettare l’invito. Carlo era una persona complicata, cambiava spesso umore tra silenzi che diventavano imbarazzanti anche sul lavoro. Sicuramente depresso e ancora legato al suo matrimonio andato all’aria. Lucia sentiva odore di guai. Si annunciava in pole position e pronto allo scatto il suo istinto materno-infiermeristico. Una vera calamità per ogni tipo di rapporto. Carlo era capace di evidenziare sempre la parte più nascosta, il suo mistero. Una sfida alla scoperta, tanto sensuale quanto seducente. Tentò di ignorare quei pensieri, stava correndo troppo. Al semaforo rosso si controllò il trucco e non fece caso all’auto ferma accanto alla sua..
lemieparole
00lunedì 9 gennaio 2006 12:21
Provarono per un'ora circa. Ilgino era un pò agitato, i ragazzi sembravano in forma. Carlo, però, era nervoso e in più sentiva nell'aria qualcosa che non girava. La sensazione di qualcosa fuori posto, come quando guardi un quadro e un colore non ti sembra quello giusto. Prese una birra per tranquillizzarsi.

Alle undici precise, locale pieno, cominciarono a suonare. Come da copione attaccarono "man on the moon" subito seguita da "cocaine" di Clapton. Il pubblico cominciava a scaldarsi, Ilgino sembrava più calmo, solo Carlo suonava con la testa altrove. Sandro, da anni il suo migliore amico, se ne accorse.
Appena finito il secondo brano gli si avvicinò chiendendo se fosse tutto a posto. Carlo non rispose, continuava a guardare un tavolino vuoto alla sua sinistra e avvertì una fitta allo stomaco.

....
-carillon-
00lunedì 9 gennaio 2006 22:13
...fece di tutto per attirare l’attenzione, ma le donne al volante sono molto concentrate mentre si rifanno il trucco. Fu quasi costretto a tagliarle la strada, costringendola a fermarsi bruscamente. Lucia scese incredula ed inferocita – ma che modo è di g…Andrea!? – Non lo vedeva da mesi. Si era fatto trasferire in un’altra sezione ed era sparito senza un motivo apparente, una parola. Sembrava impossibile quel suo sorriso infantile e un po’ arrogante, l’aria allegra di sempre. Un martini al bar più vicino bastò per ritrovarsi. Andrea era stato lasciato dall’ultima avventura e a suo dire stava soffrendo per amore. Lucia sorrise pensando in quanti modi diversi è possibile soffrire. Poi ebbe l’idea, in fondo Carlo doveva suonare, e lei avrebbe potuto frenare le illusioni…- alcuni amici suonano alle “Scimmie”, mi accompagni? - Il sorriso era di miele. E in quel momento Andrea non l’avrebbe mai lasciata…
kerianseray
00sabato 14 gennaio 2006 10:51
Ci sono persone che entrano nella tua vita per caso e la segnano irrimediabilmente.

Andrea era questo per lei, un errore, una svista, ma aveva ormai capito che non sarebbe mai riuscita a staccarsene completamente. La affascinava il suo sorriso infantile e proprio per la sua propensione a prendersi cura di persone piene di problemi ogni volta che la cercava non riusciva a troncare con la dovuta decisione.

D'altra parte il suo percorso in amore era stato proprio questo già dai tempi del liceo, solo ragazzi e poi uomini pieni di problemi e frustrazioni.

Lo sapeva non sarebbe mai cambiato nulla e questa sera voleva lasciar fare al caso, in fondo andava solo a sentire Carlo suonare, poteva portare chi voleva.

Carlo la vide subito, rimase folgorato, fuori dalle mura dell'ufficio aveva un aspetto completamente diverso, era seducente ma allo stesso tempo sprigionava freschezza.

Solo dopo si accorse che al tavolino si era seduta con un uomo......Andrea
Ma cosa ci faceva lì con Lucia!
Sorpresa e rabbia gli fecero accelerare i battiti cardiaci.

lemieparole
00martedì 17 gennaio 2006 10:33
Sbagliò qusi tutti gli accordi di "I know it's over" degli smiths, a Ilgino venne quasi un colpo.
Carlo era andato completamente in tilt. Di nuovo Andrea, ogni volta lui, maledetto stronzo. Sembrava avere un unico scopo nella vita: soffiargli le donne. Sentiva, su di lui, le occhiate che gli lanciavano i ragazzi, ma non se ne curò. Voleva solo che il pezzo finisse in fretta per fare un pausa, la testa gli scoppiava. Anche la canzone era emblematica "lo so che è finita", già, ma se non era nemmeno iniziata. Finalmente finì, posò la chitarra per terra e come un automa si diresse verso il loro tavolo. Negli occhi aveva una strana luce, troppo bianca.
......

