NICK DRAKE.

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KUBIK
00venerdì 11 giugno 2004 09:00
Solitamente non mi scaldo più di tanto se qualcuno non conosce qualche artista che a me piace particolarmente, ma in questo caso faccio un'eccezione e consiglio vivamente, qualora non lo conosceste, di fare una capatina nel mondo di Nick Drake. Io ne venni a conoscenza in 5.a superiore da un ragazzo che per necessità pecuniarie vendeva dischi e che dischi, tra le altre cose comprai la versione americana di Pawn Hearts dei Van Der Graaf Generator, dov'era pure inserita Theme One (con Fripp ospite alla chitarra...). Di Drake acquistai da lui "Bryter Layter" (che stupenda copertina!)...dopo pochi giorni giunse la notizia della morte dell'artista per una dose eccessiva di antidepressivi.

Nick Drake, inglese, nato nella ex Birmania e vissuto dalle parti di Birmingham, fu un prodotto assolutamente atipico nel panorama inglese di fine anni '60, primi '70; per maggiori informazioni vi rimando a qualche sito che ci sarà sicuramente, in quanto Nick, da sempre, è oggetto di molta attenzione.

La discografia ufficiale parla di soli 3 dischi, il primo (1969) "FIVE LEAVES LEFT", il secondo (1970) "BRYTER LAYTER" e l'ultimo (1972) "PINK MOON".

La sua musica era di difficile definizione, ballate molto curate con una chitarrismo molto particolare e begli arrangiamenti orchestrali.
A mio avviso il primo disco, bellissimo, lascia intravedere il grande talento di Nick, il secondo lo affina, nel mentre Pink Moon è un discorso a se stante, in quanto trattasi di solo voce/chitarra, un azzardo, direi, ma riuscitissimo, anche se un po' più "particolare" per la stringatezza degli arrangiamenti.
La voce, vero punto di forza, seppur limitata tecnicamente, è di un fascino arcano, le vene intense nostalgiche danno emozioni bellissime, sono sicuro che vi piacerebbe.

Qualcuno azzardò "suicidio": forse non fu così, di certo la vena intimista ed ombrosa di Nick, di fronte ad un disinteresse della critica verso le sue opere avevano causato uno stato depressivo molto grave, a seguito del quale viveva ritirato e lontano un po' da tutti. Fu sua madre a trovarlo morto, era il 1974, aveva 26 anni e alle spalle 3 dischi che per me sono stati importanti, per questo mi piacerebbe li conosceste pure voi.
Dovendone scegliere uno solo, da acquistare, direi Bryter Layter, ma siccome non è mica la megadiscografia di Zappa, un piccolo sforzo non sarebbe oggetto di pentimento.
qb
sax500
00venerdì 11 giugno 2004 09:11
Era il Drake che suonò la steel guitar in All things must pass?
KUBIK
00venerdì 11 giugno 2004 10:47
Penso proprio che non sia lui.
Non ne ho la certezza, ma penso di poterlo tranquillamente escludere, poichè non ho mai letto di una simile collaborazione, che sarebbe stata sicuramente evidenziata; per quanto mi risulta, di collaborazioni ne ebbe a favore una, comunque prestigiosa, con John Cale, quello dei Velvet Uderground di Nico e Lou Reed, che partecipò quale arrangiatore (suonando pure il 'cello? da verificare sul disco) su Bryter Layter.
Sono sicuro che Ti piacerebbe.
Tra l'altro di recente ho visto i cd che penso proprio che comprerò, visto che ho solo i vinili (in edizione originale inglese, però [SM=g27831] )
qb
Instant Karma
00venerdì 11 giugno 2004 11:59
Che nostalgia per quei dischi, ma...
Non li ho più o, meglio, non li ho mai avuti... perché (come forse già accennato) da ragazzi, io e mio fratello, li tenevamo insieme i dischi e quelli di Nick Drake, purtroppo, erano suoi.
Quando le acque si divisero per lasciarci passare ognuno per la propria strada adulta... Nick Drake, ovviamente, rimase di là dal mare e purtroppo negli anni successivi, fra i tanti dischi riacquistati (praticamente tutta la discografia dei Beatles e dei singoli fab four, molta west coast, Dylan, e tanti altri) non ho più avuto occasione di riappropriarmene.
Poi capita che pensi a tante nuove emozioni e non t'accorgi che effettivamente non era così difficile immaginare che quei dischi sarebbero stati ripubblicati su cd. Colmerò al più presto questa lacuna.

P.S. per la verità è già successo, talvolta, che l'artista non dia il permesso per la riedizione in cd di una propria produzione discografica. E' capitato, ad esempio, con "On the beach" di Neil Young che solo recentemente (dopo oltre 20 anni di attesa) è stato ristampato su cd dopo estenuanti opere di convincimento presso l'artista che non voleva saperne di ripubblicarlo.

P.P.S. ...e pensare che "On the beach" è uno dei dischi che preferisco di Neil Young.
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