[Modificato da lemieparole 17/01/2006 10.33]

SCHIGGIO
00giovedì 19 gennaio 2006 16:31
"Buonasera Lucia" Carlo era molto emozionato, stava per ripetersi un scena già vissuta. " e buona sera anche a te, testa di cazzo" Lucia guardò Carlo poi Andrea e poi di nuovo Carlo. Non capiva, come mai un'accoglienza del genere? Andrea si alzò in piedi, lo sguardo di Carlo era freddo duro, determinato:" E' solo un caso" disse Andrea " un incontro assolutamente casuale, la vedo per la prima volta, abbiamo scambiato due chiacchiere e lei mi ha invitato a sentire il gruppo di suoi amici"
" bene, vedi di andartene al più presto" rispose Carlo.
Andrea salutò Lucia con un cenno appena del capo, lei guardava stupita.. perchè, si chiedeva, queol comportamento di Carlo? E perche' Andrea se ne stava andando senza reagire, con la coda tra le gambe come un cane soccombente? Cosa aveva fatto Andrea per meritarsi tanto rancore? Cosa poteva aver patito Carlo per essere così freddo e duro?
kerianseray
00giovedì 19 gennaio 2006 22:09
Lucia proprio non capiva.
Carlo le disse:
"Non è vero che l'hai incontrato qui vero? Non è la prima volta che lo vedi"

Lucia passo dalla sorpresa all'irritazione.

"No, non è la prima volta, in effetti conosco Andrea da tanto tempo ma credo che tu non abbia alcun diritto di chiedermelo con questo tono, credi che prima di conoscere te o di venire a lavorare nel tuo ufficio non abbia avuto una vita?
Sempre la solita storia. Voi uomini volete avere l'esclusiva, ma se volevi l'esclusiva dovevi arrivare trent'anni fa non credi?"

Quella serata piena di aspettative per entrambi si stava rivelando un fallimento completo......

[Modificato da kerianseray 19/01/2006 22.10]

lemieparole
00venerdì 20 gennaio 2006 09:20
Il freddo, ormai, gli era entrato fin dentro le ossa. Girava a piedi, per Milano, da quasi tre ore ma non gliene importava nulla. La vita era un costante paradosso (almeno la sua). Una serata che doveva essere piena di musica, una serata in cui voleva essere brillante, corteggiare e, parliamoci chiaro, finire dentro a un letto. Era finita nel peggior dei modi possibili. Lucia lo aveva mandato a quel paese, dopo le cose terribili che gli erano uscite da bocca. Le aveva dato della stronza e anche peggio. Con che diritto, poi?
Lei era uscita dal locale in lacrime. Lui non aveva più voluto suonare e aveva quasi fatto a botte con Sandro. E, come se non bastasse, Ilgino gli aveva detto: qua dentro voi non suonate più, adesso, avete rotto.
Carlo era uscito dalle "scimmie" e aveva cominciato a girare senza meta. Dai Navigli era andato a finire in C.so Buenos Aires (e per chi conosce Milano, non sono esattamente quattro passi), morto di freddo e con un infinità di pensieri che si inseguivano e confondevano. Si ritrovò ancora una volta a ripetere la sua solita frase: è il momento di voltare pagina.
Sorrise di rabbia, quante cazzo di volte l'aveva ripetuta?

.......
kerianseray
00domenica 22 gennaio 2006 09:52
Si accorse solo all'ultimo momento dei passi affrettati dietro di lui e non ebbe modo di rendersi conto di quando stava succedendo.

Un uomo gli arrivò alle spalle puntandogli qualcosa nella schiena:
"dammi i soldi stronzo!"

Carlo non era certo dell'umore giusto per sentirsi chiamato in quel modo da un tossico qualsiasi e senza pensarci si voltò di scatto cercando di colpire con un pugno l'uomo ma sentì qualcosa affondare nel suo stomaco e la sorpresa, più che il dolore, lo paralizzò...........
-carillon-
00lunedì 23 gennaio 2006 23:37
Tra stupore e mortificazione Lucia aveva capito poco. Era stata investita da una folla di fantasmi. Non dipendevano da lei la rabbia di Carlo e la fuga di Andrea. E se già aveva vissuto una fine prima dell’inizio, non aveva mai attratto due imbecilli contemporaneamente. Una nuova toppa sui suoi jeans scoloriti. Si leccò il sale sulle guance e si accorse che era tardi, molto tardi...
lemieparole
00giovedì 30 marzo 2006 11:46
Anche a Carlo sembrò molto tardi. Per reagire, per capire. Cadendo si appoggiò una mano sullo stomaco, la guardò diventare rossa; non avvertì dolore e un attimo prima di svenire, senza motivo apparente, sorrise.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 11:46.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com